Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: DaughterOfDawn    13/11/2011    6 recensioni
Ogni mille anni sulla terra compare un tipo particolare di anima per ottenere la quale sia i demoni che gli shinigami sono disposti a fare di tutto.
Kyler aveva una vita forse un po’ diversa da quella dei molti, ma comunque niente di particolare. Almeno fino a quando non si troverà coinvolto in una contesa tra la sua nuova guardia del corpo, un ragazzino dagli inquietanti occhi cremisi comparso dal nulla, e due tizi non meno strani, uno dai capelli rosso fuoco, scatenato e vestito quasi come una donna, l’altro moro, sempre gelido e controllato, che sembrano determinati a rapirlo. E la sua “guardia del corpo” sembra conoscere molto bene uno dei due, con il quale ha un certo conto in sospeso…
[Ambientata nei due anni che precedono l’inizio del manga. Possibile OOC (io ci provo a tenere i personaggi, ma non è detto che ci riesca!), shonen-ai (WillxGrell / OCxOC)].
Genere: Avventura, Fantasy, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Nuovo personaggio, William T. Spears
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L’oscurità polverosa del luogo era quasi completa. Doveva trattarsi di una qualche sorta di vecchio deposito a giudicare dalle casse di legno ormai marcio coperte di bolli e scritte indecifrabili, che giacevano ammucchiate disordinatamente lungo le pareti macchiate di muffa ed umidità. Kyler era seduto in un angolo della cella in cui i suoi rapitori l’avevano rinchiuso una volta che erano giunti in quello che doveva essere il loro quartier generale. Nessuno dei due gli aveva rivolto una parola e il rosso si era limitarlo a trascinarlo fin oltre le sbarre per poi chiudere con un lucchetto la porta. Non avrebbe saputo dire per quanto tempo fosse stato lì con le spalle appoggiate al muro ruvido, la testa dolorante e i sensi all’erta fino allo spasimo, in attesa che quelli tornassero per manifestargli le loro intenzioni. Ma nessuno si era fatto vedere e lui non sapeva dire se ciò fosse un bene o un male. Non riusciva nemmeno a focalizzarsi sul presente. I suoi pensieri vagavano, persi, senza sapere che strada imboccare, toccando appena delle immagini troppo sfuocate per essere messe veramente a fuoco. Il piatto trascorso degli ultimi due anni si mescolava con la prepotente violenza degli avvenimenti delle ultime ore, disegnando davanti alla sua mente disorientata un panorama tutt’altro che chiaro.
Scosse lentamente il capo e sbatté le palpebre cercando di schiarirsi al tempo stesso le idee e la vista. Doveva trovare una via d’uscita da quella situazione o avrebbe potuto essere davvero la fine. Zachary gli aveva detto che quei due non avrebbero esitato neanche un attimo a portare a termine il loro compito, che da quanto aveva capito costituiva nell’ucciderlo o qualcosa di simile. L’ultima immagine della sua guardia del corpo, coperta di sangue e protesa in avanti verso di lui, gli si parò con prepotenza davanti agli occhi. Gli era parso così sincero in quel momento, determinato a mantenere la promessa che gli aveva fatto e ribadito. Eppure lui aveva visto anche quegli artigli argentei allungarsi, affilati e letali, al posto delle sue unghie e il suo sguardo pieno di un odio sanguinario. Aveva visto il ritratto di un demone, di una di quelle oscure creature non a torto temute dagli uomini di ogni tempo e origine e che, nonostante ciò, continuavano a popolare la loro immaginazione. E, in più, quasi come conferma, il moro l’aveva apostrofato come tale. Possibile che un’entità come quella che si era rivelato essere il ragazzo con gli occhi cremisi potesse preoccuparsi genuinamente di lui? O forse tutte quelle belle parole, quegli atteggiamenti che parevano a modo loro voler rispettare le sue convinzioni non erano state altro che una misera copertura per sedurre il suo spirito? In fondo i diavoli erano creature corrotte fin nei meandri più profondi dell’anima, se ne avevano una, egoiste, incapaci di compiere il bene o anche solo azioni che non significassero direttamente il loro vantaggio. E Zachary non poteva certo fare eccezione. Se si era interessato a lui lo aveva fatto di sicuro per brama della sua anima o comunque per qualche ragione sua personale ed egoistica. Sempre che non l’avesse fatto addirittura solo per giocare e passare il tempo. Ma qualcosa dentro di lui, scontrandosi apertamente con la ragione ed il buon senso, si rifiutava categoricamente di accettare che quella fosse la verità. Era forse una sorta di difesa della sua mente oppure il disperato rimasuglio della speranza di aver trovato qualcuno che finalmente gli lasciasse essere chi era, quasi fino al punto di incoraggiarlo ad esprimere la sua volontà contro il corso degli eventi. Una parte di lui che continuava a ricordargli la scelta che aveva fatto da dietro l’arazzo non tanto tempo prima. Seguire quella strana creatura senza badare alla verità o alle circostanze. Si lasciò sfuggire un sospiro. Ma in fondo quelle considerazioni quanto contavano visto che presto avrebbe lasciato per sempre la vita? Anche se Zachary fosse davvero stato sincero nelle sue promesse, c’erano poche possibilità che riuscisse a trovarlo in tempo. Forse avrebbe fatto meglio a spendere i pochi momenti che gli erano rimasti per mettersi a posto la coscienza nel caso ci fosse stato qualcosa ad attenderlo dopo il tunnel buio della morte. Un sorriso amaro gli increspò le labbra. Sempre che poche parole bastassero a redime l’anima di chi aveva deciso consapevolmente di affidarsi a quello che molto probabilmente era un diavolo.
