Ciao e
ben
ritrovati per questo secondo capitolo. È vero che ho detto
che posterò ogni due
settimane ma non posso di certo lasciare tutti con così poco
per quindici
giorni. Gustatevi il capitolo che presenta il primo gruppo di
“eroi”^^.
Buona
lettura.
ROMA
Ci troviamo nella città
eterna, è quasi mezzanotte e
la luna quasi piena risplende nel cielo stellato.
In un appartamento entra una coppia di giovani
ragazzi, appena conosciutasi in discoteca e desiderosa di appartarsi.
Lui è un trentenne, robusto e basso, gambe storte e sa
di sigaro di qualità scadente; lei ha quasi dieci anni in
meno di lui: alta,
snella e molto formosa; i suoi lunghi capelli neri le cadono sugli
occhi.
“Ti piace il mio appartamento” dice lui con tono
mieloso.
Lei gli è di spalle e rimane in totale silenzio, quasi
come se fosse in trance; l’unica cosa che fa è
lasciar scivolare il suo
cappotto sul pavimento, mostrando il suo prosperoso petto coperto da un
abito
nero che mette in risalto la sua pelle bianca come il latte.
“Wow! Sei splendida piccola” e
l’abbraccia da dietro,
facendole scappare un sospiro “Non conosco nemmeno il tuo
nome, ma da quando ti
ho vista ho capito subito di poter condividere molto con te”.
Il suadente momento viene
interrotto da un rumore
improvviso: un forte tonfo proveniente dal divano in penombra fa
sussultare
l’uomo.
“Chi va là!” dice col cuore che gli
batte a mille.
“Che scena patetica!” dice una voce maschile
divertita
“Uno stupido vecchio incapace di distinguere il vero dal
falso”.
Seduto sul divano, c’è uno strano ragazzo: alto 1,
87,
interamente coperto da un giubbotto di pelle nera che impedisce di
vederne il
fisico; ciò che risaltano sono i suoi capelli, ritti e neri
come la notte,
attraversati da una strana striscia dorata; il suo volto ambrato
è leggermente
appuntito e un paio di occhiali da sole della CK coprono i suoi occhi.
“E tu chi sei?”
chiede l’uomo innervosito “Questa è
proprietà privata!”
“Levati di mezzo umano!” ordina secco “a
meno che tu
non voglia diventare uno schifo di ghoul” e senza aspettare
una risposta,
estrae una lunga pistola argentata dal giubbotto e la punta verso la
coppia.
“Aspetta! Aspetta!” dice lui terrorizzato mentre la
donna rimane immobile.
“Sparisci scherzo della natura!” e la pistola spara
un
colpo che trapassa la fronte della ragazza e lasciando un enorme foro.
Una scia di sangue bagna il
pavimento, ma il corpo non
fa in tempo a toccare terra che diventa cenere.
“M-Ma che…” balbetta l’uomo e
si volta verso lo
sconosciuto, ma incredibilmente di lui non c’è
più traccia.
All’esterno
dell’abitazione, delle macchine sono
appena giunte e dei militari accendono nell’edificio, mentre
il misterioso
ragazzo esce con sguardo annoiato.
Passa di fronte a una macchina e il finestrino si
abbassa e, continuando a camminare, dice: “Obiettivo
eliminato! Rientro alla
base” a va via.
DUE GIORNI
DOPO
CITTADINA IN PROVINCIA DI’ LATINA.
Una ragazza sta scappando
completamente a perdifiato
per le vie deserte. I suoi capelli castani rossicci sembrano un debole
fuoco
che sta per estinguersi mentre continua a scappare senza voltarsi.
Non ha nemmeno 20 anni eppure la paura le ha fatto
perdere ogni speranza di salvezza.
Senza sapere dove andare, si dirige verso il parco.
A due kilometri dalla cittadina
è appostato un
campo-base dei militari che cercano di trovare una spiegazione a
ciò che sta
avvenendo.
“Come è stato possibile” fa un uomo alto
e magro di
circa quarant’anni “Le comunicazioni con la squadra
di soccorso si sono
azzerate di botto. Che accidenti è successo”.
“E’ da quando è stato eletto il nuovo
sindaco che
continuano a sparire persone” un altro uomo è
completamente rannicchiato su se
stesso e con indosso la divisa della polizia “Quello non
è un uomo: è un
mostro”.
“Precisamente!” una voce femminile fa sobbalzare i
tre
uomini.
“Chi è?” chiede il primo.
La tenda viene scostata e, in tutta la sua autorità,
fa il suo ingresso una donna accompagnata da un uomo vestito da
maggiordomo.
La donna in questione è
alta, vestita con una giacca
nera, completamente chiusa che non mette in evidenza le sue forme, un
pantalone
di lino nero le copre le gambe e dei mocassini del medesimo colore
terminano il
suo vestiario.
Il suo volto olivastro è messo in risalto dagli occhi
azzurri e molto seri e dai capelli di un curioso arancio chiaro che le
arrivano
lisci fino alle spalle. Ha poco più 30 anni, ma la pelle
levigata la fa
sembrare molto più giovane.
L’uomo invece sembra
avere quasi cinquant’anni, resi
abbastanza evidenti dal viso scavato, ma i suoi occhi azzurro scuro
sono vispi
e attenti ad ogni dettaglio, mentre i capelli biondi sono legati con
una coda
di cavallo dietro la schiena.
“Ma lei è…” fa il maresciallo.
“Nadia, Maria Michela Versetti: capo del reparto
Misteri di Roma” si presenta la donna “Lui invece
è il mio segretario, Alan
Luxor” il biondo fa un riverito inchino.
“Che cosa è venuto a fare qui il capo del reparto
Misteri?” chiede poco convinto il maresciallo.
“Mi sembra ovvio: a sistemare la faccenda” risponde
la
donna “Il Presidente della Repubblica ci ha ordinato di
venire qua e gettare
l’immondizia che avete problemi a togliere” e
sorride divertita.
“Il Presidente ha ordinato questo? Ne ha
l’autorità!”
chiede il maresciallo.
“Certo che ce l’ha e adesso ordinate il ritiro
immediato, le nostre forze sono già in movimento”
ordina.
“Già in movimento? Quanti sono!” chiede
il maresciallo
mentre si asciuga il sudore con la manica.
La donna si fa porgere un sigaro dal suo segretario e
lo accende: “Uno! Ma credetemi: neanche un esercito potrebbe
fermarlo”.
