Film > Pirati dei caraibi
Segui la storia  |       
Autore: _Luna_    13/11/2011    3 recensioni
Avete visto il quarto film di pirati dei Caraibi? Bene. Dimenticatelo!
Jack allora la fissò negli occhi e domandò « Mi stai cacciando? » Sbuffò irritata e mentì, dicendo che gli avrebbe fatto preparare una stanza. Quando andò da Mery, però, si raccomandò che il signor Sparrow avesse una camera al pian terreno, quindi lontano da lei e da James « Oh, e Mery? Assicurati che tutti i gioielli e le cose di valore siano chiusi a chiave » abbozzò un sorriso ma di Jack Sparrow poteva fidarsi ben poco. Quando tornò in cucina, notò con preoccupazione il volto interessato di James alla vicenda che gli stava raccontando Jack: « E allora, presi due…»
« Ah! Ma come si è fatto tardi! James, a letto, Jack…la cameriera ti porterà in camera tua » Prese per mano il figlio che però non aveva alcuna intenzione di andare a letto « James, andiamo, domani finirà la storia delle tartarughe marine »
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Elizabeth Swann, Hector Barbossa, Jack Sparrow, Un po' tutti, Will Turner
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Abbandonò per un momento il timone, troppo preso dai suoi pensieri per pensare alla rotta. Da mesi ormai pensava solo a quanto poco mancasse a quel incontro che l’aveva fatto penare tanto nei nove anni trascorsi. Si appoggiò al parapetto della nave a scrutare il mare non troppo calmo che faceva oscillare l’Olandese Volante. Per più di nove anni aveva adempiuto al compito datogli da Calypso in persona, proprio mentre la nave affondava nel gorgo durante la battaglia finale.
Gli aveva spiegato cosa avrebbe dovuto svolgere in quegli anni ma gli aveva dato una tenue speranza. Piccola, tenue, quasi trasparente ma c’era. Le labbra si incresparono in un sorriso al ricordo di quello che l’aveva portato su quella nave.
 
“La pioggia scendeva fitta e ormai non aveva un solo centimetro di pelle asciutto. Non vedeva più una via d’uscita, non vedeva altro che nemici pronti e anche ansiosi di ucciderlo. Infilzò uno di quelli con la spada e si voltò improvvisamente verso di lei. Stava combattendo e non voleva distrarla perché avrebbe significato la sua morte. Ma era bellissima, anche con una spada in mano.
Non era più una fanciulla rapita dai pirati, un po’ troppo fantasiosa per i gusti dell’epoca. No. Era un pirata come lui e come Jack, si trovava a suo agio in quel mondo. Tutte le ore passate a tirare di spada erano servite a qualcosa, infine, anche se Will avrebbe preferito saperla al sicuro a Port Royale.
I movimenti erano fluidi e naturali, si muoveva con rapidità ed eleganza allo stesso tempo anche se il suo gioco di gambe era ancora un po’ da perfezionare. Avrebbe voluto baciarla, abbracciarla forte e portarla via da lì. Ma tutte quelle settimane passate a non parlarsi, a stare in silenzio, a sopportare i suoi sguardi accusatori. Will aveva odiato quel periodo, con tutto se stesso.
E così, uccidendo qualche altro mostro, tentò di avvicinarsi a lei. Erano a pochi metri di distanza « Elizabeth… vuoi sposarmi? » L’aveva colta di sorpresa, certo, infatti lo guardò con gli occhi sbarrati e spiazzati
« Non mi sembra il momento più adatto! » gridò lei, trafiggendo un altro essere marino. Lui tentò di ironizzare, salvandola da una pugnalata alle spalle « No, ma potrebbe essere l’unico! » Si allontanarono per qualche minuto, troppo presi dalla battaglia.
La prese tra le braccia « La mia scelta è fatta. Qual è la tua? » Continuando a guardarlo negli occhi, disse « Barbossa! » Barbossa? Voleva sposare Barbossa? « Sposaci! » Allora era un si.
Aveva deciso, si stavano per sposare. Will non sentiva le urla, o la pioggia o le sciabolate accanto a sè.
Aveva sentito solo quelle parole.
Le parole della sua Elizabeth” 