Proprio a quel punto un rumore di passi lo strappò dai suoi pensieri, riportandolo bruscamente alla realtà polverosa della sua cella. Finalmente si erano decisi a venirlo a prendere a quanto pareva. E infatti pochi attimi dopo la chioma fiammante di Grell emerse dal buio e si accostò alle sbarre con il suo solito sorrisetto stampato sul volto.
“Allora, ragazzino, sei pronto? Visto, il tuo caro Zack non è venuto, che ti avevo detto?”trillò divertito, accucciandosi per essere all’altezza del ragazzo. “Anche se quasi ci speravo anche io che venisse, ho un paio di cose da chiedergli, sai? Ma fa nulla, ho tutta un’eternità per farlo! ~”.
Lui strinse i pugni ma non ribatté, deciso a non lasciarsi provocare, concedendosi comunque di lanciargli un’occhiataccia. Non gli avrebbe dato la soddisfazione di farsi vedere debole e disperato. Aveva una dignità anche lui, nonostante tutto.
“Ma come siamo permalosi! Almeno negli ultimi momenti della tua vita umana potresti lasciarti un po’ andare! Voi umani siete così altezzosi. E senza motivo tra l’altro”commentò lo shinigami. “Sentiamo, ragazzino, ce l’hai un ultimo desiderio prima di lasciare questa tua esistenza?”.
“Cos’è, l’estrema grazia concessa al condannato a morte dai suoi magnanimi boia?”ironizzò Kyler quasi con disprezzo. “Non ho nessuna intenzione di farmi prendere in giro da voi. Il fatto che mi abbiate preso non significa che io mi sia arreso. E comunque io ho un nome e gradirei che lo si usasse”.
“Guarda che la mia richiesta non aveva quel proposito!”. Il rosso si finse offeso. “Ma che modi di trattare una ragazza che cerca solo di essere gentile! Cafone. Voi maschi siete tutti uguali!”. Poi il sorriso tornò ad affiorargli sulle labbra. “Ma in fondo non c’è bisogno che tu mi dica che cosa vuoi. Lo so benissimo. Vuoi sapere la verità su questa storia! E visto che io sono dolce e carina esaudirò la tua richiesta, Kyler. Anche se visto come mi hai trattato non te lo meriteresti”.
Il ragazzo non poté impedirsi di fissare i suoi occhi viola sul suo carceriere. Se davvero non si trattava di una presa in giro, allora avrebbe finalmente scoperto cosa stava accadendo. Ma poteva essere certo che quello strano tizio gli avrebbe detto la verità? Avrebbe potuto mentirgli.
Quasi gli leggesse nel pensiero Grell aggiunse: “Non temere, non ho nessuna intenzione di inventarmi chissà cosa. Anche perché per un umano come te la vicenda è già abbastanza assurda di per sé!”ridacchiò. “E poi sarebbe una perdita di tempo visto che dovremmo raccontartela comunque più tardi. Teoricamente spiegartelo adesso sarebbe contro le regole, ma, dal momento che presto sarà tutto portato a termine, posso anche dirti tutto subito”. L’avrebbe sconvolto con le sue rivelazioni e poi lo avrebbe lasciato a dibattersi tra i suoi dubbi. Sarebbe stato divertente vederlo combattuto ed inerme di fronte all’impossibilità della situazione in cui si era trovato. Avrebbe goduto nel svelargli che in realtà lui non aveva mai avuto scelta perché il suo destino non era mai dipeso da lui ma che era sempre stato nelle mani di qualcun altro per via della peculiarità della sua anima, lo avrebbe strappato brutalmente da quella sua cara illusione che si chiamava libero arbitrio. E alla fine, dopo essersi saziato del suo sconvolgimento, lo avrebbe portato da Will e avrebbero finito il lavoro. “In più questo significa avere i tuoi bellissimi occhioni puntati su di me e questo non potrebbe che farmi piacere! Allora, vuoi sentire quello che ho da dire?”.
“Parla. Ma sappi che non prenderò per oro colato tutto quello che mi dirai”rispose Kyler con tono ostile, anche se dentro non desiderava altro che saziarsi di quelle notizie per mettere finalmente ordine nel caos che gli regnava dentro.
