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Autore: Tecla Sunrise    21/10/2011    7 recensioni
“Non ce la faccio più. Tra poco mi si scioglierà anche il cervello” continua Rose, accasciandosi sulla sedia e chiudendo gli occhi.
Non ho la forza di rispondere, fa’ troppo caldo.
Continua a stare ad occhi chiusi.
Che si sia addormentata?
Per quanto mi riguarda, può anche morire lì.
Neanche la terza guerra magica riuscirà a farmi muovere un dito.
“Hugo! Butteresti la spazzatura?”
Qual buzzurro ignorante osa rivolgermi la parola in queste terribili circostanze?
Qual pazzo sconsiderato?
Chiudo gli occhi, sperando che sia un sogno.
Non butterò proprio niente, io.
***
“Ma porco Merli- ahia! Dannati sacchetti…”
Non dite niente.
Non osate.
- - - - - - - -
Hugo in una calda giornata d'Agosto.
Janet in una calda giornata d'Agosto.
Mah.
Genere: Comico, Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hugo Weasley, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Un mago vero.

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Fa caldo.
Non si riesce neanche ad uscire in giardino dall’afa.
È umido, è insopportabile.
Respirare affatica più di una maratona e muoversi porta sull’orlo dello svenimento.
Guardo mia sorella, intenta come al solito a studiare, i capelli rossi raccolti in uno chignon alla buona e gli occhiali poggiati sulla fronte.
Posso vedere le goccioline di sudore scivolare lungo il suo viso, creando un percorso a dir poco fastidioso.
Aggrotta la fronte, fissando il foglio.
Dopo qualche cancellatura sbuffa rumorosamente, lasciando cadere la piuma sul tavolo.
“Basta” mormora, passandosi una mano sulla faccia in un vano tentativo di asciugare il sudore. Si sistema gli occhiali, umettandosi le labbra.
“Non ce la faccio più. Tra poco mi si scioglierà anche il cervello” continua, accasciandosi sulla sedia e chiudendo gli occhi.
Non ho la forza di rispondere, fa troppo caldo.
Continua a stare ad occhi chiusi.
Che si sia addormentata?
Per quanto mi riguarda, può anche morire lì.
Neanche la terza guerra magica riuscirà a farmi muovere un dito.
“Hugo! Butteresti la spazzatura?”
Qual buzzurro ignorante osa rivolgermi la parola in queste terribili circostanze?
Qual pazzo sconsiderato?
Chiudo gli occhi, sperando che sia un sogno.
Non butterò proprio niente, io.
 
