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Autore: AngelSword    11/11/2011    4 recensioni
“Adesso noi...” Parlò lentamente, calcando le parole chiave, conscio che il punto in cui lei entrava in crisi era vicino. “Usciremo insieme da quella porta.” Separò una mano da quelle della donna per indicare la porta di legno chiaro alla loro destra. Lei ancora non aveva dato cenni di crisi isteriche, il che era una cosa positiva. Bene. “Perché andremo a dire a Nami, a Sanji e a Franky...” Spostò l’indice teso alla loro sinistra, seguito dallo sguardo timoroso di lei. “Di questo macello--“
“NNNOOOOOOO!!!”

11 - 11 - 2011..... Happy Birthday Zoro!!! ♥
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Sanji
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Titolo
:
Three Swords Down: Quando nemmeno Tre Spade Sono Sufficienti Per Salvarsi
Autore: AngelSword
Fandom: One Piece
Prompt: Fortezza > Problema
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Three Swords Down: Quando Nemmeno Tre Spade Sono Sufficienti Per Salvarsi


“Ok, prendi un lungo respiro. Inspira... espira,” disse facendolo anche lui.

Inutile: il respiro affannato e le frasi sconnesse della donna davanti a lui non smettevano.

Sospirò. Le prese il volto tra le mani e lo sollevò scoprendo un paio di guance rosse come il fuoco ed un paio di grandi occhi lucidi.

“Cosa ho detto? Inspira...” Gonfiò il petto più che poteva per dare l’esempio. “Ed espira...” disse rilasciando l’aria dopo averla trattenuta per qualche secondo.

Lei annuì nervosamente e lo imitò sebbene trattenne il respiro per meno tempo. Ripetè l’azione un paio di volte chiudendo gli occhi. Quando li riaprì sembrò che si fosse calmata un pochino. Almeno non annaspava più per respirare e non tremava. Le iridi zaffiro si fissarono decise sul suo volto, in attesa di sentire quello che aveva da dire.

Le strinse le mani. “Non c’è motivo di agitarsi,” ripetè per la centesima volta cercando di assumere un tono rassicurante. L’altra annuì di nuovo con decisione. “Adesso noi...” Parlò lentamente, calcando le parole chiave, conscio che il punto in cui lei entrava in crisi era vicino. “Usciremo insieme da quella porta.” Separò una mano da quelle della donna per indicare la porta di legno chiaro alla loro destra. Lei ancora non aveva dato cenni di crisi isteriche, il che era una cosa positiva. Bene. “Perché andremo a dire a Nami, a Sanji e a Franky...” Spostò l’indice teso alla loro sinistra, seguito dallo sguardo timoroso di lei. “Di questo macello--“

“NNNOOOOOOO!!!” strillò la donna una volta che i suoi occhi si posarono su quello che giaceva accanto a loro. Liberò le mani dalla stretta di lui e le mise tra i capelli accucciandosi a terra.

Zoro sospirò di nuovo coprendosi gli occhi stanchi con una mano. Era tutta la notte che cercava di tranquillizzarla, ma ogni volta che raggiungeva quella terzina, lei entrava di nuovo in crisi e doveva ricominciare tutto daccapo. Dischiuse un occhio e la guardò da sotto il palmo. Lei stava gemendo sommessamente, con le mani intrecciate tra gli arruffati capelli biondi, rannicchiata su sé stessa.

Trattenne a stento un risatina che uscì in un piccolo sbuffo. Quel cerchio di lunghi boccoli dorati, quelle parole che stava cercando di dirsi per tranquillizzarsi, ma specialmente la maglietta che gli aveva prestato e che le stava tre volte tanto, la facevano apparire tenera e fragile come non mai. Sorrise dolce e si portò alla sua stessa altezza.

“Andiamo, lo faremo insieme.” Al suo tono tranquillo e rassicurante lei smise di piagnucolare ed alzò lo sguardo su di lui. “Abbiamo sempre fatto tutto insieme, no? Questa cosa non sarà diversa dalle altre.” La donna fissò con gli occhi spalancati il suo volto sorridente mentre alcune lacrime troppo a lungo represse gli solcarono le guance rosse come il sole al tramonto. “E quante volte devo dire che non voglio vederti piangere?” le chiese poi falsamente stizzito dandole un piccolo buffetto sul naso. Al tocco leggero lei sembrò riscuotersi e sbattè un paio di volte le palpebre. La aiutò a rialzarsi con facilità.

I suoi occhi blu si fissarono di nuovo sul motivo di tanta agitazione. Poi si alzarono di nuovo sullo spadaccino e lo guardarono stralunati mentre la sua bocca mimava una “o” come se avesse appena capito qualcosa di fondamentale importanza. Zoro la guardò perplesso e speranzoso che avesse trovato una soluzione alternativa a quella che aveva proposto lui. Lei battè il pugno in verticale sul palmo aperto dell’altra mano ed esclamò con estrema convinzione “Io non ti conosco!!”

