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Autore: francy13R    19/11/2011    1 recensioni
"Eccomi qua! Sulla soglia dei quarant'anni ormai e mi ritrovo a scrivere su questo diario consumato che mi ha accompagnato per più di vent'anni durante l'esperienza che mi ha stravolto, ma allo stesso tempo stregata. Talvolta ripenso a Milano, alla mia vecchia casa, alla mia vecchia scuola, alla mia vecchia vita e vengo invasa da un senso di vuoto come se dovessi ritornare là e riprendermi quella parte di me che quella città mi ha strappato involontariamente e presa senza alcun diritto! D'altronde tutto è iniziato lì, ma nonostante questo sento che il mio posto è qui! Dopo mille dubbi, difficoltà e avvenimenti raramente positivi ho trovato un posto in questo mondo dove sono riuscita a liberarmi, a mostrare la vera me e non la Eve che s nascondeva dietro la maschera della scontrosità!
Ho pagato con la mia stessa pelle gli errori commessi fino a sentire il mio cuore lacerarsi, eppure alla fine la vita, la vita che tanto avevo odiato, quella che mi era sempre stata contro e quasi mai favorevole, mi ha premiata e sono orgogliosa del mio punto di arrivo. Adesso sono qui nella mia casa, la mia vera casa, il rifugio che tanto avevo sognato per proteggermi da questo mondo selvaggio. Ho fatto scelte sbagliate, quasi sempre, ma è inutile pentirsene perchè mi hanno portato a dove sono ora, con l'uomo che amo nel paese in cui ho sempre desiderato passare il resto dei miei giorni e... credo che sia ora di smetterla di scrivere, quello era un modo per sfogarmi, ma ora non c'è più niente di storto, è tutto perfetto! Quindi caro diario siamo arrivati alla fine, probabilmente ti sistemerò in qualche angolo della soffitta però non ti scorderò mai, sei pur sempre l'unico oggetto che mi è rimasto della mia vecchia vita e avrai sempre un posto speciale nel mio cuore! Grazie per avermi tenuto compagnia! Devo andare a prendere i bambini a scuola, ciao mio caro amico, confidente e unico testimone del mio viaggio terminato! Addio!
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Baby u the best cuz u worked me out

I keep building walls up but u tear ‘em down

I’m fighting I don’t wanna like it but u know I like it





Flying with ur love, shining with ur love, riding with ur love

I feel like I’m on top of the world with ur love

One hit with ur love can’t quit with ur love so sick but so what

I feel like I’m on top of the world with ur love



Cher Lloyd- With ur Love

 








L'aria frizzante della mattina mi svegliò provocandomi dei dolci brividi sulla schiena nuda...
Nuda? Aprii gli occhi immediatamente disorientata, quella non era la mia stanza! Il letto era troppo grande e vuoto, l'armadio si trovava ne posto sbagliato, come la scrivania e c'era troppo disordine per essere la mia camera.

Abbassai gli occhi sul mio corpo e notai terrorizzata che non portavo nemmeno la biancheria, sconvolta mi coprì con il lenzuolo alla ricerca dei miei slip e del mio reggiseno. Li localizzai in un angolo lontano del letto tra le lenzuola stropicciate, li presi e l'infilai più svelta che potei dopo di che mi lasciai cadere sui morbidi cuscini tormentandomi i capelli selvaggi.
Matthew, avevo fatto sesso (l'amore?) con Matthew! Sforzai la mente, dovevo ricordare qualcosa!

L'ascensore, era partito tutto da lì. Ricordai i suoi occhi blu così vicini da farmi mancare il fiato, ricordai arrossendo involontariamente il mio impeto nel farlo mio. Mi lasciai sfuggire un gemito di delusione, l'alcool, tutta colpa dell'alcool. Eppure la mia mente ancora mezza addormentata ricordò un dettaglio: “Sei la creatura più bella che abbia mai visto sulla faccia della terra”. O forse l'avevo detto io? Improbabile... Soffocando il desiderio di averlo vicino a me avvertii la lontana sensazione delle sue dita sul mio corpo, dei suoi baci e carezze. Vicino a lui mi sentivo un'altra persona, riusciva a far emergere il lato buono che era in me, anche se fino a quel momento avevo dubitato di aver un lato positivo. Io ero sempre stata la cattiva o volevo esserlo?



