Storie originali > Drammatico
Segui la storia  |       
Autore: SmokingRum    21/10/2011    0 recensioni
Layla, 19 anni. Odia e ama, si aggrappa a qualcosa per vivere. Ma se quella cosa le portasse dolore? Una storia sul dolore della vita di una ragazza, ma anche del suo amore, dei suoi interessi ma soprattutto... della sua storia.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ste ’s Side…

 








Se solo potessi spaccherei il collo che tengo fra le mani. Ma so che Layla è qui. E’ lì, a terra. Spero che sia svenuta, così non potrà vedermi. So che non sarei dovuto venire. So anche che non avrei dovuto osservare da lontano il messaggio che le era arrivato. So anche che avrei dovuto seguirla da subito. Se solo mi fossi sbrigato tutto ora sarebbe diverso.
Alessio mi guarda spaventato e confuso. “Il mio venerato capo si comporta in modo strano!” starà pensando.
Mi alzo e mi giro verso Layla. Ma lei non c’è. Che fine ha fatto? Dove è andata? E’ scappata? Perché? Ora ci sono io, non deve preoccuparsi di niente. Ma forse sono proprio io il problema… Forse è scappata da me. E dire che la amo così tanto…
Un stridio nell’ aria. Pneumatici su un asfalto duro e  un fragore di vetri infranti.
Sento il mio corpo irrigidirsi dalla paura… Mi giro verso Alessio.
-Da che parte è andata?
-Che…?
-DA CHE PARTE E’ ANDATA?!
-Da quella parte! Guarda che tu mi devi spiegare un po’ di cose e…
Non finisco di ascoltarlo e inizio a correre. Terrore nelle mie orecchie, come un fischio. Mi sento peggio di come stavo prima.
Sbuco in una strada. Una macchina in retromarcia mi passa davanti velocemente, come se stesse scappando da qualcosa.
Guardo avanti e la vedo. Lei è laggiù, lontana metri e metri da me stesa su un fianco. Intorno a lei si allarga sempre di più il suo sangue… così denso e scuro da sembrare nero.
Ora il terrore che sentivo nelle orecchie si è spostato nel mio cuore.
Comincio a correre verso di lei, incapace di ragionare a mente lucida.
La prendo fra le braccia e la guardo. La esamino. Non ha fratture in nessuna parte del corpo, ma una ferita grave, troppo grave, sul fianco. Era da lì che usciva tutto quel sangue. Una ferita profonda ma non esagerata sulla testa. Un livido sulla guancia che però era stato fatto da quel figlio di puttana.
Gli occhi aperti… anzi no, socchiusi. Come velati.
Con il cuore che mi batte a mille mi piego sul suo petto. Silenzio. Non un battito.
Poi lo sento.
Tump… Tu-tump…  tu-tump…
E’ viva!
Prendo il cellulare e scrivo il numero del 118.
Tuuu… Tuuu…
Rispondete, cazzo!
-Pronto, 118.
-Pronto… Pronto! Dovete… dovete mandare un’ ambulanza al più presto.
-Mi dica dove si trova.
-Siamo… siamo vicini a piazza del Duomo… ma esattamente non so dove… Ah! Ecco, via………
- D ’accordo, stiamo mandando un’ ambulanza nel luogo dove si trova. Lei è ferito?
-No… io no.
- D’ accordo, resista.
Attacco. La stringo a me il più forte possibile per ricordarmi che lei è ancora qui.
Resto nel silenzio della notte ad ascoltare il suo respiro così sottile e tagliente che minuto dopo minuto si fa più raro.
Ho sempre più paura. Sempre di più.
-Ste…fa… no…
-Layla?
-Mi… mi fai male.
Con delicatezze la libero dalla mia morsa e la guardo negli occhi neri meno appannati.
-Layla mi dispiace tantissimo… Sta arrivando l’ ambulanza.
-Come se servisse… a qualcosa…
-Starai bene, Layla…
-Non è vero. Non mentire… o almeno… non farlo più…
-Mi dispiace piccola…
-Stefano… ti amo nonostante tutto… però bisogna ammetterlo… che sei un vero pezzo di merda.
Mi sforzo in un sorriso che svanisce appena i suoi occhi si appannano di nuovo.
Urlo il suo nome talmente tante volte che nemmeno mi rendo conto che arriva l’ambulanza.
Mi dicono di lasciarla andare, così da poterla trasportare all’ ospedale, ma io non voglio che la tocchino. Non la toccherà più nessuno… penso.
Un uomo con gli occhi azzurri come quelli di un’ angelo mi dice di fidarsi. Alla fine gliela cedo. Provo a fidarmi. Provo a fidarmi, perché voglio che la salvino.