Lasciò che le sue spalle scoperte crollassero. “Non un’opzione,” disse freddamente, esasperato.

“Oh, suvvia,” replicò lei con voce suadente. Gli passò un dito sulla cicatrice che gli segnava il petto, lento e freddo mentre si avvicinava a lui per dargli un leggero bacio sul collo. Istantaneamente il cuore dello spadaccino accelerò i battiti mentre le guance gli diventavano rosse. “Potremmo anche...” Gli diede un altro bacio poco più su. “Restare in silenzio...” Passò al mento mentre le mani avevano finalmente raggiunto i suoi pantaloni neri. “Riguardo tutta questa...” Gli rubò un bacio a fior di labbra mentre slacciava la chiusura con un gesto deciso. “Situazione,”concluse poi estremamente vicino a lui, la voce ridotta ad un sussurro. Zoro la fissò con un misto di sconcerto e desiderio. Il fatto che lui fosse a petto nudo, che lei avesse addosso la sua maglietta - cosa che gli piaceva tantissimo, vedergliela addosso -, che non perdesse mai L’Occasione di passare alcuni “momenti privati” con lei, che lei fosse così dannatamente bella e che l’amasse alla follia, giocava troppo a suo favore.

Proprio quando stava per cedere alla tentazione di quelle labbra rosse e di quegli occhi blu, il suo Senso dell’Onore lo riportò sulla retta via. No: dovevano dirlo e prendersi la responsabilità del problema che avevano causato. Lei si allontanò da lui, quasi spingendolo via, con un verso spazientito ed irritato dopo che lo spadaccino la fissò impassibile per qualche secondo, sebbene lui volesse eccome. “Fa un po come ti pare...” disse brusca dandogli le spalle mentre lui si riallacciava i pantaloni.

Si avvicinò a lei, allungò un braccio accanto alla sua spalla per aprirle la porta e la spinse fuori con gentilezza dandole una piccola pacca sul sedere mentre usciva. “Avremo tempo per “stare in silenzio” dopo,” gli sussurrò ad un orecchio con un sorriso malizioso carezzandole il profilo del volto con la punta del naso. “Mia dolce Aqua-chan.”

***


“Ecco, beh, allora...” cominciò. Dio, questa cosa si era rivelata più difficile del previsto. Si strofinò il retro della testa a disagio mentre faceva saettare lo sguardo per tutta la stanza pur di non incrociare gli occhi della navigatrice, del cuoco o del carpentiere. “Allora, noi abbiamo, ehm...” Aveva definitivamente abbandonato le speranze che Aqua gli desse una mano. Già era tanto se era lì accanto a lui, sebbene avesse ricominciato ad annaspare e tenesse la testa bassa per nascondere il volto arrossato.

“Avete...?” lo incoraggiò Nami quando notò che lo spadaccino faticava ad andare avanti col discorso.

Sentì le sue guance velarsi di rosso ma cercò comunque di mantenere l’autocontrollo. “Ecco... avete presente ieri...? Beh, sì, sapete tutti che avevamo, tipo... fatto festa, e...”

E che diamine!!! Non lo aiutavano se lo guardavano in quel modo! Non che avesse mai avuto problemi a dire quello che pensava - incurante di come il suo interlocutore lo stesse guardando - ma questa era una situazione a parte. Quegli occhi spazientiti e leggermente irritati della navigatrice stavano cominciando ad intimorirlo, lo sguardo incuriosito del cyborg - caratterizzato dal mezzo sorriso malizioso che aveva stampato sul volto, segno che probabilmente aveva già capito - lo stava facendo sentire un perfetto idiota, ed infine quello serio di Sanji... era raro, ma gli stava mettendo i brividi. Per qualche assurdo motivo il cuoco teneva ad Aqua in modo particolare, e stava diventando quasi peggio di Nex in quanto ad iperpreotettività. Ed il fatto che la lei stesse indossando la sua maglietta e che fosse rossa dall’imbarazzo non lo aiutava a farlo sembrare innocente.

“E quindi... beh, sì, ecco sapete tutti che io e... e... ed Aqua... siamo andati nella nostra stanza... quella, quella che ci aveva fatto Franky....”

Gli occhi del cuoco si assottigliarono, sospettosi ed infuriati, mentre Nami cominciò a scandire i secondi battendo il tacco di un sandalo sul pavimento di legno, evidentemente impaziente.

“Beh, ecco, e lì ho... voglio dire, abbiamo...” Come accidenti doveva dirlo??!

Adesso Sanji lo stava guardando come se volesse saltargli addosso e strappargli il cuore a morsi.

“Cioè... entrambi eravamo d’accordo! Non ho forzato nessuno!” chiarificò agitando le mani di fronte a sé prima che arrivassero a conclusioni affrettate. Non era poi così pervertito da obbligare Aqua ad andare a letto con lui. Anche perché così avrebbe mancato molto di rispetto la volontà della donna. Cosa che non avrebbe mai fatto, nemmeno in tremila anni.

