Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: AngelOfSnow    18/10/2011    9 recensioni
Con il dito traccio il contorno della tazza in modo leggero.
"Sai, ho sempre pensato che determinati sentimenti siano inutili…e lo penso tutt’ora, ma mi sono chiesto:
un essere umano è così incline ai piaceri dettati dalla carne, da tralasciare qualsiasi cosa?"
Mi osserva circospetto ma annuisce. Avrei tanto voluto premere sul significato della frase - vi desidero ardentemente – scappato al suo controllo con la confusione di poche ore fa.
"Bocchan, scusi, ma adesso sono io a non…"
Non esito immergendo delicatamente le dita in quel caldo infuso profumato per cominciare a passare le dita sul mio volto: la fronte, le guance, il naso, il mento, il collo e le labbra utilizzate precedentemente, distruggendo quel poco di controllo rimasto nel demoneche continua sussurrando: non si aspettava un simile atto.
"Capire? …"
"Su caro Sebastian, che c’è da capire ancora?...Non vedi? Sono sporco di cioccolato, pulisci!.."
Sono tacitamente soddisfatto: esitava nei movimenti pur essendoconsapevole delle mie azioni. I guanti bianchi con sensuale armonia vengono sfilati e abbandonati al freddo del pavimento.
{Ciel Citazione Cap.8}
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ciel Phantomhive, Sebastian Michaelis
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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08. Gli ordini, sai dirmi per caso se sono il rintocco di un condannato a morte o la liberazione di un anima in pena?...

 

Bianco, il marrone del baldacchino, il comodino con il  tomo dell’ultimo libro che ho lasciato in sospeso. Sospiro.

Devo attuare la mia vendetta…

Ma confinato dal mio diavolo di maggiordomo ad una misera  ed inutile degenza tra le profumate e candide lenzuola di flanella, non potrei far molto.

Stupido Sebastian…

<< Buongiorno Bocchan, come mai sveglio già a quest’ora?...>>
Sbuffo pregustandomi, però, la visione nella mia mente del suo viso contratto dal disgusto .
<< Ho mal di testa…>>
Si avvicinò lentamente quasi a passo di danza. Dannazione, perché proprio io, Ciel Phantomhive deve rimanere incantato dalla bellezza di quei singoli e lenti passi?
<< Bocchan, ha qualche richiesta particolare?...>>
Ghinai. Il mio ghigno sadico , chiudendo appena l’occhio immacolato del suo colore.
<< Sebastian, ho voglia di accarezzare un cane…>>
Osservai ogni suo muscolo contratto: non se lo sarebbe mai aspettato da me…

Te la sei cercata!..

<< Ma Bocchan…>>
<<   Va, è un ordine Sebastian… fa che il cane sia di razza nobile, ben addestrato e addomesticato per soddisfare la mia voglia…>>
Continuo a sorridere maligno e superiore al demone che amo sfidandolo. Mi sarei passato lo sfizio di vederlo qual tanto che basta in difficoltà. La sfida, ovviamente, venne raccolta con un inchino a pochi centimetri da me.
<< Yes My Lord  >>
Bastardo. Glielo avrei voluto tanto dire. Quella semplice frase, sospirata a pochi centimetri dal mio viso, con quel tono così seducente, non mi avrebbe dato pace, adesso.

 

*****

 

Esco dalla stanza cercando di reprimere tutto il disgusto per quel semplice ordine, andando diritto verso Sky, accarezzandolo molto, per poi tornare ai miei incarichi con una folle voglia di disintegrare qualcosa…

Come gli è venuta in mente una cosa del genere?

Sorrido in modo mesto: la mia punizione. L’inizio, solo l’inizio per il Bocchan, cos’altro mi toccherà fare ancora per saggiare , finalmente, la parte dell’anima di quel ragazzino?...
<< Bard,Meylin, Fynnian… ho un compito per voi! >>
Sento il pavimento tremare ed ecco che i tre inservienti, correndo a più non posso, sono davanti al mio cospetto, con una scia di disastri alle spalle che  avrebbe dovuto sistemare o riparare il sottoscritto.