“Cosa?” fanno i tre uomini.
“Quel paese è diventato la tana di un
vampiro” spiega
la donna “Quel bastardo ha cenato con tutta la sua
popolazione, trasformando
ogni abitante in un Ghoul, una creatura senza vita simile ad uno zombi
e fedele
al suo padrone. L’agente che abbiamo mandato è
l’ideale per esseri come
questi”.
Camminando nelle piazze deserte
della città, il
misterioso ragazzo vestito di nero avanza verso il parco poi si ferma
e, con un
sorriso compiaciuto, ammira la luna piena.
“Ah che luna magnifica!” dietro le lenti dei suoi
occhiali da sole gli occhi brillano famelici “E’ in
notti come questa che
desidero davvero mangiare carne viva” e riprende a camminare.
La ragazza dai capelli rossi
continua a scappare: nei
suoi occhi castani si può vedere la paura generata da
ciò che aveva visto; la
sua pelle chiara è cerea e non accenna a riprendere colore.
A un tratto sente un fruscio alla
sua destra e si
ferma: una signora sta avanzando lentamente verso di lei. La pelle
è
cadaverica, gli occhi senza vita e la bocca è spalancata e
piena di zanne che
bramano carne.
Nella mano la ragazza ha una pistola che ha preso
nella tenda: l’alza tremante e la punta verso
quell’essere che aveva
completamente perso ogni traccia di umanità.
“Non è umana!” pensa “Non
è niente che possa essere
scientificamente spiegato”.
Mentre pensa questo, una mano trapassa il petto del
mostro facendolo sparire in una nuvola di polvere.
Davanti alla ragazza è apparso uno strano ragazzo
più
o meno della sua età.
“Magnifica serata, non trova signorina!” con un
sorriso fa un leggero inchino “E’ in notti come
questa che ho voglia di
mordere”.
“Non ti avvicinare!” puntandogli contro la pistola
“Tu
non sei umano!”
“E tu sei troppo giovane per fare lo scienziato” fa
lui con un sorriso mentre si avvicina.
Presa dalla paura, la ragazza spara
colpendolo alla
spalla sinistra ma lui non cade anzi ride divertito.
“Non è umano!” fa spaventata
“NON E’ UMANO” e fugge
addentrandosi nel parco.
“Che coraggio!” il misterioso ragazzo è
sempre più
divertito mentre la ferita si richiude “Ha avuto il fegato di
sparare a una
creatura della notte”.
La ragazza continua a scappare: il
suo cuore batte
all’impazzata e non riesce a fermarsi.
Malgrado la giovane età,
la ragazza è una
specializzanda in Chimica applicata: come la sua defunta madre, aveva
sempre
adorato le materie scientifiche e, dopo essersi diplomata col massimo
dei voti
con un anno di anticipo, era entrata in una prestigiosa
università privata e
aveva dato prova della sua bravura.
Era riuscita a inserirsi in un team di esperti,
mandati in quel luogo per analizzare uno strano morbo, ma poco dopo il
loro
arrivo, erano stati attaccati dagli abitanti della cittadina diventati
zombie o
qualcosa di simile; lei era l’unica ad essere ancora viva e
cercava di
salvarsi, ma come avrebbe fatto?
“E’ un
po’ tardi per uscire da sola mia cara” fa una
voce.
La ragazza si trova davanti un uomo alto, vestito con
un abito grigio chiaro su cui è riportata una fascia col
tricolore, macchiata
di sangue, mentre il suo volto è coperto dalla penombra del
posto.
“Signor sindaco!” fa la ragazza recuperando un
po’ il
respiro “Allora è vivo! Come ha fatto
a…” ma le parole le muoiono in bocca.
Il fantomatico sindaco esce alla
luce della luna,
mostrando un aspetto che non ha nulla di umano: i suoi occhi sono rossi
e
famelici, la sua bocca è contorta in un diabolico sorriso e
dalle labbra
macchiate di sangue escono due lunghi canini.
“La domanda giusta, mia cara, è chi ha fatto
questo” ghigna
lui mentre si avvicina famelico a lei.
“Stia indietro!” urla la ragazza, puntando la
pistola
in avanti.
“Mia cara, pensi davvero che basti così poco ad
uccidermi? Su vieni tra le mie braccia” e, tesa la mano e una
forza spinge la
rossa verso di lui “Brava
bambina” e la
prende in braccio.
La ragazza non riesce a muoversi: il suo cervello non
risponde agli stimoli.
“Tu non sei umano!” dice con un flebile tono di
voce.
Il mostruoso sindaco ride: “Ciò che voglio sono
solo
dei servi fedeli, che mi obbediscano in eterno, ma tu sei speciale
ragazzina” e
le palpa il seno morbido e sodo mentre sente la pelle sotto la
camicetta
tremare “Il tuo sangue è ancora puro: sarebbe un
peccato sprecarlo. Per questo
lo berrò molto lentamente mentre penetrerò le tue
carni, privandoti della tua
vita”.
“Che piano!”
dice una voce sarcastica e il misterioso
ragazzo fa la sua comparsa.
Il sindaco alza di scatto la testa e fissa irritato il
nuovo arrivato: “E tu chi sei maledetto seccatore?”
“Non ti vergogni?” dice l’altro senza
nemmeno
rispondere “Vai in giro vestito con la fascia da sindaco,
quando non ti sei
nemmeno candidato. Sei solo spazzatura e come tale devi
sparire”.
“Sparire?” il sindaco scoppia in una maligna risata
“Quello che sparirà sarai tu moccioso
impertinente” e dopo aver schioccato le
dita della mano libera…
Intorno al ragazzo in nero esce un manipolo di zombie
armati di pistole, fucili, mitra tutte puntate su d lui.
“Te lo ripeto un’ultima volta mocciosetto: chi
sei?” e
alza una mano.
“Un vampiro di infima
classe pensa di potermi dare
ordini? Divertente” si limita a rispondere con un ghigno
provocatorio.
“Mi hai seccato! MUORI!” e abbassa la mano.
“NO!” grida la
ragazza con tutto il fiato che ha in
corpo.
Ma le creature non l’ascoltano e aprono il fuoco,
crivellando il ragazzo che, con un ghigno,
rimane in piedi per diversi secondi, finché un
proiettile non gli
trancia una gamba facendolo cadere in una pozza di sangue.
“Hai avuto la fine che ti meritavi verme” ride
malignamente il vampiro.
