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Autore: Cee4    04/11/2011    3 recensioni
Innamorarsi di una rockstar: niente di più banale. Un viaggio atteso, un' amicizia partita da 'Butterflies and Hurricanes' e, ovviamente, i Muse e il loro universo al gran completo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Tin, tin, tin.
 
Piccole gocce di pioggia percuotono il vetro del  finestrino, su cui si riflette il mio sguardo perso tra le nuvole sfatte e color cenere che riempiono il cielo.
 
 “ Tu sei pazza”. Così mi ha detto Bea quando ho preso la decisione di andare da lui sfruttando il fortuito ponte dell’8 e senza dire niente ai miei.
 
Beatrice la fa facile.  A suo parere dovrei dire a mia madre  “  Vado a Londra  dal 4 all’11 dicembre per stare con il mio ragazzo  ” ,  ma  alla domanda  “ Chi è questo tizio? ” come rispondere? 
 
Meglio evitare per ora. Si, assolutamente.
 
Nonostante i suoi rimproveri,   Bea mi ha accompagnata all’aeroporto e mi ha spinto verso il gate dicendomi semplicemente “  Vai su”.
 
Stiamo per atterrare…
 
 
 
 
 
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“  Tom sono in aeroporto … Si, sto aspettando che lei esca … Ti prego solo di una cosa: almeno per i prossimi giorni  non rompete le scatole … Chi?  Tu e Mr. Bellamy …  Si, proprio il fatto che  siete stati così tranquilli  fa prospettare un’ imminente tempesta … Fai come ti pare, ma ora devo andare ”, interrompo bruscamente la conversazione.
 
Il display indica che il volo è arrivato ma ancora nessuno è uscito.
 
E se c’avesse ripensato? Se le fosse successo qualcosa? 
 
Howard, rilassati!
 
 E se avesse perso qualche bagaglio o semplicemente, piccolina com’è, non riuscisse a trasportare da sola la valigia?
 
Ora la chiamo: 1, 2 e …
 
Si  stanno aprendo le porte.
 
 
 
 
 
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Perché vederlo mi fa ancora quell’effetto?  È come camminare sull’aria.
 
 
 
 
Procede verso di me con quel sorriso un po’ imbarazzato che  tenta regolarmente di nascondermi con la mano.  Aspetta Howard, aspetta.  Ok, valle incontro. Su, forza!
 
 
 
 
La valigia rimbalza pesantemente a terra e il biondino mi tiene sollevata per aria.“ Dominic fermo. Non mi pare il posto giusto per certe cose ”.
 
 
 
 
“ Se lo dici tu ”,  le dico liberandola svogliatamente.  “ Ouch!  Ttttt… ”.
 
 
 
 
La mia goffaggine ha fatto centro ancora una volta: una borsettata contro il suo faccino mentre mi lasciava andare.“ Scusa ”, gli dico preoccupata , “ Ti ho fatto male? ”.
 
 
 
 
“ Mmmm … in verità si ”.
 
 
 
 
“ Poverino ”, gli accarezzo  il viso come  fosse un cucciolo bisognoso di cure.
 
 
 
 
 “ Ma sei ghiacciata ”, le afferro entrambe le mani, “  Aspetta , te le riscaldo ”.
 
 
 
 
Nelle tasche del suo cappotto si trovano le nostre mani strette e ben adese palmo contro palmo .
 
I  suoi occhi mi fanno dono ora di una rara dolcezza che mai mi sarei aspettata.
 
In punta di piedi arrivo alla sua bocca, sfiorandogli le labbra.
 
 Gli sussurro:  “ Grazie per il benvenuto ”.
 
 
 
 
È sempre capace di farmi sentire così, così confuso. Dice una cosa mentre sembra voglia dirmi altro, mentre io vorrei sentirmi dire molto altro.
 