Li mangerai con calma…Sebastian, non farlo adesso, ti servono interi…

<< Sebastian-san ci dica…>>
<< Andate a comperare un cane: che sia di razza pura,  di statura media, ovviamente, in ottima salute, e con il pelo nero…>>
Annuiscono convinti, per poi dileguarsi dalla mia vista trascinando con loro disastri per tutta la Magione.  Sospiro all’inaffidabilità dei tre per poi tendere le orecchie all’interno della stanza: piccoli sbuffi impercettibili.
Sicuramente il Bocchan fermo  e con le mani in mano non sapeva stare, ma , come il medico aveva fatto noi presente, quella piccola condizione era necessaria per non sforzare la testa.

La testa…

Che incapace, l’unica  condizione del contratto che avrei dovuto rendere la mia ragione di vita, infranta in pochissimi secondi.
Scendo le scale andando diritto in cucina per preparare uno o più dolci, infondo avrebbero allietato poco lo spirito in subbuglio del Bocchan, e allietato il mio inconscio vedendo il suo viso rilassarsi appena.

Ti stai umanizzando…

Blocco il movimento circolare del mio braccio sulla panna, di uno dei tanti dolci che ero riuscito a preparare. Che fossi già arrivato a questo punto?

Non sono umano, non lo sarò mai, ma il Bocchan mi ha…incatenato…anzi no lo incatenerò io…a me e solo per me…

Busso alla grande porta dal colore perlaceo, aprendola e con leggerezza spingendo il carrellino all’interno. Se un demone avesse conosciuto il sapore dei sentimenti a quello delle anime…

forse non sarei qui a farmi troppe domande…

<< Bocchan, le ho portato dei dolci, spero che siano di vostro gradimento… >>
Sorrido in modo sincero, osservando quel piccolo e candido corpo mettersi di scatto seduto sulle pregiate coperte bianche di flanella, per poi osservarmi; prima torvo, curioso e…
Con un espressione infantile alla vista delle delizie sotto il viso solo per egli.
<< Grazie… ma il cane lo voglio ugualmente!...>>
Risi coprendomi le labbra con il dorso della mano rigorosamente guantata, per poi passargli una fetta di torta fragola e panna che mangiò lentamente. Troppo lentamente e dannatamente sensuale ai miei occhi. Dovetti combattere con me stesso per evitare di balzargli addosso; non sapevo se l’avesse fatto apposta o meno, solo…

Demoniacamente sensuale, troppe perfino per un essere umano della sua età!...

La scena mi si era presentata davanti a rallentatore: un dito immerso nella panna fino alla base per essere leccato saccentemente. Su e giù…giù, su e punta… di nuovo per poi fermarsi a succhiare voracemente la punta. Sorrisi quando mi rivolse uno sguardo impudicamente sensuale.
<< Lei tenta un demone…se ne rende conto?...>>
<< Non capisco dove tu voglia arrivare…>>
Questa volta dopo essersi volontariamente macchiato le labbra, ne ero convinto, vi passò sopra la piccola e rosea lingua. Mi trattenni ancora.

Cosa spera di ottenere?...

<< Ottima la torta Sebastian…>>
<< Vedo…>>
Con le piccole manine indicò la cioccolata fumante dentro una tazza con decorazioni rosse e dorate a formare dei delicati ghirigori in contrasto tra di loro. Passai leggero l’oggetto al Bocchan.

