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Autore: Eowyn 1    18/10/2011    5 recensioni
« E allora? Cosa sono questi discorsi? » li rimproverò Niniel guardandoli severamente « Che arrivi anche, la guerra. Sappiamo che ormai è quasi inevitabile! Ci porterà via molto, ma non è questo lo spirito con cui dobbiamo affrontarla! Dobbiamo reagire! Combattere e stare il più sereni possibile fino a che ne abbiamo la possibilità! » Che cosa sarebbe successo se Boromir, prima di partire per Granburrone, avesse conosciuto Niniel, la cuoca di corte? Un caso fortuito ha voluto che si conoscessero...
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boromir, Faramir, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sì, ci sono, sono ancora viva… nuovo capitolo

Sì, ci sono, sono ancora viva… nuovo capitolo! Ci sentiamo alla fine!! J

P.s.

Ho inserito delle date in grassetto. Non sono fondamentali per la storia, ma servono a me mentre scrivo per orientarmi nel tempo! Le ho lasciate anche qui, se vi infastidiscono… ignoratele! J

 

 

 

Capitolo 17

 

 

10 marzo 3019

« Faramir! » Niniel comparve alle spalle del padre « Ma cosa… »

Si bloccò, quando si accorse che il Capitano di Gondor era accompagnato da una persona che non aveva mai visto prima. Gli occhi della ragazza incrociarono quelli del vecchio, e lei non poté fare a meno di abbassare lo sguardo.

« Non temere, Niniel. » una voce penetrante, che pareva risalire dalle profondità della terra, ma al contempo gentile come l’acqua fresca di un ruscello di montagna, la costrinse a rialzare gli occhi sullo straniero « Non temere, sono qui per aiutarvi. » il vecchio le sorrise, e quel sorriso fu così dolce da trasmetterle una tranquillità che da tempo ormai la ragazza non conosceva più.

« Venite pure dentro! » li invitò Adhort « Non state lì sulla porta. Niniel, accompagnali in cucina, lì parlerete meglio! »

Nel varcare la soglia, il vecchio fu preceduto da una persona la cui presenza era sfuggita agli occhi di Niniel: a prima vista le parve un bambino anche se, osservandolo meglio, si accorse che i lineamenti erano quelli di una persona ormai già adulta, nonostante la statura rimanesse pur sempre quella di un bambino.

In quel momento, comprese di chi doveva trattarsi: erano dunque loro Mithrandir e il Periannath? Era dunque quello, colui che Earine aveva definito il “bambino che non è un bambino”?

 

La giovane cuoca gli fece strada fino alla cucina, senza dire una parola. Era rimasta profondamente colpita da quelle parole che le aveva appena rivolto lo straniero e, in quei pochi secondi che impiegarono per raggiungere la cucina, mille domande ebbero il tempo di affollarsi nella sua mente: Chi erano quei due? Perché erano con Faramir e cosa aveva di tanto urgente da dirle il Capitano, da arrivare a quell’ora così tarda? E infine: vi era ancora qualcosa di importante da riferirle, ora che non attendeva più notizie di Boromir?

Si voltò leggermente, e il suo sguardo incrociò ora, per la prima volta, quello del Periannath. Il ragazzo le fece un timido sorriso, al quale lei rispose con difficoltà, sforzandosi di sorridere a sua volta.

Niniel spostò delle sedie e li invitò ad accomodarsi.

« Ho saputo ciò che vi è successo oggi. Come state? » domandò lei, riferendosi all’attacco da parte dei Nazgul e delle loro bestie alate.

« Ora meglio, anche se i nostri cuori sono ancora scossi dalla malvagità di quegli esseri. » disse Faramir « Ma non parliamo di loro ora, per il momento non lasciamo che turbino il nostro cuore e la nostra mente più di quanto non abbiano già fatto. »

Niniel annuì. Nemmeno lei aveva voglia di sentire parlare di quelle creature.

« Perdona l’ora tarda, ma dovevo parlarti… » iniziò Faramir, ma Niniel lo interruppe.

« Narith può venire qui con noi? » domandò « Ho… bisogno che sia qui anche lui. »

Faramir annuì. Un dolce sorriso stampato sul suo volto portò la ragazza a domandarsi quale motivo lo rendesse così sereno, ma non si attardò troppo a porgli domande e chiamò il fratello che li raggiunse in cucina.

Lo sguardo dei due ragazzi indugiò quindi su Mithrandir e sul giovane che lo accompagnava, esprimendo silenziosamente la domanda che li aveva assaliti dal momento in cui quegli stranieri erano entrati in casa loro.

« Vi starete domandando chi sono. » disse Faramir dando voce ai loro pensieri « Egli è Mithrandir, da noi conosciuto anche come il Grigio Pellegrino. Mentre lui è Peregrino, figlio di Paladino e da oggi Cavaliere della Cittadella. È un Periannath, o meglio, un Hobbit. Da noi conosciuti anche come Mezzuomini. »

Niniel sussultò.

