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Autore: Heart InRussia    05/11/2011    4 recensioni
Prendete la prima serie di Beyblade, togliete Kei come protagonista e metteteci una ragazza in balia degli eventi; poi aggiungete un innamoramento imprevedibile e un'autrice che è alla sua prima fanfiction et voilà!
Otterrete una storia mai raccontata.

Scusate, è già la terza volta che modifico la presentazione alla storia, ma ne volevo una che dasse un'idea della trama.... Che dire? Aspetto i vostri pareri :)!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Yuri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Gli occhi degli spettatori si spostano sull’iceberg nello stadio che inizia ad essere attraversato da crepe sempre più numerose, finchè la massa di ghiaccio si frantuma in migliaia di pezzi lasciando due ragazzi in mezzo allo stadio, esausti, mentre la trottola di uno di loro compie le sue ultime rotazioni vicino al bey dell’altro, già fermo.


Lo stadio è nel silenzio. Gli occhi di tutti stanno registrando cosa è appena successo, cosa significa Wolborg fermo vicino al bey di Takao. E poi un boato. Un insieme di grida, intense, colme di esultazioni e soddisfazione, mentre Takao crolla sulle ginocchia sfinito ma sorridente davanti a un ragazzo che lo guarda tremante di fatica e di paura per cosa dovrà affrontare.

“Signore e signori, ragazzi e ragazze, abbiamo il nome della squadra vincitrice- grida con troppa foga DjMan, cercando di mantenere la calma- e sono i Bladebreakeeers!!”

Kei, Max, Rei e il prof si scaraventano giù dagli spalti, correndo al massimo per arrivare dal loro capitano, mentre Vorkov dall’altra parte grida di rabbia. Nonostante il frastuono ciò che dice arriva sin qui, al lato opposto :”Yuri!”

Non vedo più Takao, non vedo più i ragazzi, il mio campo visivo è ristretto alla figura di un uomo che afferra per il bavero un ragazzo alto almeno come lui che non si regge in piedi per poi tirargli un pugno fortissimo sullo zigomo. Ciò che dice non posso sentirlo ma ciò che vuol dire quell’immagine mi è arrivato benissimo. Mi sento impotente, vorrei gridare ma sono presa dal panico. Devo calmarmi, devo riuscire a parlare, devo lanciare un urlo sopra questa folla perché quell’uomo sta picchiando un suo blader qui davanti a tutti e chissà cosa potrebbe fare giunto al monastero a lui troppo stanco anche solo per parlargli.

La mano del presidente Daitenji si posa sul mio braccio: mi guarda comprensivo per la frazione di un secondo, quindi scende dagli spalti dirigendosi verso quel pazzo. Lo seguo terrorizzata.

La folla si sta diradando, tutti seguono Takao e i suoi compagni che stanno uscendo dallo stadio: in centro a questo, spicca la figura di Vorkov che alterna insulti a minacce verso Yuri, mentre in preda alla collera non smette di picchiarlo.

“Inetto! Ti sei lasciato sconfiggere da un ragazzino di sedici anni! SEDICI ANNI! (Pugno sullo zigomo) Questa è la tua fine, Ivanov! Avresti dovuto sconfiggerlo, avresti dovuto rubargli il bey, fornendomi l’energia di quel dannatissimo bit power, ma NO! Ti sei fatto SCONFIGGERE!”

Altro pugno e Daitenji esclama: “E’ proprio quello che volevo sentirti dire.”

Vorkov si volta, furente: “Se ne vada! Vattene, decrepito!”

“Credo che questo sarà più facile per lei che per me.”

Una squadra di poliziotti si avvicina e blocca il russo. Yuri, che sta perdendo i sensi, si accascia al suolo. Prima che me ne sia resa conto, gli sono corsa incontro afferrandogli una spalla per impedire che cada troppo forte sul pavimento. I suoi occhi semichiusi mi guardano la frazione di un secondo per poi chiudersi. Boris gli arriva vicino e fa cenno a Sergei di aiutarlo a sollevare il corpo. E io rimango lì, inutile, io che non posso seguirli, io che non sono più in quel monastero dove lo stanno aiutando e dove potrei assisterlo. “Lei è in arresto, Vorkov.” Sul volto di quest’ultimo scorrono più emozioni: Sorpresa, stupore, rabbia e rancore. I due ragazzi, nel frattempo, stanno portando il loro capitano fuori dallo stadio. E questa è l’ultima volta che vedo Yuri Ivanov.


