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Autore: SoulSEARCHER    27/10/2011    4 recensioni
Santana fissò la ragazza sbattendo un paio di volte le lunghe ciglia. Non credeva esistesse qualcuno di così strano, inquietante e adorabile allo stesso tempo.
[AU. Brittana.]
Genere: Angst, Commedia, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: FemSlash | Personaggi: Brittany Pierce, Quinn Fabray, Santana Lopez, Un po' tutti
Note: AUOOC | Avvertimenti: nessuno
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Da: Britt 9.28

 

Tu mi devi ancora quel caffè macchiato con doppia panna. Colazione insieme?

 

Bacio,

 

B.

 

 

 

Merda” sussurrò strizzando gli occhi e passandosi una mano sulla faccia.

 

 

 

 

 

 

Rimase cinque minuti abbondanti a fissare il soffitto, sperando che da un momento all'altro le risposte che cercava comparissero per magia sull'intonaco bianco o che, in alternativa, le cadesse in testa. Decise che stare lì aspettando che succedesse qualcosa non era esattamente un ottimo modo per permettere all'enorme nube tossica di pensieri che le riempiva la testa fino a farle male di diradarsi, così decise di scrivere una rapida risposta all'sms di Brittany, rivestirsi e tornare a casa sua. Mentre si trovava in ascensore il cellulare vibrò contro la sua coscia.

 

 

Da: Britt 9.52

 

Bene, a più tardi. Non vedo l'ora!

 

B.

 

 

Quel messaggio le schiuse le labbra in un sorriso più grande e sincero di quanto Santana avrebbe voluto e allo stesso tempo le lasciò uno strano retrogusto amaro. Continuava a crederci, nonostante avesse avuto la conferma dai suoi stessi occhi che impelagandosi in quella storia non avrebbe fatto altro che soffrire. Come sempre. Uscita dalla palazzina rosa si infilò rapidamente in macchina e abbandonò la testa sul sedile, chiudendo gli occhi mentre dalle labbra le sfuggì un sospiro tremolante carico di paura e ansia. Guardò la finestra della casa di Rachel e sorrise. In fondo, quella nana dalla voce petulante ed un naso un po' importante non era così male. “Tutt'altro” si ritrovò a pensare mentre ricordava la notte appena passata. Mise in moto ripromettendosi che avrebbe parlato con Rachel, prima o poi, perchè glielo doveva. Restava solo da decidere quanto “poi”.

 

Arrivò sotto casa propria e parcheggiò nel primo posto libero per poi dirigersi a passo svelto verso il portone del proprio palazzo. Nell'androne incontrò la signora Williams, che sbirciava dentro alla propria casella delle lettere. La donna era una simpatica anziana che viveva nell'appartamento sotto quello di Santana e spesso le portava torte e biscotti fatti da lei e la ragazza, dal canto suo, non poteva che apprezzarlo.

“Buongiorno, Santana” la salutò radiosa.

“'Giorno signora Williams” ricambiò Santana accennando un sorriso stanco.

“Nottataccia in ospedale, eh?” chiese poi la signora con uno sguardo apprensivo, mentre la ragazza si limitò ad annuire e infilarsi in ascensore, subito dopo la donna.

Immediatamente dopo aver salutato cordialmente la vicina, la latina entrò in casa propria dirigendosi direttamente in bagno. Si spogliò rapidamente e scivolò nella cabina doccia, chiudendo gli occhi e lasciando che l'acqua bollente si abbattesse veloce ed inesorabile contro la sua testa. Sperò invano che il rumore dei flutti d'acqua coprisse quello dei pensieri che si sovrapponevano senza tregua nella sua testa. Ma ciò che ottenne fu solamente una sonora e rumorosa confusione. I ricordi che si accavallavano, spingevano per venire a galla mentre lei canticchiava, sperando di soffocarli in qualche anfratto dimenticato della testa. Che poi quelli, più che ricordi, erano rimpianti. Quando ebbe finito di lavarsi si preparò pescando un paio di jeans e un maglione dall'armadio, si mise un po' di burrocacao sulle labbra già screpolate a causa del freddo e corse al bar in cui lei e Brittany si erano date appuntamento. Arrivò trafelata sperando di non essere in ritardo, ma quando entro nella caffetteria e non vide nessuno, il senso di fastidio che non aveva imparato a controllare fece di nuovo capolino. Quando però la vide, qualche minuto dopo, guardarsi intorno con aria colpevole, consapevole di essere di nuovo in ritardo, con il naso e le orecchie rosse per il freddo ed una sciarpa enorme intorno al collo dimenticò di essere infastidita e di odiare i ritardatari, perchè quegli occhi azzurri erano semplicemente troppo belli per essere sgridati.

