Pioveva quel giorno, il cielo era coperto da una fitta rete di
nubi grigiastre, che, dalla sera precedente, continuavano a far cadere goccie
d'acqua sul suolo.
Ignorando la sveglia, che da dieci minuti
continuava a suonare ininterrottamente, Ginny Weasley si coprì fin sopra la
testa con le coperte, cosicchè si intravedeva appena qualche ciuffo rosso, e
sprofondando ancora di più nel guanciale del cuscino, continuò a dormire
beatamente.
Solo quando sentì che qualcosa, o meglio, qualcuno,
si buttava di peso sopra il suo letto, si costrinse ad aprire gli occhi e, con
uno sforzo sovraumano, si mise a sedere sul letto cercando di capire chi
l'avesse svegliata.
Stava cominciando a mettere a fuoco il suo poster
delle Holyhead Harpies, quando una folta,cespugliosa e profumata chioma di
capelli ricci le coprì la vista.
"Oh, Ginny, non ci crederai mai, non ci
crederai mai!" squittiva la ragazza.
"Herm, spero per te e per la tua salute che
sia una cosa così seria e urgente da meritare di svegliarmi" sbuffò
assonnata Ginny.
E finalmente riuscì a mettere a fuoco il viso
della ragazza, che si era staccata da un abbraccio stritolacostole a cui aveva
sottoposto
"Cielo, Ginny! Certo che è importante, ma che
domande fai?" rispose Hermione. "Hai presente che ieri sera sono
uscita con Ronald, no? " disse, mentre guardava
Fu Ginny questa volta a stritolare la sua migliore
amica, con la quale da ormai due anni condivideva un appartamento nel centro di
Londra, dopo la fine della guerra magica.
"Oh, sono così contenta per te!" disse
con la voce tremante. "Sai, sembra strano che sia stato proprio Ron a fare
una cosa del genere." disse con gli occhi colmi di lacrime, cosa che era
molto strana per Ginny, che piangeva di rado, molto di rado.
"Per l'amor del cielo Ginny, stai piangendo?
Ancora? Questo mese sei peggio di una fontana. Mi sorprendo di te."
rispose Hermione, guardando
"Sai" disse Ginny prendendo un
fazzoletto "Non so perchè, ma ogni cosa mi fa piangere ultimamente. Di
gioia, di dolore... insomma, ogni cosa! So che non è da me, ma non riesco a
controllarmi!" continuò mentre si asciugava gli occhi e le guancie
lentigginose. "Ad ogni modo, a quando le nozze?" disse scendendo dal
letto e spegnendo la sveglia, che per tutto quel tempo aveva continuato a
trillare all'impazzata.
"N.. noi non ci abbiamo ancora pensato,
insomma, dobbiamo prima annunciare il fidanzamento e tutto e .. oh, non voglio
mettere fretta a Ronald, insomma è come dici tu alla fine, non è da lui fare
queste cose e se gli metto troppa pressione potrebbe rimangiarsi tutto."
rispose Hermione guardando Ginny. "E ad ogni modo dobbiamo andarci
piano." riprese, mentre si ricomponeva e si alzava anche lei dal letto,
dove si era seduta. "Ora devo andare al Ministero ad archiviare alcune
pratiche importantissime, o Kingsley mi sbatte fuori." disse riluttante la
ragazza, e così, una volta stampato un bacio sulla guancia candida di Ginny, si
avviò verso la porta.
Una volta vista scomparire la chioma di capelli
cespugliosi ed essersi assicurata di essere sola in casa, Ginny fece colazione
e si vestì.
Fu proprio mentre si infilava la maglietta che il
suo stomaco fece una violenta capriola, e corsa in bagno, si ritrovò a vomitare
il suo succo di zucca con brioche.
”Oh,
non ce la faccio più” pensò cercando di riprendersi da quell’attacco improvviso
di nausea e poi dedicandosi all’accurata applicazione del mascara sulle sue
lunghe ciglia.
Doveva andare a pranzare alla Tana, quella mattina, su invito
(obbligo) di sua madre.
Cercava spesso, per quanto potesse, di evitare la sua casa natale,
le provocava una serie di ricordi, a volte troppo dolorosi da far riemergere.
Dopo aver finito
di applicare il trucco,
Si rese conto in
quel momento che non aveva voglia di andare subito nella sua casa natale, in
fondo erano solo le undici di mattina, e quindi aveva ancora un paio d’ore per
andare in giro nella sua amata Londra.
Così decise di andare da Starbucks, un bar babbano molto famoso, per fare una seconda colazione, dal momento che aveva sentito una fitta improvvisa di fame allo stomaco e dal momento che aveva voglia di un caffè con una montagna di panna e una spolverata di cioccolato. Mentre camminava per raggiungere la sua meta, l’attraversò il pensiero che in quel periodo mangiava più di un esercito, vomitava e non ingrassava mai. Pensando che dovesse chiedere a Hermione che tipo di malattia potesse avere, entrò nel bar.
Dopo aver finito
di consumare il suo spuntino, uscì dal negozio e pensò che fosse meglio
raggiungere