08.
Gli ordini, sai dirmi per caso se sono il rintocco di un condannato a
morte o
la liberazione di un anima in pena?...
Bianco,
il marrone del baldacchino, il comodino con il
tomo dell’ultimo libro che ho lasciato in
sospeso. Sospiro.
Devo
attuare
la mia vendetta…
Ma
confinato dal mio diavolo di maggiordomo ad una misera
ed inutile degenza tra le profumate e candide
lenzuola di flanella, non potrei far molto.
Stupido
Sebastian…
<<
Buongiorno Bocchan, come mai sveglio già a
quest’ora?...>>
Sbuffo
pregustandomi, però, la visione nella mia mente del suo viso
contratto dal
disgusto .
<<
Ho mal di testa…>>
Si
avvicinò lentamente quasi a passo di danza. Dannazione,
perché proprio io, Ciel
Phantomhive deve rimanere incantato dalla bellezza di quei singoli e
lenti
passi?
<<
Bocchan, ha qualche richiesta particolare?...>>
Ghinai.
Il mio ghigno sadico , chiudendo appena l’occhio immacolato
del suo colore.
<<
Sebastian, ho voglia di accarezzare un cane…>>
Osservai
ogni suo muscolo contratto: non se lo sarebbe mai aspettato da
me…
Te la
sei
cercata!..
<<
Ma Bocchan…>>
<< Va,
è un ordine Sebastian… fa che il cane sia
di razza nobile, ben addestrato e addomesticato per soddisfare la mia
voglia…>>
Continuo
a sorridere maligno e superiore al demone che amo sfidandolo. Mi sarei
passato
lo sfizio di vederlo qual tanto che basta in difficoltà.
La sfida, ovviamente, venne raccolta con un inchino a
pochi centimetri da me.
<<
Yes My Lord >>
Bastardo.
Glielo avrei voluto tanto dire. Quella semplice frase, sospirata a
pochi
centimetri dal mio viso, con quel tono così seducente, non
mi avrebbe dato
pace, adesso.
*****
Esco
dalla stanza cercando di reprimere tutto il disgusto per quel semplice
ordine,
andando diritto verso Sky, accarezzandolo molto, per poi tornare ai
miei
incarichi con una folle voglia di disintegrare qualcosa…
Come
gli è
venuta in mente una cosa del genere?
Sorrido
in modo mesto: la mia punizione. L’inizio, solo
l’inizio per il Bocchan,
cos’altro mi toccherà fare ancora per saggiare ,
finalmente, la parte
dell’anima di quel ragazzino?...
<<
Bard,Meylin, Fynnian… ho un compito per voi! >>
Sento
il pavimento tremare ed ecco che i tre inservienti, correndo a
più non posso,
sono davanti al mio cospetto, con una scia di disastri alle spalle che avrebbe dovuto sistemare o
riparare il
sottoscritto.
Li
mangerai
con calma…Sebastian, non farlo adesso, ti servono
interi…
<< Sebastian-san
ci dica…>>
<<
Andate a comperare un cane: che sia di razza pura,
di statura media, ovviamente, in ottima
salute, e con il pelo nero…>>
Annuiscono
convinti, per poi dileguarsi dalla mia vista trascinando con loro
disastri per
tutta
Sicuramente
il Bocchan fermo e
con le mani in mano
non sapeva stare, ma , come il medico aveva fatto noi presente, quella
piccola
condizione era necessaria per non sforzare la testa.
La
testa…
Che
incapace, l’unica condizione
del contratto
che avrei dovuto rendere la mia ragione di vita, infranta in pochissimi
secondi.
Scendo
le scale andando diritto in cucina per preparare uno o più
dolci, infondo
avrebbero allietato poco lo spirito in subbuglio del Bocchan, e
allietato il
mio inconscio vedendo il suo viso rilassarsi appena.
Ti stai
umanizzando…
Blocco
il movimento circolare del mio braccio sulla panna, di uno dei tanti
dolci che
ero riuscito a preparare. Che fossi già arrivato a questo
punto?
Non
sono
umano, non lo sarò mai, ma il Bocchan mi
ha…incatenato…anzi no lo incatenerò
io…a me e solo per me…
Busso
alla grande porta dal colore perlaceo, aprendola e con leggerezza
spingendo il
carrellino all’interno. Se un demone avesse conosciuto il
sapore dei sentimenti
a quello delle anime…
forse
non
sarei qui a farmi troppe domande…
<<
Bocchan, le ho portato dei dolci, spero che siano di vostro
gradimento…
>>
Sorrido
in modo sincero, osservando quel piccolo e candido corpo mettersi di
scatto
seduto sulle pregiate coperte bianche di flanella, per poi osservarmi;
prima
torvo, curioso e…
Con
un espressione infantile alla vista delle delizie sotto il viso solo
per egli.