« Un… Mezzuomo… » balbettò, poi fissò Faramir « É… é… quello del vostro sogno? » domandò con un groppo in gola. Le tornò in mente ciò che diceva il sogno che avevano fatto Faramir e Boromir: “Il Flagello d’Isildur s’è svegliato, ed il Mezzuomo è in cammino.

« Non lui, ma un suo compagno. » intervenne l’hobbit, che pareva sapere o aver intuito più di ciò che dava a vedere.

« Avrai modo di conoscerli, e di fargli tutte le domande che vorrai e che il tempo che abbiamo a disposizione ci permetterà. Ora perdonatemi, non voglio mancare di rispetto a Mithrandir né a te, giovane amico, ma sapete ciò che mi preme raccontarle. » disse il Capitano di Gondor rivolgendosi a Mithrandir e all’Hobbit.

« Parla dunque, Faramir. » intervenne il vecchio « Vi è molta tristezza negli occhi di Niniel, e abbiamo atteso già troppo a lungo. »

“Niniel”… la chiamava per nome, constatò la ragazza, quanto sapeva quel Mithrandir di lei?

« Per una volta, in tutta questa oscurità, » aggiunse il vecchio straniero « non ci facciamo portatori di una cattiva notizia! » e sorrise dolcemente, fissando negli occhi Niniel.

La ragazza osservò il Mezzuomo, che non si era seduto, ma era rimasto in piedi alla sinistra di Faramir.

« Niniel, » iniziò l’uomo « Mithrandir e Pipino sono stati compagni di Boromir nella missione che ha intrapreso quando è ripartito da Imladris. »

La ragazza sussultò, mentre Narith si irrigidì e strinse i pugni.

« E ci hanno portato una bellissima notizia! Boromir è vivo! » Faramir abbandonò ogni formalità, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime di gioia.

A Niniel mancò il respiro, poi tutta la stanza parve ruotarle attorno vorticosamente, tanto che dovette aggrapparsi al bordo del tavolo per non rischiare di cadere, nonostante fosse seduta. Narith scattò in piedi rovesciando la sedia:

« Non è possibile… » esclamò.

« Faramir tu… tu… voi non mi state prendendo in giro, vero? » chiese lei incredula.

Il vecchio sorrise:

« Non c’è motivo per cui dovremmo fare una cosa del genere! »

Niniel si portò le mani a coprire il viso e scoppiò a piangere di gioia, mentre il fratello le passava un braccio intorno alle spalle cercando di trattenersi dal saltare per la cucina e urlare di felicità.

« Ma allora, i miei sogni e il suono del Corno di Gondor qualche giorno fa… e il corno diviso in due… cosa significa quello? »

« Boromir è stato costretto a suonare il Corno di Gondor mentre combattevamo contro gli Uruk-hai a Parth Galen. Si è battuto per salvare me e mio cugino Merry. Quando lo vidi arrivare per portarci soccorso, gli orchi ci stavano già trascinando via e io stesso credetti che Boromir fosse stato ucciso. Venne infatti colpito dal nemico. » spiegò l’hobbit « Solo dopo alcuni giorni, quando rincontrammo i nostri compagni nella foresta, venni a sapere che Boromir era stato ferito, ma non era morto. »

« Ma ora come sta? » domandò Narith cercando di mantenere un tono di voce normale.

« E le ferite sono guarite? » chiese con apprensione Niniel.

« Quando lo lasciammo, cinque giorni fa, si era ripreso completamente. » le disse il vecchio « È stato curato dal migliore guaritore che potesse desiderare. Abbiamo dovuto impedirgli di combattere in una battaglia nella quale siamo stati coinvolti pochi giorni dopo, nei territori di Rohan. Egli avrebbe voluto essere in prima linea con gli altri nostri compagni, ma le ferite che ha riportato erano comunque molto profonde e infettate dal veleno delle armi degli Uruk-hai. Sarebbe stata una pazzia permettergli di combattere. Ma ora è completamente fuori pericolo. »

Niniel guardò Faramir che le sorrise e, nonostante l’aria stanca, parve rianimato da questa nuova notizia.

« Ma come è successo? Come hanno fatto a ferirlo? » domandò la ragazza, desiderosa di scoprire cosa fosse successo quel 26 febbraio, quando lei aveva udito il Corno di Gondor.

« Ci trovavamo a Parth Galen, » iniziò Pipino « Nei pressi delle Cascate di Rauros. »

Niniel annuì, anche se non aveva la minima idea di dove si trovassero i luoghi di cui le parlava l’Hobbit. Era già tanto che lei sapesse leggere e scrivere, giusto quel che bastava per riuscire ad interpretare le ricette di cucina. La geografia non l’aveva mai studiata e, l’unica zona che conosceva, era quella di Minas Tirith e dei Campi che si estendevano di fronte alla Città.

