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Autore: Eowyn 1    25/10/2011    4 recensioni
...sono stato ferito troppo profondamente, Sam. Ho tentato di salvare la Contea, ed è stata salvata, ma non per merito mio...
Genere: Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Frodo, Sam
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Dedico questa breve one-shot a mia mamma, perché oggi è il suo compleanno e perché lei è stata la prima a leggere una mia fan

Dedico questa breve one-shot a mia mamma, perché oggi è il suo compleanno e perché lei è stata la prima a leggere una mia fan fiction che come questa, guarda caso, parlava di Hobbit! Tanti auguri mamma!!

 

 

 

CREDEVO CHE ANCHE VOI VOLESTE GODERVI LA CONTEA…

 

 

 

10 settembre 3021

 

Sam era sulla porta di Casa Baggins e osservava inquieto la stradina che serpeggiava giù per il fianco della collina.

Da alcuni comignoli, che spuntavano tra l’erba delle colline sottostanti, saliva già qualche sbuffo di fumo. L’aria si era fatta sempre più fresca nelle ultime settimane e l’autunno colorava vivacemente la Contea, illuminando con le foglie sgargianti il grigiore del cielo.

E Sam, come al solito, si preoccupava sempre quando non sapeva dove si fosse cacciato il suo padrone. Non che pretendesse che Frodo gli raccontasse tutti i fatti suoi, e non era nemmeno perché l’aria si era fatta più fresca che era preoccupato. Il fatto era che vedeva Frodo sempre più stanco, e quel velo di tristezza che offuscava i suoi occhi e non lo abbandonava mai lo impensieriva ogni giorno di più.

 

« Vado a cercarlo! » esclamò Sam irrompendo in casa e prendendo il suo mantello.

« Sam… » Rosie lo bloccò per un braccio « Non credi che Frodo abbia bisogno, a volte, di stare un po’ da solo? Questa casa è sempre in subbuglio, specie da quando è arrivata la piccola Elanor. Magari sente solo la necessità di un po’ di pace. »

« Lo so. » borbottò Sam « Lo so, ma io mi preoccupo. E se la sua ferita tornasse a fargli male? No, io devo andare a cercarlo. Solo per essere sicuro che stia bene, non lo disturberò. »

Prese il mantello del suo padrone, che Frodo aveva dimenticato, ed uscì in strada.

Dall’uscio di Casa Baggins, Rosie lo osservò allontanarsi.

 

« Per prima cosa lo cercherò nel boschetto di noccioli. » borbottava Sam tra sé e sé « Al padrone piace sedersi in riva al laghetto, starebbe lì ore e ore ad osservare la calma di quel luogo. »

Procedendo a passo di marcia, l’hobbit si diresse verso la macchia di alberi che crescevano appena fuori da Hobbiville, praticamente certo che lì vi avrebbe trovato il suo padrone.

Alcuni minuti dopo si ritrovò a procedere, con la delicatezza tipica della sua gente, tra l’erba e le foglie secche con cui l’autunno aveva deciso di ornare il sottobosco.

Aveva promesso a Rosie che si sarebbe solo sincerato che Frodo stesse bene, senza infastidirlo, e così avrebbe fatto. Avrebbe evitato di farsi sentire, sbirciando da lontano, e poi sarebbe tornato a casa.

Ma allora perché aveva preso con sé il mantello di Frodo?

« Solo per sicurezza, nel caso in cui il padrone avesse freddo. » si disse, e continuò a camminare delicatamente e silenziosamente tra le foglie.

 

Quando giunse nelle vicinanze del piccolo lago, la sua prudenza aumentò. Se avesse potuto, si sarebbe fatto ancora più piccolo di quello che era, per evitare di fare qualunque rumore.

Gli alberi presero a diradarsi, proprio dove si apriva una piccola radura che lasciava spazio al laghetto. Esso nasceva da una risorgiva, non vi erano fiumi ad alimentare le sue acque ed era il luogo in cui i giovani hobbit, nelle calde giornate d’estate, si recavano a fare pic-nic o a giocare a spruzzarsi con gli amici. Nessuno, però, aveva il coraggio di gettarsi a fare il bagno perché, come ben si sa, gli hobbit non amano particolarmente i laghi e i corsi d’acqua; non sanno nuotare e solo i Brandibuck della Terra di Buck avevano a che fare con il Brandivino, non per niente erano considerati da molti come gente un po’ strana.

Tuttavia, quel luogo era amato dalla maggior parte della piccola gente di quella zona e, Sam lo sapeva bene, quando il suo padrone spariva di solito lo ritrovava sempre lì.

E nemmeno quella volta, il buon Sam, si era sbagliato. Seduto in riva al lago, su un mucchio di foglie secche, c’era Frodo, con lo sguardo perso nelle leggere increspature che il vento produceva sulla superficie dello specchio d’acqua.

La tentazione di andare a parlargli, per essere sicuro che fosse tutto a posto, era grande per Sam, ma si ricordò ciò che aveva promesso alla sua cara Rosie e, stringendo il mantello che si era portato dietro, si voltò e fece per andarsene.

« Vieni pure, Sam. »

Certo, se lui era riuscito ad avvicinarsi con la leggerezza tipica della sua gente, era anche vero che gli hobbit avevano anche uno straordinario udito, non sviluppato come quello degli Elfi, ma abbastanza buono da permettere a Frodo di accorgersi della presenza del suo amico.

