Videogiochi > Assassin's Creed
Segui la storia  |       
Autore: _LeChatNoir_    12/11/2011    5 recensioni
!!!! I CAPITOLI SONO IN REVISIONE E IN AGGIORNAMENTO !!!
Roma 1505.
Elena, borghese romana, odia la sua vita e vorrebbe cambiarla.
Ezio Auditore, un Assassino con una missione ben chiara.
Una sera le loro strade s'incontrano, su di un tetto... e da li, il loro destino cambierà.
Genere: Erotico, Fluff, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ezio Auditore, Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

La mattina dopo mi svegliai stordita. Mi misi seduta sul letto fissando la finestra, con il piccolo terrazzino ricolmo di fiori, che dava sull'isola Tiberina. Alzai lo sguardo verso il soffitto. La mia camera si trovava proprio sotto il mio punto d'osservazione preferito, violato da quell'uomo la sera prima. Mentre ripensavo a quelle poche parole che c' eravamo scambiati, lo stomaco si annodò leggermente «-Ma perché?! Non lo conosco nemmeno!!!-». La porta si aprì ed entrò Teresa, seguita a ruota da Lorenzo e Stella. «Ancora a letto?! Suvvia sorellina, non è da te!! » Lorenzo rideva dietro la governante, che aprì le finestre e mi buttò giù dal letto. Stella mi abbracciò «Ele!! Oggi partecipo pure io alla lezione!!!» sorrisi, stringendola e prendendola in braccio «Davvero?! Ma sei abbastanza grande?!»
«Certo! Ho 6 anni io!!» Scoppiai a ridere di fronte a quella risposta innocente «Ma allora sei grande!!!» Lorenzo me la rubò dalle braccia «E sei molto più bella di tua sorella» ridemmo insieme, mentre andavamo a lezione «Oh senza dubbio!!! E' una Stellina molto bella!!».
La mattinata e il pomeriggio trascorsero in un lampo. Mi lasciai trascinare al mercato, dal sarto e dal fabbro. Però... la sensazione di essere “spiata” mi perseguitava. Dopo cena mi ritirai presto, con la scusa di essere stanca e di non sentirmi molto bene. Ovviamente l'unico che mi squadrò senza credere ad una sola parola fu Lorenzo, che mi seguì nella mia stanza. Mi misi seduta davanti alla specchiera, cercando di apparire il più normale possibile, mentre lui si accomodava sul letto. «Con chi parlavi ieri sera?» la domanda mi spiazzò. Sentii il sangue scivolare via dal corpo «I-ieri sera? Con nessuno»
«Ele non mi prendere per i fondelli. Lo sai perfettamente che SENTO che nascondi qualcosa». Merda. Mi ero dimenticata di ciò.
«Lore ti dico che non c'era nessuno» spazzolavo i capelli talmente in fretta da farmi male «stai tranquillo. Adesso puoi... » Indicai la porta con il mento. Mi studiò ancora un attimo e sospirò «Si si vado» gli sorrisi «Lo sai che sei l'unico uomo della mia vita» lui alzò gli occhi al cielo e uscì sorridendo. Quando fui sicura di essere sola, uscii in terrazza e piano mi arrampicai sul tetto.

L' aria fresca della notte mi pizzicò le guance. Respirai a pieni polmoni. «Per essere Agosto fa fresco, non ti pare?» Ancora una volta sobbalzai, presa alla sprovvista. «Ti dispiacerebbe fare un po di rumore quando arrivi?!» recuperai la calma e mi misi seduta sul bordo del tetto.
«Veramente ero già qui. Sei tu che hai la testa tra le nuvole.» mi rimproverò con un tono divertito e si mise seduto vicino a me, molto vicino. «Allora... Elena, hai un incesto con tuo fratello o che altro?». Per poco non caddi dal tetto. Lo fissai con aria scioccata «Ma sei scemo?! Come ti passa per la mente una cosa del genere!!!». Si strinse nelle spalle «Stavo ascoltando...» lo fermarmi con una mano davanti al volto nascosto dal cappuccio
«No aspetta.. COSA?! Tu stavi ascoltando?! Ma come ti permetti!!! Maleducato che non sei altro! Non conosco nemmeno il tuo nome e tu...mmmhh!!!» arrabbiata mi sporsi pronta a lasciarmi cadere sul terrazzino sottostante, ma la sua mano, sul mio polso, mi bloccò. Mi fermai, sconvolta da quel contatto «Elena dai... mi dispiace, non era mia intensione.» lo guardai corrucciata «Dimmi il tuo nome» cercavo di nascondere il sorriso che cresceva, mentre osservavo la sua espressione infastidita e arresa «-Lo conosco da un giorno eppure...è come se lo conoscessi da anni-»
«Mi chiamo Ezio Auditore da Firenze»
«Ti ho chiesto il nome, non l'albero genealogico»
«E' uguale. Adesso ti rimetti seduta? Oppure...» sorrise malizioso «Entriamo nella tua stanza?».
Ero senza parole. No una parola l'avevo, ma non rientrava nel vocabolario di una ragazza educata. «Allora?!». Ci fissammo per diversi minuti, senza parlare. Alla fine cedetti alla curiosità «Perché... perché non ti togli il cappuccio?». Si irrigidì leggermente «Perché dovrei?» ancora una volta aveva deviato la domanda, porgendomene un altra «Perché... voglio vedere con chi sto parlando». Sospirò e lentamente si tolse il cappuccio. Rimasi immobile osservando il suo volto, incantata «-Cavolo!!! E' decisamente bello. E quella cicatrice sul labbro... gli da un aria da ragazzaccio.-»
«Sei soddisfatta adesso?!» mi chiese mentre cercavo di trovare una parola sensata da dire «...S-si direi di si» non gli avrei dato un motivo per prendermi in giro. Dalla camera si udirono due colpi sordi alla porta. Di nuovo rimasi immobile «-Per stasera basta, vi prego-»
Ezio si avvicinò pericolosamente a me, facendomi avvampare.«Elena se non rispondi butteranno giù la porta». Annuì e saltai sul terrazzino «Si? Chi è?!»
«TUO FRATELLO!» la porta si aprì un po troppo velocemente, rivelando un Lorenzo furioso. Iniziò a girare per la stanza «Dov'è?!»
«Chi?»
«Ho sentito che parlavi con qualcuno!» Si voltò verso di me. Non l'avevo mai visto così.
«Parlavo da sola. Stavo ripetendo i brani di oggi» istintivamente mi allontanai da lui, cercando di non farlo arrabbiare ancora di più.
«Elena non prendermi in giro!» Controllò anche fuori, poi tornò da me. I suoi occhi erano due fessure furiose. «Dimmelo»
«T-te l'ho già detto. Ripetevo la lezione di stamattina». Si rilassò, si guardò ancora una volta in giro ed uscì dalla stanza senza dire altro. «-Da quando sono così brava a mentire?-» scossi la testa e mi arrampicai di nuovo sul tetto. Ezio non c'era più... sospirai infastidita e tornai sul terrazzino. Fu allora che notai un piccolo biglietto. Lo presi tremando leggermente «-Scema-». Lo aprii piano e la prima cosa che notai era la grana della carta. «-E' la mia carta da lettere. Ma come ha fatto?!-» sorrisi mentre leggevo quelle poche parole:

A domani piccola Elena.”

non era nemmeno firmato, ma non importava... Perché io l'avrei aspettato sul tetto, come ogni sera. 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Assassin's Creed / Vai alla pagina dell'autore: _LeChatNoir_