“Ceerto, caro! Fa’ come vuoi~”lo prese in giro il rosso, alzando le mani in segno di resa. Poi iniziò a spiegare. “Allora, per prima cosa devi sapere che voi umani non siete le uniche creature esistenti. Ce ne sono altre che abitano mondi paralleli a questo e che a volte vengono a farsi un giro sulla terra per ragioni diverse. Tra queste creature quelle che vi visitano più spesso sono i demoni, visto che si nutrono di anime umane. Non che quei cattivi ragazzi abbiano bisogno di mangiare così frequentemente come voi umani, ma diciamo che ogni tanto anche a loro viene un certo languorino e quindi si fanno un giretto sulla terra e si prendono un’anima. Di solito sono spinti più dalla gola che da un bisogno vero e proprio. Alcuni di loro poi sono dei buongustai incontentabili, sai? Non si accontentano di un’anima qualunque, devono scegliere la migliore in assoluto! Sono più capricciosi dei mocciosi a volte. Comunque, questa cosa che si mangino le anime umane non è proprio una buona cosa visto che gli spiriti hanno un posto dove devono andare dopo la morte e ogni volta che un demone se ne prende una succedono un sacco di casini burocratici”. Agitò una mano come per spostare qualche granello fluttuante. “Ma dubito che questi dettagli possano interessarti al momento. Te li spiegheranno a tempo debito. Sta di fatto che esistono dei tizi, gli shinigami, che hanno il compito di raccogliere le anime e soprattutto i loro cinematic record, i vostri ricordi diciamo. Di conseguenza il loro lavoro spesso diventa anche quello di dare la caccia ai demoni ed impedire loro di consumare il loro pasto”. Alzò un dito verso il ragazzo che aveva aperto la bocca per parlare, zittendolo. “Aspetta prima di sommergermi di domande stupide. Questa era solo l’introduzione. Immagino che tu avrai già capito quali sono i ruoli della recita. Io e Willy siamo gli shinigami, Zack è il demone e tu sei l’anima contesa. Ma questa è una caccia molto diversa dal solito. Vedi, all’incirca ogni mille anni tra gli umani nasce un’anima molto, molto speciale, più forte delle altre e dotata di poteri particolari. Così, ogni volta che una di queste anime, dopo un periodo di maturazione che passa in una forma umana apparentemente normalissima, si risveglia, inizia una lotta furiosa tra demoni e shinigami per il possesso di quest’anima. Perderla è sempre un grande smacco, per entrambe le parti”. Il sorriso sul suo volto si allargò trasformandosi in un ghigno. “Perché vedi, Kyler, queste anime non son altro che demoni o shinigami in potenza. E quello che diventeranno dipende da chi riesce a mettere le mani su di esse per primo”.
“E la mia anima...è una di quelle?”domandò piano il ragazzo anche se la risposta era fin troppo ovvia.
“Esattamente! ~ Zachary è stato mandato sulla terra da alcuni demoni per corromperla e trasformarti così in un demone mentre io e Willy siamo qui per impedirglielo e portarti con noi nel mondo degli shinigami!”trillò Grell, compiaciuto dal tremore che aveva avvertito nella sua voce. “Ed è quello che faremo tra poco. E non importa se tu non vuoi. Altri hanno già deciso per te. In fondo questo era il tuo destino fin da quando sei nato con quell’anima. I tuoi bellissimi occhi sono il marchio stesso della tua sorte. Tutti i tuoi predecessori avevano quelle iridi. Dovresti sentirti onorato da ciò. Tutti ti vogliono! Non è fantastico?”.
Kyler lo fissò inorridito e sconvolto. Lui che pensava di essere la persona più insignificante della terra si ritrovava ad essere l’oggetto di una guerra tra esseri ultraterreni. E, cosa peggiore, non c’era nulla che lui potesse fare per sfuggirvi. Avvertì le lacrime pungergli gli occhi ed abbassò il capo, incredulo. Gli avvenimenti lo avrebbero sommerso come sempre avevano fatto, anche quando lui si era illuso di fare delle scelte. Ora vedeva chiaramente i muri che delimitavano la sua strada, disegnando al posto suo le svolte e le fermate come in un labirinto. Se lui tentava di deviare il percorso si ritrovava in un vicolo cieco e si vedeva costretto a tornare su quella via che lui non aveva scelto. Lo sconforto si impadronì di lui, annegandolo nelle proprio acque oscure. Quindi tutto quell’amore per la libertà e la giustizia che suo padre gli aveva trasmesso non erano altro che miraggi sfuggenti per lui? Tutte le sue lotte, tutti i sacrifici che aveva fatto in nome loro non erano stati altro che un giro in tondo in attesa che arrivasse il momento in cui qualcuno avrebbe vinto la guerra per la sua anima? Si era sforzato inutilmente per costruirsi una vita che non avrebbe mai potuto vivere? Un odio profondo per la sua ingiusta sorte lo invase. Erano stati anni privi di senso, soprattutto gli ultimi due, in cui era soffocato nella vana attesa di qualcuno che lo tirasse fuori dalla monotonia. Gli venne quasi da ridere. In fondo non era quello che stava accadendo? Lo stavano portando in un altro mondo, come aveva sempre desiderato. Ma non era così che aveva immaginato che succedesse. Lui aveva sognato di poterci andare di sua libera scelta, di lottare per abbandonare la sua attuale vita come accadeva ai protagonisti dei racconti che scriveva, non di essere strappato da essa contro la sua volontà. Non poteva accettarlo. Lui non voleva seguire quei tizi, per lui loro non erano nulla. Piuttosto avrebbe preferito andare all’Inferno con Zachary a quel punto. E poco importava che il demone non avesse fatto altro che mentirgli per tutto il tempo. Poteva ancora concedergli il beneficio del dubbio perché, per quanto assurdo potesse essere ora che sapeva di certo cosa era, lui voleva credere ancora che la creatura infernale gli avesse espresso le sue idee sinceramente. Gli aveva detto che ognuno aveva il suo compito, e si era mostrato convinto di ciò, eppure quando lo aveva fatto lui non aveva potuto notare che nel suo tono c’era una certa irritazione, quasi come se anche per Zachary tutta quella situazione non fosse altro che una costrizione così come lo era per lui. Come se fossero entrambi stati obbligati da un destino che non volevano. E questo non faceva che avvicinarli. Il rosso aveva detto che il demone era stato mandato a prenderlo, cosa che confermava l’ipotesi che anche lui fosse stato in qualche misura costretto. Quindi la creatura lo capiva, comprendeva il suo stato d’animo di impotenza e frustrazione. Forse poteva convincerlo ad aiutarlo, forse insieme potevano sottrarsi alle regole che erano state loro imposte. Ma per fare ciò lui non poteva arrendersi agli shinigami.