***
 
“Ma porco Merli- ahia! Dannati sacchetti…”
Non dite niente.
Non osate.
Sbuffo, raccogliendo i rifiuti di una settimana dal nostro vialetto.
Quel cornutissimo sacchetto dell’immondizia si è squarciato proprio a metà strada.
Fanculo.
Il sole picchia talmente forte che mi gira la testa.
Non riesco a raccogliere tutto, mi tocca spostare il cassonetto.
A meno che…
Mi guardo intorno, non c’è un’anima viva.
Sono l’unico sfigato che rischia l’insolazione il tre di agosto all’una.
“Wingardium Leviosa” borbotto, agitando e colpendo quel mucchio di roba.
Dirigo il tutto nel cassonetto.
Un sorriso soddisfatto fa capolino sulla mia faccia, nonostante i 40° C.
“…Hu-ugo?” chiede una voce tremolante, dietro di me.
Ghiaccio.
Non sento più il caldo, decisamente.
Mi giro lentamente, come a sperare che non sia successo quello che penso.
Che ingenuo ottimista.
È successo.
Janet, la mia migliore amica, mi fissa allibita e terrorizzata.
“Jen, non è come sembra. È il caldo”
Ma che cazzo sto dicendo?!
“Ca-caldo? Ma scherzi? Cosa sei, un mago?!” mi chiede, con la voce che diventa via via più acuta.
È sul punto di svenire.
“Ehm…”
“Oh madre de Dios...” sussurra, cadendo a sedere sull’erba.
È talmente sconvolta che le sue origini messicane si sono fatte sentire.
“J…” tento di avvicinarmi.
“Stai lontano da me!”
Oh. Brutta mossa.
“J, non è co-”
“Che sei, E.T.? Sei un alieno?! Stai per mangiarmi?! AIUT-”
Le salto addosso, tappandole la bocca.
“J, guardami” le dico, perentorio.
Lei mi guarda, ancora palesemente terrorizzata.
“Non voglio mangiarti. Sono un mago, ma uno buono. Ok? Respira.”
Janet inspira e lentamente le tolgo le mani dalla bocca.
È ancora in apnea, la scema.
“Ed espira!”
Butta fuori tutta l’aria, continuando a fissarmi.
“Ok…” esordisco, tentando di pensare in fretta a qualcosa.
“Tu… tu non puoi essere un mago. Non esiste, la magia”
“Già, sono d’accordo” annuisco, convincente. “È solo un’allucinazione dovuta al caldo”
Janet scuote il capo vigorosamente, sollevata, per poi bloccarsi di botto e ridurre gli occhi – quegli strani e a volte un po’ inquietanti occhi blu – in due fessure.
“So quello che ho visto, Hugo. Non sono pazza”
Beh, non sei neanche coerente, se è per questo.
“Oh, er… certo che no!”
J sospira pesantemente “Quindi…tu… tu sei un mago.”
“Già.”
“Un mago.”
“A quanto pare.”
“Con cappello e tutto il resto.”
“Anche la scopa, in effetti.”
“Un mago.”
“Un mago.”
“Un mago vero.
“No, di plastica. Ma secondo te?!”
“Un mago.”
“Assapora la parola.”
“Maaago.”
“Un mago, sì”
“Un mago…”
“Dillo con convinzione!”
“Un mago!”
“Un mago!”
“Sei un mago!”
“Sono un mago, yeah!”
“Uh-uh! Puoi fare magie! Fai una magia!”
La guardo, ghignando “Sicura?”
J annuisce, esaltata “Puoi giurarci, querido!”
 “Aguamenti!”
Le scaglio addosso l’incantesimo, convinto di farla irritare, mentre lei si limita a scoppiare a ridere, conquistata dal prodigio.
“No puedo creer! Una boca de incendios de madera!” (non ci posso credere! Un idrante di legno!) urla, additando la mia bacchetta.
Inutile dire che non capisco di cosa stia parlando, tuttavia rimango affascinato dalla sua voce: non è melodiosa come quella di Victorie o femminile come quella Lily.
È calda, potente, forte, sexy.
Oh sì, è dannatamente sexy.
E io sono un dannato quindicenne con dei dannati ormoni alle stelle.
Meglio dirigere il getto gelido dell’Aguamenti in un posto più urgente.
“Hugo, vedrai quando mamma lo saprà!”
Mi blocco, fermando anche l’incantesimo e strappandole un gridolino di protesta.
“Non devi dirlo a nessuno, hai capito!?” le dico, guardandola negli occhi.
Quei grandi, inquietanti ed affascinanti occhi blu.
Loro sì che sanno fare magie.
“Ok” sussurra, avvicinandosi.
La reazione nel mio corpo è immediata, quella dannata voce e quei dannati occhi mi fanno sembrare un pivello alle prime armi.
Speriamo non se ne accorga, speriamo non se ne acc-
“Ahahah, Hugo!” ride, sinceramente divertita e un po’ compiaciuta “È la tua bacchetta, quella, o sei solo felice di vedermi?”
Uccidetemi.
Ora.
 
 
 
N/A
Non chiedetemi il perché di questa shot, perché non lo so!
So solo che non avevo niente da fare e ripensavo al caldo di quest’estate.
Lo so, il nonsense impera, non ha una vera conclusione, né  uno scopo.
Ma è di Hugo che si parla, gente!
E quindi niente, sono qui, con la mia shot… la mia shot…
E boh. Basta.
P.s. la parte de “assapora la parola” e “dillo con convinzione!” è presa da “Notte brava a las Vegas” film che consiglio caldamente.
Un bacione a tutti!
Tecla
  
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