“Ah! Ah Ah Ah!”
anche se ridotto il quello stato, il
ragazzo ride e, poco dopo una colonna di polvere dorata parte dal suo
corpo
verso il cielo.
“Un
licantropo!” fanno increduli i tre uomini
strabuzzando gli occhi.
“Esatto!” Nadia
mantiene la sua calma “L’ufficio
Misteri del nostro paese combatte da secoli le creature della notte, ma
un
umano è troppo debole per combatterle. Per questo: ne
abbiamo selezionate
alcune e le abbiamo legate alla nostra organizzazione. Quello che
adesso sta
facendo il lavoro è il più pericoloso di quelli
che abbiamo: il più agguerrito
e feroce, temuto persino dai suoi simili.
Lui è un nero notte che
sta all’apice della gerarchia
della loro razza e per questo è uno dei capobranco
più letali. Il suo nome è
Sauron Folgore Sandtimes”.
Il corpo di Sauron si alza mentre
tutti i segni delle
pallottole spariscono.
“Simili pallottole non possono uccidermi” ghigna il
licantropo mentre i suoi occhi gialli fissano feroci la sua preda.
La colonna sparisce e Sauron estrae da dentro il
giubbotto una lunga pistola argentata con una scritta nera sul dorso e
spara
verso gli zombie disintegrandoli uno dopo l’altro.
“Ma che diavolo di
pistola è?” fa il vampiro a bocca
aperta.
“Si chiama
Fenrir” risponde Sauron “Forgiata con
argento benedetto; una trenta millimetri che è pronta a
farti saltare in aria
la testa” e la punta verso il vampiro.
“Non lo farei fossi in te!” il vile mostro usa la
ragazza come scudo “Altrimenti ucciderai anche lei:
è l’ultima sopravvissuta di
questa inutile cittadina, non vorrai mica farla morire. Avanti lasciami
andare:
tra creature della notte ci possiamo capire no!”
“Signorina!” il
Sandtimes ignorando completamente le
parole del vampiro si rivolge alla rossa “Adesso
sparerò all’altezza del tuo
polmone destro e ucciderò questo lurido verme. E’
scontato che morirai ma se ti
offrissi una seconda chance, tu l’accetteresti?”
“Che diavolo stai dicendo maledetto!” sbraita il
vampiro “Non vorrai mica…”.
“Silenzio non sto parlando con te” lo zittisce il
licantropo e poi si rivolge nuovamente a lei “Allora
signorina: ti fidi di me?
Vuoi seguirmi e correre libera?” e la fissa intensamente.
La ragazza si sente attraversare da parte a parte da
quegli occhi gialli che la guardano penetranti. Alla fine annuisce.
“Ottima scelta!” Sauron sorride e spara.
BANG!
Il petto della ragazza viene
squarciato da un enorme
buco che l’attraversa, facendo saltare le budella del vampiro
che aveva dietro
obbligandolo a lasciare la presa.
Mentre il corpo di lei si accascia agonizzante al
suolo, il licantropo affonda la mano nel petto del vampiro che sparisce
con un
urlo agghiacciante.
In un mare di sangue, la ragazza
respira a fatica e
sente la vita scivolare via dal suo corpo.
“Mi dispiace!” dice Sauron mentre le si avvicina
“Questi proiettili lasciano un gran buco”
s’inginocchia e la prende tra le sue
forti braccia “Tuttavia non morirai. Sei stata coraggiosa
ragazza e una volontà
simile non se ne va nemmeno di fronte alla morte” e avvicina
le labbra al
mento, leccando il sangue che lo sporca
“Delizioso!” e, con occhi avidi,
avvicina i denti alla spalla, ma si ferma “Di solito, in
momenti come questo,
si chiudono gli occhi”.
La ragazza, inebriata dagli occhi di quella creatura e
ormai vicina alla morte, sorride dolcemente e li chiuse.
“E’ davvero una notte magnifica!” sorride
lui mentre
apre la bocca e affonda le zanne nella spalla della ragazza.
In quel momento una sensazione che non aveva mai
provato, le travolge tutto il suo corpo: invece del dolore, percepisce
un
piacere indescrivibile che aumenta sempre più man mano che i
denti di lui
affondano nelle sue carni.
“Io sono Sofia
Rossi” riesce a dire mentre sta per chiudere
gli occhi.
Le zanne del licantropo si staccano
dalle sue carni e,
con le labbra sporche di sangue, la fissa con degli intensi e
penetranti
smeraldi: “Io sono Sauron Folgore Sandtimes. Benvenuta nel
mio branco!” e le
sfiora le labbra con un bacio.
In quel momento la ragazza perde i sensi e sprofonda
nell’oscurità.
ALCUNI
GIORNI DOPO, VIA TIBURTINA N. 106.
Sofia si sveglia di scatto e si
mette a sedere.
“Era un sogno?” si chiede ansimante, poi si guarda
intorno.
Si trova in una stanza chiusa da un
muro giallo ocra,
arredata con mobili antichi e con un lungo tappeto nero che
l’attraversa tutta;
al lato destro c’è un armadio e, poco
più in là una porticina di legno di
quercia che porta, probabilmente in bagno.
La ragazza ha un sussulto e alza leggermente la
maglietta del pigiama per controllare: “Non
c’è! Meno male, però!” poi si
sente
osservata.
Seduto su una sedia, si trova Sauron che la guarda
divertito.
“AAAAAAAAAAAAHHH!”
grida la ragazza alzando le braccia al
cielo.
“Ben
svegliata”, dice tranquillamente mentre la fissa
con i suoi occhi penetranti “Come ti senti?”
La ragazza non riesce a rispondere, tanta è la paura.
“A parte lo spavento, direi che sta bene!”
esordisce
un’altra voce proveniente dall’ingresso.
La ragazza si volta in direzione della porta e vede
Nadia seguita dal fedele Alan. Nel vedere la donna dai capelli
arancioni, il
suo sguardo cambia.
“Ma lei è Nadia Versetti!” dice la
ragazza.
“Vedo che mi conosce
signorina” dice la donna con un
sorriso “Ti do il benvenuto: da questo momento, sei
ufficialmente un membro del
dipartimento dei Misteri d’Italia. La nostra missione
è braccare e uccidere
tutte le creature non umane che infestano questo mondo.
Come avrai capito non tutte le creature della notte
diventano carne da macello. Te compresa abbiamo con noi cinque
licantropi che
ci sono fedeli e collaborano nella caccia dei loro simili e di altri
mostri. Ci
sono due regole che devi rispettare: resta fedele al branco e non
attaccare gli
umani altrimenti sei fuori! Adesso devi solo fare la conoscenza degli
altri
compagni e poi sarai a posto”.
