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Autore: FairyCleo    22/10/2011    2 recensioni
"Dean Winchester era stato spezzato tante volte: quando era morta sua madre; quando era morto suo padre; quando Sam aveva esalato l' ultimo respiro tra le sue braccia; quando Alastair lo aveva torturato fino a non lasciarne che qualche minuscolo brandello di carne; quando Jo ed Hellen si erano sacrificate per salvare lui e suo fratello; quando Sam aveva sconfitto il Diavolo, sacrificando la propria vita per il bene dell' universo. [...]
Castiel giaceva in quello stato di incoscienza da tre giorni, ormai, e non accennava a destarsi.
Avrebbe potuto fare tenerezza, sembrare la bella addormentata in attesa del bacio del suo principe azzurro, se non fosse stato per le catene che cingevano i suoi polsi.
Quelle, erano l' unica risposta certa che Dean si era dato ad una delle mille domande postesi nell' ultimo straziante periodo: Castiel aveva perso la sua fiducia.
E che un demone lo scuoiasse vivo, non l' avrebbe mai più riconquistata".
Genere: Angst, Drammatico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Bobby, Castiel, Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: AU | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Nel futuro
Capitoli:
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Police


La notte era stata lunga e difficile, e l' umida mattina non preannunciava nulla di buono.
La pioggia non aveva dato tregua a quell' angolo di mondo neppure per un istante.
Feroce e imperterrita aveva invaso ogni anfratto, ogni posto più remoto.
Castiel era bagnato fino alle ossa.
Il suo riparo di fortuna era stato inutile.
Le gocce d' acqua erano venute giù con una violenza inaudita, bagnando il terreno su cui si era sdraiato.
La coperta era fradicia.
Aveva trascorso l' intera notte a tremare nel sonno anche se, più che essersi addormentato, era scivolato in uno stato di semi-incoscienza.
Non aveva idea di che ora potesse essere nell' istante esatto in cui aveva aperto gli occhi.
Sapeva solo che la bruciatura della notte precedente lo stava facendo impazzire, e che il suo stomaco lamentava l' assenza di cibo e di liquidi.

Anche se controvoglia, aveva dovuto abbandonare il suo nascondiglio, anche se non senza problemi.
Gli arti sembravano paralizzati dal freddo, e si era accorto che una leggera brina si era formata sulle ciglia e tra i capelli.
Se non avesse trovato al più presto un posto caldo e asciutto si sarebbe ammalato più di quanto già non fosse.

Facendosi coraggio, si era seduto sulla panchina, prendendosi in grembo il borsone.
La pallida luce del sole gli avrebbe permesso di venire a conoscenza del suo contenuto.
C' erano altre due camice, due paia di jeans, calzini, della biancheria, la pistola e una busta.
Dentro c' era un ciondolo contro le possessioni demoniache e delle banconote.
Cass aveva tra le mani ottocento dollari.
Facendo mente locale sulle cifre che spendeva Dean quando si rifocillava in qualche bar o tavola calda, aveva preso con sé due banconote da venti dollari, riponendo la busta col resto dei soldi nel borsone insieme al pugnale angelico.
Subito dopo, aveva indossato la collana.
Era meglio non perdere ulteriore tempo per proteggersi da ciò che c' era in giro.
Lentamente, aveva rimosso il lembo di camicia che aveva posizionato sull' ustione. La stoffa rimasta costantemente umida a causa della pioggia non si era attaccata alla pelle bruciata, per fortuna. Ma il dolore era forte, ed ogni movimento era una tortura.
Inspirando profondamente, si era tolto l' ennesima camicia (la terza in poche ore) indossandone una asciutta.
Non sapeva che fare con la camicia e la coperta bagnate.
Gli dispiaceva abbandonarle nel parco, e non era sicuro che l' avrebbe ritrovata.
Poi, l' illuminazione.
Una busta di plastica ancora intatta si era incagliata contro un ramoscello caduto al suolo.
Fortunatamente, era bagnata solo esternamente, ed era abbastanza grande per riporvi entrambi gli oggetti bagnati.
Un' altra cosa avrebbe dovuto fare: cambiarsi i calzini.
Si sentiva sporco, nonostante fosse bagnato, e l' idea di mettere delle cose pulite senza essersi prima lavato non lo allettava, solo che aveva le dita dei piedi intorpidite dal freddo, ed era certo che continuare ad indossare dei calzini umidi non fosse l' ideale.
Chissà come mai, poi... prima non aveva mai badato a quelle cose!
Così come non aveva mai provato vergogna al solo pensiero di doversi togliere i pantaloni in pubblico.
No. Niente da fare.
Preferiva tenere addosso i jeans fradici piuttosto che denudarsi in pubblico.