 
 
 
Abbandona  in un attimo  le mie mani così da permettermi di staccarmi dal suo corpo.  Dominic …
 
 
 
 
“ Andiamo? ”, le chiedo un po’ nervoso.
 
 
 
 
Annuisco  con la testa  e, mentre lui prende la valigia da terra, cerco con sicurezza il suo braccio.
 
 
 
 
E poi Alice è capace di ribaltare la situazione con piccoli gesti.  Fffff… non ci capisco più niente.
 
 
 
 
“ Dov’è l’auto? ”, gli chiedo sdrammatizzando.
 
 
 
 
 
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Sento il suo odore.  Il mio respiro si confonde col suo.
 
Dischiudo gli occhi e … ma dorme?  Pare proprio essere ancora nella fase di sonno profondo.
 
La faccia di Dominic  è  affondata nel cuscino con le narici ben dilatate, la  bocca spalancata e un ciuffo che spunta quasi fosse stato fissato con del gel.
 
Alice … pronto Galatti … Galatti  smettila di rimirartelo come un’  ebete e alzati. Su, forza!
 
Mi sollevo dal letto coprendomi con il plaid  patchwork riversato quasi del tutto sul pavimento.
 
 Punto come un radar i miei bagagli.
 
 
 
 
“ Ma che stai facendo? ”, le chiedo mezzo assonnato, sbadigliando e stropicciandomi gli occhi.
 
 
 
 
“  Dominic mi hai fatto prendere uno spavento ”.  Dato che fino a un nanosecondo fa sonnecchiavi beato.
“ Devo sistemare le mie cose visto che qualcuno me l’ha impedito categoricamente ieri sera ”, gli rispondo tentando di sistemarmi il plaid intorno  in maniera un po’ più decente.
 
 
 
 
I miei occhi storditi dal sonno ora si sono completamente aperti.
Blu-dress con i capelli scarmigliati che tenta di coprire senza successo quel corpo che stanotte è stato mio.
Mi alzo dal letto e l’abbraccio.“ Non mi sembra che tu abbia opposto resistenza ”,  dico con il preciso scopo di provocarla.
 
 
 
 
“ Bè,  visto che entrambi siamo colpevoli ”,  dico non volendogli dare soddisfazione, “  mi aiuti o devo fare tutto da sola? ”.
 
 
 
 
“  Ok ”,  le rispondo rubandole il bacio del buongiorno.
 
 
 
 
 
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“  Ma sei assurda ”, esclamo tirando fuori dalla sua borsa rossa un volume di almeno ottocento pagine.
 
 
 
 
 “ Prima di tutto io non sono una scansafatiche che si sveglia quotidianamente a mezzogiorno”, gli sfilo il libro di Patologia dalle mani.
“ E secondo sei stato tu a dirmi che durante la settimana  avrai del lavoro da sbrigare ”.
“ Dominic mi stai ascoltando? ”, gli chiedo mentre ispeziona la mia valigia.
 
 
 
 
Tiro fuori dal suo bagaglio un sacchetto di stoffa leopardato.
 
 
 
 
“ Dammi qua ” , gli dico paonazza.
 
 
 
“ Che cos’è?  ”.
 
 
 
“ Ehm … sei tu l’assurdo:  è il regalo per il tuo compleanno. Guarda che per trovare quel sacchetto quasi morivo e insieme a me anche Bea tra l’altro ”, gli faccio notare imbarazzata.
 
 
 
 
“ Per me?!  ”.
 
Alice annuisce diventando piano piano più rossa e guardando in basso quasi l’avessi rimproverata.
 
 
 
 
“ Lo vuoi aprire adesso? Porta sfortuna, manca ancora un giorno al tuo compl… ”. Ok, l’ha già scartato. Come non detto … peggio di un bambino, anzi con lo stesso sguardo di un bambino.
 
 
 
 
Si tratta di due drumsticks .  Momento : c’è inciso qualcosa …
 
 
 
 
Mi indica le lettere stampate …  No, non leggere adesso davanti a me … ti prego … oddio, che vergogna.
“ Io vado un attimo di là ”, gli dico volatilizzandomi.
 