Strinse i pugni e tornò a fissare i suoi occhi viola in quelli verdi di Grell. “Mi spiace, ma io non diventerò uno di voi. Zachary verrà a prendermi e mi libererà da questo destino che io non voglio. Mi farà scegliere. Me l’ha promesso e io voglio credergli”disse con aria di sfida. “Non lascerò che siano altri a decidere per me”.
“Come scusa?!”esclamò il rosso, incredulo. L’umano aveva reagito in maniera decisamente diversa da come si era aspettato. Doveva aver capito male. O forse quel ragazzo era pazzo. Come poteva fare certe affermazioni dopo quello che gli aveva appena detto?! “Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?! Zachary è un demone, l’hai capito questo? Come puoi fidarti di uno come lui?!”.
“Zachary non è un demone qualunque!”si oppose il ragazzo con forza. “Sento che posso fidarmi. Non mi importa se è venuto per ingannarmi. È stato l’unico che mi abbia aperto una strada verso la libertà dopo tanto tempo. Mi ha fatto delle promesse e io voglio credergli. Non me ne frega se tu non concepisci questa cosa. Non ti riguarda neanche. Quello che devi sapere è che non vi lascerò prendere la mia anima. Perché lei appartiene solo a me e decido io cosa farne”.
Lo shinigami rimase a fissarlo con gli occhi sgranati per qualche attimo, ancora sconvolto da quello che aveva sentito. Quel moccioso aveva davvero fiducia nel demone. Certo, una fiducia disperata, combattuta e senza solidi fondamenti, ma pur sempre tale. Incredibile. A meno che...Un pensiero lo colpì. Ma certo, era così ovvio! Un sorrisetto gli si aprì sulle labbra e lui batté le mani, guadagnandosi un’occhiata preoccupata da parte del suo prigioniero. “Di’ un po’, Kyler, non è che per caso tu...”iniziò a chiedere, ma fu interrotto dalla voce di William che rimbombò nel corridoio.
“Sutcliff! Ma che fine hai fatto?! Ti avevo detto di portarmi immediatamente l’umano, non di metterti a socializzare! Avrai tempo di farlo dopo, ora muoviti”ordinò. “Non vorrei che quel moccioso infernale trovasse davvero il modo di arrivare qui e rovinare tutto prima che portiamo a termine la missione”.
“Ne parliamo un’altra volta!”esclamò il rosso, alzandosi e aprendo la porta della cella. “Su, su adesso alzati se no Willy si arrabbia e non è piacevole, fidati! Lo conosco fin troppo bene ormai ~”. Afferrò il ragazzo per un braccio e, senza dargli il tempo di reagire, lo trascinò via di peso tra le pile di scatoloni. “Non sentirai tanto male, vedrai! Solo un po' all’inizio, ma passerà in fretta. Devi solo morire!”.
Kyler lo fulminò con lo sguardo tentando invano di liberarsi dalla sua presa. Gli toccava anche subire quelle battutacce ora? Inghiottì una risposta pungente. Non era il momento di lamentarsi, doveva trovare una via di fuga da quella situazione o sarebbe stata la fine. Ma purtroppo non vedeva scampo a quello che stava per accadere. Come poteva lui, da semplice umano, opporsi a due shinigami? ‘Zachary, dove sei dannazione?!’imprecò mentalmente. Se quel demone da strapazzo non si sbrigava a venirlo a salvare sarebbero rimasti fregati entrambi.
Grell lo portò canticchiando in un’altra area del magazzino, che era stata sgombrata dalle merci e dai rifiuti appositamente per il rituale. William era in piedi al centro della stanza, la death scythe stretta in pugno, in attesa. Raggiunto il suo capo, il rosso mollò il ragazzo senza troppi complimenti sul pavimento ed andò a piazzarsi davanti alla porta, ansioso di vedere un po’ di sangue sparso. Lo spettacolo poteva cominciare.
“Alzati, Kyler”ordinò il moro impassibile, i suoi gelidi occhi verdi irrimediabilmente fissi sul loro prigioniero, quasi a trapassarlo. “Meno resistenza farai, più il processo sarà rapido ed indolore. Se invece combatterai sarò costretto a renderti collaborativo a forza. E ti assicuro che non risulterà piacevole. Ma a te la scelta”.
Il ragazzo con gli occhi viola si sforzò di sostenere quello sguardo, dandosi un’aria di sicurezza che non aveva e ignorando i brividi di inquietudine che quello gli trasmetteva, ma alla fine obbedì e si sollevò lentamente, le mani sollevate.
“Mi fa piacere di avere a che fare con una persona ragionevole per una volta. Se mai ti affidassero alla mia divisione potrò avere finalmente un sottoposto decente”commentò piatto lo shinigami lanciando un’occhiata significativa in direzione del suo sottoposto che però parve non notarlo, perso com’era nell’eccitazione dell’aspettativa. “Ma questo ora non ci interessa”. Allungò leggermente le braccia in avanti in modo che la punta della lama della sua arma arrivasse a toccare il centro del petto del ragazzo. Conosceva quella particolare procedura a memoria per via dei corsi che aveva sostenuto, ma era la prima volta che si trovava a doverla eseguire personalmente. Bisognava essere estremamente precisi e fermi o si rischiava di liberare tutta lo potenza distruttiva dell’anima che, priva di una natura precisa, si sarebbe rivoltata contro tutto quello che le stava attorno, attaccandolo e tentando di divorarlo. E quello sarebbe stato un problema.
