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Autore: elyforgotten    25/11/2011    9 recensioni
FANFIC COMPLETAMENTE REVISIONATA! *Periodo risalente dalla 2 stagione in avanti*
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Questa Fan-fic parla della sorellasta di Caroline, la figlia maggiore di Bill, Briony che torna a Mystic Falls dopo che si era trasferita per un evento drammatico che le era capitato... Ma quando tornerà scoprirà che niente è più come prima... Una nuova realtà che la sovrasterà, la incanterà, fino a divorarla.
DAL CAPITOLO 20:
"Non stai parlando con il cuore ora, è solo un pretesto per..”
Ma Elijah la interruppe bruscamente, guardandola diabolico:
"Io non ho un cuore, Briony" affermò lui con tono spietato allontanandosi da lei.
Dopo un po' lei lo seguì:
"Eppure io lo sento battere, dentro di te" disse timorosamente.
"È solo una tua illusione" sussurrò il vampiro fissandola con il suo sguardo crudelmente glaciale.
Briony non capiva se stesse mentendo a sé stesso o se stesse lottando per avere ragione. Sapeva soltanto che lui, un cuore, lo aveva...
Genere: Drammatico, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elijah, Nuovo, personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'I'm always in this twilight, in the shadow of your heart. '
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16 CAPITOLO

 

 

Il ballo dai Lockwood era un evento mondiale a cui mezza Mystic Falls partecipava e attendeva.

Non erano balli studenteschi, ma una cerimonia in grande stile con abiti da cocktail e grande rinfresco. Alla fine si ballava il lento col proprio cavaliere.

Briony non aveva alcuna voglia di andarci ma vedendo che Elijah si stava preparando, mettendosi un elegante completo nero, pensò che non poteva lasciarlo andare da solo in mezzo a tutta quella gente.

<< Scema, non vuoi che qualcun’altra balli con lui e lo acchiappi >> Pensò una vocina dentro di lei.

Anche quello era vero. Al pensiero che Elijah ballasse con qualcun’ altra, ridendo e scherzando, le metteva ansia e nervoso.

In fondo Elijah era un cavaliere molto appetibile… nessuna donna avrebbe potuto resistere al suo fascino. Avrebbe potuto inghiottire chiunque nelle sue iridi nere.

Briony sospirò. Anche lei, suo malgrado, si stava facendo ammaliare da lui tanto da non riuscire più a farne a meno. La scorsa notte aveva lasciato la porta di camera sua mezza socchiusa; non riusciva a prendere sonno e si era rannicchiata su un fianco. Ad un tratto era passato Elijah per il corridoio, lo aveva notato dalla porta mezza socchiusa e perchè i suoi passi eleganti erano inconfondibili.

Nelle remote segrete della sua mente avrebbe tanto voluto che lui si fermasse... che restasse lì con lei, anche solo per parlare... ma sapeva che Elijah non l'avrebbe fatto, che sarebbe sempre rimasto chiuso in se stesso mentre gran parte dei suoi pensieri intraducibili. E infatti Elijah era andato avanti per la sua strada, senza fermarsi da lei, anche se Briony aveva avuto l'impressione che nel percorso i suoi passi avessero tentennato per un attimo.

Stupide fantasie. Doveva essere contenta di ciò che aveva ora, che Elijah era di nuovo in quella casa e avevano instaurato un più saldo legame di fiducia e di una strana amicizia... si era anche un  aperto con lei dopo quella confessione sull'amore.. ma Briony sapeva che se lei avesse osato alzarsi e l'avesse raggiunto, lui l'avrebbe respinta e si sarebbe allontanato. Garbatamente certo ma avrebbe fatto comunque male. Ci sarebbero sempre state quelle barriere infrangibili tra loro, volenti o nolenti.

Delusa, aveva poi tentato di riaddormentarsi. Invano. Si era toccata le labbra e al pensiero del primo e unico bacio che si erano scambiati, queste si erano surriscaldate. Come se un fuoco fosse divampato in lei.

Sospirò di nuovo, ritornando alla realtà. Capì che non avrebbe voluto semplicemente e solo parlare con lui...

“Che c’è? Non vuoi venire?” Le chiese Elijah dalla sua stanza mentre si metteva il fiocco alla cravatta.

Briony allora traballò colta in fallo. Forse Elijah aveva udito i suoi sospiri e aveva ipotizzato che qualcosa non andava. Cercò di riprendere il controllo: “No no figurati, se non vengo dopo chi la sente mia sorella? Sto cercando un vestito adatto” gli urlò da camera sua.

Di vestiti ne aveva eccome ma era talmente indecisa.. uno era troppo scollato, l’altro era troppo corto, un altro era troppo colorato.

Decise alla fine di metterne uno verde acqua con le maniche lunghe ma un po’ corto. << Forse troppo >> Pensò guardandosi allo specchio.

La porta della camera era aperta, passò Elijah con passi eleganti ma si fermò a guardarla, senza farsi notare.

Lo fece senza osare troppo; ma poi i suoi occhi non riuscirono a evitare di focalizzarsi attentamente sulla sua figura mentre la osservava in silenzio. Briony aveva appena alzato la zip del vestito, ma Elijah lo aveva già notato quel particolare e c’era stato qualcosa – qualcosa di stranamente forte in lui – da indurlo a entrare per alzare la cerniera a quella donna. I piedi comunque erano sempre rimasti fissi sul pavimento, mentre quel qualcosa di sconosciuto continuava a vorticare dentro di lui.

Briony si accorse ad un tratto del suo sguardo inquisitore e lo guardò così sorpresa nello specchio.

Senza dire niente però lui continuò a camminare con noncuranza e scese le scale in silenzio, come nulla fosse successo.  Briony allora ebbe l’impulso di cambiarsi ma ormai era tardissimo, e allora dandosi un’ultima ritoccata uscì.

<< In fondo non sono così male. >> Pensò scioccamente che agli occhi di Elijah non risultasse gradevole << Il colore del vestito si intona al colore dei miei occhi >>

Come d’abitudine era venuta la limousine a prenderli, merito di Elijah che aveva fatto pressioni a Carol Lockwood, altrimenti se fosse stato solo per Briony col cavolo che le avrebbe mandato la servitù.

Salirono in macchina tutti e due, e il conducente abbassò un muretto fra lui e gli ospiti per concedere loro della privacy.

Ma nessuno dei due parlò più di tanto; Elijah aveva i nervi tesi, Briony se ne era accorta perché era molto rigido e non osava nemmeno sfiorarla neanche per sbaglio.

Si teneva quasi a debita distanza, e Briony dovette mordersi più volte il labbro per sopportare quell’elettrica tensione in un luogo così al chiuso. Si sentì fremere e uno strano calore nel sangue. Per sciogliere i nervi, si portò una mano sul petto solleticandosi la pelle nuda. Elijah spostò lo sguardo ma parve ancora non guardarla, sebbene Briony stupidamente ne sentisse il peso.

Finalmente arrivarono alla Villa Lockwood e Briony, facendo un profondo respiro,  si girò per aprire la portiera; ma Elijah con velocità gliela aveva già aperta elegantemente e le porgeva la mano per aiutarla a scendere.

