Anime & Manga > BeyBlade
Segui la storia  |       
Autore: Kiki Hiwatari    22/11/2011    3 recensioni
Chiuse il portone. Il guidatore ingranò la retro, uscendo dal giardino, poi partì frenetico per allontanarsi il più possibile. Tuttavia i misteriosi aggressori parvero non essere d'accordo e lanciarono i loro bey all'inseguimento.
- Impossibile! Ci stanno raggiungendo!- urlò Daichi guardando indietro.
- Cosa?! Come possono essere così veloci?- chiese Mao
- Tenetevi ragazzi. Sarà un viaggio movimentato-
.
spero di avervi incuriosito almeno un po' (ma ne dubito)
.
ciao piacere sono Kiki (: questa è la prima storia che pubblico in assoluto, abbiate un po' di pietà perfavore. commenti, consigli e critiche sono ben accetti (:
Genere: Avventura, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hilary, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO 8

 

 

-Svegliati Guerriero del Fuoco- gli disse una voce dolce e melodiosa. L'interpellato aprì gli occhi. Kei si guardò intorno leggermente confuso. Dove si trovava? Attorno a lui non vi era alcunché, solamente il bianco più candido. Era solo. Un piccolo puntino colorato in mezzo al nulla.

-Proteggila- intervenne nuovamente la voce

-Chi sei?- il tono calmo come al solito. Tuttavia non riusciva ad individuare la sua misteriosa interlocutrice.

-Proteggila- ripeté -Proteggila anche a costo della vita. Non permettere che si impossessino della principessa- poi tutto tacque

-Aspetta! Chi sei?! Chi è questa principessa?!- il bicolore non si accorse di aver urlato. Rifece le stesse domande più volte, senza ricevere alcuna risposta.

 

 

 

Kei si svegliò di soprassalto, rischiando di cadere dalla sedia. Il volto arrossato era imperlato di sudore. Il fiato corto ed i capelli scompigliati. La testa gli doleva ma il russo si costrinse a riprendere una respirazione normale. “Era solo un sogno” constatò con un sospiro. Si guardò intorno. Gli altri dormivano ancora, così decise di sgranchirsi un po' le gambe. Si alzò e si avviò verso la piccola sala al piano inferiore. Rischiò di cadere dalle scale a causa di un ulteriore capogiro. Incurante del male alla testa il bicolore si diresse verso la porta d'ingresso.

-Dove pensi di andare?-

Kei si blocco con la mano sulla maniglia e chiuse gli occhi. Non aveva bisogno di voltarsi per sapere a chi appartenesse quella voce: Rico. L'ultima persona con la quale voleva parlare. Non che lui fosse un gran oratore, ma con quel ragazzo odiava parlare, avrebbe preferito mille volte scagliarli contro Dranzer e ridurli in suo misero bey in briciole. Ogni volta che lo vedeva sentiva una sorta di rabbia montargli dentro. Il suo istinto gli intimava di non fidarsi ed era raro che si sbagliasse. Era in quei momenti che riemergeva il vecchio Kei, quello assetato di potere e distruzione. Quello insensibile a tutto e a tutti, quello spietato che non ci avrebbe pensato due volte prima di eliminare il suo avversario.

Ignorandolo il russo fece per uscire ma venne tirato indietro per la sciarpa. Si voltò con uno scatto assottigliando gli occhi, fino a ridurli a due fessure, fissando il giovane con astio.

-Ti ho chiesto dove pensavi di andare?- ripeté Rico, visibilmente scocciato. Kei diede uno strattone alla sciarpa in modo da sottrarsi alla presa del bicolore, prima di sibilare un 'Non sono affari tuoi' e tentando nuovamente di andarsene, ma gli venne nuovamente impedito.

-E invece sono affari miei. Sono il più grande, quindi siete sotto la mia responsabilità-

-Io non sono sotto la responsabilità di nessuno. Non ho bisogno del tuo permesso-

-Oh scusa signor 'Io-faccio-tutto-ciò-che-voglio-senza-renderne-conto-a-nessuno'- lo prese in giro Rico

-Non mi serve la tua protezione, so cavarmela da solo. Perché non vai da Hilary? Voi due sembrate andare così d'accordo- il russo aveva perso la sua solita calma e compostezza. Era davvero furioso. Come si permetteva di dirgli cosa poteva o non poteva fare? Kei aveva iniziato a parlare travolto lui stesso dal fiume di parole che pronunciava. Insolito per lui, ma non riusciva a fermarsi. Il dolore alla testa aumentava sempre di più, ma il ragazzo non ci faceva caso. Senza rendersene conto aveva portato il discorso su tutt'altri argomenti.

