C'è condanna peggioreIl silenzio che gravava sulla stanza era così perfetto che udiva i battiti del suo cuore dolorante.
di non sapere perché,
senz'odio e senz'amore,
ha un cuor tanto dolore?
Dolore.
Era qualcosa di diverso dal male fisico, eppure terribile a suo modo.
Ogni battito sembrava sancire un altro dei suoi istanti passati nella solitudine, vissuti come se una rete di fili invisibili lo stringesse, bloccandolo in quella vita vuota che non gli dava altro se non frustrazione.
Ariana alzò lo sguardo verso di lui, fissandolo con un'espressione atona, gli occhi leggermente spalancati. Le labbra sottili della bambina non si mossero minimamente.
Non la odiava, no. Nella sua vita non c'era odio. Come avrebbe potuto provare qualcosa del genere per una bambina la cui esistenza era stata spezzata contro la sua volontà?
Eppure... non c'era neanche amore.
Suo padre marciva ad Azkaban, sua madre sotto la terra gelida. Ariana era innocente ma inconsapevole, Aberforth sempre burbero e chiuso in se stesso.
Amava la sua famiglia, certo, ma non nel modo in cui avrebbe disperatamente desiderato amare qualcuno, una persona che gli stesse al fianco per scacciare il dolore che nel suo cuore si annidava, crescendo giorno dopo giorno.
Chiuse gli occhi appannati di malinconia e tristezza.
Niente odio. Niente amore. Dolore, quello sì.