Premesse: Sana e Akito non
stanno insieme. Loro vivono in un costante rapporto di odio e amore. Amici
nemici. Freddezza e gentilezza. Non so se ho reso l’idea, ma lo
capirete.
Piccola ragazzina impertinente
Lei camminava sotto la
pioggia, tornava da sola a casa dopo una giornata di scuola. Era amareggiata,
triste e infuriata. Lui le dava sempre problemi. Sempre. Non c’era giorno che
lei potesse starsene tranquilla a scuola senza che lui disturbasse la sua quiete
quotidiana. Sospirò rumorosamente, i suoi capelli orami erano zuppi, ma lei non
se ne curava. Forse, troppo persa dai suoi pensieri omicidi verso un biondino
ormai famoso, non se ne era nemmeno accorta. Il suo sguardo vagò per un momento
sul proprio corpo, quello di una 17enne, con curve ben definite e al posto
giusto. Con quei vestiti bagnati e appiccicati alla propria pelle avrebbe potuto
attirare qualche mal intenzionato.
Alla sola idea affrettò il
passo, sempre con lo sguardo verso terra. Pioveva, ma faceva caldo, sudava e non
vedeva l’ora di tornare a casa. Aumentò il passo e andò a sbattere contro
qualcuno. Cascò
con un tonfo sonoro a terra, precisamente sopra una
pozzanghera.
“ma allora questa è sfiga!”
pensò, cercando di tirarsi in piedi.
-sempre la solita Kurata, ma
dove hai la testa?
Quella voce tanto strafottente
quanto sensuale la fece sobbalzare. Non era possibile, con tutte le persone che
poteva incontrare proprio lui?
-sulle spalle Hayama, a
differenza di te…
-dai, tirati su…- le disse lui
porgendole una mano. Lei, orgogliosa, non la prese nemmeno in considerazione.
Lentamente si alzò e con una mano cercò di sistemarsi la gonna. Hayama la
guardava in silenzio, stava sotto l’ombrello, completamente asciutto. Per quanto
insopportabile, chiacchierona e impicciona poteva essere quella testolina rossa,
ora sembrava un pulcino bagnato.
-se vuoi posso darti un
passaggio a casa con l’ombrello…
-non importa, tanto ormai sono
bagnata…
-fai come vuoi…- rispose
Hayama dando le spalle alla ragazza e continuando il suo cammino. La ragazza
camminava a debita distanza e arrivata nei pressi della sua villa cominciò a
cercare le chiavi di casa nella propria cartella. Naturalmente nella cartella
c’era di tutto: libri, bracciali, astuccio, fazzoletti, lucidalabbra ecc… ma
ovviamente non le chiavi di casa.
-c’è qualcosa che non va
Kurata?
-non… aspetta… non trovo le
chiavi di casa…
-c’è qualcuno in casa da
te?
-no… ma che cavolo! questa è
sfiga!- disse furiosa.
-senti Kurata, se vuoi puoi
venire a casa mia…
-scherzi vero?- gli rispose
lei con un sorriso.
-no… ma se vuoi rimanere sotto
la pioggia finchè non torna qualcuno, per me puoi anche
farlo…
-penso che lo farò… meglio
sotto la pioggia con tuoni e lampi che a casa di Akito
Hayama!
-fai come vuoi… ci vediamo…-
salutò con un cenno di capo e si avviò verso casa.
Era tre quarti d’ora che
aspettava appoggiata al cancello di casa. Erano le quasi le 3 e mezza, non aveva
pranzato, aveva fame, bagnata dalla testa ai piedi e ancora non vedeva nessuno,
ne il manager, ne la mamma e ne la domestica. Sospirò rassegnata. Le costava
chiedere un favore al suo peggior nemico, ma era l’unica soluzione. Lentamente
si incamminò verso casa Hayama e nel frattempo dandosi della stupida per aver
dimenticato le chiavi di casa.
Arrivata davanti alla porta
del ragazzo si fece coraggio e suonò il campanello. Sentì dei passi avvicinarsi
e qualcuno girare la maniglia della porta.
-embè?
-embè
cosa?
-hai cambiato idea
Kurata?
-secondo
te?
-vuoi
entrare?
-sarebbe
bello!
-muoviti…- il ragazzo si fece
da parte e la ragazza senza dire niente entrò. Lui richiuse la porta e la guardò
da cime a fondo “almeno il fisico ce l’ha!” pensò.
-che guardi pazzo
maniaco?