-Che cosa c'entra Hilary adesso? Si può sapere cosa ti prende?! Che cosa ti ho fatto?!- poi parve riflettere su qualcosa -Ma certo!- si illuminò ed un sorriso beffardo gli attraversò il volto -Sei geloso!- Kei sbarrò gli occhi osservando il suo interlocutore, poi all'improvviso iniziò a ridere. Una risata agghiacciante, derisoria. Rico si sentì punto sul vivo, prese Kei per il bavero della giacca, sbattendolo contro la porta e tenendolo sollevato da terra di una ventina di centimetri. Rico non era molto più alto del russo, ma aveva un fisico atletico e, prima di quell'avventura, andava in palestra tutti i giorni. Quindi per lui non fu difficile bloccare Kei che non oppose la minima resistenza. Continuò a ridere, poi di colpo si fermò fulminando Rico con uno sguardo glaciale. Il bicolore ne fu quasi spaventato, non lo aveva mai visto così.

-Ascolta bene le mie parole. A me non interessa cosa faccia lei, né quello che fai tu, ma nessuno si deve permettere di dirmi ciò che devo fare. È chiaro?- disse queste parole con il sorriso sulle labbra, con lentezza misurata ed una calma inquietante.

-Allora perché ti sei proposto di insegnarle a giocare a beyblade?!- sbatté nuovamente il russo contro la porta, stringendo la presa sulla sua giacca. Ora era Rico ad aver perso il controllo.

-Tsk- anche volendo Kei non sarebbe riuscito ad aggiungere nient'altro. Le fitte alla testa gli impedivano di pensare, figuriamoci di rispondere. Ma era deciso a non farglielo capire. Fortunatamente per lui, la scarsa luce della stanza gli semplificò l'impresa. Rico gli ringhiò in faccia prima di lasciarlo cadere a terra con un tonfo.

-Stalle lontano! Lei è mia- detto questo si voltò e ritorno al piano di sopra, lasciando Kei seduto a terra. Il russo voleva alzarsi ed ucciderlo con le sue mani, ma nonostante tutti i suoi sforzi le gambe non ne volevano proprio sapere di muoversi. Si premette forte una mano sulla fronte nella speranza di diminuire il dolore, ma fu inutile. Sentì i passi di qualcuno dirigersi verso di lui. Che fosse ancora Rico? No, non era lui. Davanti al russo comparve la figura del suo amico cinese, che lo guardava perplesso.

-Kei, che cosa ci fai qui?- lui non gli rispose

-Ho sentito quello che vi siete detti tu e Rico- il bicolore si limitò ad abbassare lievemente il capo e Rei gli si sedette affianco.

-Tutto bene?- ancora nessuna risposta. Parlare con il russo sembrava un impresa impossibile. Con un sorriso amaro il cinese si alzò.

-Andiamo a letto, domani ci attende un'altra giornata piena di avventure- disse sorridendo per sdrammatizzare. Nemmeno lui capiva il motivo ma sentiva come un atmosfera elettrica, carica di tensione. Si alzò, prese il polso di Kei e tentò di farlo alzare a sua volta, ma il russo non si mosse. A forza di strattoni i capelli gli si scostarono dagli occhi, svelando uno sguardo vuoto, perso a fissare un punto indeterminato della stanza. Rei ora era veramente preoccupato, lo scosse violentemente per le spalle. Finalmente il blaider parve reagire e, con la fronte madida di sudore, sollevò la testa. Appoggiandosi alle spalle dell'amico si issò in piedi e si diresse lentamente verso la camera. Rei lo seguì “Kei...” Arrivato in camera il russo si sedette per terra e si addormentò di colpo. Rei prese la coperta che giaceva sulla sedia e coprì il russo. Poi anche lui si riaddormentò.