Così, ' pronto ' ad affrontare il suo primo giorno da uomo solo e spaventato nel mondo, Cass si era messo in piedi, mettendosi alla ricerca di una fontanella.
Pochi istani dopo, una voce lo stava chiamando.

"Ehi, tu!".
Un poliziotto lo osservava con aria ostile.
Cass aveva indicato sé stesso.
"Si, proprio tu! Ti ho visto prima, sa? Non si può dormire qui! Non vogliamo vagabondi in giro!".
L' ex- angelo aveva inclinato il capo di lato, come era di solito fare quando Dean cercava di spiegargli qualcosa che proprio non riusciva a comprendere.
"Perché non posso?".
Il poliziotto lo guardava stranito. Che avesse a che fare con uno svitato?
"Non c' è nessuno cartello che indichi il divieto di dormire qui".
Il poliziotto, un omone alto quasi due metri e grosso come un armadio a sei ante, aveva ridotto i propri occhi a due sottilissime fessure.
Quello non era solo svitato! Era un maledetto attaccabrighe.
Irritato, aveva estratto il manganello, pronto a colpire semmai quella canaglia avesse tentato di aggredirlo.
A guardarlo meglio, non sembrava che se la stesse passando bene.
Era terribilmente pallido e faticava a stare in piedi. Per di più, sembrava che stesse cercando in tutti i modi di evitare che la camicia strofinasse sul petto.
Strano. Che fosse un drogato e fosse in preda ad una qualche allucinazione?
Facendo molta attenzione a quale potesse essere la sua rezione, lo aveva afferrato saldamente per un polso, puntandogli il manganello sotto il mento.
Castiel lo guardava incredulo.
"Dimmi un po' bastardo, sei fatto? Sei fatto eh? Non è così? Fammi vedere le pupille, forza! Fammele vedere!".
Aveva cercato di divincolarsi, ma era debole e provato dall' aggressione della notte precedente e dalla pioggia incessante.
La presa del poliziotto era salda. Sembrava quasi che volesse stritolargli il polso.
"Fammi vedere le pupille!".
Cass aveva ceduto, sgranando gli occhi tanto da far paura, avvicinandosi al volto dell' uomo per permettergli di osservarli attentamente.
Erano leggermente velati, ma non sembravano gli occhi di chi aveva assunto sostanze stupefacenti.
Eppure, quel tipo continuava a non piacergli. Che fosse uno di quei tipi contronatura che si vendevano per strada?
Se davvero fosse stato così, una bella notte in gattabuia in compagnia degli altri detenuti gli avrebbe fatto passare ogni genere di pensiero depravato.

"Di un po'... sei uno di quelli che adescano ragazzini e uomini sposati, non è così? Sei uno di quelli a cui piace rovinare le famiglie, non è vero?".
Aveva aumentato la pressione sul suo braccio, torcendolo quasi.
Castiel continuava a domandarsi in quale momento di preciso era diventato l' essere più sfortunato dell' universo.
Com' era possibile che capitassero tutte a lui?
Prima i suoi amici lo aveva cacciato dalle loro vite e si era trovato solo nel mondo.
Poi aveva avuto le allucinazioni su suo fratello.
Poi era stato attaccato da quella ' cosa ' che gli aveva giurato vendetta.
Poi aveva passato la notte all' addiaccio, ed ora questo: un poliziotto lo stava accusando di essere un rovina famiglie.
Che cosa significava, poi? Possibile che sapesse chi era in realtà, e che quello era il corpo di Jimmy Novack?
Aveva rovinato la sua famiglia. Era vero. Lo aveva allontanato da sua moglie e dalla sua amata Claire. Ma lui aveva usato il termine ' adescare ' e non era sicuro di averne compreso il significato.

"Non rispondi eh? Sei uno di loro allora! Sei uno di quei depravati!".
Cass cercava di mantenere la calma, continuando a guardarlo dritto negli occhi.
Non era semplice, ma non sapeva cos' altro fare.
"Io non so cosa lei voglia da me. Non ho idea di quello che può sapere del mio passato, ma io non sono più quello che ero.
Non ho più il potere di farmi ospitare nel corpo di un prescelto, di convincerlo a farmi dire di si. Questo è il mio corpo, adesso.
E lo sarà fino al momento in cui non smetterò di respirare. Finché questo cuore non smetterà di battere. Solo allora, forse, potrò ritornare a casa".