« Boromir si era allontanato dall’accampamento per seguire… »

« Perché avevano bisogno di nuova legna per il fuoco… » Mithrandir interruppe il giovane Hobbit, ma Niniel in quel momento non prestò molta attenzione a tutto questo: era troppo occupata ad ascoltare ciò che le stavano riferendo di Boromir, per fare attenzione a ciò che le accadeva intorno. Di conseguenza non notò nemmeno l’occhiata enigmatica che Faramir aveva lanciato a Mithrandir mentre parlava l’Hobbit, quasi come se il Capitano stesse silenziosamente chiedendo qualcosa al vecchio o domandando aiuto per qualche motivo a loro sconosciuto.

Narith però osservò la scena, ma non trovò il coraggio per chiedere spiegazioni, e rimase in silenzio.

« Avevano bisogno di nuova legna e Boromir era andato a fare rifornimento… » Mithrandir guardò l’Hobbit, che si zittì di colpo « Anche un altro nostro compagno si era allontanato dal gruppo, in una direzione diversa rispetto a quella di Boromir: avevano bisogno che qualcuno esplorasse il territorio in cui si trovavano per poi decidere che direzione prendere. Ma questo altro nostro compagno non ritornava e, per qualche motivo che non conosciamo, Boromir si è attardato più del previsto. »

Niniel ascoltava attentamente tutto ciò che il vecchio le stava raccontando.

« Alcuni di noi si allontanarono dall’accampamento per andare a cercarli e così la compagnia si divise. Fu probabilmente la scelta più sbagliata che si potesse fare, ma i nostri compagni non poterono fare altrimenti e io stesso credo che avrei suggerito di agire in questo modo. » il vecchio sospirò « Fu allora che vennero attaccati. »

« Pipino e suo cugino Merry » continuò Mithrandir indicando l’hobbit che era ancora in piedi di fianco a Faramir « Vennero raggiunti da un gruppo di Uruk-hai, che li fecero prigionieri. In quel momento arrivò Boromir, ma quei mostri li stavano trascinando via, e decine di loro attaccarono il vostro Capitano, impedendogli di avvicinarsi a Merry e Pipino. Lui tenne duro e ne uccise molti, ma uno di loro, cogliendo di sorpresa Boromir, riuscì a ferirlo a una spalla. Subito dopo un altro lo trafisse alla schiena con una freccia. »

« Vigliacco! » mormorò Narith a denti stretti.

« Quando i nostri compagni lo hanno raggiunto hanno temuto che per lui non ci fosse nulla da fare, ma uno di loro è riuscito a curarlo: le ferita alla spalla era profonda e infetta, ma non mortale. Quella alla schiena effettivamente era preoccupante, ma come vedi tutto si è risolto. »

« Ma per quale motivo Boromir si è attardato tanto? » domandò Niniel.

« In quella zona vi è una costruzione chiamata Seggio della Vista. » continuò Mithrandir « Chi la occupa può spingere il suo sguardo lontano per centinaia di chilometri. A quanto pare, Boromir deve essersi trattenuto qui, forse ad osservare Minas Tirith. Deve aver perso la cognizione del tempo e di conseguenza ha tardato nel tornare all’accampamento. »

Niniel avrebbe voluto porre altre domande: le sembrava strano che Boromir avesse perso tutto quel tempo su quel Seggio della Vista di cui le aveva parlato Mithrandir. Non era da lui farsi distrarre da una cosa del genere durante una missione.

« Mi spiace che tu abbia sofferto così tanto… » esordì a quel punto Pipino distraendola dai suoi pensieri « So ciò che lega te e Boromir » e qui Niniel arrossì « Lui ce ne ha parlato… »

« Vi ha parlato di me? » domandò la ragazza, dimenticandosi completamente di tutte le domande che la stavano assillando.

« Sì, spesso ti ha nominata, parlando con me e con mio cugino Merry e credimi, se avessi saputo dove trovarti, sarei venuto già ieri a portarti questa notizia! Ma non essendoci Faramir, non sapevo come fare per trovarti. »

« E a mio padre non avrebbe mai potuto chiedere informazioni. » disse Faramir sconsolato « Ieri, quando gli hanno dato la notizia di Boromir, lui li ha aggrediti dicendo che si trattava solo di una truffa per convincerlo a combattere. »

« Come può non credervi se siete stati i suoi compagni? » esclamò Niniel.

« Vi è qualcosa che turba profondamente l’animo del vostro Sovrintendente. Ancora non so di cosa si tratti » spiegò Mithrandir « Ma farò di tutto per scoprirlo. »

A quel punto, Niniel non seppe più trattenersi, ci aveva provato, ma la felicità era troppo forte e non riusciva a contenerla.

