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Autore: Kiki May    14/11/2011    1 recensioni
Storia AU, ambientata nell’Inghilterra dei nostri giorni. Buffy Summers è candidata a sindaco di Londra e trova sostegno in un gruppo di fidati collaboratori. Ben presto la donna dovrà fare i conti col passato e con William, compagno del suo defunto mentore Giles.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Angel, Buffy Anne Summers, Un po' tutti, William Spike
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Eccomi, aggiorno anche questa storia! *C*
Premetto un piccolo spazio pubblicitario al capitolo: sto terminando LUSSURIA, mancano un paio di capitoli ancora e la storia arriverà a giusta conclusione. Se l'avete seguita, se vi è piaciuta o anche no, leggete gli ultimi sviluppi e fatemi sapere. Ci ho impiegato qualcosa come 3 anni per completarla. ._. Mi piacerebbe sapere che ne pensate e, ecco, condividere un po' di spuffylove. *C*

E torniamo nuovamente qui, alle prese coi problemi di Buffy e la relazione complicata (ma anche no?) di Liam e William.
















22.









William raggiunse il salone.
Buffy si era seduta sul divano ed aveva incrociato le mani sul grembo. Era pallida, visibilmente provata dagli ultimi eventi.
“Dovresti stenderti.” Raccomandò lo scultore.
“Sto bene.”
“Dovresti.” insistette, avvicinandosi ad aiutarla.
Lei oppose una vana resistenza, si vide trascinare tra i cuscini.
“Non sono una bambina!” Protestò.
“Non alzare le tue barriere adesso, non con me.” Replicò lui, poggiandole una mano sulla fronte, come un padre premuroso. “Vado a farti del tè, vuoi?”
Buffy annuì svogliatamente.
Afferrò la coperta poggiata sulla poltrona vicina e la sistemò addosso, chiudendo gli occhi. William tornò dopo qualche minuto, col tè caldo ed un vassoio di biscotti.
“Non ho voglia di mangiare.”
“Lo immaginavo, ma ho tentato lo stesso. Bevi un po’ almeno.”
“Come hanno potuto farmi questo?” domandò Buffy, smarrita e vulnerabile come non mai. “Come hanno potuto?! Tralasciando il fatto che hanno gettato fango su una vita di lavoro, su tutta la campagna … quel momento apparteneva solo a me! Loro lo hanno trasmesso in diretta ed ora tutti sapranno.”
“Pagheranno per questo, lo sai. Si tratta pur sempre di dati sensibili e non c’è stato alcun rispetto per la privacy … non riusciranno a farla franca, dopo un’azione del genere.”
Buffy soffocò un singhiozzò e si nascose ancora di più sotto la coperta.
“Mi hanno umiliata.”
“Non dire così …”
“Mi hanno umiliata pubblicamente.”
William non si trattenne.
Raggiunse la piccola donna stesa nel divano del suo soggiorno e le carezzò le spalle, nel blando tentativo di risultare confortante.
“E adesso …” riprese lei, in lacrime. “Adesso dovrò dimostrarmi più forte, più capace, più decisa. Sorprendere il pubblico, controbattere alle accuse, fronteggiare lo staff! Non posso farcela … non ne ho la forza.”
“Non devi averla in questo istante. In questo istante tu sei con me.”



