Attesa.
Le lancette ticchettano, il tempo
scorre lentamente, il cuore
rimbomba, il sangue
pompa nelle vene, la testa
pulsa.
Attesa.
Snervante, interminabile attesa
trascorsa trattenendo il fiato.
Il sole e la pioggia
si alternano fuori,
oltre i vetri,
in una lotta continua
tra estate ed inverno.
Ed io non me ne curo.
Troppo confusa, troppo agitata, troppo elettrica.
Mi alzo,
faccio un passo,
mi risiedo.
Sistemo meglio il maglioncino
e poi i capelli.
Mi mordo il labbro
e mi torturo le mani
preda ad uno strano presentimento.
Sento l'adrenalina salire,
l'ansia moltiplicarsi,
avverto l'infondata sensazione
di avere qualcosa da fare.
Sono sola
ma il mio cuore è in compagnia,
la mia mente
è affollata da troppi pensieri
ed è concentrata su niente.
Il respiro accelera
e non riesco più a mantenere il controllo:
scorrono le lacrime
senza un concreto motivo
se non le troppe emozioni
che mi animano
e mi stravolgono.
Come fossi in trance
mi ritrovo a comporre il numero
con mani tremanti;
cerco notizie,
sollievo.