« Mamma, papà! » chiamò correndo fuori dalla cucina. I genitori, che si erano ritirati nella loro camera, corsero in corridoio trafelati.

« Niniel, cos’è successo? » domandò Adhort.

« È vivo! È vivo! Mithrandir e Peregrino sono stati compagni di Boromir! Boromir è vivo! È stato ferito ma è vivo e ora sta bene! » a questo punto scoppiò di nuovo a piangere dalla felicità.

Sua madre l’abbracciò, e per poco non scoppiò a piangere anche lei dalla gioia, mentre suo padre sorrideva felice.

Tornarono in cucina, accompagnati da una Niniel fuori di sé dalla gioia.

« È vero dunque? Boromir è vivo? » chiese Adhort.

« Egli è vivo e, se tutto va bene, tra qualche giorno potrebbe essere qui. » disse Mithrandir.

Niniel rimase senza fiato, incapace di parlare, mentre lo stomaco le si attorcigliava.

« Ma questo è meraviglioso! Significa che non tutto è perduto! » esclamò Narith entusiasta.

« È una grande notizia! » disse Faramir « Ma non dimentichiamoci contro chi stiamo combattendo: non si fermerà di fronte a niente. »

« Lo so, ma se Boromir ritorna, il morale del nostro esercito salirà nuovamente! » esclamò Narith.

« Quando… quando dovrebbe tornare? » riuscì a chiedere la ragazza senza fiato.

« Se tutto va come abbiamo pianificato, tra qualche giorno potrebbe essere qui. »

Narith dovette afferrare lo schienale di una sedia per evitare di saltare dalla gioia: avrebbe tanto voluto farlo, ma di fronte a Faramir e Mithrandir era meglio evitare. Erith piangeva commossa e Adhort le passò un braccio attorno alle spalle.

E Niniel… Niniel stava in silenzio, appoggiata al tavolo, come stordita da così tante emozioni e da quella felicità che era tornata inaspettata. Era come se tutto, in quel momento, le giungesse ovattato, come se si trovasse fuori dal mondo e un morbido abbraccio la stesse cullando.

Cosa le stava succedendo? Una volta non si sarebbe fatta problemi a saltare e urlare mentre ora… Ma in fondo non stava nemmeno pensando di perdere tempo a saltare e urlare. Desiderava solo non doversi svegliare e scoprire che tutto quello era solo l’ennesimo sogno. Ma non era così, non era un sogno. Non quella volta.

Venne riscossa dallo stato di torpore in cui era caduta, solo quando Narith fece cadere nuovamente la sedia, quella a cui era saldamente ancorato con le mani per evitare di saltare, e si metteva a parlare animatamente con Faramir.

Solo allora, Niniel si accorse che in mezzo a tutta quella felicità, Pipino appariva spaesato. Lo osservò, e capì quale avrebbe potuto essere il motivo del suo smarrimento:

« Non sentirti in colpa per non essere venuto prima a darmi questa notizia. » gli disse avvicinandosi a lui « Tu non potevi sapere dove mi trovavo! Ma ti ringrazio perché ora, anche se debole e lontana, riesco a vedere nuovamente una luce brillare per noi! Possa il tuo nome un giorno essere ricordato insieme a quello dei più grandi eroi di questa Terra, Messer Peregrino figlio di Paladino! »

Pipino la osservò, riscuotendosi dai suoi pensieri:

« Vi ringrazio per quello che avete detto, ma per ora vorrei essere chiamato semplicemente Pipino. Non desidero magnificenza, solo poter mettere qualcosa sotto i denti… »

« Oh, sei dunque capitato nel luogo più adatto! » intervenne Faramir « E dalla persona più adatta! Si dà il caso che Niniel sia un’ottima cuoca! »

L’Hobbit si voltò di scatto verso la ragazza:

« Davvero? » domandò.

« Così dicono. » fece lei con un’alzata di spalle « Valuterai tu! »

Così, prese un paio di padelle e si mise a preparare un pasto veloce per l’hobbit. Era tardi e Mithrandir ricordò a tutti che avevano anche bisogno di riposarsi: la battaglia si avvicinava sempre più e loro non potevano permettersi di farsi trovare stanchi.

 

11 marzo 3019

Il giorno seguente, Niniel si alzò presto. Nonostante la sera prima si fosse addormentata tardi, per via di tutte quelle emozioni, non riuscì a stare nel letto a lungo e, di buon ora, si recò a casa di Earine.

Dovette bussare alla porta varie volte, fino a che l’amica non andò ad aprirle.

« Maledizione Niniel! Si può sapere cosa ci fai qui a quest’ora? Stavo ancora dormendo! Ringrazia che non hai svegliato i miei! » biascicò la ragazza, sbadigliando. Aveva gli occhi semi chiusi e i capelli scompigliati.