Liam rientrò alla sede centrale dopo aver percorso un tragitto più lungo in auto, allo scopo di depistare i giornalisti che gli stavano alle calcagna. Raggiunse l’ufficio dove sedeva Willow, intenta a dirigere le operazioni.
“Ho accompagnato Buffy.” Disse, chiudendosi la porta alle spalle.
Lei annuì, posò la cornetta del telefono e fece un cenno del capo.
“I giornalisti –“
“Non ci hanno visti. Se dovessero precipitarsi alla villa, ospiterò Buffy nel mio appartamento.”
“Ottimo. Senti, potrei farti leggere una bozza della querela?”
“Falla leggere a me.” Ordinò Lindsey, introducendosi nella stanza senza salutare.
Willow e Liam si fissarono, muti.
“Avanti!” protestò lui. “Abbiamo poco tempo e dobbiamo muoverci.”
Nonostante qualche resistenza, Willow lesse ad alta voce il contenuto del documento appena redatto.
“Va bene così.” Fecero Lindsey e Liam all’unisono.
Furono loro a fissarsi in silenzio, stavolta.
Willow scosse il capo.
“Bene, perfetto! Tutto perfetto ad eccezione del fatto che vorrei prendere Warren Maers, legarlo da qualche parte, cucirgli quella bocca del cavolo e scuoiarlo vivo, per calmare un pochino i nervi.”
“Da quando sei diventata così … ahem, decisa nel lavoro?” domandò Liam, aggrottando la fronte.
Willow sbuffò e uscì a prendersi un caffè.
“Aspetta, non andare anche tu.” Mormorò Lindsey, rivolto a Liam.
“Cos’è, vuoi dichiararmi il tuo amore?”
Il campaign manager serrò la mascella, visibilmente nervoso.
“Voglio sapere se è vero.”
“Anche se fosse, cambierebbe qualcosa per te? Ti verrebbe una crisi di coscienza, ti allontaneresti dallo staff?”
“Sai che non lo farei mai. Voglio solo sapere.” Insistette. “Lei mi sembrava diversa.” Aggiunse piano, quasi a volersi giustificare.
Liam indugiò a lungo prima di rispondere.
“Lei è diversa.” Disse soltanto.
“Quindi non è vero?”
“Non sto dicendo questo.”
“Figurarsi!” esclamò Lindsey, allargando le braccia. “Ora capisco perché, nonostante tutto, andate così bene d’accordo voi due: siete fatti della stessa pasta! Sempre vaghi, misteriosi e sfuggenti! La gente deve costringervi a dire la verità!”
“E tu come vorresti costringermi, ragazzo?”
Il campaign manager strinse gli occhi, riducendoli a due fessure chiaro.
Liam lo fissava sereno.
“Buffy non ti ha detto nulla per un buon motivo, ne sono certo.”
“E questo te lo racconti per sentirti meglio?”
Stavolta fu il turno di Liam di abbassare il capo in segno di resa.
“Non siamo poi così diversi neanche noi.” Aggiunse Lindsey.
“Sì, lo siamo: tu non le hai spezzato il cuore.”



“Tieni, devi sentire freddo.”
Buffy forzò un sorriso gentile e prese la giacca che William le allungava. Lo scultore si sedette accanto a lei, sul divanetto in terrazza.
“Tra poco arriveranno i giornalisti e voglio guardare il mare finché mi è permesso.” Spiegò la candidata, volgendo lo sguardo stanco altrove. “È davvero bello qui. Forse è proprio quello che serve nella mia vita: il riposo, la quiete, il mare … capisco perché Giles amava tanto questo posto.”
“Lui lo amava, ma amava anche il suo lavoro. Sono convinto che non avrebbe passato il resto della sua esistenza a guardare onde e gabbiani.”
Buffy si voltò, curiosa.
“Ah no?” chiese.
“Credo proprio di no.” Rispose William, sorridente. “So che aveva annunciato il suo ritiro dalla scena politica e che erano mesi che non tornava a Londra, ma sono sicuro che, presto o tardi, avrebbe scelto di rimettersi in gioco, di aiutarti. Nonostante la sua apparenza così composta, Rupert aveva un carattere piuttosto intraprendente. Figurarsi se ti avrebbe lasciata affrontare gli squali da sola!”
“Non immaginavo …”
“Sì beh, lui preferiva non parlarne ma io sapevo lo stesso.”
“Sono stata così cieca!” esclamò lei, dispiaciuta. “Per tanto tempo mi sono detta che tu non eri importante … che non lo conoscevi abbastanza, che il vostro era solo un legame passeggero ... mi rendo conto adesso di quanto mi sbagliavo. Tu dovevi amarlo veramente tanto per capirlo così bene.”
William scosse il capo, incerto.
“Non so … forse avevi ragione tu. Ero l’uomo adatto?”
Buffy gli prese una mano e la strinse tra le sue.
Vinse il moto di imbarazzo che la frenava e attirò lo scultore in abbraccio confortante, materno.
“Certo che lo eri, e adesso c’è Liam. Lui ti ama.”
William chiuse gli occhi senza dire una parola.
Buffy continuò a carezzagli la schiena tesa. Lo sentì rilassarsi appena e provò anche lei una tranquillità inspiegabile.
La parentesi idilliaca venne interrotta da un bagliore sospetto che proveniva dalla spiaggia.
Buffy forzò la vista per individuarne la provenienza e scorse due uomini impegnati a discutere vicino agli scogli.
“Forse sarebbe meglio entrare in casa …” suggerì, dubbiosa.
William si rialzò di scatto. Passò una mano sugli occhi.
“Sì, è meglio.” Concordò, consapevole del problema principale: l’eventualità di giornalisti appostati nei paraggi, pronti a scattare l’ennesima foto compromettente. “Faccio strada.” Mormorò, aprendo la porta a Buffy.

 

 

 

 

 

 

 
  
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