 

 

 

“Brrrr” un brivido freddo la costrinse ad aprire gli occhi. Nonostante le sue amiche fossero strette a lei, il freddo norvegese era difficile da contrastare e Christal, abituata alla mite temperatura giapponese, proprio non riusciva a sopportarlo. Ma svegliarsi con Hilary e Mao vicine la fece sorridere. La sera precedente aveva scoperto un altro lato del suo carattere. Era sempre stata una ragazza molto timida e riservata, ma da quando aveva conosciuto Takao e gli altri essere socievole ed aperta le veniva naturale. Quelle persone le infondevano una fiducia e una sicurezza incredibile. Non aveva mai avuto molti amici, suo fratello era sempre stato tutto il suo mondo, mentre adesso all’improvviso si era ritrovata catapultata in una situazione avventurosa circondata da un sacco di nuovi amici. La sera precedente lei e le altre ragazze si erano divertite un sacco. Avevano chiacchierato molto ed ad un certo punto si erano addirittura prese a cuscinate, riuscendo a coinvolgere persino Mariam e Kate. Sembrava un vero pigiama party. Era da tempo che non si sentiva così felice: aveva delle nuove amiche ed anche i ragazzi erano molto simpatici. Uno in particolare l’aveva colpita molto, con il suo atteggiamento esuberante e coinvolgente. Christal si strinse di più nelle coperte. Fu distratta dal suo cellulare che si mise a vibrare, poco distante dal letto. Tentò di prenderlo senza svegliare le altre, tuttavia il suo braccio non resse a tutto il peso del corpo e cade pesantemente addosso a Hilary. La brunetta si sollevò su di un gomito, salutando con un sorriso stanco la ragazza dagli occhi cerulei.

-Buon giorno-

-Ciao anche a te-

-Scusa se ti ho svegliato, mi è suonato il cellulare e cercavo di prenderlo- ammise. Hilary glielo passò e l’altra lesse il messaggio che le era arrivato.

-Chi ti scrive?- domandò curiosa la bruna.

-È di mio zio, il presidente Daitenji. Dice di chiamarlo appena posso, poiché non riesce a contattare mio fratello-

-Bene allora adesso andiamo a fare colazione e poi lo chiamiamo. Su forza, alzati- disse con entusiasmo saltando addosso a Mao e tirando un cuscino a Mariam ed uno a Kate.

 

 

 

Nel frattempo la situazione nella camera di Takao, Rico, Daichi e del professor K era tutt’altro che allegra. Stranamente si erano tutti alzati abbastanza presto. Considerando gli standard del campione giapponese era un miracolo che fosse già in piedi nonostante non fossero nemmeno le nove.

-Diachi giuro che ti strozzo!!!- come al solito Takao ed il rosso stavano litigando -Stavo facendo un sogno bellissimo e mi hai interrotto!!!-

Il prof era tutto preso dal suo computer, mentre Rico era sparito in bagno. Il ragazzo stava osservando il suo volto bagnato allo specchio. Non riusciva a smettere di pensare alla discussione avuto con Kei la sera precedente. Aveva perso il controllo e lo aveva quasi preso a botte. “Dannazione!” Il ragazzo si lavò nuovamente il viso. L’ultima volta che aveva picchiato qualcuno aveva quindici anni. Aveva perso la testa, non riusciva a sopportare quel ragazzo. Non capiva come Takao e gli altri potessero fidarsi di lui. Era sempre silenzioso ed indecifrabile, non era possibile nemmeno lontanamente immaginare a cosa pensasse. Aveva solo una certezza: al russo piaceva Hilary. Questo lui non lo poteva sopportare. Non gli avrebbe permesso di portargliela via, avrebbe fatto qualsiasi cosa per conquistare il cuore della brunetta, qualsiasi.

 

 

 

I ragazzi si ritrovarono tutti nella piccola sala, dove fecero una veloce colazione. La signora si mostrò nuovamente molto cortese e permise loro di utilizzare il telefono della taverna. Fu Rico a chiamare il presidente, mentre gli altri aspettarono nella sala. Il ragazzo tornò dopo una ventina di minuti, riferendo che l’aereo privato della BBA sarebbe atterrato fuori città. Avrebbero dovuto fare una decina di chilometri a piedi, ma sarebbe stato sufficiente seguire la strada.

