Mi scuso per gli eventuali errori grammaticali e ringrazio chi commenta la raccolta e chi l’ha messa tra le preferite/seguite.
Ed ora rullo di tamburi…
 
 
 
La pioggia batteva sui vetri delle finestre del Quartiere militare di East City e i sottoposti della brigata Mustang erano tutti concordi nell’affermare che quel tempo rispecchiava l’umore del loro colonnello.  Questi era seduto dietro la sua scrivania con un’aria che avrebbe impietosito anche il serial killer più brutale, con occhiaie che scavavano nel suo volto stanco, la barba ispida sulle guance e l’unico occhio visibile –l’altro era coperto dall’ingente quantità di scartoffie da firmare- che andava alla ricerca di una persona in particolare.
Il Tenente, appunto.
Havoc guardava con compassione il superiore, facendo un rapido calcolo di quanti giorni ancora Hawkeye sarebbe stata fuori città. Constatando tristemente che avrebbe dovuto sobirsi il colonnello in quello stato di depressione per altri quattro lunghissimi giorni, si accese una sigaretta e iniziò la sua piccola –sesta da quella giornata- pausa mentre gli altri erano intenti a svolgere le loro quotidiane mansioni non lavorative (d’altronde nessuno li avrebbe puntato una pistola contro!) quando la porta venne aperta improvvisamente e un piccolo tornado biondo seguito da un’armatura fece il suo ingresso nella stanza.
“Allora colonnello di merda? Ha qualche missione da affidarmi?” disse Edward sbattendo le mani sulla scrivania, facendo crollare un paio di fogli che erano in bilico su quella torre di carta solo per miracolo. Notando però che l’uomo dinnanzi a lui non batteva ciglio, anzi sembrava averlo neanche visto, si alterò e sbottò più forte:
“Cosa c’è? Sono talmente basso che ha bisogno della lente d’ingradimento per vedermi?”
Alphonse mise subito una mano davanti alla bocca del fratello e, mentre quest’ultimo combatteva per liberarsi da quella gigante massa di ferro, Havoc notò che il colonnello si alzava dalla sedia e gli occhi –questa volta visibili entrambi- avevano un qualcosa di sinistro.
“Basta! Questo non è un mercato!” sbottò riferendosi alla stanza
“Havoc butta quella sigaretta, Breda posa quel panino, ciò vale anche per te Falmn con quel libro e, maledizione, Fuery aggiusta una volta per tutte quel coso!”
Il biondino guardò con aria spaesata i suoi compagni, affrettandosi però a mettersi al lavoro oppure quella era la volta buona che li avrebbe abbrustuliti tutti. Tanto non c’era Hawkeye questa volta a fermarlo.
“Alphonse lascia stare tuo fratello e vai a predermi una tazza di caffè e tu, Edward, sciogliti i capelli”
Il gelo sembrò passare attraverso le finestre e prendere possesso dei suoi abitanti tranne uno, che fiero del suo operato, prese la penna e iniziò –finalmente- a fare il suo lavoro.
“Cosa… io… fare?” balbettò il maggiore degli Elric con la voce attuita ancora dalla mano del più piccolo.
“Sei diventato sordo FullMetal? Sciogliti i capelli e siediti dinnanzi a me” disse senza alzare gli occhi.
Havoc intercettò lo sguardo allibito che Edward gli lanciava, sussurandogli un “fai come dici lui” mentre Alphonse lasciava velocemente la stanza trattenendo le risate.
Il Sotto-Tenente si appuntò di non divenire mai come il colonnello se un giorno si fosse innamorato o meglio che i suoi sottoposti non avessero capelli biondi e lunghi che li ricordassero quelli della sua amata.
Il fatto che il superiore alzasse ogni tanto lo sguardo per osservarli con dolcezza sotto gli occhi imbarazzati di Ed d’altronde era un ottimo incentivo.