Sam si avvicinò, arrossendo leggermente.

« Perdonatemi padron Frodo… avevo promesso a Rosie che non vi avrei disturbato, che avrei solo controllato che non vi fosse successo nulla e, infatti, stavo per andarmene… »

« Lo so Sam, ti conosco bene! » gli rispose Frodo, facendogli segno di sedersi.

« Padron Frodo penserà che sono un gran rompi scatole… » borbottò Sam, come per scusarsi, mentre si sedeva sulla riva del laghetto.

« So ancora distinguere un buon amico da un rompi scatole, caro Sam! » lo interruppe Frodo voltandosi verso di lui con un leggero sorriso « Quante volte ti ho già detto di non chiamarmi padrone? » aggiunse.

Sam lo osservò in silenzio, ed ecco che intravide di nuovo, nei suoi occhi, quella stanchezza che dal termine della Guerra dell’Anello non lo aveva mai abbandonato. Eppure non riusciva comprenderne il motivo: la loro Contea era stata salvata e stava rifiorendo più bella di prima, Sauron era stato sconfitto e ora Aragorn regnava su Gondor. Per quale motivo Frodo era ancora triste?

« Vi ho portato il mantello, ho pensato che magari potevate avere freddo. »

Frodo lo prese e se lo sistemò sulle spalle.

Rimasero per un po’ in silenzio ad osservare il lago, poi Frodo parlò:

« Com’è bello l’autunno! » disse « Anche se pare che tutto si stia preparando per un sonno senza fine, la natura ha trovato comunque il modo di ravvivare il mondo colorandolo con tutte queste foglie! »

« La natura è il più grande spettacolo a cui la nostra vita possa assistere! » disse Sam « Anche quando sembra tutto perduto, essa trova sempre un modo per tirarsi fuori dai guai e ricominciare da capo! »

Frodo lo guardò coi suoi occhi chiari, mentre una risata gentile si fece largo nella quiete del bosco:

« Non ti facevo così poeta, Sam! »

« Non sono un poeta, ho detto solo quello che penso. » si schermì l’altro, come suo solito.

« È proprio questo il bello, Sam! Tu riesci a dire grandi cose osservando ciò che agli occhi di tutti può sembrare ripetitivo e scontato. È in questo che c’è poesia! »

« La natura non è scontata, » spiegò Sam « se la osserviamo bene ci possiamo rendere conto di quanta grandezza vi sia dietro ogni sua opera! »

« Sei fortunato sai? » disse debolmente Frodo, tornando ad osservare il lago « Tu riesci ancora a trovare bellezza e speranza in ogni cosa. »

« Cosa volete dire? » domandò Sam scosso.

« Io non ci riesco più. Per me è tutto uguale, è come se non vi fosse più nulla qui, come se mi sentissi estraneo nel luogo di questa Terra che ho più amato, l’unico che ho sempre considerato “casa”! È come se mi fossi fermato in un eterno inverno… »

« Io… non capisco! »

Frodo fece un gesto sbrigativo con la mano, come a voler dire di non dare peso alle sue parole, che aveva detto troppo, quando invece non avrebbe voluto.

« È ora di rientrare, Sam. » disse, cercando di tagliare corto « La cena sarà quasi pronta e Rosie ci starà aspettando. Meglio non tardare, o si preoccuperà. »

Sam, che non aveva compreso appieno il significato di ciò che aveva detto il suo padrone, ma aveva intuito il suo desiderio di farla finita con quel discorso, si alzò e lo seguì.

« Padron Frodo? »

« Dimmi, Sam. »

« Glielo dite voi, a Rosie, che non avevo intenzione di disturbarvi? »

L’altro sorrise:

« Non preoccuparti, Sam. Le spiego io come sono andate le cose! »

 

 

29 settembre 3021

 

Sam osservava la piccola barca allontanarsi dalla riva. I flutti la spingevano sempre più verso il largo, ormai era diventata un puntino scuro che si avvicinava a varcare la linea dell’orizzonte per scomparire per sempre dalla sua vista, per lasciare per sempre la Terra di Mezzo.

Accanto a lui stavano Merry e Pipino, silenziosi, ad osservare le onde e ascoltare la tiepida voce del mare.

« Ora ho capito, Frodo. » bisbigliò Sam « Ora ho capito. »

La nave era ormai scomparsa dalla loro vista, rimaneva solo la luce del tramonto a ferirgli gli occhi. Si voltò, e si diresse al suo pony, seguito da Merry e Pipino, ripensando alle ultime parole che Frodo, non più il suo padrone, ma il suo amico Frodo, gli aveva detto prima di partire:

 

« …sono stato ferito troppo profondamente, Sam. Ho tentato di salvare la Contea, ed è stata salvata, ma non per merito mio. Accade sovente così, Sam, quando le cose sono in pericolo: qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano conservarle…»

 

 

 

 

 

 

 

 

L’ultima frase, quella in corsivo, è presa dal libro.

Beh, spero che la storia vi sia piaciuta! Grazie per averla letta, e magari per esservi fermati un attimo per farmi sapere cosa ne pensate. Ciaoooooooooooooooooooooo!!!!!

   
 
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