Chiuse le palpebre per un attimo, concentrandosi sull'energia emanata dallo spirito che aveva di fronte. La individuò subito, una fiamma che danzava pigramente dentro il corpo del ragazzo, rilasciando lievi ondate, tanto fievoli che nessuno avrebbe potuto accorgersene se non avesse saputo che l’anima era lì. Will rimase interdetto. “Ma che diamine...?”si lasciò sfuggire. Era strano che l’energia fosse così poca. Quelle anime da sveglie irradiavano una grande quantità di potere, molto più di quella che anche uno shinigami di alto livello poteva sprigionare. Cosa che anche l’anima di Kyler effettivamente faceva mentre erano nella villa. Eppure in quel momento la sua forza sembrava essersi ridotta drasticamente, quasi come se l’anima fosse ritornata al suo sonno originario. Ma ciò era impossibile: una volta risvegliate non c'era modo di arginarne la potenza. O, almeno, questo in teoria.
Il moro riaprì gli occhi, scrutando attentamente il ragazzo, come a cercare nei suoi occhi la risposta a quell’imprevisto. Kyler ricambiò quello sguardo, confuso. Non riusciva a capire perché il suo carceriere si fosse fermato. Aveva sentito la lama fredda sfiorargli il petto ed era sicuro che quelle iridi verdi fossero arrivate a vedere quell’anima tanto contesa che risiedeva nel suo corpo. Eppure a quanto pareva qualcosa non andava. Forse poteva sfruttare la cosa a suo vantaggio. In fondo, più tempo passava più poteva sperare che Zachary riuscisse a trovarlo in tempo. Spostò lo sguardo dallo shinigami alla death scythe ancora appoggiata sul suo petto. Il demone aveva detto che se lui avesse pensato a lui con tutta la forza che aveva sarebbe corso da lui. La cosa non aveva molto senso, ma in fondo era di esseri sovrannaturali che si parlava, nulla a che vedere con i limiti del mondo umano. E poi era la sua ultima speranza. Strinse i pugni fino a far sbiancare le nocche e cercò di concentrare ogni suo pensiero sul nome della sua guardia del corpo fino a quando quegli occhi cremisi furono l’unica cosa che riusciva a focalizzare. Qualcosa vibrò dentro la sua mente, quasi in risposta alla sua chiamata. Fu solo un attimo, ma a lui parve di udire la risatina beffarda del demone rimbombargli nelle orecchie, quasi a prendersi gioco di lui.
Ma non poté indagare oltre perché proprio in quel momento lo shinigami abbassò la sua death scythe, rompendo la sua concentrazione. Il moro si aggiustò gli occhiali con un gesto vagamente irritato e rivolse al ragazzo uno sguardo sprezzante. Ora avrebbero dovuto tenere quell’umano segregato da qualche parte finché la sua anima non fosse tornata a svegliarsi. Non ci sarebbe di sicuro voluto molto, ma ciò che lo turbava era quel discostamento dal normale ordine delle cose. Doveva esserci sotto qualcosa. Già era stato strano che l’anima si fosse svegliata così presto e in modo tanto improvviso, senza quel graduale aumento di energia che caratterizzava il processo fin dalla Notte dei Tempi, ora questo. Era come se lo spirito fosse condizionato da qualcosa e reagisse in relazione ad esso.
“Will, che succede?”. La voce di Grell lo riportò al presente, strappandolo dalle sue riflessioni. Il suo sottoposto si era avvicinato e lo guardava interrogativo, non riuscendo a capire a sua volta come mai si fosse fermato. “Qualcosa non va?”.
“L’anima del ragazzo non è sveglia”rispose lui lapidario, senza neanche degnarsi di voltarsi verso di lui, continuando a tenere gli occhi fissi sul loro obiettivo che era tornato a sua volta a guardarlo, disorientato dalla sua ultima affermazione.
“Che?!”fece il rosso, incredulo. “Ma com’è possibile?! Era più che attiva quando lo abbiamo prelevato alla villa! Potevo sentire la sua energia anche solo standogli vicino!”.
“Lo so anche io questo, Sutcliff”disse William gelido. “Ma prova a percepirla adesso e dimmi un po’ che ne pensi”.
Grell rimase zitto per un momento, facendo come gli era stato detto. Will aveva ragione, adesso faceva quasi fatica a distinguere l’energia dell’anima di Kyler da quella di un umano qualunque. Che diamine stava succedendo?!
Il suo capo parve afferrare il significato della sua espressione perché riprese: “Bene, vedo che hai capito il problema. Finché è in quello stato assopito non possiamo toccarla. Estrarla ora nel migliore dei casi significherebbe distruggerla. Quindi dobbiamo tenere il ragazzo rinchiuso da qualche parte finché la sua anima non sarà nuovamente sveglia e sperare che quel moccioso infernale non trovi nel frattempo il modo di farci qualche scherzetto”. Fece sparire la sua arma e si incamminò verso l’uscita. “Riportalo in cella e tienilo d’occhio, io devo informare i nostri superiori di questa svolta inaspettata. Bada di non fare guai mentre sono via. Sarò rapido”.
