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Autore: frannn    16/10/2011    1 recensioni
"Ci aveva pensato, in passato, quando si era resa conto che Damon era il fulcro dei suoi pensieri. Aveva pensato di cambiare, di modificare aspetto e carattere e somigliare più al prototipo di ragazza che poteva piacere al vampiro. Ma un esatto secondo dopo si era resa conto che anche volendo non sarebbe mai riuscita a rinnegare se stessa."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bonnie McCullough, Damon Salvatore | Coppie: Bonnie McCullough/Damon Salvatore
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Vi siete mai chiesti cosa succederebbe
se all’improvviso
Tutto ciò che crediamo irreale
Si fonda con ciò che è reale
E il confine tra sogno
E realtà
Venga spezzato?
 
Avete mai pensato a questo?
Avete mai pensato di svegliarvi una mattina
E rendervi conto che
Ciò che avete sognato
È successo davvero?
 
Vi sfugge
Il pericolo
Che esercitano i desideri
Sulla dimensione del mondo.

 
 
 
 
Quella mattina Bonnie si svegliò tutta dolorante. Si stiracchiò in tutta la sua lunghezza - lei avrebbe detto in tutta la sua cortezza - sotto il lenzuolo, prima di tirarsi su a fatica. Si stropicciò gli occhi con la mano e scese dal letto, spogliandosi mentre lo faceva. Aveva bisogno di una doccia fredda, subito.
Sognava cose sempre peggiori.
Cioè. Migliori dal suo punto di vista, ma peggiori se le avesse raccontate a qualcuno. Aveva una tremenda confusione in testa e non le andava davvero di scervellarsi su Damon e Co. proprio di prima mattina e con il corpo tutto indolenzito poi. Arrivata in bagno rischiando la morte precoce visto il suo stato di zombie - era una conquista che non fosse inciampata in qualcosa volando come un sacco di patate - si fiondò nella doccia. Prese il bagnoschiuma e ne versò forse troppo sulla spugna, che lo assorbì per rilasciarlo subito quando venne a contatto con l’acqua. La sensazione del getto fresco sul viso era rigenerante e le sembrava che scivolandole sul corpo si portasse via i cattivi pensieri e le cattive sensazioni che l’avevano sorpresa già appena sveglia.
Cominciò a passarsi la spugna sulla pelle morbida, senza alcuna fretta.
Ma poi qualcosa inceppò il meccanismo di quiete apparente che l’aveva avvolta. Notò un piccolo segno rosso e pensò di essersi fatta male senza essersene resa conto. Le capitava spesso, non sarebbe stata una novità. Ma poi guardò meglio. Il segno non era solo rosso, era violaceo, e non era piccolo, era fin troppo grande.
Cacciò un urlo. Un urlo involontario, che le sfuggì e per il quale si maledì immediatamente. Sentì subito qualcuno entrare nella sua stanza e dal rumore di tacchi dedusse che si trattava di Elena.
- Bonnie, Bonnie, tutto bene? -.
La sentì chiedere, allarmata.
- Ehm.. si! Certo, scusa -.
Elena era entrata nel bagno, Bonnie aveva fatto capolino con la testa dalla doccia e la guardava con aria impacciata che tentava di mascherare quella parte di lei più che sconvolta.
- Perché hai urlato in quel modo? -.
- I peli -.
L’espressione di Elena assunse un che di stralunato, prima che la ragazza scoppiasse a ridere.
- I peli? -.
- Si, i peli. Vedi, mi sono accorta che urge una ceretta alle mie gambe. E’..assurdo. Roba brutta, davvero, ci cresceranno i funghi a breve e magari qualche gnomo ci metterà anche casa. Devo rimediare al più..-.
- Va bene Bonnie. Non mi freghi. Non so cosa ti abbia fatto gracchiare in quel modo, ma è evidente che ora non vuoi dirmelo. Lo farai quando ti andrà. E lascia stare gli gnomi -.
La bionda se ne andò via ridendo. Bonnie si morse le labbra, uscendo dalla doccia ed avvolgendosi nell’asciugamano. Si sentiva non solo una perfetta idiota, ma anche una bugiarda. E mentire ad Elena era la cosa che meno le piaceva. Ma non aveva avuto il coraggio di dirle..
Di dirle..
Di dirle cosa poi?
Che aveva sognato Damon, che in quel sogno lei gli era saltata addosso e che lui l’aveva morsa? E che quel morso, magicamente, c’era davvero?
Bonnie, magicamente fino a un certo punto.
Se hai un morso, qualcuno ce l’avrà lasciato.
Per una frazione di secondo la sua mente le suggerì che il suo sogno non era stato proprio un sogno e basta, ma poi le tremarono le gambe e la ragazza si accasciò a terra, raggomitolata su se stessa, con l’acqua che le colava sul viso, sul collo, giù per il corpo e sul pavimento.
Non era possibile.  Lui non l’avrebbe mai fatto. Lui non l’avrebbe mai trattata come lei aveva sognato. Mai.
Ma Bonnie Mccullough doveva imparare ad usare un po’ meno la parola mai, perché la vita non l’accetta.
   
 
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