Alan si avvicina al letto e, dopo aver fatto un
inchino, porge alla ragazza un pacchetto di carta:
“E’ un piacere conoscerla
signorina Rossi, io sono Alan Luxor. Per qualunque cosa riguardante la
casa,
chieda a me. Questo è il nostro regalo spero le
piaccia”.
Con un sacco di domande nella testa
ma non sapendo da
dove iniziare, Sofia prende il pacchetto e lo scarta trovando un
giubbotto di
pelle nero con un paio di occhiali da sole e una tessera di
riconoscimento.
“Il resto del vestiario lo troverà dentro
l’armadio”
continua il biondo.
“Adesso alzati” dice Sauron “Vieni con me
a visitare
la tua nuova casa”.
“La mia nuova casa?” dice lei.
“Ufficialmente sei morta in quella cittadina a causa
del virus che ha decimato la popolazione” dice Nadia
rispondendo alla sua muta
domanda “La tua famiglia è già stata
informata”.
“Cosa!” fa la
ragazza alzandosi di scatto “Ma non è
vero! Io non sono morta, sono solo…”
“Diventata un licantropo” termina Sauron mettendole
una mano sulla spalla “Sei diventata una creatura della notte
e una delle più
pericolose”.
“Non potrei mai fare del male alla mia famiglia!”
dice
la ragazza adirata.
“Ora che sei cosciente si, ma quando ci sarà il
prossimo plenilunio ti trasformerai in una bestia assetata di sangue e
ucciderai chiunque ti capiterà a tiro. Finché non
imparerai a domare la bestia
che hai dentro, dovrai restare vicina al branco e questo è
tutto”.
La ragazza avrebbe voluto
ribattere, ma capisce che
quel misterioso moro ha ragione e niente avrebbe cambiato la sua
condizione.
Forse avrebbe fatto meglio a morire per davvero.
Capendo cosa sta pensando, il moro le sfiora una
guancia: “Hai scelto di vivere e adesso hai la
possibilità di ricominciare
daccapo. Non c’è vergogna a essere un mostro:
ciò dipende da cosa deciderai di
fare con il tuo nuovo potere. In qualunque caso il branco ti
sarà sempre
vicino”.
Sofia alza gli occhi e si trova nuovamente davanti a
quegli smeraldi che la penetrano nel profondo.
Non ha mai visto degli occhi così belli e penetranti
come quelli: è una sensazione nuova per lei.
Un intenso calore la pervade e sente un forte istinto
mai provato: essere presa da lui.
“Sauron, portala in giro per il palazzo” ordina
Nadia
“E’ sotto la tua
responsabilità” ed esce seguita dal biondo.
“Non si preoccupi mia signora” e fa un inchino, poi
si
volta verso la rossa “Avanti cambiati! Non vorrai mica
andartene in giro in
pigiama”.
La ragazza si guarda poi alza lo
sguardo verso il suo
interlocutore e arrossa.
“Che c’è?” chiede Sauron.
“ESCI DA QUI!” grida Sofia.
“Perché scusa?” fa lui, poi capisce e si
volta.
“Non mi fido di te, spione!” dice lei.
“Se avessi voluto vederti nuda, l’avrei
già fatto”
risponde Sauron “Ti sto vegliando da quasi una settimana e
non ho mai avuto
simili pensieri”.
La ragazza diventa paonazza: il
solo pensiero di
essere stata sotto quello sguardo per così tanto tempo la
sta facendo
emozionare.
Per non farsi vedere in quello stato, Sofia apre
l’armadio, prende le prime cose che le capitano e si chiude
in bagno.
“Sei davvero timida signorina” sghignazza Sauron
“ma
presto ti passerà”.
“Non provare a spiare!” dice la ragazza
dall’altra
parte.
“Non sono il tipo da fare simili cose!” ribatte.
“Non prendermi in giro!” sbraita lei “Voi
licantropi
pensate solo a due cose: mangiare e accoppiarvi. Scommetto che stai
pensando a
qualcosa di perverso”.
“Se fosse come dici tu, ti sarei saltato addosso sin
dall’inizio, ma non l’ho fatto. E poi
perché hai usato il termine,
“siete”’?
anche tu sei un licantropo: quindi ti sei autoffesa” e
giustamente ha ragione.
La ragazza non risponde e, per
alcuni minuti non si
sente volare una mosca, poi la porta si apre ed esce: sfoggia un paio
di jeans
neri e una camicetta di seta verde scuro molto aderente mentre i piedi
sono
scalzi.
“Niente male!” dice Sauron mentre la osserva.
“Non prendermi in giro” fa lei scostando lo sguardo.
“Non fare la preziosa: non è il caso”
poi si avvia
all’ingresso “Seguimi, ci sono molte cose da vedere
qui”.
La ragazza viene accompagnata per
l’edificio e vede
numerose cose di cui non avrebbe mai sospettato l’esistenza.
“Senti, posso sapere dove siamo esattamente” chiede
Sofia.
“Siamo in via Tiburtina al numero 106” risponde
tranquillamente lui senza voltarsi.
Sofia si blocca di colpo: “Siamo nella casa che viene
definita Il maniero del mostro!”
“Esatto mia cara” risponde Sauron voltandosi verso
di
lei “Qui è dove noi licantropi viviamo da diverse
centinaia di anni, ecco
perché la nostra umile casa è chiamata
così, ma non temere: non mordiamo; non
molto almeno” e la guarda negli occhi.
Di fronte a quegli occhi, la ragazza sente perdere
ogni certezza: vorrebbe tuffarsi nella loro immensità e
sentirne il calore.
Lentamente si avvicina a lui come in trance e avvicina
il viso al suo e lui rimane immobile.
“PISTAAAA!”
Grida
una voce
e poco dopo si sente uno schianto a nemmeno un metro di distanza dai
due.
“Ehi! Ma che è successo!” chiede lei
spaventata.
“Ti dispiacerebbe lasciarmi: non sento più il
braccio”
dice Sauron.
Che cosa è successo? La ragazza si era spaventata a tal
punto da avvinghiarsi con tutta la sua forza al braccio del Sandtimes,
inoltre
gli aveva afferrato la vita con le gambe.
La ragazza rossa in viso lo lascia.