“Uff, ce n’è sempre una! Mai che si possano fare le cose in fretta. Quanto ancora dovrò aspettare prima di andare a quel party?!”si lamentò l’altro shinigami imbronciato, voltandosi a guardare il loro prigioniero. “Che noia! Ora mi tocca anche farti da baby-sitter! Cos’è, Kyler, ti sei depresso perché ti manca Zachary?”.
A quella frase apparentemente priva di importanza William, che aveva raggiunto la porta, si bloccò di scatto e si voltò verso gli altri due. “Cos’hai detto? Ripeti l’ultima frase”chiese.
“Eh? Ho solo detto che il ragazzino qui presente è triste perché il suo caro demone non è venuto a salvarlo”ripeté l’altro, sorpreso dalla domanda. Di solito il suo superiore non si curava neanche di ascoltare quello che lui diceva. “Perché me lo chiedi?”.
Il moro ignorò la domanda, tornando ad incamminarsi. “Ma certo...”mormorò piano tra sé e sé. Zachary. Ecco cos’era l’incognita responsabile dello strano comportamento dell’anima. Doveva essere stata la presenza del demone a risvegliarla prima del tempo, per qualche oscura ragione che lui non riusciva ad afferrare. Poi, non appena i due erano stati separati, lo spirito, privato del suo stimolo, era tornato ad assopirsi. Dannazione, quel mocciosetto demoniaco complicava sempre le cose, anche quando non ne aveva l’intenzione. Riusciva sempre a mettergli i bastoni tra le ruote, volente o nolente. Quella deduzione non faceva altro che rendere le cose più misteriose. Perché quel demonietto da strapazzo aveva quell’effetto sull’anima del ragazzo? Né un demone né uno shinigami avrebbero dovuto poter influire in qualche modo su di essa finché restava nel corpo dell’umano. Ma a quanto pareva la teoria sembra non applicarsi per nulla a quel caso. Normale, dal momento che c’era Zachary di mezzo. Doveva assolutamente fare rapporto ai suoi superiori e farsi dire come affrontare il problema. Aveva il presentimento che presto le cose avrebbero iniziato ad andare veramente storte. E il suo intuito sbagliava raramente.

Kyler tirò un calcio all’ennesimo sassolino facendolo rimbalzare contro la parete opposta, prima di tornare a sedersi sul pavimento polveroso. Il rosso lo aveva rispedito dietro quelle sbarre arrugginite ed era sparito nuovamente, anche se lui era sicuro che fosse abbastanza vicino da poter avvertire ogni rumore che faceva. Dannazione. In quelle condizione non aveva nessuna possibilità di scappare e di Zachary non si era ancora vista nemmeno l’ombra. Si lasciò sfuggire un sospiro. In fondo avrebbe dovuto essere contento. Era ancora umano e potenzialmente padrone del suo destino. Non aveva capito bene cosa fosse successo, ma a quanto pare la condizione particolare della sua anima aveva reso impossibile la sua trasformazione in shinigami, almeno per il momento. Sperò che il suo spirito restasse in quello stato per il tempo necessario a permettergli di filarsela. Anche se sapeva bene di non avere alcun controllo su di esso.
Sollevò lo sguardo verso il soffitto, respirando a fondo. Gli mancava la vista dell’aria aperta, quel posto buio gli dava una spiacevole sensazione di soffocamento. Non era abituato a stare rinchiuso in un posto dove non ci fossero finestre da spalancare. Per lui era essenziale sentirsi almeno fisicamente libero, visto che era stato costretto a rinunciare alla sua libertà interiore in più di un’occasione. Forse quel suo anelito verso la libertà era un segno che lui, inconsciamente, conosceva tutta la storia assurda che avviluppava la sua anima e cercava in qualche modo di ribellarvisi. Chissà se quella verità aveva influenzato la sua personalità in qualche modo, ovviamente senza che lui se ne rendesse conto. Da un lato quell’idea non lo rendeva del tutto felice perché poteva essere visto come l’ennesimo intervento esterno sulla sua individualità, ma dall’altro sapeva che quel tratto lo rendeva unico sia tra gli umani che tra le altre creature esistenti. E quell’idea gli procurava un immenso piacere che sfiorava quasi il narcisismo. In fondo Grell aveva ragione, essere voluto da tutti, essere l’oggetto di una contesa che trapassava il mondo terreno era terribilmente fantastico.
I suoi pensieri furono interrotti da un rumore improvviso a pochi metri dalle sbarre della sua cella. Il ragazzo voltò istintivamente lo sguardo in quella direzione e per un attimo gli parve di vedere con la coda dell’occhio un ombra muoversi, ma quella sparì talmente in fretta tra gli scatoloni che lui si domandò se non se la fosse solo sognata. Si alzò e si avvicinò lentamente alle sbarre, cercando la forma scura nella penombra.
“Che stai combinando, ragazzino?”. La voce di Grell lo fece sobbalzare, costringendolo a voltarsi di nuovo. Lo shinigami si era affacciato al corridoio e lo guardava sospettoso. “Non provare a fare bravate o sarò costretto a stenderti, chiaro?”.
“Ho dato un calcio ad un sasso ed è finito tra le casse”mentì lui, alzando le mani. “Che diamine vuoi che faccia chiuso qui dentro poi?!”.
“Appunto”borbottò l’altro allontanandosi. Evidentemente era ancora irritato sia perché non aveva avuto la sua dose di rosso sia perché William lo aveva bellamente ignorato prima di andarsene.
Non appena fu sparito Kyler tornò ad accucciarsi vicino alla porta della cella. Sperava che ci fosse stato davvero qualcosa e che il rumore non fosse solo dovuto al cedimento del legno marcio. Magari la possibilità di sfuggire ai suoi carcerieri.
