Quando.
Quando sei nato
sotto una cattiva stella e, già ad un anno di età, hai un naso troppo lungo e
adunco per non stonare sul tuo viso ancora paffuto di bimbetto
innocente.
Quando, a cinque
o sei anni, sei già rintanato in un angolo a piangere terrorizzato, mentre i
tuoi genitori gridano e le loro urla ti perforano il cervello; ancora troppo
piccolo per capire cosa succede e perché non smettono di farsi del
male.
Quando a undici
anni sei allampanato, troppo timido e già carico di delusioni, con un mucchio di
infantili speranze che non si avvereranno mai.
Quando scopri che
tutti ti considerano diverso e strano e ridono della tua ossatura nodosa, di
quel becco d’aquila che hai piantato tra gli occhi e del tuo modo di
camminare.
Quando ti
piacerebbe immensamente mostrare al mondo che sai volare bene come tutti gli
altri, ma non ci riesci, a meno che tu non sia da solo, perché appena sali sul
tuo manico di scopa ti emozioni al punto da perdere il controllo, tutti
sghignazzano e le ragazze ti additano.
Quando senti una
di loro ridacchiare, mentre sussurra ad un’amica: “Questa proprio non l’avevo
mai vista prima. Un manico di scopa a cavallo di un altro manico di scopa” e sei
ancora abbastanza sciocco e sensibile da turbarti al punto che la situazione ti
sfugge di mano e ti ritrovi appeso a qualche metro da terra, a divertire gli
sciocchi con i tuoi patetici tentativi di non precipitare.
Quando ti rendi
conto che anche se sei uno studente brillante, uno dei più bravi, il migliore in
Pozioni, a nessuno importa e mai importerà nulla, perché sei solo un antipatico
secchione troppo pallido. Sarai anche intelligente, ma con quel tuo aspetto da
giovane pipistrello chi vuoi che lo noti.
Quando ti lasci
condizionare a tal punto dal giudizio degli altri da temerlo, e desiderare di
diventare trasparente e scivoli per i corridoi come un’ombra, con i capelli
sempre sul viso, tanto per nasconderti meglio.
Quando ti detesti
per essere così debole da comportarti così, e ti ripeti che sei migliore degli
altri, anche se quelli non se ne accorgono, e ripetertelo troppo spesso inizia a
suonarti patetico, finchè, un giorno, non ti convinci finalmente che è vero.
Forse non sei migliore, ma sei tu e almeno da te stesso vieni accettato, anche
se non è detto che ti basti.
Quando capisci
che esiste una cosa chiamata attrazione e che può diventare amore, ma è una
consapevolezza inutile, dato che a nessuna ragazza passerebbe mai per la mente
di concederti anche solo un appuntamento, né mai tu ne chiederesti
uno.
Quando qualcuno decide che non meriti nemmeno
il segno di rispetto di esser chiamato con tuo nome e ti ribattezza a
piacimento, solo per ferirti e farsi quattro risate.
Quando tu decidi di mandarlo bene a mente
quell’odioso soprannome, Mocciosus,
per ricordarti che sai tenere alta la testa anche quando te lo sputano in
faccia.
Quando non sei
forte abbastanza, fisicamente, per colpire duro e far rimangiare loro le
ingiurie e lo scherno.
Quando, comunque
non ti danno mai la possibilità di scoprire se ci riusciresti, nonostante il tuo
corpo troppo esile, perché loro non si muovono mai in meno di
due.
Quando sai che
volendo, se chi fa di te il suo bersaglio preferito fosse meno vigliacco e tu
fossi più crudele, potresti vendicarti, anzi che con i pugni con la magia,
terribilmente, senza pietà.
Quando la
compassione altrui, la protezione non richiesta, ti feriscono non meno delle
angherie, facendoti assaggiare l’umiliazione più grande.
Quando realizzi,
finalmente, che la lingua è un’arma affilatissima e che sai usarla dannatamente
bene.
Quando comprendi
che l’attacco è la miglior difesa e il sarcasmo è uno scudo molto
resistente.
Quando, dal
momento che c’è chi ti odia, ti vien voglia di dargli un buon motivo per
farlo.
Quando nessuno ti
vuol realmente conoscere e tu non desideri più conoscere
nessuno.
Quando, fatti i
conti con onestà, i nemici non ti mancano e gli amici scarseggiano da
sempre.
Quando impari ad
odiare con tutto te stesso; odiare davvero, con cattiveria, e questo non ti fa
sentire meglio nemmeno un po’.
Quando decidi che
puoi fare a meno degli altri, che basti a te stesso, che vivrai per qualcosa di
diverso dalle persone.
Quando arrivi a
credere che i sentimenti sono soltanto una tortura inutile e che è meglio non
provarli, che si può davvero fare senza.
Quando le
terribili Arti Oscure ti attraggono irresistibilmente, perché solo chi davvero è
potente e intelligente, solo chi possiede ferrea volontà può realmente
dominarle. Non sono fatte per gli sciocchi.
Quando anche
questo ti rende alieno agli altri, inviso, solo e, nonostante tutto, non riesci
a non amare quel sapere proibito e così eccitante.
Quando a
vent’anni non hai avuto altro che delusioni dalla vita e hai ancora voglia di
dimostrare al mondo chi sei, anche se il mondo non vuol
guardare.
Allora, che altro
puoi diventare se non quel che gli altri definiscono
“cattivo”?
Cattivo, gelido,
acido, indisponente. Crudele, realmente crudele e inumano. Spietato e
potente.
Finalmente
libero, sicuro, sereno, padrone della tua esistenza.
Sapete qual è il
vero problema della mia vita, dopo tanti anni?
Che non sono
diventato cattivo abbastanza. Non lo sono diventato nemmeno un po’,
maledizione!
E’ quando ho scoperto questo che sono
davvero iniziati i miei guai.
FINE