“'Giorno San” trillò allegra prendendo posto al fianco della mora.

“Buongiorno a te. Come stai oggi?” domandò sorridendo cordiale, pur mantenendosi a debita distanza da colei che, non ne aveva più dubbi, sarebbe stata capace di romperle il cuore ancora una volta.

“Oh, oggi sto benissimo, grazie. E tu?” chiese con aria curiosa e gli occhi grandi e brillanti.

“Bene, bene” la liquidò velocemente per poi rivolgersi al cameriere che si era avvicinato e chiedere un caffè macchiato con doppia panna, con sommo divertimento della bionda che ordinò lo stesso. Quando ebbero lasciato da parte i convenevoli cominciarono a parlare come erano solite fare e d'improvviso, apparentemente senza motivo, Brittany mise su un aria pensosa e quasi offesa. Gonfiò le guance e incrociò le braccia sotto al seno, cosa che fece dilatare le pupille di Santana che, a sua volta, si ripromise di ringraziare Dio, o chi per lui.

 

“Ma possibile che io non sappia ancora nulla di te?” sbottò la bionda d'un tratto aggrottando le sopracciglia e fissandola quasi sconvolta. Brittany, sorprendendo perfino se stessa, non potè fare a meno di pensare che quella fossetta sulla guancia sinistra della mora fosse la seconda cosa più carina che avesse mai visto. La prima era ovviamente Santana che stava ridendo piano strizzando gli occhi.

“Se non mi chiedi nulla..” scrollò le spalle Santana.

“Sei fidanzata?” chiese a bruciapelo Brittany, facendo alzare lo sguardo alla mora che la fissò un attimo annaspando.

“No, non al momento” deglutì a fatica la mora.

“Oh. E l'ultima volta che lo sei stata?” chiese di nuovo la bionda accigliata.

“Uhm.. L'ultima storia seria? Due anni fa. Ma con la mia ex non è finita bene” buttò lì senza riflettere salvo poi accorgersi di averle appena detto qualcosa che, ne era sicura, l'avrebbe spaventata a morte.

La vide alzare dapprima le sopracciglia per poi aggrottarle nuovamente. Si passò una mano sul volto, in attesa.


“Mi dispiace di non avertelo detto prima” mormorò poi attorcigliando le dita sudate sotto al tavolo.

“Cosa? Oh, no Santana è tutto a posto, credimi! E' che pensavo fosse solo una prerogativa dei maschi essere stupidi”

“Come scusa?” fece la latina oltremodo confusa.

“Anche le ragazze non devono essere molto sveglie se lasciano single una come te” disse semplicemente, stringendosi nelle spalle come se avesse appena detto la cosa più ovvia del mondo.

Santana fissò il vuoto per un tempo abbastanza lungo da farla sembrare un'idiota, o per lo meno così pensava lei, prima di alzare lo sguardo e posarlo su Brittany, che sorseggiava il suo caffè. Come era anche solo possibile per qualcuno essere così perfetto e nemmeno saperlo?

Non aveva solo una cotta per lei, non la trovava solo carina. Si stava innamorando. Inesorabilmente e troppo velocemente.

Non ebbe nemmeno il tempo di realizzarlo che la sentì, fredda e troppo familiare. Un senso di nausea salì dallo stomaco, avvertì distintamente il suo livello adrenalinico aumentare esponenzialmente, la temperatura corporea scendere e le mani sempre più sudate: paura.

Aveva passato gran parte della sua vita a costruire solide mura, che la proteggessero da tutto quello che aveva sempre temuto, dalle risate di scherno dei compagni di scuola, dalle urla di sua madre, dalla prima ragazza che l'aveva lasciata con un sms e nessuna spiegazione.. E poi era arrivata lei, con i capelli biondi e il fascino di quei sette anni in più sulle spalle. E le sue difese erano cadute, ma lei era sposata e Santana lo sapeva che non sarebbe andata a finire bene, mentre la baciava per la prima volta. Ma forse le sue impressioni si sarebbero rivelate sbagliate. Forse era tutta una sua fantasia. Forse il fatto che si fosse innamorata di Holly Holiday non era così sbagliato, sporco come sembrava. Perchè anche lei l'amava. Lo sapeva perchè la prima volta che la vide aggrottò le sopracciglia e si chiese perchè l'assistente del professore la stesse fissando così insistentemente e che, beh, era davvero bella. E ci credette, in quella storia, aspettò fino a che non si fu laureata, per viverla appieno. Ci credette fino a quel pomeriggio in cui il marito di Holly tornò a casa e le trovò abbracciate e mezze nude, mentre facevano quello che lui non erano più in grado di fare, mentre si stavano amando. E poi non seppe cosa stava succedendo fino a che non sentì il sapore metallico del sangue in bocca, che usciva copioso dal suo labbro spaccato e le urla di Holly che, tra le mani di quel pazzo, piangeva implorando pietà. Santana non riuscì a fare nulla se non afferrare il telefono e chiamare la polizia, che arrivò nel giro di un'ora e arrestò l'uomo. Santana provò a parlare con Holly, dopo l'incidente, ma lei sparì lasciando la ragazza ad autopunirsi ogni giorno, sperando di ottenere in qualche modo un perdono di cui non aveva bisogno.