Ad un tratto sentii dei passi al di fuori della porta e mi nascosi tra le lenzuola temendo chiunque vi fosse dietro a quella. Un piede scalciò la porta facendola sbattere contro il muro.

-Cazzo!-, esclamò qualcuno, ma lo riconobbi! Chi altro poteva essere se non Matt?
Si fece strada fino al letto con un vassoio sul quale era appoggiato una tazza di caffè fumante, un croissant al cioccolato e una spremuta d'arancia. I miei occhi si spalancarono increduli, mancava solo la cinepresa e sarebbe stata perfetta come scena di un film romantico. Mi sorrise e appoggiò la colazione sul letto.

-Buongiorno!-, esclamò sporgendosi per darmi un bacio sulla guancia. Quel contatto mi riportò alla mente la sua ruvida barbetta che mi graffiava morbidamente il collo e le tempie la notte precedente. Non riuscii a trattenermi e arrossii.

-Che è successo ieri sera?-, chiesi prendendo d'assalto il cibo.

-Non ti ricordi niente?-, domandò lui sgranando gli occhi. Era delusione quella nascosta dietro il suo sguardo divertito? Lo conoscevo troppo bene per non accorgermene.

-Si, ma...volevo, volevo una specie di conferma...sai...-. Celai la mia voce tremante masticando la brioche. Lui rise alzando il viso al soffitto e rivelando uno dei migliori sorrisi che avessi mai visto in tutta la mia vita. Mi persi a contemplarlo, sembrava un divo di Hollywood, ma un attore non si sarebbe mai seduto vicino a me, non mi avrebbe mai preparato la colazione, non mi avrebbe mai fatto sentire come mi sentivo in quel momento. Mi sforzai di sorridere, un mezzo sorriso sbilenco che fece diventare serio Matt. Si avvicinò e avvertii il mio cuore aumentare i battiti in modo estremamente pericoloso. Come era possibile che non mi ricordassi quasi niente di quella notte? Sarebbe stata probabilmente la più bella della mia vita se avessi avuto un po' più di lucidità! Lo desideravo da così tanto tempo che avevo addirittura sognato quel momento, avevo bramato disperatamente le sue mani che esploravano il mio corpo e quando era giunto il momento... volli prendermi a martellate.

-Sai, se sei nuda nel mio letto..-, evidenziò il “mio” con un certo orgoglio, mentre roteavo gli occhi al soffitto.

-Vuol dire che abbiamo fatto l'amore, sai non credo che avremmo potuto giocare a monopoli o semplicemente parlare! Anche perchè non avrei resistito, sei splendida!-, disse prendendomi in contropiede. Parlava come se stesse ripetendo la lezione di storia e non trovava il tutto fin troppo imbarazzante cosa che era per la sottoscritta. Ma ciò che mi fece fremere ancora di più fu un'altra.

-Cosa hai detto?-, chiesi sperando di aver capito male. Anzi, togliamo lo “sperando”, volevo che avesse detto quello che avevo sentito, ne avevo bisogno in quel momento, non mi importava delle conseguenze.

-Che sei splendida?-. Sorrise inclinando la testa di lato e scostando il vassoio verso il bordo del letto.

-No, prima, ancora prima-, dissi chiudendo gli occhi per evitare che inutili lacrime cadessero.

-Che abbiamo fatto l'amore?-. Mi bloccai, non riuscivo a respirare con la sensazione del cuore in gola. Mi sentivo compressa come se sopra di me gravasse un peso enorme o semplicemente come se la pressione dell'aria fosse aumentata di botto contro qualsiasi legge fisica.

