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Autore: Montana    11/11/2011    5 recensioni
Una ragazza scampata alla strage della sua famiglia a soli 5 anni, non parla, si esprime solo con la musica.
Il suo serial killer è tornato a cercarla.
Ma questa volta con lei ci sarà un ragazzo dai capelli castani, e la sua squadra di esperti, pronti a proteggerla.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Veronika Gordon 2007-2012'
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Complicità in omicidio
 
Veronika nascose la gamba sotto la coperta, ma era troppo tardi.
Ero agghiacciato, avrei voluto chiederle qualcosa ma dalla bocca non mi usciva niente di niente.
Fu lei a rompere quel silenzio teso “Allora, cosa volevi dirmi?”
O aveva un sangue freddo incredibile e stava bluffando, o davvero non c’entrava niente.
Deglutii “Sanders.. Sanders è morto, Veronika.”
La risposta alla mia domanda mi arrivò molto chiara: stava bluffando.
Poteva provarci quanto voleva, ma con un profiler come me non poteva veramente sperare di riuscire a fregarmi.
L’espressione che si dipinse sul suo viso parlava molto chiaramente “M.. morto? Dove? Come?”
“Un colpo di pistola alla testa, è nel granaio adesso. Tu non ne sai niente, vero?”
“Io? No, ho sentito un rumore strano ma ogni tanto sogno degli spari, perciò ho fatto finta di niente.”
In quel momento entrò di nuovo JJ “Spence, ci servi di sotto, dobbiamo fare una riunione. Veronika, tu torna a dormire, ti chiederemo qualcosa dopo.”
Feci per seguire JJ fuori dalla camera ma Veronika esclamò “Aspettate! È davvero lui? È davvero Sanders? È davvero morto?”
JJ le sorrise “Sì, è davvero lui, Sanders, morto. Buonanotte, Veronika.”
Chiudemmo piano la porta e scendemmo le scale.
“Spence, Hotch vuole parlarti..” sussurrò JJ mentre ci avvicinavamo alla cucina.
Annuii “Benissimo, voglio parlargli anch’io.”
 