Arrivati all’ ospedale urlano di portarla in sala operatoria, di chiamare un certo dottor Saverio.
Non mi fanno entrare, mi dicono di aspettare e di avere fede. Che tutto si sistemerà.
Passo una notte intera ad aspettare che la luce si spenga, ma niente. Non so quante ore sono passate, so solo che il caffè della macchinetta è finito.
Ne passano altre e altre poi crollo dal sonno, dalla stanchezze e dal terrore e mi addormento su una delle sedie della sala d’attesa.

Mi sveglio. Un uomo di fronte a me mi da qualche scossone.
E’ alto, con un atteggiamento maturo. Un cartellino attaccato al camice.
-Lei è… -chiedo ancora assonnato –il dottor Saverio?
-Sì.
-Lei ha lo stesso cognome di Layla…
-Lo so… Sono suo padre.
Scatto in piedi.
- Dov’ è Layla?! Come sta?! Se la caverà?!
Si passa una mano sulla fronte e scuote leggermente la testa.
Gli occhi arrossati. Le nocche livide. Il viso ancora rigato da leggeri lacrime.
-Ho fatto il possibile. Non resisterà più di un’ ora. Tu sei… il suo ragazzo? Lei vuole stare con te. Ha detto che ci sono delle cose che deve dirti.
Mi accompagna fino alla sua stanza, poi se ne va.
Layla è sdraiata inerme in un letto bianco latte che stona completamente con il rosso sangue dei suoi capelli.
Mi siedo accanto a lei. Sotto gli occhi chiusi delle occhiaie violacee. La sua pelle pallida. Eppure è bellissima lo stesso. E’ perfetta lo stesso.
Dopo qualche minuto apre gli occhi con fatica. Subito guizzano su di me. Adoro il suo sguardo che guizza e si concentra solo su ciò che le interessa.
Mi sorride debolmente.
-Stefano, non piangere.
-Non sto piangendo.
-Si che stai piangendo.
Mi metto una mano sulla guancia. E’ rigata da una lacrima. La asciugo in fretta e furia.
-Stefano, devo dirti un po’ di cose. Che sei un bastardo. Me lo dovevi dire… avresti dovuto dirmelo. Perché non lo hai fatto? Tu avevi capito tutto di me…
-Non lo avevo capito. Un giorno, molto prima di conoscerti, io e quei bastardi dei mie… compagni abbiamo visto la tua simpatica gang. Io li ho visto te. Stavi massacrando di botte un ragazzo grosso e ciccione! –rido ripensando- E’ da allora che ti cerco. Sono rimasto ossessionato da te. Poi ti ho incontrata a quel matrimonio… Non potevo crederci.
-Mi hai vista una volta e ti ho ossessionato, poi mi hai cercata, dal giorno del matrimonio mi corri dietro come un cagnolino, hai indagato su di me, mi hai anche fatta venire a vivere da te… e ora per colpa tua sto morendo.
-Sono proprio uno stalker…
-Già…Stefano non piangere…
-Non ci posso fare niente!
Urlo. Urlo e mi metto la testa fra le mani.
-Stefano, devi ascoltare le mie ultime volontà! Altrimenti mi incazzo. Dai la mia chitarra a Chris, mia sorella. Deve imparare a suonarla. Ha una voce bellissima, sono sicura che da grande diventerà qualcosa di meraviglioso! Lei è così pura, piccola e crudele… Sembra una piccola copia di me. Di a mio padre e a mia madre che voglio essere cremata.  A casa nostra c’è un portagioie dentro l’ armadio. Aprilo. C’è una lettera per te.
-Tu… lo sapevi?
-Sapevo che sarei morta giovane. Non sapevo che sarei morta a diciotto anni. E mi raccomando, vai al mio funerale. Devi dare la chitarra a Chris quel giorno. E Stefano, non piangere.
-Ti amo, Layla! –scoppio, perché non ce la faccio più a tenermi tutto dentro.
-Stefano, non è vero, sai?
-Cosa?
-Non è vero che non voglio figli… Non è vero… Io… -il suo viso così bello e fragile in questo momento viene inondato di lacrime –Io voglio un figlio! L’ ho sempre voluto… Ma ora io… io non posso farci niente…
I suoi occhi si appannano sempre di più, fino quasi a spegnersi.
Mi alzo e l’ abbraccio per l’ultima volta. La tengo fra le mie braccia per tanto tempo.
-Tu sei… salato… -sussurrò –e io… mangio… sciapo…
Poi smise di respirare. Sorrido, pensando che le sue ultime parole saranno quelle. Poi piango, pensando che non le avrei mai più sentite. Mai.




