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Autore: FlyChick    13/11/2011    4 recensioni
..."Non puoi sempre ottenere tutto quello che vuoi Shannon."
"Cos'è? Sei diventata una fan dei Rolling Stones? You can't always get what you want..." si mise a canticchiare.
"Lo sono sempre stata e lo sai. Non cambiare discorso."
Shannon prese una sigaretta. Un'altra.
"Perché fai tutto questo?" chiese lei osservandolo mentre la portava alla bocca.
"Questo cosa?"
"Questo. Fumare, bere... e tutto il resto."
"Il resto?"
"Si, portarti a letto ogni ragazza che incontri. O quasi."
"Perché? Perché lo faccio, mi chiedi? Perché é una tortura. E' una tortura Evelyn."
"Cosa?"
La guardò, meravigliato e deluso da quell'ennesima domanda di ovvia risposta...
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shannon Leto, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15.I Hate Boys!
h
-I'm A Selfish Bastard. But At Least I'm Not Alone.-


I Hate Boys!

Los Angeles,
la sera stessa...

La tensione tra Evelyn e Natalia, come sempre, era andata dissolvendosi col passare dei giorni. Evelyn continuava a ripetersi che l'avere pazienza non era un pregio, ma anche che dopotutto a nulla sarebbe servito non rivolgersi la parola per mesi dato che erano coinquiline e, teoricamente, qualcosa come migliori amiche.
Era successo altre volte in quei pochi anni che avevano vissuto insieme; Natalia era bravissima a far saltare i nervi ad Evelyn, ma Evelyn stessa con le sue reazioni talvolta esagerate e troppo impulsive faceva comunque la propria parte. Nonostante questo ogni volta le cose si erano sistemate senza andare incontro a situazioni troppo spiacevoli.
Evelyn era tornata a casa da poco, era stata a cena da sua sorella Emily che viveva col fidanzato da ormai molti anni a Santa Monica.
Natalia non c'era.
Guardò se le avesse mandato un sms oppure se
le avesse lasciato un biglietto; ma l'unico che trovò fu proprio il suo.
Nat sono da Emily a cena! Ciao, Eve.
Ma niente, come sempre non sapeva dove fosse.
Si fece una doccia bollente, aveva bisogno di relax, e proprio mentre si stava asciugando i capelli sentì la porta chiudersi nonostante il rumore del phon. Lo spense. Natalia stava canticchiando.
Evelyn uscì dal bagno.
"Nat?"
"Si??"
"Tutto... tutto bene?"
La ragazza saltellò fino a lei.
"Evelyn, tesoro vatti a cambiare!" esordì Natalia sorridendo.
L'altra non capì perché fosse così tanto felice.
"E perché mai?" chiese perplessa.
"Perché proprio qui sotto c'è una Ducati che ti aspetta!"
L'entusiasmo di Natalia era direttamente proporzionale al disappunto di Evelyn.
"Cosa??" chiese, "Una, una..."
Natalia annuì.
"Shannon!" disse l'altra portandosi le mani alla testa, cominciando a farsi prendere dal nervosismo, "Io... io ora scendo e lo rispedisco da dov'è venuto!"
"No!" la fermò Natalia afferrandole un polso, "Vai a cambiarti prima! Non si sa mai che cambi idea. Di solito non si va ad un appuntamento in tuta..." e le fece un occhiolino.
Evelyn cercò di trattenersi. Già solo lo squallore della parola 'appuntamento' le dava il voltastomaco.
"No, non vorrei che l'attesa lo illudesse." sorrise sarcastica.
Uscì dall'appartamento cercando di prepararsi una bella ramanzina per Shannon. Dopo tutte quelle che gli aveva fatto ormai  sia la fantasia che la capacità di improvvisazione cominciavano a venir meno. Lui era proprio fuori dal cancello, di fianco alla sua amata moto.
C'erano due caschi sulla sella. Sentendo i suoi passi si voltò verso di lei.
"Shannon!" lo chiamò prima che potesse aprir bocca continuando a camminare a passo deciso verso di lui, "Saluta pure il tuo amico Antoine da parte mia e digli che mi dispiace, ma non lo verrò a vedere!"
L'angolo delle labbra di Shannon si sollevò in un sorrisetto compiaciuto.
"Vedere? Haha, non è lui che devi vedere."
"Ma cosa stai... oh ti prego togliti quel sorriso!"
Ma Shannon rise.
"Avanti Eve, che altro hai da fare?"
La ragazza sospirò.
"Oh! Una testa dura come la tua Shannon non so se potrò mai trovarla ancora. Quante volte te lo devo ripete, accidenti."
Stava già per dire quell'odioso monosillabo.
"Vieni dai! Per divertirci un pò!" sollevò le spalle lui, aprendo le braccia come se quella fosse la sua vera unica intenzione.
Evelyn rimase seria.
"E per farti perdonare dopo la fuga da Parigi." scherzò Shannon mentre saliva sulla moto.
"Oh, no! Non di nuovo!" protestò lei, dato che aveva tentato ed era riuscita a dimenticarsi di quell'occasione.
Fino a quel momento.
Rifletté.
"Promettimi che per i prossimi dodici mesi non metterai piede ne in negozio ne a casa mia."
Shannon sembrò soddisfatto della risposta.
"Lo prendo come un 'Shannon aiutami ad allacciare il casco, non vedo l'ora di fare un giro sulla tua moto'."
Ma Evelyn nemmeno questa volta sembrò aver voglia di scherzare. Credeva davvero che sarebbe stato così facile? Incrociò le braccia squadrandolo con stizza.
"Non ho detto che sarei venuta." e voltandosi si avviò verso l'entrata del palazzo.
Il sorriso sparì anche dalle labbra di Shannon.
"Eve..." la richiamò incredulo.
Ma lei non si fermò.
"Hey, Eve!"
Ma lei era già dentro. La porta si era chiusa.
Nella sua testa c'era un tripudio di parolacce. Avrebbe voluto prendere a pugni la prima cosa che gli capitasse per le mani, ma l'unica abbastanza vicina per farlo era la moto stessa. Mai avrebbe osato.
Ripose il casco che avrebbe dovuto indossare Evelyn sotto la sella ed infilò il suo. Trattenne la collere trasformandola in velocità, sfrecciando via per le strade di Los Angeles.
Evelyn dal canto suo rimase nel pianerottolo dell'entrata, fin quando il rumore della Ducati non si dissolse in lontananza.
"Oh, ti prego ascoltami Shannon." sussurrò.
Ma sapeva che sarebbe stata una vana preghiera.

I'll pray the skies above for snow to fall on the Sahara.

Salì le scale, già immaginando l'interrogatorio a cui Natalia l'avrebbe sottoposta. Una volta arrivata al sesto piano forse sarebbe riuscita addirittura a trovare una scusa per sfuggirle.

Shannon a fare festa, Evelyn a casa. Al prossimo capitolo! Baci, Flychick.
  
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