Briony gli sorrise timida per quell’atto cavalleresco e scese lentamente per evitare di rompersi il tacco altissimo.

“Eccoci qui.” esclamò Elijah guardando la fitta folla che stava entrando.

“Hanno preso questa festa per un invito alla Casa Bianca?” Chiese ironica Briony guardando le persone che spingevano per entrare. C’era pure un buttafuori.

“I balli nelle ville di lusso vanno sempre di moda e creano un certo seguito”

“E tu ne avrai passati parecchi.” rispose lei sorridendo.

Elijah scosse la testa.

“Sono fuori dalla mondanità da un bel po’ di tempo.” 

Briony si girò verso di lui e notò che non era affatto fuoriposto. Era nato per vivere queste cose. Con la sua eleganza e il suo fascino avrebbe sicuramente lasciato il segno quella sera.

Anche Elijah si girò verso di lei e le sorrise gentilmente, porgendole la mano “Entriamo?”

Briony si voltò verso la folla scatenata. “Entriamo” e strinse forte la mano fredda di Elijah. Ma che stretta alla sua, divenne calda.

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Appena entrati furono accolti da una vibrante Caroline, che non poteva credere di essere lì.

“Oddio oddio, è fantastico!” esclamò di gioia Caroline visto che adorava quel tipo di cose. Era il suo mondo.

“Eh già.” rispose Briony guardandosi attorno. Lei invece le adorava un po’ meno, troppo chiasso.

Caroline ad un tratto le prese la mano.

“Vieni Briony, voglio farti vedere qualcuno. Elijah ti dispiace se te la rubo?”

Lui la guardò sorpreso e tentennante. Ma poi sorrise freddo:

“No affatto.” E la lasciò andare facendo un passo indietro.

“Ci vediamo dopo signore.” disse lui cordiale, allontanandosi fra la folla.

Briony lo guardò delusa mentre se ne andava, ma fu strattonata dalla sorella.

“Vieni vieni!” disse la biondina facendola andare in un’altra sala.

“Ma chi devi farmi conoscere?” chiese Briony nervosa per come la sballottava da una parte all’altra.

“Oh beh lo conosci già!”

Notò infatti che in quella stanza dove l’aveva portata c’era Tyler Lockwood.

“Tyler?” domandò Briony sbigottita.

“Ciao Briony.” rispose lui timido avvicinandosi. Sapeva che la sorella maggiore della sua fidanzata non era stata molto incline ad accettare la loro relazione all’inizio, e quindi voleva fare bella figura.

“Quando sei tornato?”

“Ieri sera! Mi ha fatto una sorpresa!” rispose Caroline per lui.

“Sono felice che tu sia qui Briony. Spero che la festa ti piaccia e che ti divertirai.” le disse lui gentile come non mai. Voleva fare sul serio buona impressione alla quasi-cognata.

Briony cercò di non fare la guasta feste e di rilassarsi.

“Si è molto bella, grazie per l’invito.”

Tyler si fece serio e le disse piano:

“So che tu sai di noi… e ti ringrazio. Non mi aspettavo che tu mantenessi il segreto e accettassi la nostra storia.”

“Se Caroline è felice, io sono felice per lei. Ma se la farai soffrire immeritatamente…” rispose lei con un tono più cupo.

Caroline alzò gli occhi al cielo.

“Non lo farò, parola di scout.” esclamò Tyler sorridendo apertamente. Briony ricambiò il sorriso per mostrargli che prima stava scherzando. Aveva già accettato la storia fra la sorella e Tyler e in fondo si trattava della sua vita. Poteva fare ciò che voleva se Tyler la rendeva felice e di certo non vedeva la sorellina così radiosa da un bel po’ di tempo.

“Bene, dopo aver fatto le dovute raccomandazioni da brava sorella maggiore, mi ritiro e vi lascio soli soletti.”

Quando stette per andarsene però Caroline la guardò dubbiosa e la fermò con un mormorio. “Briony.”

“Sì Care?”

La sguardo della bionda era ancora accigliato e la mora non ne intuiva l’origine.

“Sei venuta qui con Elijah come accompagnatore?”

La domanda era strana e detto in un tono ancor più strano. Briony intuì che la sorellina era in vena di gossip e fu presa da un nervosismo interiore; non era il momento appropriato e non se la sentiva ancora di confidarsi del tutto. Anche perché nulla c’era a fatti, purtroppo per il suo cuore oggetto di rasoi affilati da quando non apparteneva più solo a lei.

“Uh beh… sembrava più comodo e semplice venire insieme. Tutto qui.” Rispose incurante grattandosi la testa.

Mmm mmm.” Sembrava che la bionda intuisse qualcosa e non volesse mollare l’osso ma la mora le impedì di oltrepassare confini troppo intimi.

“Dai sarà meglio goderci per bene la festa, siamo qui per questo.” Disse infine andandosene senza aggiungere altro.

Come erano diverse le due sorelle. La minore amava stare al centro dell’attenzione e averle tutte per sé, come se ne avesse bisogno per rendere forte e sicuro il proprio cuore. La maggiore invece ne voleva fare volentieri a meno perché le situazioni in cui stava lei al centro la conducevano più che altro nell’ombra più oscura del suo cuore, dimorandovi con tutti i dubbi e paure umane.

Deglutì per riprendere il controllo e far finta di nulla. Fece un giro per la villa, non trovando però il soggetto dei suoi pensieri e degli altri nei suoi confronti.

 

Intanto erano arrivati anche Damon Salvatore e Alaric.

“Hai già visto Briony Forbes?” gli chiese Alaric.

“Perfettamente.” rispose Damon che con la sua vista arguta l’aveva già notata.

“E John?”

“Deve ancora arrivare”

“Dobbiamo tenerli d’occhio Damon. Non mi piacciono quei due, e la scenata dell’altra sera dimostra che sono fuori di testa e che possono metterci i bastoni tra le ruote”

“Concordo con te. Anche se Stefan non è della nostra opinione.”

Stefan è troppo buono e non vuole che ci siano altri morti… e neanche io. Anche se per John Gilbert ci farei un pensierino” rispose Alaric sorridendo al pensiero.

“Non preoccuparti socio. Terremo solo gli occhi aperti e non faremo niente di inappropriato a meno che… loro non facciano mosse false”

Si guardarono e sorrisero malefici nello stesso istante.

 

Briony stava girando fra la folla quando Elijah le si avvicinò da dietro la schiena, anche se la ragazza sentì subito che era lui. La sua presenza magnetica e il suo odore erano differenti da chiunque altro, come se fosse un individuo estraneo agli altri.

“Ho bisogno di te…”  Le sussurrò Elijah all’orecchio.

Briony arrossì violentemente, continuando ad evitare lo sguardo di Elijah. La schiena venne attraversata da una serie di lunghi brividi quando aveva sentito il respiro freddo del vampiro sulla pelle dell’orecchio.

“Non prendermi in giro..!” esclamò avvampando.

Elijah corrugò la fronte, sorridendole poi malizioso.

“Credo di essermi espresso male… Ho bisogno di un favore.”

“Oh. Che cosa?” Gli chiese lei guardandolo. Per fortuna il rossore nelle guance era svanito.