“Sul fatto che è suicidio siamo tutti d’accordo?”
Lo sceriffo Jeck, appena arrivato, ancora spettinato e con le pieghe del cuscino sulla faccia, iniziò la riunione con questa frase.
Noi ci guardammo “Direi di sì..” disse Rossi.
“Fantastico. Ora qualcuno di voi può spiegarmi come ha fatto ad arrivare a casa dei Gordon?”
“Probabilmente lui e Veronika si erano incontrati quando lei è scappata, e l’ha seguita fin qui.”
“L’ha incontrata e non l’ha uccisa? Non mi sembrava così stupido..”
“Beh, potrebbe averlo fatto poiché non erano ancora passati tre giorni. Ma potrebbe anche solo averla vista, averla pedinata e averla seguita fin qui. Reid, tu avevi visto qualcuno che vi seguiva quando l’hai riportata a casa?” mi chiese Prentiss.
Scossi la testa “Direi di no, ma non posso esserne sicuro. Dopotutto ero preoccupato per Veronika.”
“Ok, va bene, di questo ci occuperemo noi. Voi profiler però sapete dirmi perché diavolo è venuto fin qua e si è suicidato, invece di tentare, che so, il tutto e per tutto entrando in casa e cercando di uccidere Veronika?”
“Sapeva che c’era l’FBI in casa, forse l’ha fatto per quello.”
Hotch scosse la testa “Non corrisponde al profilo. Sanders era troppo disperato per rinunciare così ad una possibilità di uccidere Veronika, anche se questo avesse voluto dire morte certa.”
“Allora non si è suicidato. Ma chi l’ha ucciso? Un vendicatore solitario, il nuovo Capitan America?” chiese sarcastico Jeck.
I nostri sguardi serpeggiarono attorno al tavolo, mentre quella vocina nella mia testa, probabilmente armata di megafono, cominciava ad urlare sempre più forte.
“Reid, sei sicuro che Veronika fosse a letto quando sei sceso perché ti è venuto a chiamare JJ?” chiese Morgan.
Ecco, sapevo che sarebbe andato a parare lì. Deglutii.
“Sì, sono sicuro.”
“Sicuro? C’hai guardato con attenzione?”
“Certo.”
“JJ, l’ha fatto veramente?”
Il fatto che Morgan non si fidasse di me, nonostante non fosse effettivamente vero quello che dicevo, mi fece irritare moltissimo, ma me ne stetti buono.
JJ, d’altro canto, annuii “Sì, c’ha guardato.”
“Con attenzione?”
“Con quella che gli era permessa dalla circostanza, Derek. Era notte, c’era appena stato uno sparo e lo ero andata a chiamare con urgenza. Anche tu avresti fatto così. Forse Veronika non era nel letto, era nascosta da qualche parte dopo aver sparato a Sanders ed è tornata a letto, ma Reid ha fatto tutto il possibile per scoprirlo.”
Morgan annuì “Hai ragione, JJ. Reid, scusami.”
“Non importa.”
“Dobbiamo comunque scoprire se Veronika ha sparato a Sanders oppure no. Ci serve un esame per i residui di sparo. JJ, vuoi farglielo tu?”
“Hotch, Veronika di lei non si fida. Non accetterebbe mai di farsi fare l’esame da lei, l’unico da cui accetterebbe è.. Reid.” lo interruppe Prentiss.
Ma perché capitavano tutte a me?
“Reid, te la senti?”
Lo sceriffo mi stava già porgendo l’occorrente, che altro potevo fare?
“Certo che sì. Vado di sopra, la sveglio, faccio e torno.”
Andai di sopra, ma non ebbi bisogno di svegliarla. Se ne stava seduta sul letto con gli occhi sbarrati, le labbra che si muovevano piano e le mani che strisciavano sul lenzuolo come se stesse suonando il pianoforte.
“Veronika, devo fare una cosa.” esordii chiudendo la porta.
“Che cosa?”
“Un esame. Ti fidi di me, Veronika?”
Lei mi guardò coi suoi occhioni spauriti poi annuii.
Mi sedetti accanto al letto, presi un tampone e glielo passai sulle mani, con delicatezza. Poi presi la bottiglietta, ma prima che potessi spruzzare mi chiese “A cosa serve, puoi dirmelo?”
“Residui di sparo. Voglio vedere se hai sparato a qualcuno.” le risposi, poi spruzzai.
Dopo un secondo che parve durare un secolo, dove avevo spruzzato il tampone divenne di un inconfondibile viola.
Veronika accanto a me trattenne il fiato, io non riuscivo a staccare gli occhi dal tampone.
Dopo un altro secondo, un altro secolo, piegai il tampone viola e lo appoggiai sul letto accanto a me. Poi ne presi un altro, lo passai sulle mie mani e ci spruzzai sopra. Rimase bianco, bianco come l’innocenza, bianco come sarebbe dovuto essere quello di Veronika.
Riposi gli altri tamponi e la bottiglietta, poi mi alzai ed uscii.
Tornai di sotto come un automa, e trovai gli altri ad aspettarmi.
“Allora?” mi chiese JJ, in ansia.
Le porsi il tampone bianco.
“Bianco.” disse Morgan, come se la cosa non fosse abbastanza chiara.
“Già. Potrebbero esserci degli errori?” chiese lo sceriffo.
“No. Se avesse sparato, l’avrebbe fatto meno di un’ora fa, i residui sarebbero molto evidenti. Quindi, Sanders si è suicidato.”
“Il caso è... chiuso?” chiese di nuovo Jeck, speranzoso.
Hotch rimase zitto e fermo qualche istante, poi annuì “Chiuso. Il caso Gordon/Sanders è ufficialmente chiuso.”
Sui volti stanchi dei miei colleghi spuntarono dei deboli sorrisi.
“Perfetto. Ora scusate, ma io torno a letto, sono distrutta. JJ vieni anche tu?” chiese Prentiss.
Tutti si congedarono, io tornai di sopra da Veronika, ferma dove e come l’avevo lasciata.
“Cos’hai fatto?” mi chiese appena entrai.
Io mi sedetti accanto a lei “Ho mentito. Gli ho dato il mio tampone. Il tuo fallo sparire, ok?”
Silenzio.
“E adesso raccontami esattamente cos’è successo stanotte.”
  
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