“E’ da un po’ che la tenevamo d’occhio, sospettando che avesse in mente qualcosa di disonesto per questa finale. E così era, e lei stesso l’ha confessato qualche istante fa mentre percuoteva questo giovane. In questo momento un’altra squadra sta arrestando il suo complice, Mr. Hiwatari.”

“Ma come… No, non è possibile…” Il presidente giapponese si volta verso di me:” Vai, vai pure a festeggiare coi tuoi amici. Di quel ragazzo ce ne occupiamo noi.”

Mi dirigo verso l’uscita, scossa e sentendomi inutile. Festeggiare, festeggiare cosa se dentro di me mi sento morire? Se devo dare le spalle a chi sta male e non posso soccorrere? Mi preparo a sorridere a Takao che è con gli altri nello spiazzo davanti all’ uscita, mentre reprimo quelle migliaia di lacrime che spuntano sugli occhi.



“Sei stato grande, Takao!” Khris sorride e insieme un po’ piange per la gioia. Abbraccia lui, abbraccia Max lì vicino e poi abbraccia me. Non me l’aspettavo. Il volto sulla mia spalla, continua a piangere. E’ davvero contenta di questa vittoria, le fa onore. Ma non accenna a smettere, è scossa dai singhiozzi. “Dai, è tutto a posto” mormoro, anche se sinceramente non mi aspettavo una reazione così commossa e non so cosa fare. Non si calma, inizia a respirare a scatti, proprio come quando uno piange seriamente e non riesce più a parlare. Qualcosa non va. “Khris, va tutto bene?” Si stringe a me, come se volesse dirmi qualcosa, ma non smette. “ SMETTILA!” Cerca di calmarsi, lo sento, ma non riesce. Ora basta. Non ci capisco niente. La afferro per le spalle, la guardo in volto e mi manca un respiro: la consapevolezza che sia successo qualcosa di grave giunge accompagnata da un senso di terrore.

“Yuri…” mormora, “Yuri…”

“Cos’ha Yuri?”

“Vorkov (respiro) l’ha-l’ha quasi ammazzato (respiro, respiro) prima di essere a-a-arrestato e-e ora non so neanche se è vivo o che… Kei!”

Mi abbraccia ancora, mentre mi rendo conto di cos’ha detto. Hanno arrestato Vorkov? E lui deve aver picchiato Ivanov… Pazzo! Era esausto, sfinito! Tipico da parte sua! Una cosa è certa, anche se non ci capisco niente: lei non può stare qui, deve andarsene a casa.

“Max, accompagno Khris a casa, torno subito” “Ok”


E poi mi passa un braccio per la vita, conducendomi lontano da ‘sto casino, da questa folla che non riesco neanche a distinguere, questi volti offuscati dalle lacrime. Meno male che c’è Kei.

*

“Adesso rimani qui e cerca di calmarti” Dice secco lasciandomi seduta sul divano. Come potrò calmarmi se là fuori c’è un ragazzo più morto che vivo?

“Va bene.”

Una volta uscito inizio a pensare cos’è successo: non mi aspettavo che vederlo stare male mi sconvolgesse così tanto… Eppure pensare che Vorkov avrebbe potuto andare avanti a picchiarlo… Avrebbe potuto ucciderlo! Il pensiero mi scaraventa in un vortice di paura ed angoscia.

Perché?

Me l’ero promessa, avrei dovuto non pensarci più. E devo non pensarci più! Devo andarmene in fretta, dimenticarlo. Del resto lo lascio in buone mani… almeno credo. Oh, come vorrei essere lì ad assisterlo, invece che stare qui inutilmente! Come potranno aiutarlo, in quel monastero senza infermeria?