“Dovresti tenere d’occhio John Gilbert per un po’. L’ultima volta che c’è stata un festa si è portato dietro Isobel e per poco Elena non c’ha rimesso la pelle. Non mi fido di lui e visto che tu lo conosci..”

“Ma perché tutti mi chiedono di controllare la gente?!” chiese infastidita. Prima John le chiedeva di tenere d’occhio Elijah e ora Elijah le chiedeva di tenere d’occhio John.

Prima o poi la testa le sarebbe esplosa.

“Come?” le domandò lui interrogativo, corrugando la fronte.

Briony si imbalsamò davanti alla sua figura statuaria.

“Niente. Comunque ti sbagli, John non nuocerebbe mai a Elena”

“Non puoi negare però che ha sempre un piano anti-vampiro in mente.”

Briony non rispose. In fondo non poteva dargli torto.

“Quindi devo restargli attaccata tutta la sera?”

Lui le sorrise:

“Niente affatto. Solo qualche minuto per capire le sue intenzioni.”

E si avvicinò lentamente al suo orecchio, sussurrandole: “Ti aspetto nel momento del ballo.”

Briony trasalì sentendo la sua voce così vicina e vibrata da uno strano tono basso che lo rendeva ancora più ammaliante.

Un brivido percorse la sua schiena fino a farla tremare. Perché quel vampiro la metteva sempre in soggezione?

Elijah, sorridendo lievemente, se ne andò.

Briony allora respirò profondamente per riprendere il controllo di se stessa, anche se temeva di avere un crollo prima o poi se sarebbe durata così.

Lasciò da parte gli innumerevoli fremiti e andò a cercare l’amico.

 

Briony infatti trovò John in angolo che parlava con un poliziotto.

<< Oh oh >> Pensò sospettosa.

Quando John si accorse della sua presenza ordinò al poliziotto di andarsene, e si rivolse all’amica:

“Non credevo che venissi anche tu.”

Briony gli sorrise nervosa:

“Cosa stai architettando John?”

“Sto solo facendo quello che voi non fate. Mi assicuro che altri vampiri non entrino in questa casa per evitare che succeda come ad Halloween.”

“Oh bravo… e se li soggiogano?”

“Prendono verbena e sono ben addestrati. Vedrai stasera non ci saranno brutte sorprese”

“Lo spero John… per una volta farebbe comodo.”

I due continuarono a parlare, mentre Alaric e Damon li fissavano attentamente…

 

 

Arrivò finalmente il momento del ballo. Tutti si misero in posizione pronti per iniziare: Caroline e Tyler, e Elena e Stefan stavano già ballando mentre Briony era rimasta ferma a osservarli in un angolo.

Ad un tratto le si avvicinò Elijah e le chiese in modo affascinante: “Miss Forbes, vuole concedermi l’onore di questo ballo?”

Briony arrossì e gli sorrise timida, accettando l’invito. Pregò di non inciampare nei suoi stessi piedi mentre si mettevano al centro della sala, ma la presa di Elijah sulla sua mano era così salda che l’avrebbe sostenuta anche durante una caduta da un grattacielo. 

La ragazza sentì gli sguardi fissi su di lei: quelli preoccupati di Caroline, quelli divertiti di Stefan che aveva già capito tutto, e quello di John che stava quasi per venirgli un infarto.

Briony fece finta di niente e appoggiò piano la testa sulla spalla di Elijah mentre cominciarono a ballare in un lento. Il suo squisito profumo le penetrò nelle narici, invadendola fino a farle venire l’acquolina in bocca. Alzò di scatto la testa per riprendere la calma e così incontrò lo sguardo dell’Originario, che si focalizzò di più sui suoi occhi verdi quando si accorse che anche lei lo stava fissando. Non seppe, Briony, quanti battiti perse perché troppo occupata a farsi allacciare da quello sguardo magnetico e lei si sentiva la calamita.

Cercò di seguire la musica e abbassò lo sguardo per sviare lontano l’elettricità. Cambiò poco, perché le palpebre abbassato del vampiro restavano comunque su di lei. Tutti i suoi sensi erano unicamente collegati alla presenza di Elijah e al tocco della sue mani.

Era consapevole della loro pressione come non lo era mai stata con altri ragazzi. Si sentiva leggiadra, come se stesse galleggiando in un mare di pace, e decise di farsi trasportare da quella lenta danza. La testa del vampiro venne poi rivolta dritto davanti a sé, le pelli dei loro colli quasi si sfioravano; la mano di Elijah ricadeva invece in maniera possessiva lungo la schiena di Briony, e qualche volta la accarezzava lievemente con la punta delle dita, cosa che fece andare ancor di più in iperventilazione la ragazza.

“Rilassati.” le sussurrò Elijah a bassa voce all’orecchio.

Briony deglutì nervosamente, e cercò di dirgli: “Comunque John non ha nessun piano diabolico in mente. Ha solo richiesto della sorveglianza per non far entrare i vampiri di Klaus.”

“Hai svolto bene il tuo lavoro” le rispose orgoglioso.

“Ovviamente.”

“Quindi ora non devo più stargli attaccata?” gli domandò poi sovrappensiero.

A nessuno dei due sfuggi l’analogia della situazione e il modo in cui erano attaccati loro due in quel momento. Elijah la osservò a palpebre abbassate, non diminuendo di un centimetro la presa su di lei:

“No direi di no.”

Briony si sentì infuocare un punto del petto per il tono che Elijah aveva usato. Fosse stato per lei sarebbe rimasta rinchiusa tra quelle braccia per sempre: era una sensazione esaltante, protettiva, meravigliosa. Paradisiaca.

Elijah all’improvviso le fece fare una mezza giravolta su stessa e lei sorrise per quel gesto azzardato. Lui la tenne comunque stressa a sé, facendo scontrare la schiena di lei contro il suo petto.

L’Originario tenne le sue forti braccia nel grembo di Briony e lei sentì il suo fiato freddo sul collo. Ogni volta che lui le sfiorava delicatamente la vita con le dita fredde, sembrava che le lasciasse una scia di fuoco all’interno del suo corpo e subito il cuore di Briony accelerava.

Elijah mise il viso nell’incavo del collo di Briony e ad un tratto respirò inebriante il suo profumo; lei tremò avvertendo quel dolce e incandescente contatto. Chiuse gli occhi assaporando quel momento, estasiata.

Se Elijah avesse voluto probabilmente avrebbe potuto trovare la vena pulsante sul suo collo, e morderla senza che lei si ritirasse. Ma invece lui non fece nulla del genere e le labbra si sollevarono contro il suo orecchio. Briony si immobilizzò, in attesa, col cuore a mille. Teneva ancora gli occhi chiusi, come in un sogno eccitante.

Ma poi in uno scatto veloce, Elijah riprese il controllo sulla danza e lasciò andare quella dolce tentazione di cui per un attimo era stato imprigionato, e fece roteare Briony nuovamente.

Ritornarono a ballare normalmente sebbene Briony sentisse il cervello sottosopra, non riuscendo nemmeno a respirare. Per la sua salute mentale avrebbe dovuto allontanarsi da lui ma non ci riusciva… come se fosse dipendente da un’inebriante droga.