E ora se ne stava lì, inerme, rendendosi conto che tutto, ma proprio tutto, stava andando in pezzi sotto quello sguardo sottile e trasparente di un'altra bionda. E il fatto che stesse così bene la terrorizzava Ma non poteva far vedere al mondo che aveva paura ed era solo colpa sua, perchè altrimenti sarebbe stata inghiottita in un gioco pericoloso in cui lei era sempre quella che si faceva male per prima. Aveva combattuto e perso così tante volte con se stessa nel tentativo di diventare indifferente che aveva deciso di fare semplicemente finta di nulla e mandare giù tutto quello che sentiva il bisogno di uscire.

 

“San, tutto bene?” la voce cristallina e preoccupata della bionda raggiunse le orecchie di Santana che smise di fissarsi i palmi e scuotendo la testa sorrise e si scusò.

Finirono di fare colazione e fecero un giro per le strade di New York che, per quanto fosse trafficata, fredda e caotica, riusciva sempre a farla sentire a casa.

“San?”

“Dimmi Britt”

“Grazie per la colazione. E anche per la cena dell'altra volta. E sai, credo sia la prima volta che qualcuno non mi veda come una malata terminale e non mi chieda ogni secondo se sto per avere una crisi respiratoria” mormorò un po' imbarazzata la bionda mentre Santana si fermava e la guardava sorridente.

“E io invece credo che sia la prima volta, dopo tanto tempo, che riesco a stare bene con qualcuno senza necessariamente insultarlo o tentare di ucciderlo” scherzò la mora facendo ridere Brittany che la guardò per un momento negli occhi antracite, lucidi per il freddo.

“Scusami, io ora devo andare” disse poi la bionda guardando l'orologio mentre un'ombra dispiaciuta balenò nello sguardo scuro e profondo di Santana.

“Certo. Ci vediamo presto, B” la salutò la mora alzando anche la mano in segno di saluto. Brittany invece si sporse verso Santana e le lasciò un bacio freddo e umido sulla guancia che la fece sorridere incontrollatamente.

“Ciao, San. A presto” sussurrò per poi girare i tacchi e sparire in mezzo alla confusione newyorchese.

 

Il cellulare che vibrava nella sua tasca la fece sobbalzare, lo afferrò e controllò chi la stesse chiamando. Spalancò gli occhi quando il nome di Rachel apparve sul display. Prese un respiro profondo e rispose.

“Santana Lopez! Dove diavolo sei finita? Pensi che sparire così lasciandomi nuda nel tuo letto risolva le cose?” strillò la Berry spaventando Santana che si allontanò per un momento il telefono dall'orecchio.

“Tecnicamente era il tuo, di letto” precisò la ragazza imbarazzata mentre si guardava la punta dei piedi. Dall'altro capo del telefono sentì un sospiro e potè giurare che, con quel suo fare teatrale, Rachel si stesse stringendo la base del naso con due dita.

“Ok, senti Rach mi dispiace. E' che sono dovuta scappare. Che ne dici di pranzare insieme? Compro qualcosa fuori e vengo da te. Così ehm.. Parliamo, magari.”

“Se pensi di farti perdonare tutto con un misero pranzetto, ti sbagli di grosso ragazza. Io e te dobbiamo parlare e non usare quel tono con me! Stai ridendo? Santana Lopez giuro che ti uccido io-”

“Ci vediamo tra un'ora, hobbit”

 

Santana rise forte. Forse non stava andando proprio tutto in pezzi.

 

 

Note:

Iiiio non lo so da dove mi sia uscito tutto questo. Davvero, mi dispiace tantissimo perchè ho scritto una marea di cagate e non so da dove mi sia uscito il Santolly (?). Avevo bisogno di un personaggio che fosse lontano dalla realtà in cui sta vivendo Santana (lol, no è una scusa. Volevo sperimentare questa cosa). Non so se si capisca la storia di Holly e Santana e mi rendo conto che è un argomento delicato e forse non sono stata in grado di affrontarlo, quindi niente.. Fatemi sapere, per favore.

 

A presto e scusate ancora.

Love.

  
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