<< Sai, ho sempre pensato che determinati sentimenti siano inutili…e lo penso tutt’ora, ma mi sono chiesto: un essere umano è così incline ai piaceri dettati dalla carne, da tralasciare qualsiasi cosa?...>>
Annuisco circospetto non trovando a  cosa in realtà il Bocchan  stesse alludendo. Gli uomini sono prede del peccato carnale. Prede indiscusse della lussuria, della libidine, dell’appagamento utilizzato come sfogo su cui riporre qualsiasi cosa: da complotti a relazioni…
Mi fingo “tonto”…
<< Bocchan, scusi, ma adesso sono io a non….>>

Vedo immergere le piccole dita nel cioccolato macchiandosi le stesse, per poi passarle al viso.
<< Capire?...>>
Sussurro concludendo la frase osservandolo con il viso macchiato del  liquido dolce-amarognolo soddisfatto.
<< Su caro Sebastian, che c’è da capire ancora?...Non vedi? Sono sporco di cioccolato, pulisci!..>>
In silenzio ed incredulo tolgo entrambi i guanti gettandoli sinuosamente a miei piedi. Ghigno appena avvicinandomi alla mia “preda” con lo stesso coraggio del cacciatore…

Non avrebbe sedotto la lussuria fatta persona!...

 

*****

 

Ripensandoci il problema primario non era quel letto; ma la solitudine unita all’insoddisfazione…

Conte Ciel Phantomhive…morirai…per mano di quest’uomo…
Sarai oppresso, vivrai quel poco che ti resta nel dolore…ti sta prendendo i giro… ogni sguardo, ogni mossa… ogni sillaba pronunciate da queste labbra…

Bussano alla porta. Anzi bussa alla porta facendomi montare una sorda rabbia, all’idea di subire tali affronti…. Non fiato quando entra, non fiato quando spinge diligentemente il carrellino all’interno della mia isolata stanza, non fiato quando scatto a sedere al pensiero di “dolci” esclusivamente per me, ma lo osservo scatenando ogni cellula, ogni tessuto ed ogni organo in un’ esplosione chimica. I suoi occhi così rossi, mi fanno contorcere la bocca dell’anima. Sorride appena facendomi ricordare di respirare.

Vuole farti rimangiare la questione del “cane”…

<< Grazie…ma il cane lo desidero ugualmente…>>
Mi porge un piatto con un pezzo di torta alle fragole, interamente ricoperto di deliziosa e fresca panna a formare decorazioni armoniose.

Ti userà, ti abbandonerà, ti spoglierà del tuo essere e poi…ti ucciderà!...

Osservo quel pezzo di “Paradiso”  con un groppo al cuore; non avrebbe vinto mai la mia coscienza…era tutto falso, forse.

Vincerò e quando non potrai resistere, ti lascerò con un pugno di mosche amare… perché lo farai con me un giorno…

 Immersi un dito nella panna fino alla base e cominciai a leccarlo piano. Su e giù, giù, su, punta  e di nuovo per cercare di ammaliarlo il più possibile, fino a quando il dolce sapore della pana non lasciò spazio a quello aspro della pelle. Alla fine del “mio gioco” lo guardai sensuale. Non mi importava tanto il fatto di non riuscirci al primo colpo, quanto quello di sorprenderlo. Cosa che avvenne, ma sorrise con la sua solita faccia da schiaffi. Volevo vincere ad ogni costo, come un bambino a cui era stata privata la cosa più semplice del mondo: affetto vero.

Mi irrigidì impercettibilmente sentendo il cuore pompare lento e in modo doloroso.
<< Lei tenta un demone… se ne rende conto? >>
Ostento ingenuità lasciandomi ardere dal cremisi.
<< Non capisco dove tu voglia arrivare…>>
Con la forchettina mi macchio volontariamente, si intende, le labbra della stessa panna per poi passare la lingua; si trattenne ancora.
<< Ottima la torta Sebastian…>>
<< Vedo…>>

Il solo pensiero di avergli strappato un rauco – vedo – mi fece accapponare la pelle. Osservo il suo viso e poi il carrello: Krapfen, Micio, Croissant senza sfogliatura, Torta all’amarena, Torta di mele, Torta al cioccolato bianco e al cioccolato nero, Crostate di frutti vari, Mousse al cioccolato e alla frutta, Sformato di riso dolce, Amaretti, Ciambelline, Muffin ai mirtilli, Affogato, forse al kiwi, Torta al gelato. Tiramisù, Pasticcini vari, Gelati alla crema, al pistacchio, al melone, al tè verde… forse l’Eiskaffè…qualche dolce esotico la cui non sapevo nemmeno il nome e infine ogni tipo di cioccolato possibile, più alcune pietanze calde e fumanti che riconobbi come “creme fuse”...

