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Autore: franciii    23/10/2011    4 recensioni
"Come poteva un ragazzo dagli occhi così belli essere un “paziente con tendenze suicide e incline alla violenza” come diceva il fascicolo?".
Un ragazzo in un manicomio e un agente. Due vite separate costrette ad incrociarsi
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 L’aroma del caffè appena fatto riempia l’ambiente e John seduto composto con le mani in grembo, si guardava intorno curioso. La casa non era molto grande, però era accogliente  e alle pareti c’erano moltissime foto, volti sorridenti e falsi.
 
John e il signor Tale si lanciavano sguardi senza avere il coraggio di iniziare un discorso, a rompere il silenzio ci pensò il telefono che iniziò a squillare e Thomas andò nell’altra stanza a rispondere.
Dopo aver pronunciato poche frasi, tornò in cucina e sorrise a John.
 
“Will e George saranno qui a momenti, sono andati a fare una passeggiata…sa Will voleva godersi la sua nuova libertà e poi lui e George hanno molte cose da dirsi”, poi aggiunse, quasi parlando a se stesso “sarà difficile ricominciare per loro”.
 
John sorrise educato ma non disse nulla, sentiva infatti l’euforia, e anche qualcos’altro, scorrergli rapida nelle vene.
 
Nella cucina c’era così tanto silenzio che tutti quei rumori così familiari, il ronzio del frigorifero o lo sgocciolare del rubinetto, parevano amplificati, però entrambi non si sentivano imbarazzati, ma semmai troppo persi nei propri pensieri.
 
Poi la porta di casa si aprì e le voci di due ragazzi riempirono l’aria.
 
“Siamo a casa!”, lo dissero all’unisono ma John avvertì la lieve differenza fra le due voci, quella di Will ancora infantile e quella di George già adulta.
 
Entrarono in cucina e sulle prime non si accorsero della presenza di John, poi George lo notò e gli sorrise imbarazzato.
 
“Ah salve agente, che bella sorpresa trovarla qui…credo”, disse e si grattò distrattamente la nuca. Will puntò lo sguardo nella stessa direzione del fratello e quando vide John spalancò gli occhi per un attimo e assunse un’aria imbarazzata e scappò via dalla cucina.
 
“Will torna subito qui! Lo scusi…ma fa così ogni volta che qualcuno parla di lei, dannato ragazzo!”, imprecò fra i denti, senza rabbia ma con un pizzico di irritazione.
 
“Non si preoccupi, se non le dispiace vado a parlargli, dopo tutto sono venuti qui per questo”, disse finalmente John.
George indifferente si versò una tazza di caffè e si sedette al tavola per berla.
 
“Oh certo, certo…la sua camera è la seconda del corridoio”, rispose il padre.
 
John andò a cercare la stanza. Avendo la casa solo un piano non fu così difficile e in poco tempo si trovò di fronte alla camera di Will, la porta era di legno scuro.
Bussò e senza aspettare una risposta entrò dentro.
Quello che colpì John fu la completa assenza del colore bianco, ogni cosa era colorata dalle pareti alla lampada sulla scrivania.
Steso sul letto, coperta verde, che leggeva un libro c’era Will.
 
“Ciao…ti trovo meglio ora, sembri…felice”, tentò John ma le pagine del libro continuavano a scorrere.
 
“Sono passato per vedere come stavi…potresti anche rispondere sai!?”, sbottò all’improvviso. Will alzò gli occhi dal libro e gli sorrise freddo.
 
“Sto bene grazie”, si poteva lavorare sulla gentilezza, però John pensò che fosse già qualcosa, così sospirò leggermente e si andò a sedere su di una sedia che era stata posta sotto la finestra, da lì si vedeva tutta la strada.
 
“Sono contento che tu sia uscito da quel posto, il tuo caso mi ha sinceramente tolto ogni energia, negli ultimi tempi pensavo solo a te…”, disse, poi vedendo il senso che aveva preso la frase si affrettò a correggersi. “Nel senso che volevo sistemare le cose al più presto…ecco”, borbottò imbarazzato.
 
