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Autore: Daequan    25/10/2011    1 recensioni
Il guerriero vive di due fasi: la fase di guerra, in cui da una parte c'è, appunto, la guerra e dall'altra la pace, e la fase di pace, in cui ciò che non è guerra, per il guerriero, sparisce.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il guerriero Wen posò la spada a terra con un gesto gentile, come non volesse turbare la sua stessa voce bassa e sospirosa.

Poi guardò il giovane Zheng e riprese il discorso, incalzato da quell'interrogativo "Ma tu non eri il più forte, in battaglia?"

Lo sguardo era perso all'orizzonte notturno.

 

"Mah...penso...penso di sì, non so, non saprei più dirti. Non c'è stato, vedi, modo di sapere precisamente se fossi il migliore tra tutti coloro che combattevano, in quel paese.

Certo è che ero tra i migliori e questo mi è costato. Tanti grandi guerrieri non riescono, come me, ad uscire dalla logica dello scontro. E' per questo che attorno al fuoco di stasera ci siamo solo io e te. Sono rimasto senza amici, senza alleati. Quando vivi per combattere, cominci a fare della tua vita stessa un costante combattimento, dove hai compagni e avversari."

"E non è così che si dovrebbe vivere?", chiese Zheng.

"...chi ti ha detto questo?"

"L'abate di Shaolin, da cui mi alleno, mi ha detto questo."

Wen sbuffò abbozzando un sorriso "Ah, Shaolin..."

 

Zheng si preparò con intima gioia al possibile racconto che sarebbe scaturito dal viso disincantato del vecchio guerriero.

 

Ma non ci fu alcuna digressione: "Comunque no, non è così che si vive. Per quanto tu possa fingerti in una guerra con tutto il tuo cuore, gli altri non faranno mai parte della tua mascherata; per loro è semplicemente impossibile e privo di senso convivere con una logica come quella della guerra. Io sono stato così: là dove tutti i miei nemici hanno cercato amici tra i miei amici io mi sono allontanato da essi. E, gradualmente, da tutti. Alla fine, vedi, i tuoi amici vanno a cena da chi odi senza volerti ferire in alcun modo. Poi tornano da te e ti vedono freddo, distaccato, e ti chiedono che succede. Tu, per vergogna di farti vedere tanto ristretto non trovi il coraggio di dirglielo ma ti allontani sempre di più. Ti fai 100 amici e 100 nemici. Poi gli amici diventano 50, poi 25, poi 10, 5, 2, 1. E poi 0."

Zheng cominciò a capire: "Ora mi è chiaro, ma c'è una cosa che ancora non...intendo dire, perché non dir loro che ti hanno tradito?"

"Perché non l'hanno fatto, e lo sai benissimo. Vivi come se ti avessero tradito, ma non puoi rinfacciarglielo perché non è la verità, e se ne parlassi potrebbero offendersi, darti torto, andarsene."

 

Il giovane lo guardava ed ascoltava con attenzione sempre maggiore.

 

"Zheng, alla fine è sempre così: perdi quelli che ami per paura di perderli. Ti ritrovi faccia a faccia con due modi differenti di rinunciare a loro e non vedi via d'uscita. Perché se ne esci non sei più tu. E perdere l'identità è sempre più spaventoso della possibilità di diventare migliore. Io sono rimasto me stesso. E per questo, oggi, io ho perso."

"Forse hai perso come uomo, ma non come guerriero."

"Ma io sono un uomo, non un guerriero."

   
 
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