“Credo di non piacere a tua sorella.” Le mormorò Elijah ad un tratto.

Briony allora riprese il controllo delle sue emozioni e lo guardò negli occhi divertita, riconnettendosi con la realtà:

“Cosa?”

“Mi sta fulminando letteralmente con gli occhi.” Rispose lui tenendo alto lo sguardo.

“Ma no… pensi sempre male.” Briony rise per smorzare la tensione.

“Ti dico che è così. Forse non le sta bene che io e te siamo così vicini.” mormorò lui sorridendo in un’ironia sottile.

Briony si girò verso la sorella e notò proprio che Elijah aveva ragione.

Caroline non sembrava minimamente contenta e Briony cercò di evitare il suo sguardo di fuoco.

“Davvero strano... di solito piaccio alle sorelle.” rispose lui pensando tra sé e sé.

“Oh e quindi tu dovresti piacere anche a me?” chiese Briony senza neanche pensarci.

“Che vuoi dire?” le domandò serio, scrutandola attentamente.

“Beh hai detto che ti ricordo tua sorella… Gwendolyn.. dunque per te sono una specie di sorella da adottare?” mormorò nervosa.

Era questo quello che pensava?

L’ansia per il silenzio seguente aumentò a dismisura dentro di lei, corrodendola.

Ma poi lui disse:

“Non dire stupidaggini. Tu non sei affatto come una sorella per me” le rispose Elijah senza remore, guardandola profondamente negli occhi.

Briony fu sopraffatta da quell’ondata di sincerità che non mascherava niente, e rimase soggiogata da quello sguardo penetrante, sperando di scorgerci qualcosa; le sembrò di potersi vedere riflessa nel nero dei suoi occhi.

Quel momento però fu interrotto da delle grida frenetiche non molto lontane da loro, e Briony forzatamente si voltò a vedere cosa succedeva.

John e Damon stavano litigando furiosamente.

“I tuoi amici non riescono proprio a godersi una serata in santa pace.” mormorò Elijah continuando a ballare.

Le cose però stavano peggiorando e Briony fu costretta a intervenire.

“Scusami torno subito.” disse sciogliendo a malincuore la stretta di Elijah.

Briony andò dritto verso i due litiganti ed erano intervenuti intanto anche Elena, Stefan e Alaric.

“Che sta succedendo tra te e Damon?” stava urlando John come un ossesso.

“Niente!” si giustificava Elena con occhi sgranati.

“Non mi sembrava niente.” sibilò suo padre con odio.

“John sei paranoico!” Questa volta fu Damon a intervenire con il suo tono ironico.

“Che cosa state combinando?” chiese Briony spazientita andando vicina a John.

“Ecco la tua salvatrice pronta sempre a difenderti!” Esclamò divertito Damon puntandole un dito contro.

Briony lo fulminò con lo sguardo e chiese ancora cosa stesse succedendo.

“C’è ben poco da spiegare… ho beccato mia figlia e Damon in atteggiamenti molto intimi. Ormai mi sono rassegnato all’idea che tu stia con Stefan, ma è un bravo ragazzo e quindi, per quanto la cosa non mi piaccia rispetto la tua scelta… Ma con Damon?” John disse il  nome in tono aspro.

“Mi sa che hai preso un granchio! Elena con il fratello di Stefan?!” Briony si fece una sonora risata.

Ma notando lo sguardo ferito di Stefan, capì che magari non era così assurdo… Briony guardò Elena con occhi spalancati.

“Io e Damon siamo amici e stavamo solo parlando.”

“A me non sembrava. Ti avverto lurido vampiro..” lo minacciò John con astio.

Damon stava per scalpitare e saltare addosso all’uomo, ma Alaric lo trattene.

“Senti John la cosa riguarda solo me, Elena e mio fratello. Non ti intromettere e sebbene le tue belle parole di fiducia, noto che tu non sei ancora dalla nostra parte” sottolineò Stefan arrabbiato.

“Io voglio solo il bene di Elena, che sarebbe mia figlia e minorenne guarda caso.”

Tutti infatti guardarono Elena che si sentiva sotto accusa.

 “Signori credo che dovreste smetterla di dare spettacolo davanti a tutti.” Elijah si era materializzato improvvisamente a fianco di Briony, che lo guardò presa in contropiede.

Non appena Elijah aveva parlato, tutti si irrigidirono: Alaric  intimò John di andarsene e stranamente l’uomo non replicò, e se ne andò lanciando un’occhiata di un odio ben definito a Damon, mentre Elena scappò via piangendo, seguita a ruota dal corvino.

Briony venne da ridere per quella strana situazione ma quando guardò in faccia il povero Stefan, ebbe pena per lui.

Stefan… è la verità?” chiese titubante.

“Ho sempre saputo che Damon fosse innamorato di Elena”

“E ti sta bene??” gli domandò allarmata. Lei non avrebbe mai tollerato una simile situazione con Caroline… sia per se stessa che per la sorella.

“Non posso cambiare i suoi sentimenti! E almeno questo darà Elena protezione in più… Damon vuole proteggerla quanto me.”

Ma… magari vuole qualcosa di più e qualcosa davvero bolle in pentola! Davvero non farai niente?”

“Mi fido di Elena.” rispose lui con sincerità.

Su questo Briony non poteva dire niente. Elena non era certamente il tipo da andare col fratello del proprio fidanzato... senza contare che il fratello fosse Damon!

“Io ho avuto tanti problemi in famiglia tuttavia mai di questo genere per fortuna” disse Elijah pensieroso.

“Ma cosa potrei fare? Ucciderlo?”

“Sarebbe un’idea..” sussurrò Briony fra sé e sé.

“Damon è mio fratello e anche se è scontroso e odioso a volte… non farà mai del male a Elena… o a me. Per cui non farò niente.”

“Se è questo quello che vuoi…

“Ma c’è un’altra cosa che mi preoccupa… John. La sua reazione fa intendere che ancora ci odia”

“Non posso biasimarlo però, cioè se Damon ci provasse con Caroline anche io avrei avuto quella reazione… con tutto il rispetto Stefan eh.” rispose prontamente Briony.

“Questa volta ha ragione lui, John è una mina vagante.” Si intromise Elijah in modo terribilmente serio e con una strana espressione. Quasi minacciosa.

Briony lo guardò titubante visto che non era la prima volta che vedeva quello sguardo, ma non disse niente.

“Adesso devo andare. Scusate” Stefan se ne andò, probabilmente per andare a parlare con Elena.

Rimasero solo Elijah e Briony.

“Le questioni umane… non potrò mai capirle” mormorò poi Elijah guardandosi attorno in maniera assente.

Briony gli sorrise divertita e gli chiese:

“Invece sì. Si tratta sempre e comunque di protezione da parte di John, anche se un  troppo amplificata. Se qualcuno a cui tenessi andasse con un disgraziato pericoloso come Damon, tu cosa faresti?”

Lui scrollò le spalle indifferente:

“La metterei in guardia poi saranno affari suoi se ascoltare il mio suggerimento o no. E i comportamenti di uno come John Gilbert non hanno minimamente a che fare con i miei.” rispose freddo e cominciando a camminare.