Si come no, ah quanto era mancata a Will quella vocetta gelida che invece di fare le fusa lo sfotteva…
 
Will in compenso aveva chiuso il libro e fissava la parete. Dopo un po’ sulle labbra del ragazzo comparve un ghigno cattivo.
 
“Signore come vanno le braccia? Mi è stato detto che si era fatto male…”, disse con malizia e cattiveria.
 
John arrossì senza capire dove il ragazzo volesse andare a parare.
 
“Cosa…io…no…”.
 
“Il suo collega, credo si chiami Price, mi ha detto che è stato in ospedale perché si era graffiato le braccia e aveva perso molto sangue”, continuò con fare angelico il ragazzo.
 
John si imbronciò e imprecò mentalmente contro Price.
 
“è stato solo un incidente”, cercò di pararsi il culo come poteva però la scusa era patetica anche alle sue orecchie.
 
“Certo, certo è stato solo un incidente…o magari si annoiava!”, esclamò alla fine, come se si fosse ricordato una cosa all’improvviso. Si alzò dal letto e si mise di fronte a John, che intanto aveva aggrottato le sopracciglia non capendo.
 
“Cosa aveva detto lei? Ah si, qualcosa come se ti annoi fatti una sega, non tagliarti le braccia,(1) magari lei di seghe se è fatte troppe e ha deciso di fare qualcos’altro! Dopotutto lo ha appena ammesso lei di avermi pensato sempre!”, si allungò fino a trovarsi con gli occhi perfettamente allineati a quello di John e continuò “Magari si toccava pensando a me, magari non ha fatto altro che pensare alle mie labbra, magari intorno al mio cazzo!”
 
John rimase impalato, senza avere la forza di fare nulla, ogni muscolo del corpo era teso per la vicinanza del ragazzo e al contempo pareva volersi ritirare disgustato, quelle cose che stava dicendo Will erano dannatamente vere ma sbagliate, stava rendendo tutto vano e disgustoso. Finalmente trovò la forza e si tolse di dosso quel ragazzo malefico.
 
“Non vorrebbe baciarmi ancora agente? Su avanti venga qui, glielo sto chiedendo io!”, allargò le braccia e sorrise.
 
Perché, perché gli stava facendo quello? Perché anche se lo aveva insultato e deriso lui aveva voglia di andare e davvero sbatterglielo in faccia per farselo succhiare? Perché voleva abbandonare tutto e portarselo via, in posto lontano, solo loro due?
 
Si prese un pugno e lo morse con forza poi, con un atto che richiese tutta la sua forza di volontà, voltò le spalle ai suoi desideri e scappò via.
 
Questa volta ad accompagnarlo all’uscita furono le sue risate.(2)

 
 
 
Note:
 
(1): Riferimento al capitolo 2
(2): Riferimento al capitolo 4
Ciao, lo so che avete pronti i forconi e volete mettermi al rogo però se lo fate non potrete mai sapere cosa succede nel prossimo capitolo! *spera di convincerle e non ci riesce*
Scusate davvero l’immenso ritardo ma la scuola mi sta davvero uccidendo ç__ç
Questo capitolo non mi convince molto ma dovevo farlo. So che molte, se non tutte, si aspettavano taaanto amore in questo capitolo però la mia idea originale non era quella e per una volta ho voluto fare un finale che fosse quello già pre-fissato. Che poi non è così perché in origine Will doveva morire, però poi non sono riuscita a eliminarlo. Come forse si sarà capito questo è l’ultimo capitolo, il prossimo sarà l’epilogo dove tutte le cose prenderanno un senso u_u
Inizio a ringraziare  AmaimonGirlChan, D e c e m b e r, _____Manu_____ e OurThirteen per aver recensito lo scorso capitolo! Nell’epilogo poi farò tutti i ringraziamenti possibili e immaginabili!
Alla prossima :D
Fra
 
p.s. anzi N.B. in questo capitolo comparve il Vero Will, cioè un bastardo un po’ pazzo che si crede già grande. Quindi ammazzate pure i vostri, e lo ammetto anche i miei, sogni di un Will dolce tenero e carino ç___ç

  
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