« Lo so, lo so, scusa! Ma dovevo assolutamente darti la buona notizia! »

« Spero si tratti davvero di una buona notizia, per cui valga la pena svegliare la propria migliore amica a quest’ora assurda! »

« Boromir è vivo! » esclamò Niniel cercando di non urlare.

« Mh… sì, sono contenta, ma ora… » Earine spalancò gli occhi svegliandosi improvvisamente « CHE COSA? »

« Bene, se non li avevo svegliati io, i tuoi genitori, ora ci hai pensato tu! » rise la cuoca.

« Cosa succede lì? » la madre di Earine si affacciò dalla porta di camera sua, seguita dal marito « Niniel? Ma cosa succede? »

« Niente, scusami, so che è prestissimo, ma dovevo assolutamente dire una cosa a Earine… è una cosa… importante! »

La cuoca lanciò all’amica uno sguardo strano.

« Mamma, papà, tornate pure a dormire! Qui è tutto a posto! » gli disse Earine. Quando i suoi genitori furono tornati in camera, si rivolse nuovamente a Niniel:

« Si può sapere cos’è questa storia? »

La cuoca le raccontò tutto, di Faramir, Mithrandir e Pipino. Le disse che questi ultimi erano stati compagni di Boromir e che egli era stato ferito, ma non era morto.

« Ma scusa, » le chiese poi Earine alla fine del suo racconto « Perché prima non hai voluto che lo dicessi ai miei? È una notizia meravigliosa! »

Così, Niniel le spiegò il piano di Mithrandir.

Quella mattina, non appena la ragazza arrivò alla mensa militare, anche Ilarin fu messa al corrente della cosa, poi, pregò anche lei di non dire niente a nessuno perché Mithrandir riteneva più saggio agire in questo modo:

« Denethor teme che io sia venuto qui con l’intento di servire il nemico. » aveva detto la sera precedente « Se andassi anche in giro a dire a tutta Minas Tirith che Boromir non è morto, lo prenderebbe come un ulteriore affronto al suo potere in quanto, quando gli ho dato la buona notizia, non ha voluto crederci. »

E le teorie di Niniel e Narith, che ritenevano invece che la cosa avrebbe potuto risollevare il morale di molti soldati, non avevano spostato il vecchio saggio dalle sue decisioni.

« Meglio avere dei soldati che credono ancora che il loro Capitano sia morto, piuttosto che dei soldati che vengono spinti dal loro Sovrintendente, per una mera ripicca nei miei confronti, ad abbandonare le armi. »

Faramir aveva poi tranquillizzato i ragazzi, dicendogli che mai un’azione o una scelta di Mithrandir era stata sbagliata. L’esercito di Minas Tirith, avrebbe ricevuto la notizia a tempo debito.

 

Dalla sera precedente Niniel era un’altra persona. Il morale era tornato alto, anche se quell’Oscurità proveniente da Mordor non le permetteva di essere del tutto felice, ma d’altronde, chi poteva esserlo in quel momento? L’importante era sapere che Boromir fosse vivo. Questo le aveva ridato la forza per reagire e combattere.

« Già superata la tristezza per la morte del tuo Boromir? » l’aveva provocata quel giorno Theris « Se sei così contenta forse non te ne importava poi più di tanto! »

Ma Niniel l’aveva lasciata parlare. L’aveva completamente ignorata. Lei stessa se ne era stupita, così come Ilarin. Per quanto Niniel in quei mesi avesse imparato a sopportare quelle tre, non era mai riuscita ad ignorarle completamente eppure, ora ce l’aveva fatta. Forse, tutto quello che era successo, l’aveva in qualche modo cambiata.

Per quanto riguardava Mithrandir, quella mattina lo aveva visto di sfuggita, ma già una profonda simpatia la legava a quell’uomo anche se faticava a dimostrargliela, in fondo egli aveva un aspetto saggio e potente mentre lei era una semplice cuoca. Pipino, invece, era già diventato amico di Niniel e Narith. La cuoca gli aveva dato il permesso di disturbarla a qualsiasi ora del giorno e della notte, in qualunque momento avesse avuto fame. Evidentemente, non era ancora a conoscenza dell’appetito dei Mezzuomini…

Per l’ennesima volta però, quando si iniziava a intravedere una luce all’orizzonte, ecco che le tenebre tornavano ancora più fitte…

« Hai sentito cos’è successo oggi? » disse Ilarin mentre tornava a casa insieme all’amica « A quanto pare Sire Denethor ha inviato Faramir a Osgiliath. »

« Sì, ho sentito. Quell’uomo è impazzito, così lo farà uccidere! » esclamò Niniel con rabbia.