-Per me non è stato sesso! Anche se nessuno dei due era pienamente in sé! Voglio che tu lo sappia: per me non è stato e non sarà mai solo sesso con te!-. Immobile con le ginocchia strette al petto cercavo di non far svanire dalla mia mente quelle parole, quella voce. Matt, il mio Matt, sembrava un'altra persona, più seria, decisa. Ero sempre stata abituata a vederlo come un giocherellone e come una persona per niente responsabile che quell'improvviso cambiamento mi riempì l'anima mescolandosi con la dolce sensazione di essere protetta e amata. Gli sorrisi inevitabilmente, non potevo contenere quella meravigliosa gioia che mi riempiva e mi riscaldava fino alle dita dei piedi.

Mi abbracciò e avvertii che era quello l'abbraccio che avevo sempre desiderato da parte sua. Fece aderire il suo petto con il mio facendo scivolare via il lenzuolo che mi copriva.

-Dai dì la verità, sono straniera, decente e simpatica quindi hai pensato bene di provarmi, insomma lo fai con tutte, perchè non con me?-, sussurrai sulla sua pelle calda provocandogli la pelle d'oca.

Lo sentii ridere e annusare i miei capelli.

-Be' effettivamente hai ragione...-. Lo guardai fulminandolo con lo sguardo. Ma lui mi baciò delicatamente il naso e mi fece stendere sul letto mentre esaminava con le mani le mie curve.

-Sto scherzando Eve, però devi ammettere che ho fatto un bell'affare-. Mi guardò con i suoi occhi profondi prima di intrecciare le sue gambe con le mie. Riusci solo ad annuire e a chiudere gli occhi per assaporare al meglio la sensazione del suo corpo sul mio, mentre Matt coprì ogni singola parte del mio collo con baci leggeri facendomi fremere dal desiderio.
Forse non avrei dovuto essere così egoista, lo avevo avuto per una notte, adesso avrei anche potuto lasciarlo nelle mani di un'altra più degna di me. Il solo pensiero mi fece ribaltare lo stomaco. Mi prese per i fianchi lasciandomi una scia infuocata lungo la vita.

-Mmm vorrei stare qui ma...-. Quelle sue parole mi catapultarono nella realtà così lo scostai da me e feci per alzarmi in silenzio quando Matt mi avvolse con un braccio il petto e mi baciò da dietro il collo.

-Ho dell'impegni con la casa editrice, ci vediamo dopo piccola Eve-. Fu così che si dileguò lasciandomi in quell'immenso appartamento che senza di lui sembrava vuoto e inospitale.





Raccolsi da terra il vestito e mi diressi verso il bagno avvertendo l'improvviso bisogno di una doccia. Mi annusai i capelli notando tracce di fumo impregnate in essi e Matt le aveva senz'altro avvertite. Quando mi vidi allo specchio mi venne quasi un infarto, avevo il mascara sbavato che copriva le occhiaie, il rossetto rosso ancora vivo sulle mie labbra, le guance rosse e gli occhi emanavano una strana luce che rendeva il mio verde particolare. Solo allora mi accorsi che alla fine il colore dei miei occhi non era così male.
Senza indugiare ulteriormente mi immersi nell'acqua calda della grande cabina tentando di eliminare i residui della sera precedente. Ogni volta che entravo a contatto con il vapore della doccia i miei pensieri partivano a razzo e rischiavo di rimanere in quell'accogliente buco per addirittura tre quarti d'ora, ma quella volta mi diedi un tempo. Avevo anche io delle cose da fare.
Uscita dal bagno in fretta e furia mi asciugai optando per un largo maglione blu e bianco e un paio di leggins lunghi, indossai i miei stivali foderati con del pelo. Raccolsi i capelli neri in una treccia alla bella e meglio, presi la piccola tracolla e uscii.

Presi la metropolitana e riuscii come sempre a non perdermi. Amavo la metropolitana di Parigi, era sempre colma di gente indaffarata e che mi trasferiva un certo senso di appartenenza a quella città. Mi sedetti osservando le persone attorno a me e individuando un bambino biondo in braccio alla madre con la faccia tutta sporca di cioccolato che rischiava di colare anche sulla sciarpa, anche lui mi guardò con i suoi grandi occhi azzurri e mi sorrise amorevolmente. Mi erano sempre piaciuti i bambini piccoli eppure quando mi pensavo madre un moto di negazione si impossessava di me.

