QUANDO
LA LUNA NON C'E'.
Era
una bellissima notte, una di quelle limpide, senza neanche una nuvola
in cielo,
ma solo un intenso blu: una notte ricolma della luce della luna piena.
Un
ragazzo stava seduto sotto un albero dai fiori gialli, un albero di
amamelide,
contemplava la luna e le parlava.
Molti
avrebbero potuto trovare strano quel suo parlare a qualcosa di
irraggiungibile,
ma lui non aveva nessun altro a cui raccontare la sua giornata, di come
era
andato il lavoro alla fattoria e quanti prodotti aveva venduto. I suoi
genitori
erano morti un anno fa, a causa di una febbre molto alta, e lui era
rimasto
solo. Per fortuna aveva di cosa vivere: i suoi genitori si erano
trasferiti in
questo piccolo paesino e avevano messo su la fattoria che adesso
gestiva lui.
Solo quella sfera bianca e misteriosa era lì, quasi ogni
notte, per fargli
compagnia e ascoltare silenziosamente la sua storia, e lui amava tanto
quella
piccola abitudine che aveva prima di andare a dormire, che in quei tre
giorni
in cui la luna lasciava misteriosamente il cielo lui si sentiva
più solo che
mai.
Quel
giorno il ragazzo aveva lavorato così tanto che si
addormentò mentre raccontava
alla luna del dolce agnellino che aveva fatto nascere, ma poco prima di
cadere
nel mondo di Morfeo intravide in lontananza una candida luce bianca. Il
vento,
facendo muovere delicatamente i fior color del sole, gli
portò una soave voce
che cantava.
Il
mattino dopo quando si risvegliò si convinse di aver fatto
solo un bellissimo
sogno.
I
giorni passavano e ogni notte la luna continuava a decrescere fino a
quando non
arrivarono quei tre giorni in cui non si vedeva alta nel cielo.
La
terza notte il ragazzo prese una candela, la accese e uscì.
Di solito non
usciva mai quando non c’era la luce della luna a risplendere
nella notte, ma
non ce la più a stare solo in quella casa.
Si
recò verso l’albero di amamelide e, mentre stava
per raccogliere un piccolo
ramo di fiori, sentì una voce, una soave voce che cantava
che solleticò un
ricordo nella sua mente: quella…quella era la voce che
apparteneva alla luce
che aveva sognato. Decise di seguirla.
Si
addentrò nella piccola foresta vicino alla radura, fino a
quando capì di
essersi perso.
Tese
l’orecchio, ma purtroppo non sentì più
la voce, la candela stava per spegnersi
e stava per rimanere nel buio più totale.
Il
panico si era impossessato di lui.
I
minuti passavano.
La
candela si spense.
Perché
aveva seguito quella voce? Stava per mettersi a correre alla cieca
quando vide
una luce nel bel mezzo della foresta. Iniziò a camminare
svelto con la speranza
di trovare qualcuno. Più la luce si faceva vicina,
più gli alberi diventavano
fitti. Li superò uno dietro l’altro e quando non
trovò più nessun ostacolo di
fronte a sé si guardo intorno e rimase estasiato da
ciò che vide.
NOTE
DELL’AUTRICE:
ciao!
Ecco il primo capitolo di questa mia storia.
Spero tanto che a qualcuno venga voglia di leggerla e magari lasciare
qualche
commento. Aggiornerò ogni settimana.
Il
prossimo capitolo sarà "Sembra una ninfa
della natura".