Briony lo guardò scettica ma poi lo seguì, cercando di tenere il suo passo elegante:

“Non volevo di certo fare paragoni ma non ti credo comunque. Se tua sorella fosse al posto di Elena anche tu avresti reagito così, per proteggerla e per avvertirla del pericolo. E’ normale.” rispose scherzando, ma ad Elijah non fece piacere la sua risposta, infatti si girò fulmineo verso di lei.

“Tu non sai niente.” rispose glaciale, come per farle pentire di aver affrontato quel delicato discorso sulla sua famiglia che lui odiava sempre affrontare.

Briony allora lo guardò sorpresa e dispiaciuta. Non pensava di averlo offeso… ma d’altronde capire cosa albergasse veramente nell’animo corazzato dell’Originario era un mistero per lei, che magari non avrebbe mai risolto...

Elijah capendo di aver sbagliato il tono, la guardò in maniera più gentile e le prese la mano.

“Torniamo dagli altri?” chiese con voce neutra, liquidando la questione.

Il ballo però ormai era finito.

“Sì è meglio… parlare di sentimenti non conviene con te." replicò Briony delusa e sviando lo sguardo per non farglielo notare.

Elijah fece un silenzioso sospiro, anche lui sviò lo sguardo. Vicini all'apparenza ma lontani con la mente. Incredibile come fossero cambiate le cose dal ballo.. era tutto magico e perfetto.. ma bastava un niente e la muraglia tra i loro mondi diversi si innalzava sempre, dividendoli. Il cuore di Briony ebbe una frattura per quella triste certezza.

Elijah le lasciò andare la mano con finta indifferenza: "Non c'è bisogno di metterla sul personale. Ero solo contrariato sulle tue parole, mi dispiace se alla fine posso averti offesa. E' abbastanza ora?”

Quel distacco le fece male più di quanto pensasse. Se Elijah credeva sul serio di avere a che fare con una stupida sciocca che poteva metterla al suo posto con qualche parolina, si sbagliava di grosso.

"Certo è abbastanza. In fondo non è successo niente. Non preoccuparti, il tuo onore è ancora intatto." replicò freddissima come non era mai stata e voltandogli le spalle nell'andarsene.

Non gli interessava se lo aveva ferito perchè lui moltissime volte lo aveva fatto con lei. Per una volta le carte dovevano mischiarsi. Ma Briony nonostante l'orgoglio apparente si sentì una sciocca comunque. Perchè si sentì male per quella lontananza, voleva ritornare da lui e confessargli ciò che veramente provava.. ma sarebbe stato l'ennesimo colpo di boia.

Ebbe però l'impressione che lo sguardo di Elijah, che non si era mai sposato dalla sua schiena, fosse stato pervaso da un velo profondo di tristezza e rimorso.

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La serata finì verso mezzanotte, e Caroline chiese a Briony se poteva restare a dormire da lei.

Briony notò che la sorella minore aveva qualcosa che non andava e acconsentì.

Prima andò ad avvertire Elijah che la stava aspettando accanto alla limousine; semplice cortesia visto che entrambi i loro sguardi nell'incontro erano stati distanti. Ma Elijah in profondità sembrò quasi deluso che la ragazza non tornasse a casa con lui, sebbene disse freddamente che non c’era alcun problema.

Briony notò che sotto quella facciata, Elijah era preoccupato per qualcosa e ne fu dispiaciuta per quello che riuscì a intendere perché forse dipendeva da lei. Fu sul punto di pentirsi di quella scelta ma un ultimo orgoglio le impediva di fare la prima mossa e pensò anche che potevano benissimo parlarne il giorno dopo.

Niente che non si potesse rimandare.

 

Briony aveva il sospetto che Caroline volesse parlare di lei e Elijah, ma per fortuna voleva solo confidarsi con lei perché quella sera aveva litigato con Tyler.

<< I soliti litigi fra fidanzatini >> Pensò Briony divertita ma passò la notte a chiacchierare lo stesso con lei, anche se la sua mente era rivolta sempre e comunque a Elijah.

All’eccitazione quando lei aveva sentito il suo fiato freddo sul collo… In un momento di assoluta follia avrebbe voluto che lui le penetrasse il collo con i denti e bevesse il suo sangue. C’era qualcosa di tremendamente eccitante nel pensiero di sentire il fluire del proprio sangue nella bocca di quel vampiro dalla bellezza magnetica e di ghiaccio.

Briony scosse nervosamente la testa, considerando quell’idea totalmente folle e malsana.

Ritornò con la mente anche alla loro ultima disputa... aveva reagito così perchè non voleva far affondare il suo cuore nel mare della delusione, come era già successo altre volte. La sensazione di non poter mai leggere la mente di Eljah  anticipare le sue mosse la limitava perchè si sentiva doppiamente insicura. Non sapeva se doveva osare o meno.. se correre il rischio...

Come nei libri, lasciò che la notte facesse da consigliera.

 

Il giorno dopo Briony tornò a casa alle 2 di pomeriggio e trovò in cucina un biglietto. Di Elijah.

Briony lo lesse velocemente.

Diceva che i fratelli Salvatore ne avevano abbastanza delle scenate di John e volevano prendere dei provvedimenti.  Elijah era d’accordo pienamente ma Elena aveva chiesto di non fare del male al padre; così nella lettera Elijah le chiedeva di parlare con John, così magari lui le avrebbe dato ascolto e non si sarebbe MAI più intromesso.

Il vampiro le dava anche uno specie di ultimatum: lei non poteva stare sia dalla loro parte e sia dalla parte di John. Doveva fare una scelta.

Elijah sarebbe tornato verso le 4 a casa e se lui l’avrebbe trovata in casa, quello era un segnale per fargli intendere che lei stava dalla LORO parte senza sotterfugi.. se lei non fosse venuta, lui avrebbe capito…

 Briony rilesse la lettera una seconda volta e si sedette nervosa, col cuore a mille.

<< Merda Merda. >>

Senza pensarci, prese la giacca e andrò dritta verso casa Gilbert.

 

In dieci minuti arrivò a casa di John e entrò velocemente.

“John devo parlarti.”

“Se è per quello che è successo ieri..” cominciò lui già spazientito.

“No, cioè in parte! Senti non puoi continuare a fare le tue scenate continue con i Salvatore, non va per niente bene anche se avevi ragione.”

“Quindi?” le chiese lui serio.

“Quindi devi smetterla. Damon e Stefan ne hanno parlato e hanno fatto capire chiaramente che non ti sopporteranno più.”

“Cos’è una minaccia?”

“Più o meno.” Rispose lei titubante, attorcigliandosi le mani.

“Io faccio quello che mi pare. Se a loro non sta bene, amen.”

“John ti prego ascoltami, quelli non scherzano ed è meglio se ti fai da parte.”

“Elena è mia figlia e devo proteggerla…

“Lo so lo so, ma ci penseremo noi tranquillo” gli disse Briony mettendogli una mano sulla spalla per convincerlo.

“Noi? Quindi anche tu sei dalla loro parte??”

Lei abbassò lo sguardo, in modo colpevole:

“E’ meglio così John.”

“Lo fai per lui vero??” le urlò arrabbiato, riferendosi ovviamente ad Elijah.