Dopo aver pagato e salutato i proprietari della locanda, si incamminarono. Aveva iniziato a nevicare, tuttavia la strada era ben visibile. Il problema principale era la temperatura pungente che metteva a dura prova i ragazzi. In particolare Kei sembrava più affaticato degli altri, nonostante tentasse in tutti i modi di nasconderlo. Fortunatamente l’aereo della BBA era già sul posto, così i ragazzi si rintanarono al caldo.

-Allora ragazzi, come procede la missione?- li salutò il presidente. Il gruppo li raccontò velocemente tutto quello che avevano scoperto, partendo dall’isola di Purusha fino a quella mattina.

-Capisco...- proferì alla fine -Come ho già anticipato a Rico, purtroppo non posso accompagnarvi fino in Messico, vi lascerò a Londra e lì prenderete un aereo pubblico. Questi sono i biglietti- disse tirandoli fuori dalla tasca- il volo partirà fra due giorni alle diciannove e trenta. Ho già fatto prenotare un hotel, non vi preoccupate-

Il tragitto non fu molto lungo, ma i ragazzi non persero l'occasione di allenarsi un po' con i loro amati bey.

 

 

 

Atterrarono nella capitale inglese verso ora di pranzo. Ovviamente Takao approfittò della situazione proponendo alla squadra di pranzare in qualche locale tipico. “Non si smentisce mai” pensò Rei.

-Venite, un mio amico ha un ristorante poco distante da qui- asserì con un sorriso. Finito di mangiare Christal propose alle altre di andare in centro a fare un po' di shopping. La ragazza quasi non riuscì a terminare la frase che Hilary e Mao erano già schizzate fuori dal ristorante, trascinando Mariam e Kate ed incoraggiandola a seguirle. Dopo un saluto veloce anche lei le raggiunse.

-Noi cosa facciamo?- chiese Max

-Che ne dite di fare un giretto, magari incontriamo qualche blaider interessante- proposte entusiasta Takao con gli occhi che gli brillavano. Kei si alzò senza dire una parola ed uscì al locale sotto lo sguardo torvo di Rico.

-Ma dove va?- chiese curioso Rex

-Tipico di Kei andarsene per conto suo- rispose semplicemente Max. Dopo di che il resto del gruppo si avviò verso il parco.

 

 

 

-Wow! Questo letto è morbidissimo!- esclamò Daichi saltando sul materasso. I ragazzi erano da poco entrati nel hotel cinque stelle prenotatogli dal presidente della BBA. Avevano a disposizione quattro camere, due per i ragazzi e due per le ragazze. Queste ultime non erano ancora tornate, nonostante stesse già calando la sera. Takao, seduto per terra nella stessa stanza del prof., di Max e della piccola scimmia dalla capigliatura rossa, guardava insistentemente ora la porta, ora la finestra. “Ma dove sono finite?” si domandava, non gli piaceva l'idea che le ragazze gironzolassero da sole la sera in una città sconosciuta. Potevano essere aggredite o peggio! Lui non avrebbe potuto aiutarla, sarebbe stata sola, impaurita, senza nessun aiuto.

-Tranquillo, Hilary sta bene. È una ragazza in gamba, non ti devi preoccupare- disse improvvisamente l'americano, conoscendo la profonda amicizia che legava i due amici. Non era la prima volta che il giapponese assumeva comportamenti del genere, tuttavia il biondo non era totalmente convinto che la causa della sua preoccupazione fosse unicamente la brunetta. A conferma della sua tesi arrivò la risposta di un Takao più cupo del solito

-Lo so benissimo... non è per lei che sono preoccupato- aggiunse più a sé stesso che a Max. L'altro intanto sorrideva malizioso.

-Cosa sentono le mie orecchie? Dimmi, Takao, chi è la fortunata?- chiese divertito. Il moro si inalberò immediatamente alzandosi e cominciando a balbettare cose sconnesse. Fortunatamente in suo aiuto venne Rex che entrò senza bussare nella loro camera, invitandoli a scendere nella sala ristorante per la cena.