 
 
 
“ 27 August 2011 IT 2- ENG 3 ”, leggo ad alta voce.
 
 
 
 
Sento un battito e poi un altro, mi affaccio…
 
 
 
 
Finalmente è uscita.
 
 
 
 
Mi avvicino a Dominic mentre suona la batteria adoperando le bacchette nuove.
 
 
 
 
“ Questo significa che vuoi la rivincita? ”. Ecco  ho rovinato tutto. Bravo, complimenti!
 
 
 
 
“ Se pensi  che l’incisione stia per quello … ”, lo incalzo un po’ contrariata
 
 
 
 
Mi alzo e la stringo a me.  “ Grazie ”. 
 
 
 
 
Se me lo ripete un’altra volta,  guardandomi così come sta facendo ora,  avrà completamente in pugno ogni infinitesima particella del mio corpo, della mia testa e del mio cuore.
 
 
 
 
Sento il suo respiro più allungato.  Ali …“ Ti posso lasciare da sola per un paio d’ore? ”, le dico all’improvviso.
 
 
 
 
Proprio uno specialista nel  troncare nettamente qualsiasi  parvenza di romanticismo tra noi.“ Sai non c’è possibilità  di perdersi  tra queste quattro mura.  Ma che cos’è quest’ aria di mistero? ”.
 
 
 
 
“  Oggi  devo andare a ritirare una cosa che avevo ordinato. Tutto qui ”. Non  aggiungo  spiegazioni.
 
 
 
 
“ Va bene, allora buona giornata ”, gli mollo un bacetto sulla guancia e mi volto .
 
 
 
 
“ Ok ”.
 Esco.
 
 
 
 
Un messaggio … Dominic … - Mi manchi già-.
Apro la porta e …  ok, mi ha fregata!
Lo trovo lì ad aspettare con uno dei suoi sorrisetti da incorreggibile  furfante.
 
 
 
 
La afferro:  “  Perché in fondo sei una tenera bambina ”.
 
 
 
 
“ Ah siiii….”.  La mia bocca raggiunge  la sua. Gli mordo le labbra e poi gli lascio un segno del mio passaggio sul collo .  “ Torna presto ”.
 
 
 
 
 
 
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Il campanello rimbomba per tutta la casa.
 
Vado verso il citofono che è caratterizzato da un’invidiabile quantità di pulsanti colorati e  corredato di una telecamera che sorveglia buona parte della strada.
 
Come cavolo si usa questo affare ?  Più semplice no, eh?
 
Premo tutti i bottoni a caso sperando di beccare  quello giusto.
 
Ad un tratto si avvia lo schermo .
 
Sento un  “  Dom ”  e  …  miseriaccia!
Prendo fiato.
 
Vedo nella fotocamera un uomo, quell’uomo  dagli occhi blu che si passa la mano sulla faccia ripetutamente.
 
 Non so se è più scocciato per l’attesa o stanco di suo.
 
Qui cara la mia Alice hai due  opportunità: o non rispondi e aspetti che se ne vada così com’è venuto o gli apri e ci conversi amabilmente.
 
Tanto questa cosa doveva pur succedere.
 
È inutile rimandare.
 
E se non lo capisco quando parla?
 
 Su, su datti una mossa.
 
Il mio dito si avvicina al pulsante.
 
Sobbalzo a causa di un’altra scampanellata prolungata  del moretto.
 
 
 
 
 
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Sento lo scatto secco del portoncino.
Oh finalmente Dom si è deciso ad aprire.
Passo oltre la soglia e sulle scale, immediatamente di fronte all’ingresso,  vedo una ragazza.
Deve essere lei  l’italiana.
 
 
 
 
Me lo ritrovo davanti, fermo e immobile mentre mantiene ancora la porta.
Che devo fare?
 