Scesa a “Richelieu Drouot” presi la prima via sulla sinistra e arrivata ad un condominio ornato con colonne dai capitelli arricciati salii le scale notando la porta aperta. Quello che mi interessava era il quarto piano e quando vi arrivai sentii le gambe cedermi, poteva anche essere morta e io non avrei saputo nulla, ma quando suonai una signora sulla settantina mi aprii. Aveva setosi capelli neri e solo alcuni di essi erano argentati, il viso spigoloso negli anni si era arrotondato. Gli occhi di un verde brillante si illuminarono ancora di più quando mi videro e mi riconobbero subito.

-Bambina mia!-, esclamò con un sorriso sul volto e le lacrime che le rigavano le guance. Non potei non abbracciarla e rifugiarmi tra le sue braccia così simili a quelle materne.

-Nonna!-, sospirai immergendo il viso nei suoi capelli.

-Sei...sei una donna ormai, guardati! O santo cielo, assomigli così tanto a tua madre!-, disse scostandosi di poco e guardandomi dritto negli occhi. Verde contro verde.

-Vieni dentro, fa così freddo fuori...-.

Mi fece accomodare dentro il suo salottino al centro del quale vi era un piccolo focolare scoppiettante e mi fece sedere sul divano di pelle rosso accarezzandomi i capelli e senza togliere lo sguardo da me. L'ultima volta che l'avevo vista era stato due anni prima, durante una mia piccola vacanza ad Amsterdam che si era prolungata fino a lì. Mia nonna, la mamma di mia mamma non era cambiata per niente, forse vi erano un po' più rughe attorno agli occhi e più fili grigi tra i suoi capelli, ma lei era insieme a me. Temevo di perderla, era l'unica cosa che mi attaccava alla mamma.

-Sapevo che saresti venuta! Lo speravo più che altro, tuo padre ha chiamato preoccupato!-, disse accigliandosi.

-Non ti preoccupare non gli dirò niente, comprendo a pieno la tua voglia di fuggire da quel posto, ma sono preoccupata per te! Non puoi andare avanti così bambina mia. Tutto ciò non rientra nell'ordine naturale delle cose-.

Sospirai sporgendomi e baciandole la guancia ruvida.

-Lo so nonna è solo che...voglio, non so neanche io cosa voglio! So quello che non voglio però e Milano, una vita in quella città rientra tra quelle cose!-, sussurrai.

-Stai dal tuo amico Matthew?-.

Annuii e le sorrisi per la preoccupazione che mostrava nei miei confronti. Mi guardò con quel sorriso, lo stesso sorriso della mamma e sentii un groppo in gola. Ma lei non si accorse di nulla.

-È venuto a trovarmi! Mi ha portato dei dolci davvero squisiti! Quand'è stato? Circa verso l'inizio dell'estate! È proprio un bel ragazzo, inoltre è dolce e premuroso, spero che si prenda cura di te in maniera adeguata!-.

-Eccome!-, mormorai trattenendo un sorriso. Matt...Era passato a trovare mia nonna. L'aveva conosciuta quando mi aveva accompagnato da lei la prima volta e aveva assistito alla scena del nostro ricongiungimento con gli occhi umidi.

Parlammo di tutto ciò che non avevamo potuto dirci riguardo a quegli ultimi due anni, ma fui io quella che parlò per la maggior parte del tempo. Nonna voleva sapere come stesse mio padre, come stesse la sua nuova moglie e come fosse la vita a Milano. In seguitò iniziò a farmi domande sul mio futuro, cosa avrei voluto fare e le presentai tutti i miei dubbi. Ero combattuta tra il rimanere e vivere la mia vita lì a Parigi con tutte le persone che avevano acquistato importanza o partire di nuovo.

Fu lì che lei mi consigliò esattamente l'opposto di quello che mi aspettavo da parte sua.

-Vivi! Parti, viaggia, non rimanere qui! Potresti pentirtene! Vivi la tua vita finché riesci, cerca di annullare le emozioni che ti trattengono qui, alla fine potrai sempre tornare invece se ti radicherai qui non avrai via di scampo!-.