I ragazzi avevano appena riempito i loro piatti al grande buffet ed il cinese stava per assaporare un po' di zuppa, quando il cucchiaio gli scivolò di mano, sbattendo sul tavolo. Gli altri lo guardarono, ma il moro fissava un punto di fronte a sé apparentemente senza fiato. Tutti seguirono il suo sguardo, vedendo le ragazze che sorridenti entravano in sala sfoggiando i loro vestiti nuovi. Kate indossava un vestito rosso abbastanza scollato scollato, con degli spallini fini, che le arrivava fino a metà coscia. Christal portava un vestito a balze azzurro che le lasciava scoperte le spalle. Mariam, invece, ne vestiva uno verde smeraldo, con alcune decorazioni bianche. Hilary indossava un vestito nero, abbastanza corto, che ricadeva maggiormente da un lato, lasciandole una spalla scoperta. Mao aveva un vestito con una fascia bianca che ricadeva fin poco sotto al sedere diventando di un rosa pallido. Erano tutte molto belle, quasi tutta la sala si era voltata a guardarle.

-Ragazze siete bellissime- asserì il professor K, poiché gli altri ragazzi sembravano aver perso l'uso della parola, fatta eccezione per Daichi che ingurgitava velocemente tutto quello che si trovava nel piatto di Takao. Le ragazze si sedettero ed iniziarono a mangiare, dopo un primo momento di stupore anche i ragazzi ripresero la cena. Con grande sgomento del giovane campione giapponese si rese conto che il proprio piatto era completamente vuoto, iniziò a boccheggiare incredulo

-Come? Quando? Chi? … Daichi!- proferì Takao furioso

-Ti prego, non anche qui- supplicò sconsolato il professore.

 

 

 

-Avete visto che facce?- domandò divertita Mao

-Sì, li abbiamo lasciati senza parole- disse Hilary -Che maleducati non ci hanno fatto nemmeno un complimento- continuò ridendo la brunetta. Anche Mariam si unì al loro coro di risolini

-Se l'idea era quella di farci notare, direi che ci siamo riuscite alla perfezione- asserì con un sorriso

-Già. Max ti moriva letteralmente dietro-

-Mao!-

-È la verità Mariam. Hai fatto colpo, inoltre abbiamo visto che razza di 'respirazione bocca a bocca' ti ha fatto- disse schiacciandole l'occhiolino. Le guance della mora si infiammarono.

-Rei allora? Aveva occhi solo per te- disse deviando la discussione, incredibile quanto si fossero unite nell'arco di pochi giorni.

-Magari!- proferì con aria sognante. Hilary intanto rideva di gusto, osservando le facce delle sue amiche

-Ce né anche per te- intervenne improvvisamente la cinesina -tra Rico e Kei nemmeno tu sei messa male-

-Ma che cosa dici?!- gridò imbarazzata la bruna lanciandole un cuscino in pieno volto ed iniziando a ridere con Mariam alla vista della ragazza ricoperta di piume. Da lì iniziò un'altra furiosa battaglia con i cuscini, simile a quella della sera precedente. Stanche, infine, le tre si addormentarono abbracciate tra una risata e l'altra.

 

 

 

-Proteggila-

Kei si ritrovò nuovamente in quello strano posto interamente tinto di bianco, tuttavia questa volta riusciva a distinguere i contorni sfocati di una figura femminile. Il bicolore tentò di avvicinarsi, ma per quanto camminasse la donna rimaneva alla medesima distanza.

-Ancora tu? Si può sapere chi sei?- la voce del ragazzo era impaziente e nervosa

-Proteggi la principessa. È il tuo compito, Guerriero del Fuoco-

-Mi vuoi dire chi è questa principessa?! Come posso aiutarla?!- chiese irritato. Tuttavia come la prima volta, le sue domande non ebbero risposta.

 

 

 

Kei si svegliò improvvisamente, scoprendo di essere seduto sul letto. Il volto arrossato imperlato di sudore, il fiato corto, i capelli scompigliati e la testa che gli doleva. Tutto era identico alla notte precedente. “Non è possibile! Di nuovo quello strano sogno. Chi sarà mai la principessa che devo proteggere? Da chi poi?” il russo non riusci a trovare nessun ipotesi valida. Cercò la sveglia sul suo comodino, erano le sette. Fece per andare in bagno quando, passando accanto al letto di Rico, lo scoprì vuoto. Ciò non fece altro che aumentare i sospetti del bicolore, in quanto tutti gli altri ragazzi erano presenti. Uscì dalla camera, si era ripromesso di tenerlo d'occhio e così avrebbe fatto. Dopo qualche minuto il ragazzo si diresse verso il piano superiore, mentre si avvicinava alla grande terrazza sentì una risata. Era dolce e melodiosa, pura e cristallina, una vera gioia per il suo finissimo udito. Incantato, si avvicinò al punto dal quale proveniva il suono. Osservò la ragazza da dietro l'angolo, buona parte della sua visuale era coperta, ma riusci comunque a distinguere Hilary. La bruna gli dava le spalle, indossava degli abiti che non le aveva mai visto,quindi presuppose fossero altri acquisti del giorno prima. Sopra una maglia color avorio vestiva un gilè con le frange marrone chiaro, degli shorts di jeans, che non le arrivavano nemmeno a metà coscia, e degli stivali di cuoio alti fin quasi al ginocchio. Il russo pensò che vestita così Hilary era davvero molto carina, ma scacciò velocemente quell'idea, desideroso di scoprire il misterioso interlocutore con il quale stava parlando la ragazza. Così si spostò abbastanza da vedere la figura irritante di Rico che gesticolava accanto a lei.