E se davvero mi sto preoccupando troppo, che fine farà ora che non c’è Vorkov? Forse se ne potrà andare? Ma dove? Chissà se ha dei genitori ad aspettarlo e dove sono…

Ma che m’importa! Se la saprà cavare… Sì, se la saprà cavare, che io sia lì a seguire cosa fa o no! Stare nella sua stessa città non può che farmi soffrire, stare qui mi ricorda lui… Non avrei dovuto affezionarmi a Yuri così tanto. Affezionarmi? Devo essere sincera con me stessa: ci penso troppo, il mio umore dipende troppo da lui… direi che ne sono innamorata persa. Per questo devo andarmene, per non soffrire ulteriormente... Eppure solo di amore deve trattarsi, non ci sono altre spiegazioni per giustificare la tenerezza con cui ripenso ai momenti passati al monastero… Davvero, che ingenua sono! Si è comportato con me in maniera normale, come il compito affidatogli da Vorkov gli imponeva!

Bè tranne quella sera in cui quasi ci siamo baciati… Solo a ripensarci mi viene una fitta allo stomaco e mi sento avvampare le guance…Potessi tornare indietro… invece no, tutto è iniziato e finito in quei pochi secondi!

Quanto può essere crudele ricordare….

La verità è che quel ragazzo è troppo lontano da me, legato a quel monastero, irraggiungibile… Devo andarmene per dimenticarlo...Ma di una cosa devo accertarmi: devo sapere che sta bene e che ha ripreso i sensi. Chiederò a Kei quando torna o magari controllerò sul giornale di domani… Pensare a lui mi ha tranquillizzata, come mi ha resa calma il chiarire tra me e me le cose e decidere di andare…è la soluzione migliore. Chiudo gli occhi sentendomi avvolgere da un morbido torpore, scivolando verso sogni che, come da già tre notti ormai, mi faranno rivivere i momenti passati con la persona che più amo e più vorrei allontanare da me.


Se è ancora nella tua mente è ancora nel tuo cuore”

(P. Cohelo)




Boris

Immagina che nel momento peggiore della tua esistenza la figura che ti ha sempre guidato svanisca dalla tua vita. Non possa più esserci, parlarti, prendere in mano la situazione.

Immagina di esserti allenato con Yuri Ivanov per giorni e giorni in allenamenti che hanno sfibrato il tuo corpo, facendoti arrivare a fatica fino al letto la sera. Di aver combattuto una partita durissima alla finale mondiale sapendo che per te è finito il lavoro e lui si sta allenando come un animale in vista dell’ultimo scontro. Ora, immagina che questo sia il più duro di tutti, in condizioni tremende, a temperature bassissime e contro il futuro campione del mondo che tiene testa per un’eternità. E vince. E tu vedi il capitano che rimane con la sola forza che gli rimane per respirare. E poi vedi Vorkov, che di umano non ha proprio niente, accanirsi contro di lui, assestandogli colpi che stenderebbero anche un uomo nel pieno della salute. Che faresti?


Io mi sono sentito morire.

Poi l’ho visto accasciarsi e lì… lì veramente ho pensato al peggio. Una ragazza che era con Daitenji lo ha afferrato prima che colpisse il pavimento. Ma lui era lì, inerme, immobile. Come morto.

Non l’ho mai visto così. Non si è mai mostrato debole, non ha mai vacillato.

Da qualche parte lontanissima ho sentito Vorkov gridare. Se avessi potuto mi sarei messo a urlare anch’io.


Mentre con Sergei trasportavamo il corpo verso il monastero non osavamo neanche parlare. Anche se la testa stava per esplodere per le mille e più domande che vi pulsavano. Avevamo in mano l’ultima fragilissima scintilla di vita di Yuri Ivanov e c’era da aver paura che anche un suono potesse spezzarla. Per fortuna che il monastero è lì vicino. Sembrava un funerale per il silenzio e il clima che c’era tra noi. E una volta entrati, una volta posato Yuri sul suo letto è iniziata la parte peggiore. Quella delle domande. Quella del “E ora cosa facciamo?”