Be' il suo ragionamento era più che sensato. Nonna guardò l'orologio e inorridita disse:-Tesoro, avrai fame sono le due e mezza, santi numi! Ti preparo subito qualcosa!-.

Non bastò trattenerla e fingersi non affamata. Infatti si liberò della mia stretta come se avesse trent'anni e dieci minuti dopo mi fece accomodare a tavola davanti a tutto quel ben di Dio.

 

 

 




Percorsi via Victor Hugo mentre il cielo diventava sempre più scuro e l'aria sempre più fredda. Mi strinsi nel maglione e ripensai al pomeriggio appena passato. Dopo mangiato nonna aveva insistito a farmi fare un giro turistico per Parigi e a comprarmi un po' di abiti giustificandosi con il fatto che io ero l'unica nipote e che almeno un po' doveva viziarmi. Avevo acconsentito a mala voglia, ma quello che mi importava era passare del tempo con lei, quindi avevo sopportato senza lamentele e mi ero mostrata felice quando davvero lo ero.
I lampioni lungo la via si accesero ed emanarono una flebile luce sufficiente per illuminare l'ampio marciapiede.
Quando arrivai a casa suonai con la speranza che Matt fosse tornato e che non mi avesse creduto dispersa. Fortunatamente aprì la porta e mi fiondai tra le sue braccia sentendo un po' di ristoro da quel freddo che era penetrato fin sotto ai vestiti.

-Eccoti finalmente!-, disse lui chiudendo la porta e abbracciandomi di rimando.

-Scusa, sono andata a trovare mia nonna e...avrei dovuto lasciarti un bigliettino! Com'è andata la tua giornata?-, chiesi sciogliendo i miei capelli dalla treccia. Notai il suo sguardo spostarsi dai miei occhi ai miei capelli e un sorriso fare capolino sul suo volto.

-Bene, ho finito un libro! Mi sa che non te l'ho detto e un mese fa l'avevo portato a revisionare, agli esaminatori è piaciuto! C'è una buona probabilità che lo pubblicheranno!-, disse orgoglioso mentre ci dirigevamo in cucina.

-Ma è fantastico, romanzo rosa?-, chiesi curiosa.

-No, ti prego quello lo lascio a te, non avrai anticipazioni bellezza!-. Misi il broncio. Mentre prendevo dalla credenza del thé e un pacco di biscotti mi sentii stringere da dietro e il contatto con il suo petto mi riscaldò ancora di più.

Forse dovevo mettermi qualcosa di più caldo. Misi l'acqua a bollire e giunta in camera con un po' di buste da sistemare indossai una comoda tuta e sopra di essa un maglioncino forse un po' troppo esagerato, ma adoravo stare al caldo.

-Senti, stasera esco con dei miei amici a festeggiare la buona notizia! Mi fai compagnia?-, chiese Matt sedendosi sul mio (in realtà suo) letto con gli occhi desiderosi.

-Scusa, ma sono stanchissima! Sarà per un'altra volta!-, dissi a malincuore e gli baciai una guancia ritornando in cucina a preparare il mio piccolo e bollente spuntino.

-Ci vediamo dopo Eve!-, mi salutò e scomparve dietro alla porta. Ancora una volta avvertii un senso di vuoto e di paura, così accesi quasi tutte le luci della casa lasciando nel buio solo le camere da letto con i rispettivi bagni, presi il telecomando e mi sdraiai comoda sul divano facendo zapping alla televisione di quarantadue pollici.

Mi piaceva come Matt aveva sistemato la sua casa, era moderna, mentre a terra il parquet le donava un tocco di classicità insieme alla parete dietro al televisore completamente coperta da mattoni a vista. La mia attenzione fu catturata dal “Signore degli Anelli” trasmesso in francese, non dovevo nemmeno compiere il leggero sforzo di tradurre nella mia mente perchè sapevo le battute dei personaggi a memoria. Improvvisamente, proprio mentre i ricordi del passato facevano capolino nella mia mente, mi ricordai del mio diario. Così corsi in camera afferrando una coperta dall'armadio e munita di penna mi strinsi tra i cuscini. Dopo aver bevuto un primo sorso di thé e constatato che era ancora troppo caldo per evitare che mi bruciasse la lingua iniziai a scrivere tutto quello che mi era capitato in quei due giorni. Due giorni...sembrava esser passata un'eternità da quando avevo abbandonato Milano.