Rimase immobile per più di un minuto a fissare le ombre, ma alla fine si costrinse a distogliere lo sguardo con un sospiro. Doveva essere davvero stata la sua immaginazione a quanto pareva. Lui e Grell erano gli unici essere viventi in quel postaccio, a parte magari qualche topo. Ma, proprio quando stava per lasciarsi cadere nuovamente a terra, un altro fruscio fece sobbalzare i suoi nervi tesi. Lui si voltò di scatto quasi trattenendo il respiro quando dalla penombra emerse l’elegante figura di un gatto nero. Kyler restò a guardarlo per un attimo, spiazzato dall’inaspettata apparizione, prima di tornare a rilassarsi con un altro sospiro. Si stava facendo prendere troppo dall’ansia e se non si calmava un attimo l’angoscia lo avrebbe consumato. Si accucciò di fianco alle sbarre e tese una mano oltre di essere per chiamare l’animale. Quello gli rivolse un’occhiata incuriosita, ma poi non esitò a correre a strusciarsi contro le sue dita e ad infilarsi nella cella. Il ragazzo lo prese in braccio e tornò a sedersi, accarezzando con delicatezza il pelo morbido del felino che iniziò ben presto a fare le fusa soddisfatto. Aveva sempre amato gli animali, fin da piccolo, e non era raro che, quando suo padre era ancora vivo, portasse a casa dei randagi da curare o che lasciasse loro gli avanzi dei pasti. Victor lo lasciava fare anche se, a causa dei loro frequenti viaggi, non aveva mai consentito al figlio di prendere un animale domestico. Ma lui era felice di prendersi cura di quelli che trovava per le vie e non aveva mai espresso il desiderio di volerne uno tutto suo.
Kyler sorrise a quei ricordi e tornò ad abbassare lo sguardo sul gatto che sollevò a sua volta il muso per ricambiarlo, mostrando due insolite iridi cremisi. Il ragazzo bloccò la mano che fino a quel momento aveva viaggiato sul manto lucido, interdetto. Che lui sapesse i gatti non avevano gli occhi rossi. E poi quelle inquietanti pozze di sangue gli erano più che familiari. Scrutò con attenzione il felino che continuava a fissarlo senza smettere di fare placidamente le fusa, ma Kyler avrebbe potuto giurare che i sui occhi fossero stati illuminati per un attimo da un bagliore divertito. Non poté inoltre astenersi dal notare che il folto pelo era solcato da strani riflessi blu elettrico. Sgranò gli occhi, preso alla sprovvista. Possibile che quell’animale fosse…?
“Zachary?!”esclamò in un soffio, attento a non farsi sentire da Grell.
Sul volto del gatto parve aprirsi quello che assomigliava a un sorrisetto estremamente divertito e, prima che il ragazzo potesse o dire fare qualunque cosa, quello balzò giù dalle sue ginocchia e fu avvolto da un lampo di luce nera. L’altro fu costretto a chiudere gli occhi a causa della sensazione di fastidio e vuoto con cui quell’oscurità luminosa lo aveva ferito e quando gli riaprì si ritrovò davanti la sua guardia del corpo in forma umana accucciata sul pavimento a poca distanza da lui.
“Allora, ti sono mancato, eh, Kyler?”ghignò il demone provocatorio, mantenendo però a sua volta un tono di voce basso. “Direi di sì visto come hai urlato disperatamente il mio nome mentre Will cercava di prenderti l’anima!”.
“Non ho urlato, l’ho solo pensato”ribatté Kyler rifilandogli un’occhiata assassina mentre la creatura gli si sedeva accanto senza smettere di sorridere in quel suo modo irritante ed inquietante al tempo stesso. “Comunque ce ne hai messo di tempo, signor demone. Ti informo che se la mia anima non avesse dato tutti quei problemi agli shinigami saremmo rimasti entrambi fregati”.
A quelle parole l’espressione di Zachary si incupì e lui si lasciò sfuggire un sospiro. “Lo so, lo so, mi sono fatto fregare come un dilettante. Nonostante tutto non avevo preso la cosa abbastanza sul serio, anche se sapevo bene fin dall’inizio che questo gioco è molto più pericoloso ed importante dei miei soliti passatempi terreni”ammise dopo qualche attimo di silenzio, serio, appoggiandosi con la schiena al suo protetto. “Non avrei dovuto prendere le cose tanto alla leggera, avrei dovuto stare più attento. Non mi bastava essere un demone poco…demoniaco a quanto pare. Sono anche un fallito come guardia del corpo. Mio fratello ha ragione, non sarò mai perfetto in nulla, a parte nel cacciarmi nei guai”.
“Tu saresti poco demoniaco?! Hai appena detto che, nonostante tutto, consideri questo casino un gioco! Non voglio immaginare i tuoi simili allora!”commentò il ragazzo incredulo. Poi aggiunse, distogliendo lo sguardo imbarazzato: “E poi non è vero che sei fallito del tutto come bodyguard. In fondo sei tornato a prendermi ed è questo che conta”.