Ringraziando il Cielo, Ivan era nel monastero e lui sa medicare o comunque sistemare il ghiaccio e bendare le ferite. Non c’è stato neanche bisogno di chiamarlo, quando ci ha visti arrivare ci è subito venuto incontro con il materiale essenziale.

“Dovremmo chiamare l’ospedale” ha mormorato mentre asciugava il viso di Ivanov pulendolo dal sangue.

“Sei pazzo?- E’ intervenuto Sergei-se lo vedono in queste condizioni faranno domande… Magari chiamano la polizia… Se Vorkov lo viene a sapere….Dovremmo fare il suo nome e… No no no…”

Che prospettiva agghiacciante. Non oso neanche pensarci. Ma Vorkov… “L’hanno arrestato, sapete?”

Ivan mi guarda incredulo. “Sì, sì-conferma Ser- E’ vero, è successo mentre eravamo lì noi! Glielo stava dicendo il tipo giapponese….”

“E’ troppo bello per essere vero. Non ci credo.”

“Giuro! L’unica cosa è … Che fine farà il monastero?… E’ suo, no?”

Il clima si appesantisce di domande inespresse e una notizia bella come quella dell’arresto in effetti è troppo bella per essere reale. Non riesco a realizzare. E’ troppo bella e rivoluzionaria insieme. Non siamo ragazzi che esultano o sperano o fanno progetti. Siamo ragazzi vissuti nella paura, cauti e realisti

Che ne sarà di noi? Guardo Yuri, immobile. Che ne sarà di te, compagno?

E’ il nostro pseudo-medico il primo a parlare, una decina di minuti dopo: “Ragazzi io più di così non posso fare. Ormai il danno è stato fatto e noi non possiamo intervenire in nessun modo. Spero solo- gli manca la voce per un istante-che abbia la forza per superare tutto quello che ha passato oggi. O ce l’ha lui o nessuno può dargliela. Aspettiamo stasera per vedere se migliora.”

Silenzio. Silenzio di piombo. Si deposita proprio in fondo ai polmoni e d’improvviso respirare diventa più faticoso di quanto lo sia mai stato prima.

“E noi?”

“Non lo so, Ser, non lo so. Non so più niente.” E lasciandosi cadere si siede con le spalle appoggiate all’armadio.

Non abbiamo il coraggio di guardare lui sul letto. Non abbiamo il coraggio di lasciarlo solo. Non abbiamo la forza di farci domande e pensare alle risposte. Non abbiamo una sola certezza su cosa succederà ora.

Non abbiamo più niente.



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Eccomi qua!! Capitolo un po’ più lungo del solito, è vero, però era da un po’ che non scrivevo più niente e poi non volevo separare le diverse visioni di Khris e di Boris…. Sinceramente spero che non siate arrivati annoiatissimi a fine capitolo perché le trovo importanti tutte e due.

Ma veniamo a noi! Ho due notizie, una buona e una cattiva:

La buona è che non mancano molti capitoli alla fine della storia e siete ancora in tempo per segnalarmi errori o suggerirmi quello che volete;

la cattiva è che non mancano molti capitoli alla fine della storia!! Postarli mi mancherà un sacco T.T!!

Vabbè vabbè del resto dovevo saperlo che prima o poi sarebbe finita, i ragazzi sarebbero tornati in Giappone ecc. ecc. ecc.

Se oggi non sono loquace come al solito ( I lettori alzano gli occhi al cielo e ringraziano) è perché sono presissima dalla scuola…. Non so come stia andando a voi, ma a me il liceo sta letteralmente sottraendo ogni briciola di energia! Spero che a voi ne sia rimasta abbastanza per essere arrivati a leggere fin qui aspetto i vostri pareri (ultime settimane per darli!!) che danno valore al questo lavoro e mi gratificano sempre…


E a chi mi scrive

Chi legge

Chi mette nelle seguite

Grazie!


  
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