Il poliziotto lo guardava a bocca aperta.
Non solo quel tizio ammetteva di aver fatto quello che aveva fatto, ma stava anche vaneggiando! Era chiaramente un pazzo!
"Ma mi stai prendendo in giro?".
"Cosa? No... Perché dovrei?".

Incredibile! Era davvero incredibile!
C' era o ci faceva?
Di sicuro non poteva trattenerlo. Non aveva elementi. Solo supposizioni.
Dopo averlo guardato a lungo negli occhi, aveva mollato la presa.
"Se ti trovo di nuovo a battere in questo parco o in qualche altro posto giuro che ti faccio fare una bella villeggiatura al fresco! E sta sicuro che non sarà divertente!" - gli aveva detto, premendogli il manganello sotto il mento fino a lasciargli un marchio color porpora.
Castiel avrebbe tanto voluto reagire, ma non lo aveva fatto. Se fosse stato nelle sue normali condizioni, se avesse avuto i suoi poteri, avrebbe distrutto quello stupido pezzo di legno semplicemente sfiorandolo. Avrebbe posato le dita sulla sua fronte, e lo avrebbe fatto cadere in un sonno profondo, facendogli dimenticare di averlo visto.
Invece, l' unica cosa che poteva fare era annuire e promettere a quell' uomo di non fare più cose di cui non capiva neppure il senso.
Si poteva cadere più in basso di così?
"Hai capito? Sto parlando con te!".
"Si signore... ho capito...".
"Bene! Ora vattene! E spera di non incontrarmi mai più".
Poteva giurarci.
Cass aveva afferrato il borsone e la busta di plastica, ed era partito a gran velocità, lasciandosi quello strano agente e i suoi incomprensibili discorsi alle spalle.

                                                                                                             *

Trovare una fontanella era stato come aver trovato un' oasi nel deserto.
Nonostante l' acqua fosse gelida, Cass vi si era gettato a capofitto, bevendo avidamente e sciaquandosi il viso stanco.
Il liquido limpido e ristoratore scorreva nella sua gola, calmando la terribile arsura che provava dalla sera prima.
Aveva bevuto fino quasi a scoppiare! Ora, la sua pancia era piena come un uovo, e provava una strana sensazione allo stomaco.
Era la fame, e l' acqua non l' aveva di certo placata. ANZI.
Ora, l' ideale, sarebbe stato trovare un luogo dove potersi rifocillare.
Non aveva avuto molte occasioni per provare il cibo degli umani.
Gli piacevano gli hamburge, o meglio, a Jimmy piacevano gli hamburger, ma in quel frangente non ne aveva voglia.
Il fatto è che non aveva la più pallida idea di cosa avesse voglia!
Poi, come fin troppo spesso gli era capitato da quando si era ritrovato solo nel mondo, i suoi pensieri erano volati a Dean.
Cosa era solito prendere il suo protetto da mangiare appena sveglio?
' Sam, ricorda di prendermi la torta di mele '.
Torta di mele. Quello prendeva Dean. E quello avrebbe preso anche lui.
Il punto sarebbe stato trovare un bar o una tavola calda.

Sacco in spalla, lottando contro il freddo e il bruciore che aveva sul petto, si era incamminato lungo il viale.
Dopo una cinquantina di metri, si era ritrovato ai confini del parco. Era fuori. Su quella che doveva essere la via principale della cittadina in cui era approdato.
Il destino aveva voluto che proprio di fronte a lui, un' insegna colorata annunciasse: ' Ebby's. Coffee & Croissants '.
Per una volta, la fortuna sembrava girare dalla sua parte.

Continua...
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Ce l' ho fatta a postare!
Gloria!! Non ci credevo più, ormai!!
Mercoledì 11 l' alternatore del mio router ha deciso di bruciarsi e sono stata tagliata fuori dal mondo fino a sta mattina, quando la mia mamma mi ha informata che tutto si è finalmente sistemato!
Ah! Che gioia!
Allora, tornando al capitolo, so che magari potrei risultare drammatica e riipetitiva, ma il fatto è che voglio che Cass si scontri violentemente contro la crudeltà del nostro mondo.
Per carità, non sono una di quelle persone che vedono tutto buio! Penso che il mondo sia un posto meraviglioso, ma, troppo spesso, diventa tetro e pericoloso...
E Cass è una specie di bimbo nato già grande... e per di più è solo, nel nostro spaventoso, meraviglioso mondo.
Cosa c'è di più pericoloso di questo?
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Un bacione!
A presto (speriamo).
Cleo

   
 
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