Briony comunque fece finta di niente:

“Faccio quello che è giusto. E lo dico per il tuo bene, non fare più cazzate!”

“Ti prego Briony. Non abbandonarmi proprio ora. Non posso lasciare Elena nelle mani di Damon!” A fine frase John ringhiò.

“Ma non c’è solo Damon… ci sono anche io a proteggerla.” Gli disse Briony convinta.

“Quindi non sei più mia amica? Non farti friggere il cervello a tal punto, Briony.”

“E chi ha detto questo?” replicò lei non badando all’ultima frase per il quieto vivere.

“Non puoi stare da entrambe le parti… ma noi due dovevamo essere alleati in questa storia!”

“No John no…” Briony scuoteva la testa, sentendosi di fronte a un bivio che non avrebbe mai voluto intraprendere.

John sbuffò spazientito, portandosi le mani al viso poi la fissò:

“Ok senti ti lascio un’ora per pensare. Se tu  tornerai qui e mi dirai che sei ancora con me… troveremo un altro modo per proteggere Elena… affronteremo questa disastrosa situazione come avevamo già stabilito e sai benissimo che è la cosa giusta.”

John rimase serio a guardarla, ma vedendo che Briony non replicava se ne andò in camera sua.

Lei intanto lo fissava titubante mentre saliva le scale.

Cosa avrebbe dovuto fare?

Salì in macchina tremando dall’ansia… scegliere l’amicizia o l’amore era terribilmente doloroso e difficile.

Perché era così.

Lei si era innamorata di Elijah, era inutile negarlo. Anche se era un vampiro… anche se stava per correre il pericolo di affogare in quel mare di delusione... non le importava più perché il suo cuore ormai si era offerto totalmente a lui.

Avrebbe potuto mettere la vita nelle sue mani senza rimorsi.

Non riusciva a pensare ad altro. Se non alla sua voce, al suo sguardo ipnotico, al magnetismo della sua personalità. Non desiderava nient’altro, e l'orgoglio e le sue difese di sopravvivenza non potevano farci niente.

Si vergognò per quello che stava pensando, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. Troppo impossibile ignorare quel sentimento che era sbocciato, senza premeditazioni o manipolazioni.

Non sarebbe mai riuscita a staccarsene, come se Elijah fosse diventato una droga dalla quale era impossibile disintossicarsi, anche se magari l’avrebbe portata inconsciamente in un oblio oscuro e senza fine.

Pensava però che John era il suo unico amico e le era stato vicino quando era stata attaccata da Ivan… razionalmente poteva anche essere più affidabile, perché l’amico non l’avrebbe mai condotta verso una strada che non era consigliabile di seguire o che la vedeva pericolosa per il suo equilibrio mentale e per il suo cuore fin troppo debole.

Briony si mise la testa fra le mani, pensando cosa fosse giusto fare.

Ma a volte per rendere felice il nostro cuore, non è essenziale una scelta propriamente morale… basta capire cosa si vuole veramente, che cosa sei disposto a rinunciare…

 

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Intanto il tempo passava inesorabilmente.

All’improvviso John sentì suonare il campanello e speranzoso andò ad aprire…

 

Erano le 4.

Elijah era a casa ad attendere Briony.

Si chiese perché era così ansioso nonostante l’apparenza distaccata.. Perché voleva con tutto se stesso che lei tornasse?

Aveva abbassato le difese senza neanche accorgersene, le stava permettendo di far parte della sua vita anche se aveva sempre tracciato dei confini precauzionali per tenere lontano chiunque.

Ma adesso stava per oltrepassare una linea di non ritorno, schiacciando lui stesso ciò che abilmente aveva costruito per secoli e secoli.

Doveva permetterlo? Far risalire le vecchie ferite, nonostante ciò che c’era in ballo? Nonostante quello che lui era e che sarebbe sempre rimasto? Lui non aveva la benché minima intenzione di cambiare: aveva sempre passato la sua vita in solitudine senza mostrare dei sentimenti, o legarsi a qualcuno, e gli era sempre andato bene così.

Non desiderava nient’altro per la sua vita immortale.

Ma era davvero così? Qualcuno avrebbe potuto schiacciare la sua armatura di freddezza e cinismo, facendo intravedere che in lui non c’era solo un dilagante onore ma anche altri, profondissimi, sentimenti. E lei lo stava appunto facendo.

Elijah appoggiò la schiena alla parete del salotto, e aspettò che la porta si aprisse.

Era la prima volta che desiderava ardentemente qualcosa, dopo così tanto tempo. Come se sentisse qualcosa di vivo dentro di sé, e non qualcosa di morto come aveva sempre pensato e fatto credere agli altri.

Ma prima o poi arriva il momento in cui le maschere e le difese cadono… arriva per ogni uomo. E Elijah prima di essere un Originario freddo, un Antico, era stato un uomo.. era umano, più di tutti i suoi fratelli. Con un cuore che non riusciva più a rimanere rinchiuso in un gabbia dalle inferriate così strette da non far attraversare nemmeno un raggio di luce.

“Rischiare certe volte fa rinascere laddove non farlo ti svuota."

 

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Quando John aprì purtroppo per lui non c’era Briony.

Era Jenna, che aveva perso le chiavi, per quello aveva suonato.

Lei entrò fissandolo arrabbiata e infuriata.

Ormai John era solo.

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Briony tornò a casa qualche minuto dopo.

Elijah alzò il viso e la guardò sinceramente meravigliato, mentre lei camminava verso di lui.

“Sei venuta.” mormorò Elijah fissandola ammaliato, e scostando le spalle dalla parete.

Lei ricambiò lo sguardo.

Dal tono con cui lui aveva parlato sembrava…felice. Come non lo aveva mai visto.

Infatti lui le stava sorridendo in un modo che poteva benissimo apparire umano, come se gli avesse scatenato qualcosa di sconosciuto, di vivo.

Deglutì ansiosa.

“Scusami il ritardo… c’era traffico.” rispose lei mettendo via il giubbotto.

Elijah le si avvicinò, fissandola accuratamente.

“Hai parlato con John?”

Sì… spero che faccia come gli ho detto ma ho la vaga sensazione che non si farà più sentire per un po’.”

“Meglio così.” Mormorò Elijah semplicemente tenendo un’espressione sciolta.

Lei si strinse nelle spalle, abbassando lo sguardo.

Il vampiro la analizzò attentamente.

“Grazie Briony. So che ti è costato molto.” rispose sincero.

Lei allora sollevò lo sguardo, incrociando quello del vampiro. Nella lettera lui parlava al plurale, riferendosi se stare dalla parte di John o se stare dalla “loro” parte cioè quella di Damon e company. Ma inconsciamente lei pensò che mentre lui scriveva quella lettera, parlasse unicamente per se stesso.

Come se Elijah le stesse chiedendo di stare al suo fianco. Di accompagnarlo nella sua tetra e vuota immortalità, sopportando il bene e il male insieme.

Briony avvampò per quel pensiero anche perché sapeva che il vampiro non sentiva ciò che sentiva lei, quindi si autodefinì una stupida.

Sospirò:

“John è mio amico sì, ma questo non vuol dire che non devo fargli capire che sta sbagliando. Spero, anzi credo di aver fatto la scelta migliore per me.” rispose timidamente.