Ma gli sembro una cavia per poter testare le sue nuove scoperte culinarie???...

Indicai la tazza con decorazioni rosse e dorate a formare dei delicati ghirigori in contrasto tra di loro, non sapevo che vi fosse al suo interno cioccolata fondente, ma mi balenò in mente un’idea.

Non hai scampo…

Con il dito traccio il contorno della tazza in modo leggero.
<< Sai, ho sempre pensato che determinati sentimenti siano inutili…e lo penso tutt’ora, ma mi sono chiesto: un essere umano è così incline ai piaceri dettati dalla carne, da tralasciare qualsiasi cosa?...>>
Mi osserva circospetto ma annuisce. Avrei tanto voluto premere sul significato della frase - vi desidero ardentemente – scappato al suo controllo con la confusione di poche ore fa.
<< Bocchan, scusi, ma adesso sono io a non…>>

Non esito immergendo delicatamente le dita in quel caldo infuso profumato per cominciare a passare le dita sul mio volto: la fronte, le guance, il naso, il mento, il collo e le labbra utilizzate precedentemente, distruggendo quel poco di controllo rimasto nel demone che continua sussurrando: non si aspettava un simile atto.
<< Capire? …>>
<< Su caro Sebastian, che c’è da capire ancora?...Non vedi? Sono sporco di cioccolato, pulisci!..>>
Sono tacitamente soddisfatto: esitava nei movimenti pur essendo consapevole delle mie azioni. I guanti bianchi con sensuale armonia vengono sfilati e abbandonati al freddo del pavimento.

Sei la preda, cosa ti aspetti dal cacciatore così lungamente stuzzicato?...

La mia mente fuori controllo, il mio cuore colpito con più stilettate, non faceva altro che dilaniarsi sempre più profondamente.
Non avrei vinto contro di lui… non avrei potuto, e mi diedi dello stupido.

La lussuria è innanzi a me…come potrei vincerla?...
Stolto Ciel!...

Mi auto insulto guardando come il suo viso si fece più vicino a me gettandomi nel panico. Il peso del suo corpo forzava il materasso facendolo inchinare per sostenere tanta potenza, in confronto io sembravo poco più di una piuma nera. Passa la mano senza il marchio sul mio occhio bendato liberandolo, per poi far ardere i suoi splendidi occhi sopra i miei. Troppo bello, con i capelli a contornare il viso dal colorito niveo e i lineamenti fini e raffinati. Passò la stessa mano al mio addome in silenzio avvicinando sempre più le sue labbra alle mie. Mi preparai, ma deviò traiettoria andando al collo. Sentì la sua lingua percorrermi ogni centimetro  lentamente, con ardore mal sopito e con soddisfazione ad ogni mio sospiro. Si, perché sapevo, che la magia non sarebbe mai esistita tra me e il mio demone.

<< Bocchan, non crede di sospirare troppo?...>>
Così calda, così maledettamente inumana, da farmi inarcare appena la schiena. Finita la cioccolata baciò ogni centimetro del collo. Sospirai ancora quando ripeté gli stessi movimenti sulla fronte sulle guance, sul mento e sul naso.

Ciel, svegliati… non puoi...ti farà solo male…

La mia coscienza. La mia poco più che inutile coscienza, mi intimava di fermare lì quel gioco proibito ordinando al demone di continuare.
<< Bocchan, posso finire l’opera che mi ha chiesto?...>>
Riapro gli occhi inconsciamente chiusi. Le sensazioni che avevo desiderato, erano presenti da ambedue le parti e annuì piano sulle lenzuola calde che ciospitavano mute, lasciando che Sebastian mi baciasse succhiando le labbra. mi invase la strana sensazione di voler andare oltre, di voler suggellare il tutto con qualcosa di osceno. Contraccambiai il bacio risoluto quando la lingua morbida contro la mia, tagliente avvolte e velenosa in altre, entrò nella mia cavità giocando scherzosa, sensuale e dolce. Le mie braccia avvolsero il mero maggiordomo desiderose d’affetto, dopo essermi staccato appena per riprendere fiato.