Parole vane riecheggiano in quella chiesa piccola piccola. Parole vane di un prete che non sa un cazzo di lei. Per tutto il tempo la mia attenzione è rivolta su una bambina con i capelli rosso cupo e gli occhi azzurro ghiaccio. E’ bella sul serio, quella bambina. Una piccola copia di Layla. I suoi occhi sono lucidi e le sue guance inondate di lacrime… eppure la sua espressione è completamente neutra.
Finito il funerale mi avvicino a lei, che si è seduta su un muretto.
-Ciao.
-Ciao. –mi risponde –tu chi sei?
-Mi chiamo Stefano. Ero il ragazzo di tua sorella.
-Mi ti immaginavo più bello.
Rido. Si somigliano talmente tanto che quasi mi spaventano.
-Tieni. - le porgo la chitarra che mi ero portato appresso per tutto quel tempo.
-Era di Layla?
-Sì.
-Perché me la dai?
-Mi ha detto, prima di morire, di dartela. Ha detto che devi imparare a suonarla, che hai una voce bellissima e che da grande diventerai qualcosa di meraviglioso.
-Ti ricordi tutto alla perfezione?
-Io mi ricordo ogni singola parola che è uscita dalle labbra di tua sorella.
-Sei strano.
-Sono uno stalker.
-Un che?
-Fattelo spiegare da tua madre.
Faccio per andarmene.
-Layla ha sofferto?
Mi giro verso di lei.
-No. –rispondo –Non ho permesso che la facessero soffrire.
Me ne vado, pensando che ho fatto bene a mentirle. Poi guardo il cielo. Quando Layla era con me… il cielo era più luminoso.




Arrivo a casa e faccio un lungo giro, ripercorrendo tutti gli attimi che ho passato con lei. La amavo davvero tanto, cazzo. La amavo troppo. Perché? Perché dovevo soffrire così tanto? Poi mi ricordo del portagioie.
Corro in camera, lo trovo e lo apro. Inizio a leggere.




So che è una frase da cliché, ma è l’ unica che va bene. Se stai leggendo questa lettera, significa che io sono morta. Spero di essere morta tra le tue braccia.
Se stai leggendo questa lettera significa che ti ho amato più di ogni altra cosa al mondo. So che ti mancherò, perché le persone che avvicino finiscono sempre per soffrire… Ma ascoltami.
Devi essere felice, nella tua vita. Se puoi, cerca di vivere a lungo. Anche la mia parte. trova la felicità con un’ altra donna o con un uomo se, nel corso degli anni, cambi gusti.
Poi, un piccolo favore: visto che la mia ora è arrivata dimentica tutto ciò che ho fatto in passato… tutte le cose orribili che ho compiuto falle scomparire per me. Lascia perdere tutto il resto e di me tenta di avere un ricordo diverso, migliore.
Quando sarai solo in quella stanza ascoltando quel ticchettio di un’ orologio stanco di scandire solo i giorni, le ore e gli attimi… ricordati di me. Ricordati di me nel tempo di un minuto.
                                         
                                                                                     Layla

Alla persona che un giorno, per me, sarà la più importante.
  
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Drammatico / Vai alla pagina dell'autore: SmokingRum