Elijah la guardò serio negli occhi. Un senso di ammirazione si pervase all’interno del suo sguardo, rendendolo più limpido e sciogliendo un po’ la freddezza che l’aveva sempre velato. Lei ne rimase abbagliata ma lottò contro tutte le forze del suo cuore per far finta di nulla.

Le parole furono però più veloci del cervello: "Alla fine ho fatto la mia scelta. E non me ne pento affatto."

I loro occhi si incatenarono, anche a lunga distanza. Sembravano legarsi da una scia di elettricità, e lei ne rimase talmente succube da restare immobile senza mai smettere di fissarlo.

Ad un tratto lui si fece più vicino a lei, tenendo sempre gli sguardi legati. Briony sentiva il fruscio della sua camicia quando lui si muoveva e rimase ancora immobile, indecisa su cosa fare.

Avrebbe tanto voluto toccarlo…  ma tenendo a freno gli impulsi, lo guardava soltanto di sottecchi..  Elijah le si mise quasi a fianco, i suoi passi erano stati così leggeri da non sentirli neanche. Teneva lo sguardo basso su di lei, come a prepararsi a dirle qualcosa.

Briony sentiva il fiato mozzo quando si voltò completamente verso di lui; erano più vicini di quanto si aspettasse.

“Non nego che volevo sul serio che tu oltrepassassi quella porta. Anche a qualsiasi orario.”

Quella dichiarazione detta in maniera così profonda valse come un salto del cuore dritto in gola. Quasi ne sentì il rimbalzo per l’emozione.

“Perché?” domandò con un fil di voce ma Elijah non rispose affatto. O meglio non parlò a parole. Perché nel tempo di un battito, lui la attirò a sé – prendendole la nuca con la mano - e la baciò.

Briony sentì come se fosse scoppiata una miccia non appena le loro labbra si scontrarono. Non riuscendo a trattenersi mise una mano sul colletto del vampiro, inarcandosi contro di lui. Inizialmente le labbra del vampiro si adagiarono delicate sulle sue ma si fecero più decise e premette la bocca su quella di lei in un bacio più sicuro.

Briony non voleva rimanerne tramortita ma sentiva un pizzicore allo stomaco, come se temesse un altro suo rifiuto, che lui si sarebbe fermato come l’altra volta. Sentendola a disagio, Elijah sciolse il bacio rimanendo comunque vicinissimo a lei. Briony sentiva il suo respiro delizioso sulla bocca, le sue dita sottili disegnarle il viso. Si sentì deliziata come se avesse miele sul palato

“Perché?”

Elijah sorrise lievemente, l’altra mano scese sul suo fianco. “Davvero ora non lo immagini?”

Riformulò la domanda, sempre col poco fiato che le era rimasto:

Perchè ti sei fermato?”

Elijah allora la fissò negli occhi, con una profondità tale da rendere ben evidente la sua bramosia fino a ora nascosta. Briony se ne sentì preda, totalmente ammaliata.

Quando Elijah si fiondò di nuovo sulle sue labbra, con maggior prepotenza e stringendola di più a sé per la schiena, lei non ebbe più dubbi e ricambiò il bacio come se avesse paura di affogare se non l’avesse fatto.

Elijah le schiuse le labbra con le sue, facendole entrare dentro il suo respiro stranamente caldo e rimasero entrambi aggrappati a quel momento sublime, di perfetta alchimia.

Briony ebbe sul serio difficoltà a mantenere calmo il suo cuore impazzito, la mente completamente sovrastata e quando Elijah inchiodò di nuovo le labbra alle sue, lei gli si aggrappò saldamente alle spalle per prolungare il bacio il più a lungo possibile, quel momento che aveva atteso con ogni cellula da troppo tempo.

Le mani di lui la stringevano gentilmente e con rispetto, come se fosse davvero un uomo d’altri tempi, ma le sue labbra invece erano molto più avide e fameliche, quasi volesse raccogliere ogni granello del respiro di Briony.

Elijah lasciò poi le sue labbra e scese a distribuirle diversi baci sul collo.

Briony in preda alla passione gli raccolse la testa fra le mani, baciandogli i capelli e tutto ciò che trovava, inclinando la schiena verso di lui per sentirlo più vicino. Quando sentì un braccio di Elijah salirle su in alto per la schiena, continuando a stuzzicarla audacemente il collo, Briony alzò gli occhi trepidanti al cielo.

Non riusciva più a respirare. Le mani erano attaccate ai capelli dell’uomo e il sangue stava ribollendo nelle vene, mentre lui continuava a lasciarle una scia torturante di baci sul collo, sempre tenendola stretta a sé.

Lei restò un attimo immobile perché era conscia del pericolo che stava correndo, anche se la testa le girava per via di tutta quella passione e vibrazione che le stava percorrendo in tutto il corpo. E anche perché dopotutto si fidava ciecamente di quel vampiro onorevole.

Elijah rimase ancora un po’ incatenato al suo collo ma poi alzò lentamente il viso, come a imporle un’ulteriore trepidazione.

La guardò con degli occhi pieni di desiderio, chissà se per il suo sangue o per qualcos’altro, e delicatamente la baciò ancora sulle labbra, schiudendole appena e respirando il suo dolce profumo che era simile ad un aroma.

Briony sentì la mente sottosopra e abbassò mollemente lo sguardo, osando a malapena respirare, e appoggiò la fronte sul suo petto. Era completamente sovrastata, come se non solo lei avesse scatenato in Elijah emozioni che gli erano completamente sconosciute.

Il cuore della ragazza era così intensamente attratto da lui, e si era ormai rassegnata all’inevitabile risultato della loro vicinanza, alla necessità di amarlo, ma non aveva previsto questo. Si ricordò un momento passato – forse non tanto passato come credeva, un metà fra il tempo in cui i due erano sfuggenti e restii l’un contro l’altro e in cui cominciavano a conoscersi meglio. – Lei stava scendendo le scale in una semplice vestaglia dopo il risveglio, aveva un braccio in alto sopra la massa raccolta dei capelli, mostrando così la delicatezza della linea del suo corpo, della sua pelle che traspariva al di sopra della vestaglia. Aveva il viso arrossato per il sonno, le palpebre abbassate.

La sua andatura, tutta la sua figura, trapelava un’esuberanza che nella sua semplicità era singolare. Elijah stava passando di lì per caso e non aveva potuto non notare dei passi per le scale: aveva quindi alzato automaticamente lo sguardo verso l’alto, incrociando così la giovane. Gli occhi di Briony aveva luccicato attraverso la velata pesantezza, prima che il resto del corpo si fosse liberato completamente dal sonno, e si accorsero della presenza del vampiro.

Lei allora si era bloccata, rendendosi solo ora conto della situazione. Nonostante la sua pacatezza e fermezza di controllo, Elijah le aveva donato un fugace sorriso:

“Non fate caso a me, devo averle ripetuto più volte del dovere che non intendo sfiorarla.” Aveva detto tranquillo ma vero, sviando lontano lo sguardo. Lei allora si era riscossa, andando da lui senza trapelare alcun timore. Sentendo il rumore dei suoi piedi nudi, Elijah si era voltato verso di lei, scettico. Lei era apparsa la normalità fatta a persona, ma con luccichio di malizia negli occhi verdi: “Non dovevamo darci del tu? Se ho accettato, vuol dire che non ho una così cattiva confidenza su di te.”