Ne ho…bisogno…

<< Sebastian…>>
Volevo vederlo in faccia. Vedere un qualche cambiamento nel viso, ma non mi permise nulla: mi ritrovai lui a cavalcioni  abbracciandomi, pressando poco sulla nuca…

Il suo odore è così…

<< Và….via…>>
Strinse appena più forte.
<< Bocchan…>>
Mi irrigidì intuendo a priori le sue intenzioni…

Io voglio…

Delicato, con in viso un mezzo sorriso, cominciò a slacciarmi il fiocco presente nella camicia alzandola piano.
<< Si rilassi, sa che non voglio farle del male…io tengo troppo a lei per essere io stesso a metterla in pericolo…>>
Dicendo questo, aveva alzato la camicia da notte, passando delicatamente sulla mia pelle scoperta. Sorrisi appena quando cominciò a stuzzicarmi i capezzoli. Era una sensazione meravigliosa, unica e inverosimile da mandarmi in estasi solo così. Leccò piano il sinistro, e con l’indice prese a giocare con il destro. Inarcai appena la schiena per la seconda volta reprimendo ogni singolo rumore dalla mia bocca.
<< Si rilassi suvvia…>>

Si staccò per baciarmi delicato ogni centimetro di pelle solleticandomi. Stavo quasi per abbandonarmi ad ogni sorta di richiesta, ad ogni sensazione del mio cuore, quando la mano del marchio prese a ricalcare leggiadra i contorni del primo marchio imposto sulla mia pelle facendomi rabbrividire. Sgranai gli occhi ritornando lucido. Forse troppo.

Tu sei Ciel Phantomhive!...sei condannato, è tutta una farsa… è il contratto a volere questo, a farti credere questo…

Non mi è più permesso nulla di tutto ciò!...

<< Sebastian…>>
<< Mh?...>>
Intento a baciarmi il bassoventre non mi degnò di occhiata. Tirai i capelli corvini attirando l’attenzione dello stesso.
<< Sebastian, alzati subito…>>

Strabuzzò gli occhi, guardandomi intensamente.
<< Bocchan?...>>
<< TI ORDINO DI ALZARTI IMMEDIATAMENTE!....>>

Una lacrima invase l’angolo dell’occhio con il contratto, che avrei voluto cavarmi, osservando il volto di Sebastian scioccato e deluso… la faccia di un demone che non ha potuto soddisfare il piacere carnale della sua preda…
<< Bocchan…si calmi, respiri profondamente o le verrà un attacco di asma…>>
Non ci vidi più e schiaffeggiai la guancia dello stesso che lasciò un alone rosso.
<< Va via adesso…Sebastian TI ODIO!...>>
Scoppiai in una volta sola. Ma il mio maggiordomo non si scompose alzando appena l’angolo del viso appena colpito. Lo ritrovai all’in piedi mentre in silenzio si sistemò i guanti e trascinando il carrello abbassò il capo.
<< Yes… My… Lord….>>

 

*****

 

Uscì senza battere ciglio dalla stanza trascinando il carrello con me.

Cos’era quel - Ti odio - ?

Le viscere del mio essere reclamavano vendetta su qualcosa che non avesse avuto una forma. Sorrido maligno lasciando che il mio potere, incontrollato, oscurasse ogni cosa a distanza di 7 metri da me. Mi affacciai ad una porta-finestra per poi lanciare il carrellino che si sfracellò al suolo con ogni pietanza.

Ti odio…

Faceva male…recava male, alla mia etica detta in modo così semplice senza un motivo ben definito…
Schizzai fuori con oramai voglia di distruggere.

Bocchan…  mi ha fatto del male peggio di una condanna a morte…

   
 
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