Il biondo sospirò. Sembrò tranquillizzarsi un po, sebbene le sue spalle fossero ancora rigide e le sue sopracciglia ogni tanto si contraessero come in preda ad un tic rabbioso. Prese un’ultima tirata dalla sigaretta prima di spegnerla nel posacenere sul tavolo in mezzo a loro. Mise le mani in tasca e camminò lentamente verso la povera coppietta, lasciando che il battere delle sue suole di cuoio si sentisse chiaro e forte ad ogni passo.

Il sangue si gelò nelle vene di Zoro. Quando il cuocastro appariva così calmo era capace di spaccare tutto per la rabbia. Si preparò a bloccare un’imminente crisi isterica quando, a sorpresa, Sanji si fermò davanti ad Aqua e l’abbracciò mormorandole qualche parola di conforto. Lei poggiò la fronte contro il suo petto e rimise le mani tra i capelli mentre lui adagiava il mento sulla sua testa e tornava a guardare Zoro con odio represso. Di sicuro era arrabbiato -macchè, furioso - perché odiava vedere l'Antico così in crisi per via di qualcosa in cui c’entrava lo spadaccino.

Mentre Zoro cercava di continuare, Aqua, gentilmente stretta nell’abbraccio del cuoco, stava rivedendo le immagini della notte prima.

Erano entrambi un po alticci per via dell’alcool - era la sera prima del compleanno del Marimo, avevano deciso di festeggiare l’arrivo dell’imminente evento - ma erano ancora capaci d’intendere e di volere. Ed entrambi volevano la stessa cosa, ovvero festeggiare un bellissimo compleanno.

Appena varcata la soglia della stanza, Zoro aveva chiuso a chiave la porta e le aveva circondato la vita con un braccio cominciando a baciarla con passione. Lei aveva ricambiato con altrettanta emozione e gli aveva velocemente sfilato la camicia scoprendo i pettorali perfetti e la lunga cicatrice che li segnava. Lui l’aveva spinta verso il letto - posizionato dal carpentiere appositamente di fronte alla porta intuendo che le loro entrate sarebbero state più o meno tutte così - e l’aveva lasciata delicatamente andare lunga distesa sul materasso mentre faceva scivolare una mano sui suoi pantaloni per slacciarli. Poi, quasi come un rito, afferrò il collo della sua maglietta rossa e, con una decisa tirata, gliel’aveva strappata di dosso per poi lanciarla di lato, cominciando ad accarezzarle l’interno coscia aumentando il ritmo mano a mano...

Scosse la testa energicamente sentendosi andare a fuoco. Beh, erano andati avanti così finchè non erano completamente pelle contro pelle. Zoro poi era un tipo a cui piaceva giocare, facendola quasi arrivare all’apice del piacere per poi rallentare e ricominciare ad eccitarla sempre di più. E si da’ il caso che entrambi quella sera avevano davvero voglia di festeggiare e ci avevano messo troppa foga e troppa passione, quindi...

“E si da' il caso che, ehm... il letto si sia distrutto--“

“KYAAAA!!! NONÈCOLPAMIAÈSTATOZOROIONONC’ENTRONIENTE!!” urlò liberandosi con uno spintone dalle braccia di Sanji, causando lo stupore generale. Non era riuscita più a sopportare la pressione. Spalancò le ali e, rossa come un peperone, spiccò il volo per andarsene via di lì il più presto possibile.

Zoro la fissò intontito per qualche secondo prima di richiamarla arrabbiato ed esasperato allo stesso tempo mentre Franky scoppiava a ridere come un matto. “AQUAAAA!!!”

Ma lei ormai era già troppo lontana. Dietro di sè udì Nami sospirare e fare i conti per ricomprare il materiale che sarebbe servito a Franky per ricostruire il tutto, le battutine di quest’ultimo sul fatto che avrebbe dovuto aggiungere dei rinforzi d’acciaio per la “prossima volta”. Ma il suono che lo fece irrigidire di nuovo fu quello di un fiammifero che veniva sfregato contro la suola di cuoio di una scarpa, seguito da quello di qualcuno che espirava e da un leggero ma pungente odore di fumo.

“Marimo, comincia a correre.”

Quello, senza alcun dubbio, sarebbe stato davvero un meraviglioso compleanno.

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Beh, come non potevo scrivere qualcosa per il BDay del mio adorato Zoro? **
Ho voluto provare qualcosa di diverso: invece della storia che finisce allegramente ho preferito fare qualcosa di più ironico (di sicuro il santoryuu non lo salverà dalla furia del cuoco) XD Ovviamente il tutto in chiave Antichesca u.u
L'ho scritta tutta di getto, quindi potrebbe suonare molto confusionaria e piena da errori, ma pace, mi sono divertita a scriverla XD
Non mi resta altro che dire....

11 - 11 - 2011.... Buon compleanno Marimo-chwan
(E tranquillo, Aqua tornerà, prima o poi, quando avrà smaltito l'imbarazzo in eccesso XD)
  
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