 
 
 
Indossa un paio di leggins neri e una maglia rossa larghissima attraverso cui posso notare, anche se a stento, le sue forme delicate e morbide.
Occhi scuri  fanno capolino dietro un paio di occhiali, capelli di un nero carico e deciso, leggermente più bassa di me e con mani piccole.
Incantevole, ma non esattamente il tipo di Dom.
 
 
 
 
Mi avvicino e gli arrivo a circa trenta centimetri di distanza.
Ma che fa? Lascia la porta e si mette a ridere?  La situazione è alquanto comicamente imbarazzante.
 
 
 
 
Sorride anche lei e fa per tendermi la mano.
 
 
 
 
“  Ciao, sono Alice Galatti  ”.  Ok, la presentazione che fa tanto colloquio di lavoro potevo risparmiarmela.
 
 
 
 
Ha una buona stretta la ragazza.“ Io sono Matt, Matt Bellamy  ”, le rispondo imitandola.
 
 
 
 
Già, lo so.“ Scusa ma qui il sistema di apertura è un po’ complicato e Dominic non c’è e …  ”.  Io sono cronicamente maldestra.
 
 
 
 
“ Ehm … posso aspettarlo? ”, le chiedo indicando il piano di sopra.
 
 
 
 
“ Si, certo, riscusami. È che non mi aspettavo, si insomma, prego ”. Gli faccio cenno di salire  prima di me.
 
 
 
 
 
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Siamo seduti sul divano.
 Il silenzio  echeggia per tutto l’appartamento.
Sono ormai dieci minuti che io sto qui rigida a fissare il pavimento e lui a guardarsi intorno e a scrollare di tanto in tanto la testa.
Matt fa una faccia buffa: Ali stoppati ,stoppati, stoppati.
 
 
 
 
La seguo anch’io nella sua risata.
 
 
 
 
Io che mi ritrovo a spanciarmi dalle risate con Bellamy:  anche questo va segnalato nelle memorie della mia vita.
 
 
 
 
“ Bene. Siamo partiti col piede giusto, eh? ”, le dico scherzando.
 
 
 
 
“ Direi … ”.
 
 
 
 
“ Tra l’incontro tramite web e questo … ”.
 
 
 
 
“  Già, quella volta è stato molto imbarazzante ”, continuo io secca.
 
 
 
 
“ E Dom mi ha tenuto il broncio per tutta la settimana dopo il suo ritorno ”.
 
 
 
 
“ Ne so qualcosa ”.
 
 
 
 
“ Allora tu sei un’universitaria o sbaglio? ”, faccio io con l’intento di socializzare.
 
 
 
 
“ Studio Medicina. Ti prego, però, di non fare il tipico errore di chiedermi cosa voglio fare dopo perché è una cosa che non sopporto ”.
 
 
 
 
“ Quindi … che vuoi fare dopo? ”, le chiedo stuzzicandola.
 
 
 

Lo fulmino. “ Qualcosa legato alle neuroscienze e ti dico questo solo perché lì dentro, in qualche spigolo del tuo corpo,  c’è una persona con cui avrei voluto parlare da molto tempo ”.
 
 
 
 
È sfrontata e insolente.  Mi ero sbagliato: proprio il tipo adatto a Dom. “  E chi sarebbe questa persona? ”, la incalzo divertito.
 
 
 
 
Ok,  se proprio vuoi giocare … “  Un uomo che con un microfono e una chitarra in mano, a volte anche seduto vicino a un pianoforte,  è capace di cose talmente meravigliose da farmi desiderare intensamente di prenderlo a schiaffi  ”.
 
 
 
 
Rimango bloccato. “ Così mi vorresti prendere a schiaffi … la causa? ”.
 
 
 
 
“ Per dimostrare il mio più puro e sincero affetto ”.
 
 
 
 
“  Ah capisco … ”.
 