“AHIO! Che dolore!” fa una voce roca e dalla
polvere
esce un gigante di colore altro quasi due metri: i muscoli definiti e
scolpiti
al millesimo sono messi in maggiore evidenza da una canottiera nera e
le parti
intime sono coperte da dei boxer bianchi; a parte questo non ha
nient’altro
addosso.
“Raizee!” esclama Sauron con una mano sulla faccia
“Quante volte ti devo ripetere che prima o poi farai del male
a qualcuno”.
“Avanti fratello! Non sono il tipo che si fa male per
così poco” risponde il gigante.
Poi nota la ragazza e avvicina il naso verso di lei
“Dunque sarebbe lei la nostra new entry?”
“Hai indovinato” risponde Sauron “Sofia
Rossi ti
presento Raizee Brutan, lui è uno dei membri del
branco”.
“Piacere” dice timidamente.
“YO sorella molto lieto” e alza il pugno
“Tra fratelli
ci si saluta battendo il pugno”.
La ragazza lo fissa col tic e, dopo aver osservato
Sauron, colpisce l’enorme mano di Raizee.
“Oh Yeah! Ho
conosciuto una nuova ragazza e adesso sono pronto per andare a fare
mattanza”
e si mette in una posizione ridicola: alza il braccio destro,
appoggiandoci la
testa, mentre il sinistro si chiude all’altezza del gomito e
per finire stira
completamente il corpo “SUPEEEEER!”
La ragazza osserva la scena senza parole: “E quello
sarebbe un licantropo?” ha fatto una brutta copia della
mitica posa di Franky
di One Piece^^
“Si lo so sorella, sono troppo fico, vero?” il
gigante
si vanta tutto.
“Sei tremendo amico mio” fa sconsolato il moro
“Adesso
va a metterti qualcosa addosso e raggiungici in soggiorno”.
“Ok capo!” fa il gigante messosi
sull’attenti “Prima,
però vorrei chiedere una cosa alla nostra nuova sorellina,
posso?”
“Fa pure” risponde seccato il Sandtimes.
“Bene” si esalta Raizee “Che ne dici se,
dopo esserci
riuniti, io e te scopiamo?”
“CHEEEEEEEE!” urla la ragazza alzando le braccia al
cielo terrorizzata: lei è ancora vergine, figurarsi se va a
perdere la sua
verginità col primo che capita, soprattutto se sia un
gigante strambo che cerca
di imitare un personaggio manga^^.
“Tranquilla sorella, non te ne accorgerai nemmeno”
dice lui.
“Raizee!” sibila il Sandtimes “Fila
via!”
“Eh?” il gigante nero fa il finto tonto.
“Levati dai piedi, idiota!” con la venetta pulsante
il
moro e comincia a prenderlo a calci alle natiche.
“AHIA! AHIA!!” urla dolorante e se la da a gambe
“SCUSA!
SCUSA!”
“Scusa per la
sfuriata” fa Sauron mentre recupera il
controllo “Quell’idiota fissato con rap e cibo,
è troppo esplicito certe
volte”.
“Fa niente” risponde lei “Dimmi una cosa:
sono tutti
così?”
“No, ognuno di noi ha i suoi interessi e li coltiva
tranquillamente. A proposito tu sei la seconda femmina del gruppo,
quindi non sei
da sola”.
“Ho capito” e tira un sospiro di sollievo * Se gli
altri sono come quel bestione, sono messa male *
Pochi minuti dopo, i due giungono
in un’enorme stanza
bianca arredata di ogni genere di cosa.
Al centro c’è un lungo tavolo di circa tre metri,
ai
lati mobili pieni di volumi di ogni genere, cassette, DVD, foto, manga,
fumetti, persino giochi di società e non manca un
frigorifero nell’angolo più
lontano della sala.
Nella parte più lontana ci sono alcune poltrone nere e
un divano messo di spalle alla porta e si sente un forte vociare.
“Qui è dove ci riuniamo quando non siamo a
caccia”
spiega Sauron “Chissà che staranno vedendo quei
due”.
“Vedendo?” chiede Sofia.
“Lì c’è la televisione al
plasma di ultima
generazione” spiega il moro “Ci piace anche vedere
qualche programma”.
“Capisco!” la rossa tira un sospiro di sollievo
“Almeno potrò continuare a vedermi OC!”
“Tu guardi OC?” Sauron la guarda leggermente
stupito e
lei annuisce “Spero che tu non abbia il vizio a paragonare
gli altri ai
personaggi” il solo pensiero gli fa venire la pelle
d’oca ed è un potente
licantropo eh?^^
“Chi
è?” dice una voce maschile da dietro il divano.
“Sono io Jonathan!” fa Sauron dopo aver recuperato
la
sua compostezza.
“Benone!” dice
una voce femminile “Ben arrivato Sauron!”
I due si alzano e Sofia può vedere di chi si tratta:
sono ragazzi quasi della sua età.
Il ragazzo e alto e mostra un fisico scolpito messo in
evidenza dalla maglietta rossa a mezzemaniche e da un paio di Jeans
strappati;
la sua pelle è bianca come la luna ed è messa
ancora più in risalto dai capelli
neri sistemati a spazzola, con qualche ciuffo che gli ricade sulla
fronte
mentre i suoi occhi sono color verde acqua.
La ragazza, invece è
vestita con camicetta di lino
bianco aperta per metà in modo da mostrare la sua quinta
abbondante, mentre le
gambe sono scoperte e una gonna nera copre le sue parti intime; la sue
pelle è
liscia e morbida, messa in risalto dai lunghi e lisci capelli corvini
che le
ricadono sulle spalle, mentre i suoi occhi sono argentati.
“Ah che bello!” esulata la mora
“Finalmente sono in
compagnia di una ragazza” e salta addosso alla povera rossa
che crolla a terra.
“Rachel!” fanno i due con gli occhi sbarrati.
“Ciao sorellina, io sono Rachel Blackstar” dice lei
senza rispondere ai due mori “Ti troverai benissimo
qui!” e l’abbraccia
strofinando il petto alla bella quarta di Sofia.
“Molto piacere” fa lei imbarazzata “Io
sono Sofia
Rossi” e cerca di liberarsi da quell’abbraccio.
“Che nome bellissimo” dice la mora euforica e
continua
a spupazzarsela.
“Rachel, la
molli?” fa Jonathan “Vorrei presentarmi
senza avere un’emorragia nasale” e nel frattempo si
tiene il naso che perde
sangue^^.
“Quanto sei palloso e sensibile” fa la mora seccata.