<<
Grazie… ma il cane lo voglio ugualmente!...>>
Risi
coprendomi le labbra con il dorso della mano rigorosamente guantata,
per poi
passargli una fetta di torta fragola e panna che mangiò
lentamente. Troppo lentamente e dannatamente sensuale ai miei occhi.
Dovetti combattere con me
stesso per evitare di balzargli addosso; non sapevo se
l’avesse fatto apposta o
meno, solo…
Demoniacamente
sensuale, troppe perfino per un essere umano della sua
età!...
La
scena mi si era presentata davanti a rallentatore: un dito immerso
nella panna
fino alla base per essere leccato saccentemente. Su e
giù…giù, su e punta… di
nuovo per poi fermarsi a succhiare voracemente la punta. Sorrisi quando
mi
rivolse uno sguardo impudicamente sensuale.
<<
Lei tenta un demone…se ne rende conto?...>>
<<
Non capisco dove tu voglia arrivare…>>
Questa
volta dopo essersi volontariamente macchiato le labbra, ne ero
convinto, vi
passò sopra la piccola e rosea lingua. Mi trattenni ancora.
Cosa
spera di
ottenere?...
<<
Ottima la torta Sebastian…>>
<<
Vedo…>>
Con
le piccole manine indicò la cioccolata fumante dentro una
tazza con decorazioni
rosse e dorate a formare dei delicati ghirigori in contrasto tra di
loro. Passai
leggero l’oggetto al Bocchan.
<<
Sai, ho sempre pensato che determinati sentimenti siano
inutili…e lo penso tutt’ora,
ma mi sono chiesto: un essere umano è così
incline ai piaceri dettati dalla
carne, da tralasciare qualsiasi cosa?...>>
Annuisco
circospetto non trovando a cosa
in
realtà il Bocchan stesse
alludendo. Gli uomini
sono prede del peccato carnale. Prede indiscusse della lussuria, della
libidine, dell’appagamento utilizzato come sfogo su cui
riporre qualsiasi cosa:
da complotti a relazioni…
Mi
fingo “tonto”…
<<
Bocchan, scusi, ma adesso sono io a non….>>
Vedo
immergere le piccole dita nel cioccolato macchiandosi le stesse, per
poi
passarle al viso.
<<
Capire?...>>
Sussurro
concludendo la frase osservandolo con il viso macchiato del liquido dolce-amarognolo
soddisfatto.
<<
Su caro Sebastian, che c’è da capire ancora?...Non
vedi? Sono sporco di
cioccolato, pulisci!..>>
In
silenzio ed incredulo tolgo entrambi i guanti gettandoli sinuosamente a
miei
piedi. Ghigno appena avvicinandomi alla mia “preda”
con lo stesso coraggio del
cacciatore…
Non
avrebbe
sedotto la lussuria fatta
persona!...
*****
Ripensandoci
il problema primario non era quel letto; ma la solitudine unita
all’insoddisfazione…
Conte Ciel
Phantomhive…morirai…per
mano di quest’uomo…
Sarai oppresso, vivrai quel poco che
ti resta nel dolore…ti sta prendendo i giro… ogni
sguardo, ogni mossa… ogni sillaba
pronunciate da queste labbra…
Bussano
alla porta. Anzi bussa alla porta facendomi montare una sorda rabbia,
all’idea
di subire tali affronti…. Non fiato quando entra, non fiato
quando spinge
diligentemente il carrellino all’interno della mia isolata
stanza, non fiato
quando scatto a sedere al pensiero di “dolci”
esclusivamente per me, ma lo
osservo scatenando ogni cellula, ogni tessuto ed ogni organo in
un’ esplosione
chimica. I suoi occhi così rossi, mi fanno contorcere la
bocca dell’anima. Sorride
appena facendomi ricordare di respirare.
Vuole farti
rimangiare la questione del “cane”…
<<
Grazie…ma il cane lo desidero
ugualmente…>>
Mi
porge un piatto con un pezzo di torta alle fragole, interamente
ricoperto di
deliziosa e fresca panna a formare decorazioni armoniose.
Ti
userà, ti abbandonerà, ti spoglierà
del tuo essere e poi…ti ucciderà!...
Osservo
quel pezzo di “Paradiso”
con un groppo
al cuore; non avrebbe vinto mai la mia coscienza…era tutto
falso, forse.
Vincerò e
quando non potrai resistere, ti lascerò con un pugno di
mosche amare… perché lo
farai con me un giorno…
Mi
irrigidì impercettibilmente sentendo il cuore pompare lento
e in modo doloroso.
