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Autore: xlairef    21/10/2011    0 recensioni
Tra i ghiacci del Mare Ultimo, sulle rotte dei pirati, nelle mani di Sedna, nella sorte di due capitani, negli occhi rosso sangue giace il destino di Ferenc, a bordo della Dragonfly
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il chiarore del mattino illuminava di luce fioca il cielo plumbeo e il mare agitato, dove la sagoma della Dragonfly si stagliava distintamente sull’orizzonte.
“Sono giorni che navighiamo, e non abbiamo ancora una rotta, capitano…” Fece notare Phineas a Mary, mentre salivano sul castello di prora.
“Aspetteremo, signor Phineas: non possiamo permetterci uno sbaglio, in questa situazione…” Il capitano aggrottò la fronte. “Anche se questa volta mia sorella ci sta impiegando troppo tempo…”
“Gli uomini sono nervosi.”
“Davvero?” Mary sogghignò. “Dovremo trovare un modo per distrarli dai loro tristi pensieri…”
 
La cabina di Sue era situata all’estremità della nave, nel luogo più lontano dal resto delle cabine dell’equipaggio.
Nessuno, nemmeno Mary, aveva mai osato entrarvi: non senza motivo. Perfino Capitan Sue cercava di passarvici il minor tempo possibile.
Eppure erano ormai cinque giorni da che vi si era rinchiusa all’interno.
Immersa nella trance sciamanica, Sue era distesa al centro della stanza, immobile e fredda, a braccia spalancate: se qualcuno avesse avuto l’ardire di entrare, l’avrebbe senz’altro creduta morta.
Non avrebbe potuto commettere uno sbaglio più grande: Sue non era mai stata così viva.
Il suo spirito, separato dal corpo mortale, privo di vincoli, era diventato un tutt’uno con il suo animale totemico: l’enorme lupo bianco correva nelle steppe del sogno, senza accennare a fermarsi.
In ultima, dopo un tempo che parve infinito, la consapevolezza di Sue cominciò a riaffiorare: voci, pensieri, desideri…Lo spazio cambiò forma, senza perdere significato. Di colpo furono due entità divise, totem e sciamano, seduti uno di fronte all’altra.
Le parole non erano necessarie: la creatura sapeva per cosa Sue aveva intrapreso il viaggio verso il mondo degli spiriti, e conosceva la risposta alla sua domanda. Ma non intendeva rispondere.
Sue, frustrata, capì che il lupo temeva per la sua sorte qualora avesse comunicato alla sciamana la rotta da intraprendere per obbedire a Sedna.
Mostrami la via…Sue chiamò a sé il potere insito nel proprio sangue, per costringere lo spirito a rispondere alla domanda.
La battaglia tra volontà contrapposte terminò infine con la resa del lupo. A malincuore, il potente totem inviò alla sua protetta la visione da lei desiderata.
E poiché il legame tra di loro andava al di là del rapporto tra sciamano e totem, anche l’entità soffrì con lei quando Sue capì qual era il luogo dove i voleri di Sedna l’avrebbero portata questa volta.
 
 
 
“Coraggio, mozzo, facci vedere come nuoti!”
Tra le risate della ciurma, Capitan Mary pungolò di nuovo Ferenc con l’arpione, costringendolo a reggersi sull’estremo limite dell’asse di legno che sporgeva sulle acque del mare.
Lo spettacolo fu interrotto da una frase.
“Abbiamo una rotta.” Il volto di Sue era cadaverico più del normale.
Mary, abbandonato il suo passatempo, si precipitò accanto alla sorella. “Che cosa è successo?”
“Abbiamo la rotta…” Ripeté Sue, e aprì la pergamena che stringeva nel pugno.
“E quella cos’è?” Chiese Ferenc a Phineas, sbirciando il contenuto del foglio come il resto della ciurma.
“Secondo te cos’è?” Domandò Asa a Van.
“…Una chiave?” Ipotizzò Herald, strizzando gli occhi per focalizzare meglio l’intrico di linee d’inchiostro.
“E…cosa fanno le chiavi?” Spiegò pazientemente Phineas all’equipaggio.
“Le chiavi…aprono!” Il pensiero folgorò Terent.
“E questa chiave cosa apre?” La domanda di Ferenc espresse quelle di tutta la ciurma.
“Apre una strada…” Rispose Sue, atona. “La strada verso casa…” Disse, rivolgendosi solo a Mary.
“No. Non si può fare.”
Sulla nave calò un silenzio sbalordito.
“Non possiamo disobbedire a Sedna.” Replicò Sue, in tono piatto.
La sorella sferrò un pugno alla balaustra.
“Ma non comprendi che…”
“Capisco più di quello che pensi, e so che non abbiamo scelta. Signor Phineas:” Sue non smise di fissare le acque gelide del mare. “Rotta verso il Confine.”
 