“Guarda che non è educato saltare addosso agli
altri”
dice anche Sauron serio “soprattutto se quel qualcuno si
è svegliato da poco”.
“E va bene” fa lei col broncio “ma lo
faccio solo
perché sei tu a dirmelo” e si alza.
“Smettila o m’ingelosisco” dice il moro
con i capelli
a spazzola.
“Non mi dire! Non fai tutte quelle storie quando tu e
d Ace ve la spassate con me” la mora sa come stuzzicarlo.
“Quello è diverso” fa Jonathan puntando
il dito avanti
“Lui non è un licantropo, tuttavia sbavi per lui
più di quanto che con me”.
“Lui è come
Clark Kent: un fico da urlo” e diventa
rossa come una scolaretta innamorata.
“Gol D. Ace, giuro che prima o poi ti ammazzo” fa
il
moro stringendo il pugno “E poi non puoi paragonarlo a Clark
Kent: lui non è un
cryptoniano, ma un umano che ha mangiato un frutto del diavolo ed
è diventato
fuoco vivo. E poi Smallvile non è niente di speciale: i
Power Rangers lo
battono senza nemmeno sforzarsi quel fesso”.
“Cosa!” fa la mora con la venetta pulsante
“Non osare
offendere la mia serie televisiva preferita paragonandola a quella roba
per
bambini”.
“I Power Rangers non sono roba da bambini: sono
eroi”
risponde il moro.
“Dei buffoni con la tutina che combattono come se
avessero contro un sacco di patate? Non valgono niente: non
batterebbero Clark
nemmeno se si riunissero tutti e
19 i gruppi”.
“Non è vero: bastano Tommy Oliver e R. J. per
battere
quel fesso di Kent”.
“Scusate!” li
interrompe il Sandtimes “Personalmente
non m’importa chi sia più forte, ma vi pregherei
di fare questi discorsi quando
non c’è nessuno che non sia a rischio di
pestaggio”.
“Eh?” fanno i due, poi si abbassano e si accorgono
che
Sofia è ancora a terra e immobile.
“Ma in che
gabbia di matti sono finita?” pensa la ragazza.
“O scusami” Rachel l’aiuta ad alzarsi
“Non ti sei
fatta male, vero?”.
“Sto bene, credo!” dice lei cercando di trattenersi
dal gridarle in faccia.
“Comunque è un piacere conoscerti, io sono
Jonathan
Adams Greyback” fa lui tendendole la mano “ma gli
amici di solito mi chiamano
Jo”.
“Piacere Jo” dice lei stringendo la mano
“Sofia Rossi”
poi lo guarda meglio “Ehi! somigli molto a un personaggio
anime lo sai?”
“Ah Ah! Sono contento che te ne sia accorta!” Jo
è
tutto esaltato “E dimmi a chi somiglio?”
“Al protagonista dell’anime chiamato Trigun, solo
che
i tuoi capelli sono di colore diverso” commenta la ragazza
“Com’è che si
chiama…”
“Vash the Stampede” risponde il moro con un sorriso
“Dimmi se so imitarlo!” alza il braccio e fa il
segno della vittoria “LOVE AND
PEACE! LOVE AND PEACE!”
“Beh! Non è
tanto difficile” Sofia è stranita.
“Trigun è sempre stato uno dei miei anime
preferiti
insieme a Lupin III. AH AH AH! Li adoro” e Jo fa capire di
avere anche le loro
debolezze.
“E’ un
pervertito!” Sofia si convince sempre di
più di essere finita in una gabbia
di matti.
“Smettila di fare il
cretino” lo riprende Rachel.
“Dovrei dirti la stessa cosa!” le risponde il moro
dai
capelli a spazzola.
“Che hai detto!” la mora lo guarda storto.
“Basta ragazzi” li interrompe Sauron
“C’è una new
entry e voi fate tutto questo casino! Siate più
seri”.
“YEAH! LA SERIETA’ QUA NON
C’E’” canta Raizee che
piomba nella stanza “CAZZATE A DIRE BASTA FACCIAM! E ALLA
FINE UN GRAN CASINO
C’E’! YEAH!”
“Parla quello che fa più casino di
tutti!” Rachel
sospira sconsolata: Raizee la innervosisce sempre quando canta
“E il tuo rap fa
schifo! Vatti a rivedere 8 Mile per l’ennesima volta e non
seccare!”.
“NON ROMPERE! ALMENO E’ PIU’
DÌ QUELLA SCHIFEZZA CHE
TI VEDI SU ITALIA 1!” sbotta il gigante nero.
“NON TI PERMETTERE DÌ OFFENDERE SMALLVILLE O TI
SPACCO
IL CULO” la mora non se la tiene ed è pronta a
menare le mani.
“INSOMMA VOLETE FINIRLA VOI DUE!” Sauron e Jo lo
dicono insieme.
“….” I due si ammutoliscono.
“Bene!” Sauron
si avvicina a Sofia “Ascoltami: d’ora
in avanti dovrai imparare a controllare il lupo che è nato
dentro di te; dovrai
imparare a brandire delle armi e a dare la caccia a vampiri e
licantropi
vagabondi. Tuttavia non devi mai dimenticare ciò che sei
stata e i tuoi hobby.
Di solito, ci riuniamo tutti in questa stanza quando non siamo in
missione e
continuiamo la nostra vita!”.
“E se hai particolari tendenze o gusti, non fa niente:
qui siamo tutti amanti di qualcosa” Raizee fa capire alcuni
dei suoi gusti.
“Se poi ti senti da sola, non esitare: qui siamo tutti
insieme” e Rachel da la sua disponibilità.
“Beh, io non ho altro da aggiungere. Per qualsiasi
cosa, siamo sempre qui” in pratica, Jonathan ha solo ripetuto
quello che è già
stato detto.
“Va bene!” Sofia annuisce poco convinta
“Allora da
dove si comincia?”
“Andiamo a sparare un po’” Sauron va
verso la porta
“Vieni con me. Vediamo per quale arma sei portata!”
Sofia lo segue ipnoticamente. Nella
mente della
ragazza rivivono i ricordi della sua vita, delle tante persone che ha
conosciuto, della sua famiglia e poi…
“Senti, vorrei farti una domanda”.
“Chiedi pure!” Sauron si volta verso di lei e la
guarda con i suoi bellissimi occhi verdi.
“Ecco…” di fronte a quello sguardo sente
crollare ogni
certezza e la lingua si blocca, ma cerca di andare avanti “Tu
ed io ci siamo
mai incontrati prima?”