 
 
 
 “ Affetto per tutto quello che mi hai regalato insieme agli altri due tuoi amici. Perché, sappilo ”, gli dico alzandomi in piedi e mettendomi davanti a lui che sta seduto con le gambe incrociate, “ la musica che create non è solo musica, come un libro non è solo un libro ”.
 
 
 
 
Prendere nota: violenta e anche intelligente.  “  E allora cos’è?  ”.
 
 
 
 
“ Un lasciapassare  per nuovi  mondi. E ci sono delle poche volte in cui oltre ad essere una lente d’ingrandimento per svariati universi  è anche un passe-partout  per capire di più se stessi. Perlomeno per quanto mi riguarda la musica in generale e la vostra in un modo assolutamente particolare è stata un ottimo adiuvante per il mio personale manuale di vita ”.
Pausa.“ E se pensi che tutto ciò sia melodrammatico, bè lo è perché proviene da me che ho il melodramma nelle viscere, come ti potrà confermare il  tuo amico, e perché è un discorso che mi porto appresso da circa dieci anni  ”.
“ Allora … dicevamo? ”, concludo io fingendo di non aver detto niente.
 
 
 
 
E ci sa fare anche con le parole.  “  E poi circola voce che sono io quello mentalmente strano ”.
 
 
 
 
“ Vedi! Hai trovato una che ti supera ”.
 
 
 
 
“ Alla grande direi ”. Scoppio a ridere.
 
 
 
 
 
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Apro la porta.
Salgo le scale: o Alice parla con qualche amico immaginario o … o sta parlando con un cretino-inopportuno-rompiscatole che conosco da vent’anni.
 
“ Ohilà ”, mi fa Bells agitando la mano.
 
 
 
 
Mi avvicino a Dominic. “  Finalmente, mi sei mancato  ”.
 
 
 
 
Matt: “ Cosa? Mi sembrava di aver colmato la sua assenza o no? ”.
 
 
 
 
Con il preciso intento di sbatacchiare  l’ego del moro e del biondo: “ Mi dispiace ma Dominic è Dominic. Anche se una volta mi ero presa una sana cotta per te ,  te con i capelli blu per la precisione ”.
 
 
 
 
Stop! La lascio per neanche centoventi minuti sola e già è a suo agio con Bells, che di solito, a parte sorrisini e strette di mano, è chiuso come un’ostrica senza perla?
“ Che ci fai tu qui ? ”.
 
 
 
 
“ Come sai sono rimasto tutto solo e dovevamo accordarci per la festa di domani sera  e, tra l’altro, dovevo conoscere assolutamente Alice visto che ho  il cervello ripieno e farcito delle tue chiacchiere ”.
 
 
 
 
Tento di zittirlo con le mie occhiatacce malevole.“ Si come no ”. La verità è che si diverte a torturarmi.
Mi siedo sul bracciolo del divano trascinando con me anche Alice. Le accarezzo i capelli marcando il territorio dispoticamente  affinché Matt capisca che non deve scherzare troppo.
 
 
 
 
Vedo lo sguardo di entrambi.
Io non sono un giocattolo da reclamare.
 Mi schiarisco la voce:  “ Signori, scusate, ma io ho urgente bisogno di cibarmi. Pertanto mi congedo per preparare il pranzo ”.
 
 
 
 
M. : “ Si ,si anch’io ho fame ”.
 
 
 
 
“ Non mi dire che ti stai autoinvitando? Sei proprio una pessima persona ”.
 
 
 
 
M. : “ Veramente è stata Alice ad avanzarmi l’offerta di assaggiare le sue prelibatezze ”.
 
 
 
 
La guardo cercando la conferma alle parole di Bells.
 
 
 
 
“ Bè che potevo fare?  Mi ha quasi supplicata con lo sguardo.  Inoltre il mio incontenibile istinto da fangirl/medico mi spinge a preoccuparmi della dieta alimentare di entrambi  visto che,  a quanto pare,  mangiate solo schifezze ”.
 
