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Autore: Montana    18/11/2011    4 recensioni
Una ragazza scampata alla strage della sua famiglia a soli 5 anni, non parla, si esprime solo con la musica.
Il suo serial killer è tornato a cercarla.
Ma questa volta con lei ci sarà un ragazzo dai capelli castani, e la sua squadra di esperti, pronti a proteggerla.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Spencer Reid
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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- Questa storia fa parte della serie 'Veronika Gordon 2007-2012'
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Cosa successe nel granaio
 
Avevo incontrato Sanders durante la mia fuga del mio giorno precedente.
Anzi, rettifico: ero scappata di casa proprio per incontrarlo e porre fine alla mia vita.
Nonostante avessi parlato con Reid il pomeriggio prima, e gli fossi probabilmente sembrata calma e tranquilla, avevo deciso di farlo.
Così Sanders si sarebbe calmato e forse si sarebbe pure consegnato spontaneamente all’FBI.
Ma non avevo calcolato i suoi tre giorni. Era solo per quello che ero ancora viva, perché non voleva sbagliare di nuovo il suo “Minuetto e Trio”
Perché io l’avevo capito molto, molto prima dell’FBI, che tutto quello che faceva aveva a che fare con la musica. Non so nemmeno come, ma l’avevo fatto!
Era per quello che mi ero informata su quali pezzi musicali fossero divisi in tre parti, e avevo trovato il Minuetto. Devo ammetterlo, avevo scelto il Minuetto e Trio a caso, ma quando avevo sentito Reid e gli altri parlarne mi era quasi venuta la nausea al pensiero di quanto ero simile all’assassino della mia famiglia, a colui che voleva essere il mio carnefice.
Ma passato quest’attimo di disgusto avevo sviluppato un’ossessione anch’io per quel pezzo, volevo arrivare a suonarlo tutto, e meglio di lui. Senza quella nota sbagliata che gli era costata l’insegnamento al conservatorio, la sanità mentale, il padre e l’intera vita.
E c’ero riuscita. Pochi minuti prima di scappare di casa e correre incontro alla mia morte ero riuscita a farcela, così mi ero portata dietro quello spartito. Forse per essere riconosciuta meglio, forse per farlo impazzire ancora di più.
Ed era quello che era successo, ma non abbastanza! Non mi aveva uccisa, nonostante l’avessi quasi supplicato. Avevamo raggiunto un accordo: sarebbe venuto a casa mia quella notte, la notte del terzo giorno, quando sarebbe stato libero di uccidermi. L’avrei aspettato nel granaio e avrebbe finalmente posto fine a tutto.
Ed era venuto. Con la sua 9mm, dopo avermi lasciata ad aspettare, piangendo e mordendomi le labbra fin quasi a farle sanguinare, seduta nella paglia del mio granaio, a pochi metri dalle braccia dei miei nonni, di Reid.
Era venuto, e io avevo creduto che sarebbe finito tutto immediatamente.
E improvvisamente non avevo più avuto paura.
Ma poi, come in ogni film che si rispetti, lui aveva cominciato a divagare.
Aveva cominciato a vantarsi di tutti gli omicidi che aveva compiuto, soprattutto di quello dei miei genitori, dicendo che in realtà lui stava solo aspettando che mi consegnassi come un agnello sacrificale. Che quella del Minuetto, quella storia (la sua storia) che gli avevo raccontato il pomeriggio era tutta una montatura, che lui non era figlio di nessun pianista classico, che non era pazzo, che tutto era falso.
Per poi concludere che, dopo avermi piantato un bel proiettile in fronte, sarebbe entrato in casa mia e avrebbe ucciso “il mio amichetto che mi aveva salvata dal pickup”.
Questo non avevo potuto accettarlo.
Volevo morire, sì, ma non volevo che Reid morisse.
La verità è che mi ero innamorata di lui, stupidamente come metà delle cose che facevo.
Ma questa cosa mi aveva fatta scattare. Mi ero lanciata su di lui come un gatto rabbioso.
Colluttazione, insulti, graffi e morsi, e poi un rumore lacerante che mi aveva riportata indietro di dieci anni. BANG!
Sanders era crollato a terra, un terribile odore di bruciato si era sparso tutto attorno, e avevo visto con orrore il sangue colare dalla sua fronte, attorno agli occhi ormai vuoti.
In un qualche momento della colluttazione avevo premuto il grilletto della 9mm che aveva ucciso i miei genitori e avevo in un colpo (nel vero senso della parola) vendicato loro e tutte le altre vittime di quel pazzo.
Gli agenti erano accorsi, ma io conoscevo quel granaio come le mie tasche e mi ero nascosta, e loro nella fretta avevano pure lasciato la porta aperta.
Ero tornata in casa in due secondi, Reid mi era passato praticamente accanto, bianco in viso come un cadavere. Mi si è stretto il cuore pensando che potesse pensare che fossi io, stesa a terra con un proiettile in fronte.
Sono corsa in camera, ho fatto finta di dormire, lui è tornato e mi ha scoperta.
E mi ha pure coperta.
E io ho finito di raccontargli la storia e lui mi ha abbracciata forte mentre piangevo.

--
Le parti in corsivo Veronika le pensa soltanto.

  
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