“Incontrati?” negli occhi di Sauron, per un solo
istante, passa uno strano alone “Non credo proprio. La mia
condizione non mi
permette di andare in giro per le strade della
città”.
“Eppure io ricordo di averti già visto”
insiste la
ragazza “E’ un ricordo lontano, di quando ero
piccola, ma ricordo il tuo viso”.
“Ti stia sbagliando signorina”, risponde il moro e
si
volta “Andiamo!” e, senza aggiungere altro,
s’incammina * Anche se nego, so
bene di conoscerti Sofia. Tu ed io ci siamo già conosciuti
alcuni anni fa!
Però, eri solo una bambina * questo pensiero continua ad
assillarlo da quando
l’ha salvata.
UN’ORA DOPO
“WWWAAHHH!”
Sofia si tiene la mano dolorante “Ahia!
Perché mi fa così male”.
“Te l’ho detto e ripetuto almeno un centinaio di
volte” risponde Sauron con una mano sulla testa
“Non puoi toccare l’argento a
mani nude: è ciò che ci uccide più
velocemente!”
“E allora perché mi stai facendo caricare una
pistola
con pallottole d’argento” la ragazza cerca di
trattenere il tono di voce, ma è
sull’orlo di una crisi di nervi.
“Prendi questi e non seccare più”
stonato dalla voce
della ragazza, Sauron le lancia un paio di guanti.
“E SOLO ORA ME LI’ DAI!” a questo punto
è furiosa.
“Volevo mettere alla prova la tua resistenza tutto
qui!” risponde Sauron “Ehi! guarda che il bersaglio
è dietro di te” Sofia ha
puntato la pistola davanti a lui.
“Bastardo! Questa te sei
cercata” e…
BANG! BANG! BANG! BANG!
Spara quattro colpi in faccia al
moro che rimane
fermo.
“Hai del fegato, complimenti” Sauron ride divertito
mentre vede ben tre fori sul torace e uno alla spalla “La
mira non ti manca”.
“MA CHE CAVOLO HAI FATTO!” la ragazza è
terrorizzata
“HAI APPENA DETTO CHE L’ARGENTO E’
PERICOLOSO PER NOI E TU NON HAI MOSSO UN
MUSCOLO PER EVITARE I COLPI!”
“E’ vero, l’ho detto” i fori si
richiudono e lasciano
scoperto il torace del Sandtimes, mettendo in mostra il fisico glabro e
scolpito “ma ho mancato un particolare: non tutti ne sono
allergici!”
“GRRR!” la ragazza ha il tic nervoso: vorrebbe
riempire questo tipo di pugni e calci.
“Che tenera, mi stai ringhiando contro!” Sauron
mostra
un magnifico ghigno bastardo.
BONK!
Due secondi dopo, si ritrova la
pistola sulla fronte
ed esce un bernoccolo “Ahi!”
“DIMMI UN PO’ COSA TI DOVREI FARE!” Sofia
mostra sin
da subito il suo carattere molto reattivo.
“Andiamo, non te la sarai presa per così
poco!” Sauron
cerca di buttarla sul ridere, ma il tono di voce non lo aiuta.
“ALLORA VUOI FARMI ARRABBIARE EH?” la ragazza ha
preso
un armadietto ed è pronta a lanciarlo in faccia al suo
presunto compagno.
“Sei molto forte” Sauron non batte ciglio anzi
sorride
divertito “E’ una qualità essenziale per
un cacciatore. Ora basta scherzare,
metti giù quell’armadio e calmati”.
“Osi darmi degli ordini!” una venetta pulsante si
è
formata sulla fronte “QUESTA ME LA PAGHI PER
DAVVERO!”
“Metti giù quell’armadio e
calmati” nel dirlo Sauron
la fissa freddo “o dovrò ricorrere a misure
drastiche”.
Di fronte a quello sguardo, la ragazza si sente
completamente disarmata: nessuno, nemmeno i suoi genitori, erano
riusciti a
farla sentire in quel modo.
Intimidita e anche terribilmente attratta da quegli
occhi, Sofia fa un profondo respiro e mette a terra l’armadio.
“Così va meglio!” lo sguardo di Sauron
torna calmo ma
sempre penetrante e ipnotico “Vogliamo riprovare?”
“Sì, va bene!” la ragazza non riesce a
dire altro, impugna
la pistola e la punta contro il bersaglio e spara.
Dopo un minuto entra anche Jo e
vede le condizioni
dell’amico “Le hai prese eh?”
“Non le ho neanche sentite!” risponde lui mentre
osserva Sofia sparare.
“Allora? Come se la cava” Jo gli si avvicina e lo
chiede curioso.
“E’ un licantropo da appena una settimana, eppure
già
mostra di essere molto forte e anche abile. Di solito ci vuole del
tempo per
impratichirsi no?” la risposta di Sauron è
schietta e immediata.
Jo osserva il bersaglio e rimane colpito “Però! Ha
polverizzato testa e cuore e non ha fatto un errore. Questa ragazza
è davvero
in gamba!”
“Non me ne sorprendo” Sauron lo dice con una nota
d’interesse.
“Ti piace vero?” Jo conosce bene il suo amico e
compagno di mille battaglie.
“Direi di sì!” risponde il Sandtimes
“Ma non è ancora
arrivata ai livelli della mia biondina preferita”.
“Quanto sei complicato” Jo si massaggia la testa
“Se
Lucian fosse ancora tra noi ti farebbe una bella ramanzina!”
Il Sandtimes sorride amaramente “E’ il modello di
entrambi no?”
“Uff!” la
ragazza, alla fine smette di sparare e fa
per vedere il risultato e….
“CHE COSA!”
Sgrana gli occhi incredula.
“Qualche problema?” Sauron è divertito
dalla sua
espressione.
“Scommetto che si sta lagnando per non aver colpito
anche le parti basse del bersaglio” Jo sa già cosa
sta per succedere.
“Come… come diavolo ho fatto!” la
ragazza non riesce a
capacitarsene “Non ho mai usato una pistola eppure ho beccato
quella figura
dappertutto, anche ai gioielli di famiglia!”
“CHE COSA!” Jo si avvicina e guarda incredulo
“Oh
cavolo: ha castrato il bersaglio!” deve andare a cercare una
conchiglia d’acciaio
o rischia^^.
“Hai una dote di natura ragazza!” Sauron assiste
divertito alla scena.