 

“Siamo alle porte di Novembre e qui a Parigi il freddo si avverte! Sono così contenta di essere qui! Oggi sono andata a trovare la nonna, per un attimo ho davvero pensato che sarebbe potuta essere morta e io non lo avrei mai potuto saperlo in tempo per darle un ultimo addio. Ha sempre lo stesso profumo, lo stesso della mamma, probabilmente anche io ne possiedo un briciolo, ma il suo l'ho avvertito ancora prima di abbracciarla e lo sento nei miei capelli, si è completamente insediato in me! Papà non ha mai avuto un bel rapporto con la nonna, lei era adirata riguardo a ciò che era successo alla mamma e dava...perchè uso il passato? Ancora oggi quando le ho fatto visita, nonostante mi avesse chiesto come stesse lui, percepivo la sua rabbia! Il punto è che io so la verità, so che lui non c'entra niente con la morte della mamma, forse nonna aveva bisogno di incolpare qualcuno! Spero che le cose in futuro cambieranno, ma ne dubito.”

 

Sospirai sorseggiando il thé agli estratti di fragola.

 

“Ma ancora non ti ho raccontato la parte più bella! E chi se lo sarebbe mai aspettato? (ok, lo devo scrivere) Sto cazzo! Chi altri? A parte gli scherzi, adesso sono a casa di Matt e posso permettermi di scrivere questo. È successo, quello che avevo tanto sperato, è successo! Mi sembra ieri la prima volta che l'ho incontrato davanti alla Tour Eiffel e mi sono innamorata (mmm forse non innamorata, diciamo che mi sono presa una bella cotta duratura) di colpo, senza una spiegazione. Ritornata a Milano ho cercato di togliermelo dalla mente ed ha funzionato in un certo senso, solo che appena tornata sono ricaduta nella stessa trappola. Riguardo a ciò che è successo, be', tutto è partito dalla festa di Anne, si proprio lei: la ragazzina viziata che a mio parere è nata per farmi sentire una nullità. È cambiata tantissimo, credo che nessuno oserebbe intralciarle il passaggio, è tanto minuta quanto forte, una vera forza della natura. Ma ritornando a Matt: ero ubriaca, infatti mi ricordo davvero poco della notte scorsa (lo so, lo so dovrei auto-fucilarmi, ma dove la trovo una pistola?) e sono quasi sicura che lui mi avesse detto che ero la creatura più bella che avessi mai visto! Mmm se l'avessi detto ad Agnes probabilmente sarebbe scoppiata a ridere. Credo di piacere a Matt e credo che lui sia sicuro del fatto che mi piaccia da morire. È una situazione nuova per me, è la prima volta che mi mostro così debole, ma soprattutto non era mai successo che fossi così dipendente da qualcuno come con lui. Non so ancora che fare.”

 

Chiusi il diario e lo ficcai sotto i cuscini del divano troppo stanca per mettere anche un piede per terra. Appoggiai la testa sul divano perdendomi nel mondo del signore oscuro, di Frodo e Gandalf e nella battaglia per la conquista del fosso di Helm. Dopo qualche minuto stravolta chiusi gli occhi e mi addormentai sotto la calda coperta.

 

Il mio cervello annebbiato riuscii a elaborare il pensiero che qualcuno fosse entrato in casa, ma i miei occhi non reagirono, stavo troppo bene. Una persona che non poteva essere altro che Matt mi tolse di dosso la coperta e mi circondò la vita con le sue braccia. Mi sentii trasportare, ma per il freddo avvertito mi strinsi al suo petto mugugnando qualcosa di incomprensibile.In pochi secondi mi ritrovai su un materasso, vista la consistenza morbida, e all'improvviso tutto il freddo si trasformò in caldo con un semplice bacio sulla fronte. Sospirai tirando le coperte fin sopra la mia testa e finalmente mi addentrai nel mondo dei sogni.

  
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