« Quello è diventato matto, completamente matto. » concluse Ilarin.

In quel momento, Niniel vide Mithrandir che si dirigeva nella direzione opposta alla loro. Stava scendendo verso i livelli più bassi della Città.

« Ho sentito dire, » commentò Ilarin « che è uno stregone potente. »

 

Quella sera, Pipino andò a trovare Niniel.

« Volevo vedere come stavi e poi, Faramir mi ha pregato di venire a trovarti in sua assenza. » le disse.

« Sto bene. Se solo non fosse per quell’Oscurità… » rispose lei alludendo al buio che sovrastava Minas Tirith e i Campi del Pelennor « Pare sempre notte, anche in pieno giorno. Ma dimmi, ci sono novità da Faramir? »

« No. Ma temo per la sua vita. Non riesco a capire perché Sire Denethor gli abbia chiesto di partire per una missione del genere. Su quel fronte le speranze sono poche. » concluse con amarezza.

« Te lo dico io perché. » esclamò Narith con rabbia « Quell’uomo è impazzito! Quale padre sacrificherebbe suo figlio in questo modo? Lo vuole vedere morto! »

« Narith calmati! Non serve a nulla arrabbiarsi così! » gli disse Earine, che era andata a trovare l’amica.

Il ragazzo si zittì.

« Caspita Earine… se Narith ascoltasse me come ascolta te… io non sono mai riuscita a zittirlo così in fretta! » commentò Niniel facendo arrossire l’amica, che non rispose.

Narith, dal canto suo, borbottò qualcosa di incomprensibile e sparì in corridoio.

« Antipatica… » bisbigliò Earine, ma Niniel cambiò discorso.

« Come hai detto che si chiama tuo cugino? » domandò a Pipino per renderlo partecipe della discussione.

« Merry! » esclamò l’hobbit, e un grande sorriso si allargò sul suo volto. Un sorriso che sarebbe stato in grado di illuminare anche l’oscurità più profonda.

« Devi volergli molto bene! » esclamò Niniel osservandolo.

« Ne abbiamo combinate tante insieme, prima di ritrovarci imbarcati in questa missione! » spiegò lui con malinconia « Chissà se rivedremo mai casa nostra, se torneremo mai nella Contea… se potremo correre ancora nei suoi campi, in mezzo all’erba alta sui pendii delle colline, al tiepido sole di primavera… » la sua voce divenne quasi un sussurro, come se quel silenzio potesse aiutarlo a concentrarsi meglio per ricordare la sua amata casa, il vento che sussurrava tra gli alberi, le stradine serpeggianti che correvano di colle in colle per unire i vari Smial con le loro porte tonde e colorate. I suoi occhi si persero lontano, alle spalle di Niniel che era seduta di fronte a lui, come se potessero vedere ciò che l’hobbit serbava nel cuore.

« Dev’essere stupenda, la tua casa. » disse Earine rompendo quell’incanto.

« Oh certo, è il posto più bello di questo mondo. » disse ancora Pipino in un sussurro « Oh, beh, non che la vostra maestosa città non sia bella! Non ho mai visto nulla di simile e la maestria degli antichi Uomini è di certo più grande di quella di noi piccoli Hobbit, che non viviamo di certo in così grandi città ma… »

« Ma casa tua è sempre casa tua! » lo interruppe Niniel « Non preoccuparti per ciò che hai detto. Non sei al cospetto di Denethor e con noi puoi parlare liberamente: non ci offendiamo per ciò che hai detto! E poi… ognuno di noi vede la propria casa come il posto migliore di questa Terra! Mi piacerebbe saperne di più su di te e sui tuoi amici! »

« Magari, quando questa guerra sarà finita, avremo il tempo per parlare ed io e Merry potremo raccontarti molto su noi Hobbit e le nostre usanze! E chissà, magari ci saranno anche Frodo e Sam! » Pipino si interruppe di colpo, maledicendosi. Aveva parlato troppo, come al suo solito!

« Chi sono Frodo e Sam? » domandò Narith tornando in cucina.

« Oh… ehm… altri miei compagni! » si affrettò a dire l’hobbit.

« Sempre se la guerra terminerà con la nostra vittoria. » sospirò Earine.

« Dobbiamo continuare a crederci e a combattere, rimanendo uniti. Anche se la situazione pare disperata. Questo è l’importante. » disse Niniel.

« Ora capisco perché Boromir ha scelto te… » commentò Pipino.

Niniel lo guardò sorpresa.

« Non ti arrendi facilmente! » continuò l’hobbit « Combatti fino alla fine e hai un carattere forte, ma allo stesso tempo sei riflessiva. La persona adatta per Boromir, a parer mio. »

« Beh… forte non lo so… quando ho creduto che Boromir fosse morto non sono stata poi tanto forte. » commentò lei arrossendo.