-ah… guardava le tue
curve…
-quanto sei cafone!- disse lei
guardandolo in cagnesco. Sana cominciò a tremare vistosamente, ormai in terra
c’era una vera pozza d’acqua!
-vieni con me…- le disse, anzi
le ordinò Hayama attraversando il salotto per poi cominciare a salire le scale.
L’attrice lo seguì senza dire niente e si ritrovò nella camera del ragazzo. Si
fermò nel centro della stanza e si guardò intorno. Il suo sguardo si posò sul
dinosauro verde che lei stessa gli aveva regalato. Il dinosauro le fece
ricordare del loro secondo bacio, sotto la neve. E poi le fece ricordare anche
tutti gli altri che vennero dopo, sempre rubati. Uno a 15 anni. Estate. Caldo.
Piscina. Un bacio dato sotto l’acqua. Un altro 5 mesi dopo. Proprio in quella
camera. Ma stavolta glielo ha dato lei, il bacio. Lui, inciampato nel filo della
corrente dello stereo cade a terra, lei arriva dopo e casca sopra a lui. Non
aveva resistito. Terzo bacio: 16 anni. Capodanno. Tutti un po’ brilli per lo
champagne. Al 3 2 1 buon anno, Hayama aveva preso e baciato la prima ragazza che
aveva trovato, nonostante fossero a 30 metri di distanza aveva baciato lei.
Strana la cosa!
L’ultimo 4 mesi fa. Sempre
quella stanza, lui gli disse che voleva mostrarle qualcosa ma era una sorpresa e
doveva chiudere gli occhi. Lei ci casca e zac! Un altro bacio ma questa volta
seguito da uno schiaffone. Da quella volta non aveva mai più rimesso piede in quella
camera.
-Kurata?
-…
-ehi?
-mmmh…
-sveglia!
-come
scusa?
-be che fai? Dormi un
piedi?
-no,
pensavo…
-dai
muoviti…
-a fare
cosa?
-vuoi rimanere
fradicia?
-no!
-e allora togliti quei vestiti
bagnati…
-ti spiace uscire da qui
allora?
-no… non credo che mi
vada…
-allora io non mi
spoglio…
-fai come vuoi, la salute è
tua, non la mia…
-quanto rompi!- disse
bruscamente la ragazza dirigendosi verso il letto e poggiando in malo modo la
cartella sul materasso…
-potresti almeno girarti
dall’altra parte?
-Kurata… io ti ho mai visto in
bikini?
-si Hayama, ma che
c’entra?
-stare in biancheria è la
stessa cosa!
La ragazza sbuffò… non aveva
tutti i torti.
Lentamente cominciò a sfilarsi
le scarpe e le calze. Poi passo alla gonna e dopo si sbottonò la camicetta della
divisa scolastica. Era tutta un tremito, freddo, cominciò a sistemare le sue
cose quando senti le mani di Hayama metterle sulle spalle un asciugamano e con
energia cominciò a strofinarle le spalle dal dietro, nella speranza di darle un
po’ di calore. Hayama dopo un po’ la fece girare e continuò il suo operato, lei
era imbarazzate e teneva lo sguardo basso.
-c’è qualcosa che non va?- le
chiese lui vedendo che stranamente stava alquanto
silenziosa.
-no è che… è strano stare qui…
così… insieme a te…
-ci sono ragazze che farebbero
la fila per stare al tuo posto sai?- disse lui con sguardo
beffardo.
-o non ne dubito!- disse lei
sorridendogli. Nemiciamici! Ecco quello che erano. Un rapporto così. Tranquillo.
Litigavano, non si sopportavano ma poi quando volevano sembravano fratelli che
si aiutano nel momento del bisogno. Lui abbozzò uno dei suoi rari sorrisi,
l’abbracciò amichevolmente strofinando l’asciugamano sui suoi capelli
rossi.
Dopo un po’ lui la osservò per
un istante negli occhi e lentamente si chinò per baciarla. Lei non si tirò
indietro. E quando si staccarono, Sana lo guardò con sguardo
truce.
-perché deve sempre andare a
finire così?
-sei tu che mi provochi…- le
rispose sospirando lui.
-io non faccio niente! Fai
tutto da solo!- gli rispose mettendo un broncio bellissimo. Lui sorrise
divertito e guardò il soffitto, come a dire “sei sempre la
solita!” e di
nuovo fece sua quelle labbra tanto perfette quanto morbide. Pian piano cominciò
a spostarsi sul collo mentre Sana sentiva qualcosa dentro di se che si agitava.
Non gli dispiaceva. Erano dei baci leggeri, freschi e profumati. Non c’era
bramosia nei suoi gesti. Solo dolcezza e rispetto.