“Sta zitto!” la rossa si sente a disagio: gli occhi
del moro con i capelli a punta le stanno incasinando la vita.
“O wow!” i due
fanno insieme quell’esclamazione.
“Che avete da guardare” ora sente lo sguardo di ben
due maschi.
“Chi se lo sarebbe mai aspettato” Jo fa un commento.
“Davvero fantastica!” Sauron si lecca le labbra
“Ora
siamo quasi pari”.
“INSOMMA! SI PUO’ SAPERE CHE AVETE VOI DUE DA
FISSARMI
IN QUEL MODO?” Sofia non ha mai apprezzato simili sguardi.
“Non te ne sei accorta?” Jo indica uno specchio sul
muro “Guardati!”
Sofia si specchia e….
“AAAAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHH!”
Lancia un urlo.
Rachel e Raizee si fiondano dentro e assistono anche
loro alla scena rimanendone colpiti.
“Cavolo!” Raizee perde bava a fiumi.
“La sorellina ha davvero un’ottima
merce!” Rachel si
leva tanto di cappello per questa new entry.
Che cosa ha fatto gridare la
ragazza? Semplice:
specchiandosi si è vista due orecchie di lupo sulla testa
rosse fuoco, artigli
e denti lunghi e, cosa più sconvolgente, due code di lupo
che si muovono per
conto proprio.
“Che diavolo mi è successo!” la ragazza
si sente
tremare.
“Non preoccuparti, non è niente!” Sauron
cerca di
calmarla “Hai semplicemente attivato la forma ibrida , tutto
qui!”
“Forma ibrida?” Sofia è incredula.
“Certo! Ogni licantropo ce l’ha” spiega
Jo “Ci
trasformiamo parzialmente per combattere, cacciare
o….”
“O per cosa?” chiede la ragazza, anche se crede di
sapere già la risposta.
“O per scopare” risponde calma Rachel
“Siamo molto più
stimolati in questo modo”.
Un brivido sale per la schiena di Sofia: i quattro la
fissano ipnotizzati.
“STATEMI
LONTANI!” Sofia si mette in posa di
combattimento “Vi avverto! Sono cintura nera di Taek Waon Do,
avvicinatevi di
un passo e vi spacco in due!”
“Taek Waon Do eh?” Sauron pare divertito
“Ci risparmi
signorina, non vogliamo farvi male”.
“Non mi prendere in giro!” gli ringhia contro Sofia.
“Smettetela di fare tanto
chiasso” ma la voce di Nadia
fa sobbalzare tutti “A quanto pare abbiamo un altro
licantropo con più di una
coda eh?”
“Un altro licantropo!” Sofia lo ripete incredula.
“Certo Sofia: ed è proprio quello che ti ha morso
ad
averne più di una” Nadia va subito al sodo e poi
si volta “Ora basta perdere
tempo: la luna è sorta. Flying Wolves andate, cercate e
distruggete!”
“Come desiderate nostra padrona!” dicono in coro i
quattro licantropi.
“Sauron, prenditi cura di Sofia: insegnale a
controllare i suoi poteri!” e la donna dai capelli arancioni
esce.
“Ogni suo desiderio è un ordine, My
Master!” risponde
il moro dagli occhi verdi poi si rivolge ai suoi compagni!
“Andate a
prepararvi: la caccia ha inizio!”
“Ricevuto!” rispondono i tre ed escono.
“Tu hai più di
una coda!” riesce a dire Sofia quando
sono ormai da soli.
“Esatto! Fino a poco fa ero l’unico del branco ad
averne più di una, ora non è più
così: ci sei anche tu!”
“Capisco! Allora stai attento, potrei superarti”
Sofia
lo dice con tono di sfida.
“Prima impara a controllare i tuoi poteri poi si
vedrà” il Sandtimes sta per uscire ma si ferma
sulla soglia e si volta verso la
ragazza “Comunque io non ho solo due code: ne ho
nove!”
Sofia sgrana gli occhi incredula “Nove code!”un
brivido le attraversa tutto il corpo “Ma cosa sei? Un demone
codato della
mitologia giapponese?”
“No! Sono solo molto forte, tutto qui” risponde
Sauron
e si volta “Ora vieni con me e non esitare: se vuoi dare un
nuovo valore alla
tua vita, seguimi e non ti voltare mai indietro. Ora sei una creatura
della
notte” e, senza aggiungere altro, si avvia.
Sofia resta immobile: un fiume di emozioni la sta
percorrendo in una sola volta e non sa più come reagire.
“Che situazione! La mia
vita è stata davvero
stravolta. Eppure, anche se non riesco a spiegarmelo, non me ne
preoccupo. Che
sia questa la mia nuova vita? Beh non lo so!” un sorriso le
si disegna sul viso
“Ma lo scoprirò col tempo” e il volto di
Sauron le appare come una risposta.
Stanca di rimanere ferma, Sofia Rossi alza gli occhi e
s’incammina verso una nuova vita.
Nel
prossimo
capitolo
Ci spostiamo
a Londra: lì una ragazza sarà salvata da altre
due potenti creature della notte
e deciderà di seguirle nell’oscurità.
Che cosa
succederà? Se ve lo dico adesso, vi rovino il bello.
Al prossimo
capitolo.
Questi
sono i
volti dei licantropi facenti parte del gruppo dei Flying Wolves.
Eccovi
l’immagine a grandi linee di Sauron.
http://fc07.deviantart.com/fs45/i/2009/061/d/d/Zack_Fair_from_Final_Fantasy_by_Dilt.jpg
Questa
è Sofia
Rossi: solo un piccolo appunto, mentre qui è un licantropo,
nell’altra fic la
ragazza è una donna gatto.
http://imageshack.us/photo/my-images/824/catwoman.jpg/
Eccovi
Jonathan Adams Greyback. Per chi lo conosce, è identico al
protagonista di
Trigun ma i suoi capelli sono nerissimi.
http://mjv-art.org/jvwall/get_image/46447-1600x1200-trigun-male-vash+the+stampede.jpg
http://digilander.libero.it/goku04online/trigun%20004.jpg
Lei
è Rachel
Blackstar
http://tonnerdoll.com/2009TonnerSite/2009fh/previews_catwoman2.jpg
E per
finire,
eccovi Raizee Brutan.
http://imageshack.us/photo/my-images/11/8be48f0c8d694f729b42521d.jpg/
http://www.branev.com/wp-content/uploads/2009/06/raze.PNG