« Se tu non fossi stata forte non avresti resistito fino ad ora senza crollare. La morte è un brutto affare… può piegare anche il cuore dei più valorosi condottieri, ma tu hai saputo resistere. » disse Pipino « Quando sono arrivato, ho visto nei tuoi occhi tanta tristezza e disperazione, ma in fondo ad essi vi era ancora una cosa fondamentale: la voglia di vivere, di ricominciare nonostante tutto quello che ti era successo. E credimi, finché c’è quella, una persona non può dirsi sconfitta! »

« Dev’essere molto saggio, il tuo Popolo. Da come parli sembri più avveduto del nostro stesso Sovrintendente che, sarà anche di sangue nobile, ma non dimostra il tuo stesso senno. » gli disse Narith.

« Non mi considero saggio, solo uno sciocco che cerca di adeguarsi ai cambiamenti del mondo. Ora scusatemi, ma devo tornare alla Cittadella. Non posso mancare per troppo tempo, Sire Denethor potrebbe aver bisogno di me. »

L’hobbit salutò a malincuore i suoi nuovi amici, quindi Niniel lo accompagnò alla porta.

« Hai sentito cos’ha detto? Niniel riflessiva! » esclamò Narith « Da quando mia sorella è riflessiva? »

« Niniel è cambiata molto ultimamente. » spiegò Earine « Tutta la vicenda di Boromir l’ha profondamente mutata e, se da un lato ha mantenuto la sua decisione, dall’altro ha imparato che riflettere un po’ prima di agire non può farle altro che bene! »

 

« Spero che arrivi presto la fine di questa guerra per poter conoscere qualcosa in più su di te e la tua gente. » disse Niniel a Pipino quando furono in strada « Dovete essere un popolo dalle mille risorse, voi piccoli grandi hobbit! »

Pipino arrossì.

« Posso farti una domanda? » le disse poi lui « Ma tra tuo fratello ed Earine… c’è qualcosa vero? »

Niniel si chiuse la porta alle spalle per evitare che quei due da dentro sentissero.

« Già, ma faticano a parlarsi… » spiegò.

« Ho notato… peccato però, li vedo bene insieme! » disse l’hobbit.

« Voi Mezzuomini vi intendete anche di situazioni sentimentali? » sorrise lei.

« No… no… assolutamente… »

« Sai una cosa… mi hai fatto venire un’idea! Tempo fa avevo promesso a Earine una cosa… Sei disposto a darmi una mano? »

 

Niniel rientrò in cucina circa un quarto d’ora dopo.

« Si può sapere cosa stavi facendo là fuori? » le domandò il fratello irritato non appena rientrò in cucina.

« Niente… ho parlato un po’ con Pipino di Boromir… » rispose lei.

« Ti ha detto qualcosa di nuovo? » le chiese Earine.

« No, niente di nuovo. » fece Niniel scuotendo la testa. Per fortuna, sembrava che le avessero creduto.

« Comunque, hai notato che ieri Mithrandir ha bloccato Pipino quando stava iniziando a raccontarti ciò che era successo a Boromir? » le disse Narith.

Niniel aggrottò la fronte:

« No, non ci ho fatto caso. Ma, sei sicuro di ricordarti bene? »

« Certo! Pipino stava dicendo che Boromir si era allontanato dall’accampamento. Ha fatto giusto in tempo a dire: per seguire… e qui Mithrandir lo ha bloccato, dicendo che Boromir si era allontanato perché avevano bisogno di nuova legna per il fuoco. Quindi ha continuato a parlare lui per tutto il tempo. »

Niniel lo osservava sbattendo le palpebre.

« E non hai notato nemmeno l’occhiata che Faramir ha lanciato a Mithrandir quando ha interrotto Pipino? »

Niniel scosse la testa:

« No, non l’ho visto… Ma sei sicuro, Narith? Magari non è come dici tu, insomma, potresti esserti sbagliato… »

« No, te lo assicuro! Semmai sei tu che eri talmente agitata che non ti sei resa conto di questi particolari, ma sono certo di quello che ho visto! È stato come se avessero qualcosa da tenerci nascosto. E poi non hanno fatto nemmeno un nome dei loro compagni, se non quello di Merry, il cugino di Pipino. In più non ho capito bene il perché dell’enorme ritardo di Boromir nel soccorrere i suoi amici. »

« Ma per quale motivo avrebbero dovuto nascondere qualcosa a Niniel? » domandò Earine.

« È quello che mi piacerebbe sapere… » borbottò Narith.

« Vuoi davvero dire che ci stanno nascondendo qualcosa? » Niniel era turbata dalla prospettiva che Faramir non le avesse raccontato tutta la verità.

