Padre e figlio

Per Nero era tempo di incamminarsi verso il secondo monastero...
Stava procedendo ammirando la sua nuova arma, quando ad un tratto come un fulmine blu lo colpì.
Appena si rialzò, realizzò che non era un fulmine... Bensì una persona.
Ad un primo sgurdo una persona normale, però, guardandolo meglio, non era affatto una persona normale.
Aveva i capelli esattamente come Dante, bianchi e lisci con l frangia, solo era vestito di blu con una spece di gilet nero.
Nero realizzò che non era un sempice umano...
Magicamente comparsero sulle ginocchia e sulla mani dell' assalitore dei guanti di ferro imbevuti di luce, erano i leggendari Beowulf.
-Tu, tu... Sei uguale a mè e Dante!-
Con una rapidità enorme l'assalitore gli si piombò addosso con uno Straight.
Per poco Nero riuscì a pararsi con la Yamato.
-Quella è la mia spada...-
-Vienitela a prender...-
Neanche il tempo di finire la parola che con un Rising Sun, poi uno Starfall e infine un Lunar Phase, l'assalitore stese Nero, gli prese il bracio demoniaco e con un colpo deciso glielo tagliò.
Tutte le reliquie inglobate da Nero uscirono, tra quelle anche la Yamato.
Percepì un dolore che non aveva mai provato. Credeva di morire da un momento all altro.
-Ma tu... Chi sei?-
-Il figlio di Sparda-
Nero si bloccò.
Con rapidità l'assalitore prese la Yamato e si tirò indietro la frangia con una mano.
Non c'erano dubbi, era lui, Vergil.
Ma come aveva fatto a tornare?
Nero non conosceva Vergil dunque non realizzò che fosse suo padre.
In un interminabile attimo, Nero svenne per il dolore.
Gli indigeni che prima lo avevano minacciato, lo portarono via da lì per imprigionarlo.
Una voce dal nulla ruppe il silenzio della vallata in cui avevano combattuto.
-Non ho fatto in tempo...-