-e tu dovresti essere il mio
peggior nemico… eh?- disse lei ormai rapita da quei baci.
-no… io sono il tuo miglior
nemico…- disse lui.
-non vedo la differenza…-
disse lei scostandosi da Hayama.
Lui non le rispose nemmeno.
L’avvicinò verso il letto e la stese, lui si posizionò sopra e cominciarono a
baciarsi con foga. Dopo minuti, molti minuti si staccarono. C’era caldo, la
stanza era diventata improvvisamente calda. Lui la guardò nel profondo degli
occhi. Si osservarono, senza dire niente.
-ho voglia di fare l’amore con
te Kurata…- le disse semplicemente lui, quasi
sussurrandolo.
-audace… e se ti dicessi di
no?- domandò lei, sempre in un sussurro. Erano stanchi, respiravano
velocemente.
-impazzirei…- disse
lui.
Sana non gli rispose. Lo
guardò ancora per qualche momento e unì le loro labbra. Lui non sapeva che fare:
era un sì o era un no? non sapeva che fare. Ma lei glielo fece subito capire.
Con mano tremante gli tolse la maglietta, paurosa di avere fatto la cosa
sbagliata lo guardò negli occhi, lui annuì soltanto.
La passione era tanta, troppa.
Quel corpo perfetto, bello asciutto, sopra di lei. Lei si stava eccitando, era
troppo bello. Sentire le sue mani possenti sopra di lei le dava una sensazione
fantastica, un tocco delicato, perfetto. Sana cominciò a sbottonare i jeans di
Akito e pian piano glieli tolse, lui fece lo stesso con il reggiseno e le
mutandine. Mancava ancora un ostacolo: i suoi boxer. Presa da un attimo di
lucidità si staccò dalle labbra del biondino.
-hai… il… il… hai capito
no?
-ce l’ho stai tranquilla…
ascolta Sana…
-che
c’è?
-tu vuoi veramente che avvenga
questo fra di noi?
-io…
-nonostante sia un grande
stronzo, insopportabile e glaciale ragazzo… io ho rispetto di te… e non farei
mai nulla che anche a te non vada di fare…
-io mi fido di te Akito, lo
sai… quindi vai avanti…
Lui la guardò per poi alzarsi
e aprire il cassetto della scrivania. Tirò fuori un pacchetto, e Sana sapeva
perfettamente che cosa conteneva. Lo vide tornare nel letto insieme a lei, ora
niente poteva bloccare quell’ondata di passione e anche un po’ di pazzia che gli
aveva colti.
Silenzio. Dopo quel pomeriggio
pieno di sorprese, ora voleva solo silenzio. Sana era sveglia, ma teneva gli
occhi chiusi. Era bello. Lui era bello, quel momento era bello, il pomeriggio
era bello, e ora anche la pioggia era bella. Lui pisolava accanto alla ragazza
dai capelli rossi. Sana si alzò senza far troppo rumore dal letto di Akito.
Prese la sua biancheria e se la infilò.
Lui aprì i suoi immensi occhi
ambrati e la osservò. Stupenda.
Lei continuò a vestirsi. La
sua divisa scolastica non era ancora completamente asciutta, ma se la infilò lo
stesso.
-vuoi continuare a fissarmi
fino all’infinito?
-potrebbe essere un’idea, ma
allora bisognerebbe che tu restassi qui all’infinito…
-spiritoso…- disse lei finendo
di allacciarsi una scarpa.
-brutta cosa
Kurata…
-cosa?
-mi sto innamorando di
te…
-no! questa è una pessima
notizia! Come hai potuto!- disse Sana facendo la finta
scandalizzata!
-sto parlando sul serio…-
disse lui, tirando fuori un timbro di voce serio.
Lei si alzò in piedi si
sistemò le pieghe della gonna e si girò verso Akito.
Montò con un ginocchio sul suo
letto e gli diede un bacio lieve sulle labbra.
-sei arrivato tardi
Aki…
-in che
senso?
-io mi sono innamorata prima
di te…
-piccola ragazzina
impertinente…
Lei ridacchiò, e senza dire
niente uscì da casa Hayama.
The end
Che ve ne pare? Fa skifo? È
bella da morire? Fa vomitare? Va cestinata? Vi ha fatto
sorridere????
Bho! E io che ne so! Quindi
sta a voi dirmelo con una recensione!
A presto
Kodomo no Omocha © Miho Obana
Piccola ragazzina impertinente! © Elpis Aldebaran