<<
Lei tenta un demone… se ne rende conto? >>
Ostento
ingenuità lasciandomi ardere dal cremisi.
<<
Non capisco dove tu voglia arrivare…>>
Con
la forchettina mi macchio volontariamente, si intende, le labbra della
stessa
panna per poi passare la lingua; si trattenne ancora.
<<
Ottima la torta Sebastian…>>
<<
Vedo…>>
Il
solo pensiero di avergli strappato un rauco – vedo
– mi fece accapponare la
pelle. Osservo il suo viso e poi il carrello: Krapfen, Micio, Croissant
senza
sfogliatura, Torta all’amarena, Torta di mele, Torta al
cioccolato bianco e al
cioccolato nero, Crostate di frutti vari, Mousse al cioccolato e alla
frutta, Sformato
di riso dolce, Amaretti, Ciambelline, Muffin ai mirtilli, Affogato,
forse al
kiwi, Torta al gelato. Tiramisù, Pasticcini vari, Gelati
alla crema, al
pistacchio, al melone, al tè verde… forse
l’Eiskaffè…qualche dolce esotico la
cui non sapevo nemmeno il nome e infine ogni tipo di cioccolato
possibile, più
alcune pietanze calde e fumanti che riconobbi come “creme
fuse”...
Ma gli sembro
una cavia per poter testare le sue nuove scoperte culinarie???...
Indicai
la tazza con decorazioni rosse e dorate a formare dei delicati
ghirigori in
contrasto tra di loro, non sapevo che vi fosse al suo interno
cioccolata
fondente, ma mi balenò in mente un’idea.
Non hai
scampo…
Con
il dito traccio il contorno della tazza in modo leggero.
<<
Sai, ho sempre pensato che determinati sentimenti siano
inutili…e lo penso tutt’ora,
ma mi sono chiesto: un essere umano è così
incline ai piaceri dettati dalla
carne, da tralasciare qualsiasi cosa?...>>
Mi
osserva circospetto ma annuisce. Avrei tanto voluto premere sul
significato
della frase - vi desidero ardentemente – scappato al suo
controllo con la
confusione di poche ore fa.
<<
Bocchan, scusi, ma adesso sono io a non…>>
Non
esito immergendo delicatamente le dita in quel caldo infuso profumato
per
cominciare a passare le dita sul mio volto: la fronte, le guance, il
naso, il
mento, il collo e le labbra utilizzate precedentemente, distruggendo
quel poco
di controllo rimasto nel demone che continua sussurrando: non si
aspettava un
simile atto.
<<
Capire? …>>
<<
Su caro Sebastian, che c’è da capire ancora?...Non
vedi? Sono sporco di
cioccolato, pulisci!..>>
Sono
tacitamente soddisfatto: esitava nei movimenti pur essendo consapevole
delle
mie azioni. I guanti bianchi con sensuale armonia vengono sfilati e
abbandonati
al freddo del pavimento.
Sei
la preda, cosa ti aspetti dal
cacciatore così lungamente stuzzicato?...
La
mia mente fuori controllo, il mio cuore colpito con più
stilettate, non faceva
altro che dilaniarsi sempre più profondamente.
Non
avrei vinto contro di lui… non avrei potuto, e mi diedi
dello stupido.
La lussuria è
innanzi a me…come potrei vincerla?...
Stolto Ciel!...
Mi
auto insulto guardando come il suo viso si fece più vicino a
me gettandomi nel panico.
Il peso del suo corpo forzava il materasso facendolo inchinare per
sostenere
tanta potenza, in confronto io sembravo poco più di una
piuma nera. Passa la
mano senza il marchio sul mio occhio bendato liberandolo, per poi far
ardere i
suoi splendidi occhi sopra i miei. Troppo bello, con i capelli a
contornare il
viso dal colorito niveo e i lineamenti fini e raffinati.
Passò la stessa mano
al mio addome in silenzio avvicinando sempre più le sue
labbra alle mie. Mi preparai,
ma deviò traiettoria andando al collo. Sentì la
sua lingua percorrermi ogni
centimetro lentamente,
con ardore mal
sopito e con soddisfazione ad ogni mio sospiro. Si, perché
sapevo, che la magia
non sarebbe mai esistita tra me e il mio demone.
<<
Bocchan, non crede di sospirare troppo?...>>
Così
calda, così maledettamente inumana, da farmi inarcare appena
la schiena. Finita
la cioccolata baciò ogni centimetro del collo. Sospirai
ancora quando ripeté
gli stessi movimenti sulla fronte sulle guance, sul mento e sul naso.