-Te lo giuro! Poi lei divenne tutta rossa e gonfiò le guance, sembrava un palloncino- continuò divertito il ragazzo. La brunetta continuava a ridere, tanto che dovette tenersi alla ringhiera per non cadere a terra. Kei era a dir poco disgustato da quella scena, si girò e fece per andarsene, quando il suono della voce di Hilary trillò alle sue spalle

-Ciao Kei- lo salutò pimpante. Il russo si limitò ad un cenno con la mano. Ora poteva vederla anche frontalmente. Notò alcune piume marroni disegnate nell'angolo inferiore della maglietta, il gilè era stato lasciato aperto ed il tutto si intonava perfettamente con gli occhi della bruna. Il ragazzo si sorprese di un pensiero così frivolo da parte sua, ma non fu niente rispetto ai pensieri che ebbe poco dopo. Il sole stava sorgendo alle spalle di Hilary, donandole un'incantevole aura dorata. Kei osservava il sorriso che lei gli stava dedicando, a lui e a nessun altro. Rimase nuovamente sorpreso dalla sensazione di felicità che lo investì a quel pensiero. Rico nel frattempo aveva assunto uno sguardo inferocito e probabilmente se ne avesse avuto l'occasione, avrebbe lapidato il blaider russo all'istante, ma Hilary parve non farci caso.

-Senti Kei, dovrei parlarti. Hai un minuto?- chiese titubante la ragazza. Lui annui.

-Ti dispiace lasciarci soli?- domandò all'indirizzo di Rico. Quello le sorrise incoraggiante e si allontanò, non prima però di aver scoccato un altro sguardo truce al russo.

-Io volevo... volevo chiederti quando... quando inizieremo le lezioni di beyblade. Sempre che tu sia ancora disponibile- aggiunse in fretta visibilmente a disagio. Temeva che il ragazzo avesse cambiato idea, ma voleva veramente imparare a giocare, ora che aveva anche lei la sua piccola trottola di metallo non aveva più scuse.

-Oggi alle due- rispose atono prima di allontanarsi. Non gli piaceva affatto la sensazione che gli prendeva lo stomaco in presenza della ragazza da qualche tempo a quella parte. Inoltre il dolore alla testa persisteva insistentemente.

-Aspetta Kei. Io vado a fare colazione. Vieni con me?- chiese dolcemente. Il russo non riuscì a dire di no al suo sorriso, così si voltò dalla parte opposta dirigendosi verso la sala ristorante affiancato dalla bruna. Una volta arrivati rincontrarono Rico e Hilary costrinse entrambi i ragazzi a sedersi allo stesso tavolo. Nel giro di una ventina di minuti furono raggiunti da tutto il resto del gruppo.

 

 

 

Le ore che la separavano dalla sua prima lezione di bey le parvero interminabili. Inoltre l'allenamento collettivo di quella mattina non l'aveva certo aiutata a distrarsi. Hilary si sentiva inutile, persino il professor K si dava fa fare con il suo computer. Lei che apporto dava alla squadra? Nessuno e questo la infastidiva notevolmente. Era ansiosa di poter dare un reale contributo per la futura lotta contro i beyblade oscuri. Chissà quando avrebbero attaccato di nuovo?