“Con la mia frase intendevo dire che sono un demone del cavolo perché alla fine mi lascio sempre scappare il pranzo. Ogni volta che vengo sulla terra a corteggiare un’anima alla fine non me la mangio quasi mai perché il suo possessore mi ha fatto divertire. E questo non è esattamente un atteggiamento da demone”. La creatura scosse il capo, cercando di nuovo lo sguardo del suo interlocutore. “Grazie per aver tentato di consolarmi, apprezzo. Sai, tra demoni non è molto in uso questo comportamento. Direi quasi che ti stai affezionando a me”fece riprendendo il suo solito ghigno per un attimo. Poi tornò serio “Ma né la mia reputazione né i costumi degli umani ci interessano in questo momento. Avremo tempo per parlarne poi. Adesso devo portarti via da qui prima che torni Will”.
Kyler annuì, poi si azzardò a chiedere, quasi esitante: “Mi porterai all’Inferno con te?”.
Zachary parve pensarci per un attimo. “Non lo so”rispose piano alla fine. “Ci devo pensare. Non so se voglio stare alle regole di questo gioco. In fondo tu mi stai facendo divertire come nessun altro prima di te. Però questa volta c’è in ballo qualcosa che non posso rischiare”.
Il ragazzo lo guardò interdetto. “Che stai dicendo?”.
“Il tizio che mi ha mandato, Gremory. Se non gli porto la tua anima mi ucciderà in una maniera tanto orribile e dolorosa che non si può neanche immaginare”fu la risposta piatta. Il tono della creatura rimase quasi impassibile, cosa che non fece altro che aumentare lo sconcerto del ragazzo, ma i suoi occhi tradirono un lampo inquieto quando lui pronunciò il nome del suo mandante. “Immagino che tu capisca bene quanto la posta in gioco sia alta per me. Ma parleremo meglio anche di questo quando saremo lontani da qui, ok? Adesso dobbiamo pensare a filarcela!”.
“Hai ragione. Non abbiamo tempo da perdere!”concordò Kyler, rianimandosi e dando una spinta al suo compagno per farlo alzare. “E staccati! Non ti sono bastate le coccole che ti ho fatto da gatto?!”aggiunse poi, pentendosene all’istante.
Un sorrisetto malizioso tornò ad illuminare il volto del demone. “Oh, ma come potrebbero? Era così piacevole!”miagolò piano strusciando il viso contro la spalla del suo protetto. “Che ne dici, quando saremo al sicuro mi coccolerai anche in questa forma?”.
Il viso del ragazzo andò in fiamme e lui si affrettò ad allontanare in malo modo la creatura infernale, più imbarazzato che mai. “Z-Zachary! Non mi sembra il momento per questo tipo di battute idiote!”protestò cercando di darsi un po’ di contegno e alzandosi. “Demone da strapazzo…”.
L’altro lo imitò senza ribattere e si accostò alle sbarre per poi piegarle senza il minimo sforzo fino a creare un varco sufficiente a lasciarli passare. “Seguimi”gli ordinò, afferrando strettamente la sua mano e tirandolo oltre la soglia della cella.
Lui lo lasciò fare, un po’ preso alla sprovvista. Avrebbe dovuto abituarsi al fatto che ora Zachary era dichiaratamente una creatura infernale, con tutto quello che ciò implicava. Ma in fondo il demone era la sua unica ancora di salvezza che pure lo avrebbe trascinato nell’abisso. Strinse con decisione la presa sulla dita dell’altro. Ci sarebbe andato di sua volontà, e poco importava quanto buio o terribile sarebbe stato, ormai non era più solo.

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*Si chiude a tripla mandata nello sgabuzzino per evitare che Zachary venga a rompere*
Salve a tutti!! *si schiarisce la gola imbarazzata*
Ehm, sì, sono ancora viva e no, non ho abbandonato questa storia. Mi voglio scusare sinceramente con tutti per l’estremo ritardo dell’aggiornamento e mi piacerebbe anche dire che non capiterà più, ma purtroppo non posso garantirvelo -.-“ Il fatto è che quest’anno (la fatidica quinta liceo >.< *Esami! panico*) la scuola mi sta rubando tutto il tempo e quello che mi rimane o lo uso per le altre attività extra scolastiche o per morire in camera mia sotto il peso dello stress e della stanchezza. Ci ho impiegato anni anche a scrivere perché tutto questa pressione mette a dura prova anche la mia creatività. Chi ci è passato immagino mi capisca (anche se io vivo molto peggio del normale la scuola) e chi non c’è ancora passato un giorno mi capirà! Mi scuso ancora e spero che possiate passare sopra ai miei ritardi!
Parlando della storia, be’, finalmente mi sono decisa a spiegarvi il “mistero” dell’anima di Kyler. Spero che l’attesa sia valsa la rivelazione! (Anche se magari qualcuno poteva anche già averlo intuito…forse 0.0”). Oggi ho deciso di risparmiarvi le cavolate finali, quindi aggiungo solo una cosa: oltre al ritardo, perdonatemi la fine idiota del capitolo!! xD Oh e anche questo: la forma "animale" di Zack...be', diciamo che ci tenevo a fare uno scherzetto a Sebastian xD E poi questo spiega anche perché il nostro caro maggiordomo nero si curasse in passato così tanto del suo fratellino...
Bene, ringraziamenti! Un abbraccio a doc11, _Newrah, Marzia ds e Miele_e_Cianuro per le loro recensioni! Sinceramente sapere che, nonostante tutto ovvero la particolarità della storia, la demenza e la pazzia dell’autrice e di un certo suo personaggio, ci sia qualcuno interessato a questo esperimento mi fa davvero felice! Grazie di cuore anche tutti quelli che seguono/preferiscono o anche solo leggono queste righe! Alla prossima (sperando che sia presto)!
Un bacio,
la vostra Mystic
  
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