Ciel,
svegliati… non puoi...ti farà
solo male…
La
mia coscienza. La mia poco più che inutile coscienza,
mi intimava di fermare lì
quel gioco proibito ordinando al demone di continuare.
<<
Bocchan, posso finire l’opera che mi ha
chiesto?...>>
Riapro
gli occhi inconsciamente chiusi. Le sensazioni che avevo desiderato,
erano
presenti da ambedue le parti e annuì piano sulle lenzuola
calde che ciospitavano
mute, lasciando che Sebastian mi baciasse succhiando le labbra. mi
invase la
strana sensazione di voler andare oltre, di voler suggellare il tutto
con
qualcosa di osceno. Contraccambiai il bacio risoluto quando la lingua
morbida
contro la mia, tagliente avvolte e velenosa in altre, entrò
nella mia cavità giocando
scherzosa, sensuale e dolce. Le mie braccia avvolsero il mero
maggiordomo desiderose
d’affetto, dopo essermi staccato appena per riprendere fiato.
Ne
ho…bisogno…
<<
Sebastian…>>
Volevo
vederlo in faccia. Vedere un qualche cambiamento nel viso, ma non mi
permise
nulla: mi ritrovai lui a cavalcioni abbracciandomi,
pressando poco sulla nuca…
Il suo odore
è così…
<<
Và….via…>>
Strinse
appena più forte.
<<
Bocchan…>>
Mi
irrigidì intuendo a priori le sue intenzioni…
Io voglio…
Delicato,
con in viso un mezzo sorriso, cominciò a slacciarmi il
fiocco presente nella
camicia alzandola piano.
<<
Si rilassi, sa che non voglio farle del male…io tengo troppo
a lei per essere
io stesso a metterla in pericolo…>>
Dicendo
questo, aveva alzato la camicia da notte, passando delicatamente sulla
mia
pelle scoperta. Sorrisi appena quando cominciò a stuzzicarmi
i capezzoli. Era una
sensazione meravigliosa, unica e inverosimile da mandarmi in estasi
solo così. Leccò
piano il sinistro, e con l’indice prese a giocare con il
destro. Inarcai appena
la schiena per la seconda volta reprimendo ogni singolo rumore dalla
mia bocca.
<<
Si rilassi suvvia…>>
Si
staccò per baciarmi delicato ogni centimetro di pelle
solleticandomi. Stavo quasi
per abbandonarmi ad ogni sorta di richiesta, ad ogni sensazione del mio
cuore,
quando la mano del marchio prese a ricalcare leggiadra i contorni del
primo marchio
imposto sulla mia pelle facendomi rabbrividire. Sgranai gli occhi
ritornando
lucido. Forse troppo.
Tu
sei Ciel
Phantomhive!...sei condannato, è tutta una farsa…
è il contratto a volere questo, a farti credere
questo…
Non mi è
più
permesso nulla di tutto ciò!...
<<
Sebastian…>>
<<
Mh?...>>
Intento
a baciarmi il bassoventre non mi degnò di occhiata. Tirai i
capelli corvini
attirando l’attenzione dello stesso.
<<
Sebastian, alzati subito…>>
Strabuzzò
gli occhi, guardandomi intensamente.
<<
Bocchan?...>>
<<
TI ORDINO DI ALZARTI IMMEDIATAMENTE!....>>
Una
lacrima invase l’angolo dell’occhio con il
contratto, che avrei voluto cavarmi,
osservando il volto di Sebastian scioccato e deluso… la
faccia di un demone che non ha
potuto soddisfare il
piacere carnale della sua preda…
<<
Bocchan…si calmi, respiri profondamente o le
verrà un attacco di asma…>>
Non
ci vidi più e schiaffeggiai la guancia dello stesso che
lasciò un alone rosso.
<<
Va via adesso…Sebastian TI ODIO!...>>
Scoppiai
in una volta sola. Ma il mio maggiordomo non si scompose alzando appena
l’angolo
del viso appena colpito. Lo ritrovai all’in piedi mentre in
silenzio si sistemò
i guanti e trascinando il carrello abbassò il capo.
<<
Yes… My… Lord….>>
*****
Uscì
senza battere ciglio dalla stanza trascinando il carrello con me.
Cos’era quel -
Ti odio - ?
Le
viscere del mio essere reclamavano vendetta su qualcosa che non avesse
avuto
una forma. Sorrido maligno lasciando che il mio potere, incontrollato,
oscurasse ogni cosa a distanza di
Ti odio…
Faceva
male…recava male, alla mia etica detta in modo
così semplice senza un motivo
ben definito…
Schizzai
fuori con oramai voglia di distruggere.
Bocchan…
mi ha fatto del male
peggio di una condanna a
morte…