 
« Sembrate contento, capitano Turner » gracchiò suo padre, mettendogli una mano sulla spalla. Era molto strano e insolito il loro rapporto, certamente non da padre e figlio. Will aveva sacrificato tutta la sua vita, anzi, la sua esistenza per liberarlo dal debito con Jones e, se non fosse stato per la sua amata, non si sarebbe pentito.
Eppure, nemmeno suo padre aveva esitato a sacrificarsi davanti a Calypso pur di liberarlo. Era un circolo vizioso e non ne sarebbero mai usciti, ma infine Will aveva accettato perché aveva capito cosa significava vivere dieci anni senza Elizabeth.
« Lo sono, marinaio Turner » non avevano smesso per un solo attimo di chiamarsi per cognome, non riuscivano proprio ad avere un normale rapporto « Tra quanto arriveremo, timoniere? »
« Cinque giorni e mezzo, capitano »
Non riuscì a non sorridere di gioia. Assaporò con gli occhi chiusi la loro ultima giornata passata assieme e pensò ai capelli sciolti sul corpo di Elizabeth. Una voglia irrefrenabile di averla lì lo prese e cambiò lato della nave.
Si affacciò nuovamente per scrutare il mare e pensò anche a Jack. Non aveva ancora deciso quale sentimento lo legasse a quel pirata voltagabbana. Amicizia? Ammirazione? Odio? Disprezzo? Will lo ignorava.
In ogni caso aveva una gran voglia di rivederlo, non pari alla voglia di stringere Elizabeth, però gli mancava. In fin dei conti, se non fosse stato per lui sarebbe morto sull’Olandese Volante senza tanti complimenti. E se voleva tornare ancora più indietro, non sarebbe mai riuscito a salvare la donzella pericolos… ehm, in pericolo senza di lui.
Forse era una strana amicizia a legarlo a Jack, o forse completa follia.
Si toccò il viso con un insolito timore. Era immutato, esattamente come nove anni prima. Nessuna ruga, nessun capello bianco, nulla. L’immortalità non era certamente il suo desiderio nascosto e nemmeno traghettare i morti in mare… ma da un lato, la parola eternità assumeva un suono più dolce se unita ad Elizabeth.
« Arriveremo presto… » tentò di confortarlo il padre, dall’altro lato della nave « E finalmente potrai stare con lei…»
« Come vi siete conosciuti tu e…la mamma? » in tutti quegli anni non aveva mai pensato di fargli quella domanda, troppo patetica da fare ad un pirata. Gli occhi di Bill Turner si spensero improvvisamente e il figlio non avrebbe saputo dire per quale motivo.
« Stavo scappando… sai, anche a vent’anni avevo inclinazioni… ehm poco nobili. Passai per una fontana e inavvertitamente mi scontrai con lei, facendole cadere tutti i panni appena lavati di nuovo nell’acqua. Mi prese per un braccio e mi ordinò di riprenderli e di lavarli… Le dissi che mi aspettavano per una questione d’affari ma non mi credé e così fui costretto a riprenderle tutti i panni… fortunatamente avevo depistato le guardie…le feci credere di essere un mercante…»
Entrambi ringraziarono il cielo che il discorso terminasse lì e il capitano, ancora una volta, riprese a pensare alla casa dove aveva lasciato Elizabeth. Sebbene con una piccola clausola stabilita dalla dea, poteva finalmente tornare a riabbracciarla.
Poteva tranquillamente godersi la sua meritata pace, nella piccola villa, solamente con Elizabeth.

N.d.A. Scusate per l'attesa! In questi giorni ho parecchio da fare e mai il tempo di aggiornare! Che dire... sono abbastanza soddisfatta, questa volta, e ringrazio tutti quelli che vorranno recensire! A presto :)

   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Pirati dei caraibi / Vai alla pagina dell'autore: _Luna_