 
 
 
“ Tu chiami il caviale o il sushi schifezze? ”, le chiedo.
“ Già … passi per hamburger  e salsine ma il sushi?! ”, rincara la dose Bells dandomi ragione.
 
 
 
 
“ Vabbè non sono proprio delle porcherie ma neanche cibo da ingurgitare quasi quotidianamente. Contenti? ”.


Sorridono entrambi soddisfatti  di aver ottenuto una parziale vittoria sulla sottoscritta.
 
 
 
 
 
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D. : “ Alice ti sta squillando il cellulare ”
 
 
 
 
“ Arrivo solo un attimo … ouch ” .
Porto alla bocca  l’indice della mano destra, semi ustionato dal contatto con la padella bollente, e vedo quei due intenti a sorvegliare il tavolino del salotto, più precisamente  a piantonare il mio cellulare che  continua ad agitarsi.
 
 
 
 
 
D. : “ Fammi vedere che ti sei fatta. Sei proprio una pasticciona!  ”.
 
 
 
 
“ Dai che rispondo io ”, mi dice con voce gentile e sguardo cristallino  Matt.
 
 
“ No, no, no ”.  Mi getto disperatamente nel tentativo di impedirgli di pigiare quel benedettissimo tasto verde.
 
 
 
 
“ He-e-llo … Here is Matt Bellamy ”.
 
 
 
 
 Cazzo, troppo tardi!
 
Gli tolgo dalle mani  l’aggeggio elettronico in questione:  “ Maaaaaaaaa B. finalmente! Già, ti avevo chiamato ma tu non rispondevi. Tutto ok o quasi visto che per venire a rispondere mi sono bruciata l’estremità dell’arto superiore, l’estremità buona per di più. No, non sono nervosa più del solito. È che … è un miracolo che conservi ancora  parte della mia integrità mentale.  No … ma va … ero io che imitavo una voce maschile, era uno scherzo! Ma Bea che accidenti vai a pensare. Si, era quello vero in carne, più del solito, e ossa. Non mi svenire … Lo so che questo va direttamente sul conto delle cose che ti devo pagare e che mi stai odiando profondamente. Ciao B.  Ci sentiamo dopo…ciao…ciao… ”.
 
Chiudo la chiamata e mi giro.
Si stanno azzuffando, non so bene per cosa poi.
Dopo aver esclamato con tutto il cuore,  puntandogli il dito contro,  un“ Bellamy tu non sai quello che fai! ”  faccio finta di niente e spontaneamente come una brava mammina: “ Vado di là. Quando è pronto vi chiamo ”.
Fanno cenno di si con il capo ma sono comunque presi dalle loro discussioni.
Li continuo ad osservare:  il fisico è quello di due uomini belli che maturi ma il modo di porsi, di parlare tra di loro…
 Mi sembrano dei ragazzini che si ritrovano a  fantasticare e discorrere  semi giudiziosamente  sulla vita, futuro e altre cose  di cui ancora non hanno avuto che un insignificante assaggio.
Lo percepisco, lo posso vedere, posso vedere quanto importante siano l’uno per l’altro.
Un  richiamo più forte anche dei vincoli di sangue, anzi un vincolo che va al di là  proprio perché  scelto naturalmente.
“ Forza! Lavatevi le mani e venite subito qui ”, li richiamo all’ordine.
Ma vedi che mi doveva capitare.
 
 
 
 
 
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Premettendo che il capitolo era iniziato in un modo nella mia testa e poi è finito invece in tutt’altra maniera dato che ciò che doveva succedere non è successo lasciando spazio a elucubrazioni impreviste, ringrazio chi continua a seguire questa storia sia in maniera silenziosa che recensendo.
Alla prossima (Salvo impedimenti esterni e interni, spero  di aggiornare presto visto che il capitolo,   in cui succederanno un po’ di cose tra l’altro,  già c’è ).
Grazie ancora.
 
 
   
   
 
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