Finalmente arrivò l'ora di pranzo. Mao comunicò che avrebbe accompagnato Rei a comprare alcune spezie, mentre la bruna aveva preferito rimanere sul vago, evitando accuratamente di svelare l'identità del ragazzo. Non le aveva nemmeno informate sulle lezioni di bey, pensando che si potessero offendere poiché non aveva chiesto il loro aiuto.

Raggiunse il parco piuttosto in anticipo, non erano nemmeno le una e mezza. Fu sorpresa ti trovarvi Kei, non si aspettava che fosse già arrivato. Lo vide sdraiato sul prato, all'ombra di un grosso albero. La temperatura era molto diversa da quella norvegese. Il clima era fresco, ma non abbastanza da costringere la popolazione a far uso di abiti pesanti. Tuttavia le parve di notare il volto del russo particolarmente colorito ed addirittura sudato, nonostante un tremito che gli scosse il corpo per un momento. Hilary gli si avvicinò con il cuore che batteva all'impazzata, possibile che le facesse sempre quell'effetto?

-Sei in anticipo- disse cordiale

-Anche tu- rispose il bicolore senza aprire gli occhi. Dopo alcuni minuti parve ricordarsi della presenza di Hilary, si alzò e si diresse verso un campo di bey situato li vicino. Lei lo imitò.

-Allora, prima di tutto è necessario riuscire a lanciare correttamente il bey- iniziò il blaider. Si mise in posizione, invitando la brunetta a ripetere esattamente tutte le sue mosse. Poi lanciò, il bey cadde elegantemente al centro dello stadio. Poco dopo fu il turno di Hilary, ma il risultato fu ben diverso, infatti il bey avorio si fermò dopo pochi giri. Lui le ripeté nuovamente le istruzioni. La bruna provò un numero considerevole di volte, ma il beyblade continuava a fermarsi dopo poche rotazioni. Kei si dimostrò molto paziente, le rispiegava ogni concetto con precisione e senza il minimo segno di irritazione. Hilary era piacevolmente sorpresa, non si aspettava un atteggiamento simile da parte sua. Il ragazzo tuttavia sembrava sembrava particolarmente stanco, ansimava leggermente, come se non volesse darlo a vedere. Lui le si affiancò mostrandole nuovamente la posizione. Aveva gli occhi socchiusi e la fronte imperlata di sudore. Hilary iniziava a preoccuparsi, non lo aveva mai visto in quello stato. Durante l'ennesima spiegazione il blaider russo parve cedere, scivolando in avanti. Prontamente la ragazza lo sorresse. Ora ansimava rumorosamente ed il suo sguardo a vuoto. Hilary era davvero spaventata, impulsivamente gli mise una mano sulla fronte.

-Kei, ma tu scotti!-

 

 

 

Rei e Mao nel frattempo stavano attraversando le vie affollate per recuperare alcune erbe aromatiche. Il cinese era convinto che presto sarebbero servite, non avrebbero sempre potuto mangiare in ristoranti di lusso. La ragazza si ero offerta di accompagnarlo e lui aveva accettato. I due avevano riso e scherzato per tutta la giornata, era da tempo che non passavano più un momento loro due soli, era un po' come essere tornati bambini. Nessuna preoccupazione, nessuno scontro, nessun nemico da affrontare. Tuttavia quel clima allegro non poteva durare troppo a lungo. Mentre Mao rideva per l'ennesima figuraccia fatta con il commesso inglese del negozio all'angolo, a Rei parve di vedere una figura incappucciata, ma quando osservò meglio non vide niente di anormale.

-Vieni, da questa parte- disse prendendole la mano e trascinandola verso un negozietto lì vicino. Poco lontano però un paio di occhi li osservavano attenti.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Spazio Autrice:

sono pronta lapidatemi pure. Immagino che dopo tutto questo tempo avrete perso interesse per questa storia (se mai ne avete avuto). Ahimè il mio computer è deceduto ç____ç e con lui anche i file su questa storia. Ho dovuto riscrivere il capitolo, ma a mia discolpa posso solo dire che mi dispiace aver messo così tanto. Il capitolo è un po' più lungo del solito e, se c'è qualcuno che ancora perde tempo a leggere 'sta roba', spero che sia piaciuto. Come sempre qualsiasi commento è gradito.

Chiedo nuovamente scusa per il ritardo a dir poco colossale...

Baci Kiki (:

 

 

  
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > BeyBlade / Vai alla pagina dell'autore: Kiki Hiwatari