« Non vedi che Mithrandir non vuole che si sappia in giro che Boromir è vivo? » le spiegò Narith « Magari c’è anche qualcos’altro che non hanno voluto dirti! »

Rimasero in silenzio per alcuni secondi, poi Earine esclamò:

« Narith ha ragione! Magari non è così, ma potrebbe anche darsi che ci sia qualcosa che vogliono tenere nascosto anche a noi! »

« E non mi sembra per niente corretto. » borbottò ancora Narith scuotendo la testa.

Niniel fissò il tavolo di legno per altri interminabili secondi, mentre il fratello e l’amica fissavano a loro volta lei.

« Sentite… » esclamò « Non nascondo che se fosse così mi dispiacerebbe ma… Insomma, se Mithrandir vuole tenere nascosto il fatto che Boromir è vivo ha di sicuro i suoi buoni motivi, e io credo che abbia ragione ad agire così. Sappiamo anche che Boromir è in missione e di questa missione non ha spiegato niente di preciso nemmeno a me, prima di partire. Sono certa che, se anche ci avessero tenuto nascosto qualcosa, quando sarà il momento giusto verremo a sapere la verità… e di sicuro scopriremo che Faramir, Mithrandir e Pipino non avrebbero potuto agire meglio di così. »

« E se ci avessero raccontato una frottola? Se non fosse vero che Boromir è… » ma Niniel non lasciò che il fratello terminasse la frase:

« Ho piena fiducia in Faramir, e di conseguenza anche in Mithrandir e Pipino. Non mi metto di certo a pensare che abbiano avuto il coraggio di dirci che Boromir è vivo quando invece non lo è! »

« Niniel ha ragione. » intervenne Earine « Può anche essere vero che come dici tu non ci abbiano raccontato tutta la verità su come sono andate le cose, ma di certo non ci racconterebbero che Boromir è vivo se in realtà fosse morto! Non Faramir poi! »

Narith sospirò:

« Avete ragione… » si fregò gli occhi « Scusate, ma riesco a vedere ombra e complotti anche dove non ci sono! »

Le due ragazze sorrisero.

« E chi non ha di questi problemi in questo momento? Coraggio, dobbiamo credere che presto tutto questo sarà finito! » Earine allungò una mano e la posò su quelle di Narith, che le teneva appoggiate al tavolo.

Per poco, il ragazzo non cadde dalla sedia.

 

 

 

 

 

 

Ciao a tutti! Al di là di quello che potevate pensare (e sperare, ammettetelo!) sono ancora viva! Chiedo scusa per gli aggiornamenti che vanno a rilento, ma abbiate pietà… ho dovuto prepararmi per il test d’ingresso all’università. Sono stati mesi un po’ così, senza contare che questo è stato un capitolo particolare perché mi sono bloccata più di una volta e ho dovuto riscriverne alcune parti perché non mi convincevano. Però, dopo varie tribolazioni, XD sono riuscita a finirlo!

Ora spero solo di riuscire ad aggiornare un po’ più spesso e che il capitolo sia venuto in maniera decente.

Mi fate sapere se vi ha soddisfatto? Intanto, per farmi perdonare per questa luuuuuunga attesa, vi dico una cosina sul prossimo capitolo… Dunque, succederà una cosa carina… ma non per Niniel… (che ha già ricevuto una notizia meravigliosa in questo capitolo…) Per altri personaggi, ma non vi dico chi… ma tanto l’avrete capito, no? Va beh, passo alle recensioni.

Un bacioooooooo!!!

 

 

 

Elfa: Il soldatone con il buco nella pancia? XD Però Niniel super Sayan non mi dispiace per niente! Me la vedo già che fa a botte con le tre oche rompi scatole! XD Ma era talmente distrutta che non mi andava di farle incontrare quelle sceme, allora ho pensato che Nasten avrebbe potuto sistemarle a dovere! Comunque potrei tenere in considerazione l’idea del super Sayan per i prossimi capitoli!!

 

 

Ragazzapsicolabile91: Ti prego non mi uccidere! Mi spiace avervi fatto aspettare così tanto per il nuovo capitolo! Spero che mi seguirai ancora! Eh sì, meno male che ci sono gli amici e la famiglia che stanno vicini a Niniel, ma ora finalmente è arrivata una buona notizia! A prestoooooo!!

 

 

Evening_star: ciaoooooo! Sono contenta che il capitolo 16 ti sia piaciuto! Grazie per la recensione e per quello che hai scritto! Spero che anche questo ti sia piaciuto, e che non abbia tradito le tue aspettative. Certo, sono arrivati Gandalf e Pipino, e per fortuna con buone notizie! Però ho fatto una fatica a rendere Pipino in questo capitolo… volevo che risultasse triste, per via della separazione da Merry, ma che avesse sempre e comunque il suo spirito Hobbit… non pensavo si sarebbe rivelata un’impresa così difficile! A presto!!

   
 
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