 
 
“Nessuno attraversa il Confine, è pura follia!”
Ferenc quasi urlava, mentre si recava sottocoperta assieme al secondo.
Phineas si voltò e lo afferrò per il bavero della camicia. “Ascolta bene, mozzo: se Capitan Sue mi chiedesse di andare fino agli abissi infernali a recuperare qualcosa, l’unica cosa che le domanderei sarebbe l’orario della partenza.” Lo sbatté a terra. “Non si discutono gli ordini del tuo capitano, nemmeno quando sembrano impartiti da un folle.”
Phineas si allontanò nella stiva, mentre il ragazzo raggiungeva la cucina.
Le patate di Liam avevano effettivamente bisogno di un aiuto: la montagna di tuberi incombeva pericolosamente in un angolo della cambusa, dove il cuoco le aveva stipate al momento della partenza senza più toccarle.
Con un sospiro Ferenc si accinse all’immane compito: fu risparmiato dal rumore assordante dei cannoni che all’improvviso riempì la stiva.
“Cosa sta succedendo ora?” Domandò il mozzo, correndo per le scale.
“Altri guai, come sempre…” Brontolò Liam, impugnando una sciabola e abbandonando il rancio del mezzogiorno.
 
Sul ponte, la situazione stava rapidamente degenerando.
“Sue! Hai un minuto per decidere, poi manderò a picco la tua barchetta da pesca!”
“Che Sedna ti accolga nel suo regno, un minuto sarà ci sarà sufficiente per colare a picco la tua bagnarola, Gary!”
Una corvetta della marina imperiale di Vadek stava per affiancare la Dragonfly, con tutte le bocche da fuoco pronte a sputare ferro sulla nave pirata.
Sul castello di prora il capitano avversario si stagliava nell’aria tersa: un uomo non più giovane, tarchiato, con un’espressione di disperato desiderio impressa in tutta la sua figura.
“Cane dell’impero! Non osare minacciare la mia nave, altrimenti…” Urlava Mary, dalla cima dell’albero maestro.
Senza badarle, il capitano della corvetta impugnò nuovamente il megafono per rivolgersi a Sue: “Torna indietro! Non sei come quel mostro di tua sorella: ritorna con me a Vadek, e l’imperatore ti ridarà la tua vecchia carica…”
Ferenc non aveva mai visto Capitan Sue così furiosa: non l’aveva mai creduta in grado di esprimere sentimenti così forti.
Aveva torto.
“Non nominare mia sorella!” Ruggì Sue, e, strappata la miccia ad Asa, fece partire lei stessa una cannonata che sfiorò la fiancata della corvetta imperiale. “Lasciaci passare!”
“Non vi è concesso attraversare queste acque, per ordine dell’imperatore.”
“Vuoi che ti dica quello che penso di te e del tuo imperatore?” Domandò Mary.
“Tu, mostro” Mary impallidì a quelle parole. “Non intendo rinunciare a Sue per causa tua, non di nuovo…Per cui, cerca di morire in fretta, assieme alla tua nave!”
E ci fu un nuovo scambio di cannonate.
“Gary, non avrai altre parole da me: non puoi far rivivere il passato: è tempo che tu te ne vada…”
“Non mi rassegnerò mai…”
“Allora non mi lasci scelta.”
E proprio allora, come se mossa direttamente dal pensiero di Capitan Sue, la Dragonfly si sollevò in aria.
Migliaia di sottili ali di libellula spuntarono dalle assi esterne delle paratie, iridescenti nonostante la mancanza di sole, vibranti nel vento gelido.
“Nel nome di una nave sta scritto il suo destino, non lo sapevi?” Phineas apparve magicamente alle spalle di Ferenc. (N.d.A. Dragonfly significa libellula) “E, prima che tu mi ponga la domanda, sì, è un potere sciamanico che muove la Dragonfly…Ma non è opera del capitano, anche se solo il comandante può comandarlo…”
“Chi è quell’uomo?” Domandò invece il ragazzo.
“Eh? Quello? Il signor Gary Stuart, ammiraglio della marina imperiale di Vadek. L’uomo che doveva diventare il marito di Capitan Sue.”
La Dragonfly, incurante delle urla di rabbia del capitano avversario, si allontanò tra le nuvole, dirigendosi verso i ghiacci eterni del Confine.
 
 
 
 
 
  

  
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