Elijah aveva alzato il sopracciglio, rimanendo nella sua aurea di calma. Nonostante le sue allusioni, Briony avrebbe sempre e comunque pensato che una sorta di nobiltà albergava in quel vampiro, strana ma efficace, e quindi il timore per la propria pelle sarebbe automaticamente un po’ diminuito.

Il vampiro aveva preso da uno scaffale dietro di lui un lungo paletto appuntito, facendolo roteare sul palmo come un allenamento: “Le apparenze ingannano sempre. Con questo.” Disse indicando il paletto. “potrei senza fatica eliminare un esercito di vampiri.”

Briony non ebbe saputo se Elijah aveva parlato per essere davvero sincero su tutto, anche sulla sua vera natura, magari per avvertirla di non farsi illusioni sulla sua bontà d’animo e che doveva comunque instaurare una distanza di sicurezza. Però non si era fatta trarre in inganno. “Wow, ti piace essere plateale. Bel lavoro.” Aveva detto tirandosi una spallina della vestaglia.

Elijah comunque aveva continuato a non far caso al suo abbigliamento, un gran gentiluomo.

“Mi meraviglierebbe se tu dicessi così di fronte a un simile spettacolo.”

L’eleganza del vampiro talvolta era stata così inquietante da abbagliarla. Ogni alito del respiro, ogni flusso del sangue, ogni pulsazione del corpo in sua presenza era un bisbiglio attraente che la distoglieva dai suoi scrupoli di attaccarsi a un vampiro, un essere non umano.

Ritornando alla sua domanda, Briony aveva pensato che sicuramente in una situazione simile avrebbe balbettato qualche frase che proclamava la civiltà e la calma, ma in quel momento aveva dato libero sfogo a un altro lato di sé: “Sicuramente la paura mi salirebbe in cima ai capelli, ma finito tutto mi metterei ad applaudire come elogio.”

Elijah allora aveva cambiato espressione, forse non aspettandoselo. Davvero le apparenze ingannano e un’espressione così meravigliosamente compiaciuta Briony in pochi l’aveva vista così fottutamente attraente. Il vampiro aveva poi fatto una smorfia con la bocca, e poi le aveva offerto il paletto. “Tieni.”

“Vuoi incitarmi a pugnalarti come pratica?” aveva chiesto lei adorabilmente dubbiosa.

“Spero proprio non ti verrà in mente. Tranquilla, è solo una precauzione. Non sono l’unico vampiro della città e quindi è cosa saggia premunirsi di armi.” Aveva risposto lui tranquillamente.

Non aspettandoselo, Briony lo avevo preso in mano senza pensarci. Era stato strano come il tempo si racchiudesse per lei in due figure – una umana, l’altro vampiro, proprio l’estremo opposto – e una parte portava l’arma che poteva uccidere l’altro.

“Se non ti sapessi tanto gentiluomo, direi che la tua esclamazione non è delle più lusinghiere. Davvero credi che abbia bisogno di un paletto per difendermi?” lo aveva provocato lei d’istinto, fissandolo negli occhi. Briony era stata perennemente coscia del suo abbigliamento, di come la pelle veniva solleticata, ma il vampiro pareva il contrario. Il suo sguardo era sempre stato su quello di lei, non si era mai abbassato. E forse così era anche peggio, perché Briony ebbe dovuto sostenere quegli occhi neri in cui c’era il rischio di caderci dentro senza un lamento.

Elijah infatti era rimasto in silenzio a guardarla, con un’espressione che lei non ebbe saputo decifrare. Una parte di sé aveva desiderato ardentemente la capitolazione che pure temeva, e allora Briony aveva optato per la scelta più saggia: ovvero porre fine alla conversazione: “Comunque lo tengo, non rifiuto mai i doni. Spero tuttavia non te ne pentirai.” Aveva detto ironica andandosene via di lì, come se fuggire avesse potuto allontanare da lei quella sensazione che aveva riportato dentro di sé.

Aveva però sentito lo sguardo di lui sulla sua schiena, fino a quando non ebbe voltato in un’altra stanza. Entrambi erano stati consci che avrebbe dovuto mantenere un aspetto pratico in tutta quella situazione, un aspetto ragionevolmente pratico. Ma quel qualcosa che poi sarebbe nato tra loro si sarebbe basato su un’inclinazione molto più tenace, intensa e irresistibile di tutto l’intero mucchio dei doveri pratici.

Un velo si sarebbe scostato tra i loro mondi diversi, lo spazio delle loro prospettive avrebbe avuto un nuovo orizzonte… chissà se per breve o per lungo tempo.

Briony in quel momento si riscosse, ritornando alla realtà. Effettivamente davvero il cuore aveva anticipato il giudizio, per lei.

Sembrava passato un secolo ma invece erano passati pochi secondi: era piacevole stare tra le braccia di Elijah, più di quanto avrebbe immaginato; l'odore del vampiro la fece rilassare, ma c’era ancora una cosa che doveva confessargli.

“Elijah?” sussurrò il suo nome a bassa voce, socchiudendo gli occhi.

“Si?” le rispose lui con voce roca, mentre le accarezzava i capelli.

La ragazza non rispose subito perché era titubante se dirglielo o no, ma facendosi coraggio gli mormorò contro il suo petto:

“Ti amo Elijah.” disse con tutto l’amore che aveva in corpo. Finalmente lo aveva detto.

Non ricevendo risposta, Briony si spaventò pensando che avesse fatto male a dirglielo, ma lui ad un tratto le fece alzare il viso, cosicché potessero guardarsi.

Elijah la stava fissando con occhi seri e malinconici, gli stessi di quando lui le aveva confidato che non credeva nell’amore.

Era ancora così? Il suo animo era stato irrimediabilmente corrotto dalle ferite del passato a tal punto da non permettergli di amare più?

Briony deglutì ansiosa, riuscendo a malapena a sostenere quello sguardo.

Ma poi lui le sorrise, accarezzandole la testa. Quel sorriso pieno di dolcezza, nostalgia e tristezza sembrò aver varcato dentro la sua stessa corazza, e piano piano Briony la sentì sgretolare fra le sue mani.

Bastò quel sorriso per farla sentire al sicuro, almeno per ora, e lui poi le baciò delicatamente la fronte.

Con un sospiro lei lo abbracciò forte, come se avesse paura che qualcuno glielo portasse via da un momento all’altro.

Nessuno dei due disse più niente, ma ormai non c’erano più parole per descrivere quel momento che solo loro potevano condividere…

Briony sentì che quel vampiro le stava cambiando la vita in una maniera che non avrebbe mai immaginato.

 

FINE CAPITOLO!

Vi avverto la vostra felicità per il 2 bacio durerà poco! Muahahah nel prossimo capitolo ci saranno altri guai e altri litigi e tanto altro..!!

Spero vi sia piaciuto! E ringrazio come sempre chi legge la mia storia ^^ Spero di ricevere dei vostri commenti :D

 

   
 
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