16 CAPITOLO
Il ballo dai Lockwood era un evento mondiale a cui mezza Mystic Falls partecipava
e attendeva.
Non erano balli
studenteschi, ma una cerimonia in grande stile con abiti da cocktail e grande
rinfresco. Alla fine si ballava il lento col proprio cavaliere.
Briony non aveva alcuna voglia di andarci
ma vedendo che Elijah si stava preparando, mettendosi un elegante completo
nero, pensò che non poteva lasciarlo andare da solo in mezzo a tutta quella
gente.
<< Scema, non vuoi
che qualcun’altra balli con lui e lo acchiappi >> Pensò una vocina dentro
di lei.
Anche quello era vero.
Al pensiero che Elijah ballasse con qualcun’ altra, ridendo e scherzando, le
metteva ansia e nervoso.
In fondo Elijah era un
cavaliere molto appetibile… nessuna donna
avrebbe potuto resistere al suo fascino. Avrebbe potuto inghiottire chiunque
nelle sue iridi nere.
Briony sospirò. Anche lei, suo malgrado, si
stava facendo ammaliare da lui tanto da non riuscire più a farne a meno. La
scorsa notte aveva lasciato la porta di camera sua mezza socchiusa; non
riusciva a prendere sonno e si era rannicchiata su un fianco. Ad un tratto era
passato Elijah per il corridoio, lo aveva notato dalla porta mezza socchiusa
e perchè i suoi passi eleganti erano
inconfondibili.
Nelle remote segrete
della sua mente avrebbe tanto voluto che lui si fermasse... che restasse lì con
lei, anche solo per parlare... ma sapeva che Elijah non l'avrebbe fatto, che
sarebbe sempre rimasto chiuso in se stesso mentre gran parte dei suoi pensieri
intraducibili. E infatti Elijah era andato avanti per la sua strada, senza
fermarsi da lei, anche se Briony aveva
avuto l'impressione che nel percorso i suoi passi avessero tentennato per un
attimo.
Stupide fantasie. Doveva
essere contenta di ciò che aveva ora, che Elijah era di nuovo in quella casa e
avevano instaurato un più saldo legame di fiducia e di una strana amicizia... si era anche un pò aperto
con lei dopo quella confessione sull'amore.. ma Briony
sapeva che se lei avesse osato alzarsi e l'avesse raggiunto, lui l'avrebbe
respinta e si sarebbe allontanato. Garbatamente certo ma avrebbe fatto comunque
male. Ci sarebbero sempre state quelle barriere infrangibili tra loro, volenti
o nolenti.
Delusa, aveva poi
tentato di riaddormentarsi. Invano. Si era toccata le labbra e al pensiero del
primo e unico bacio che si erano scambiati, queste si erano surriscaldate. Come
se un fuoco fosse divampato in lei.
Sospirò di nuovo,
ritornando alla realtà. Capì che non avrebbe voluto semplicemente e solo
parlare con lui...
“Che c’è? Non vuoi
venire?” Le chiese Elijah dalla sua stanza mentre si metteva il fiocco alla
cravatta.
Briony allora traballò colta in fallo.
Forse Elijah aveva udito i suoi sospiri e aveva ipotizzato che qualcosa non
andava. Cercò di riprendere il controllo: “No no figurati, se non vengo dopo
chi la sente mia sorella? Sto cercando un vestito adatto” gli urlò da camera
sua.
Di vestiti ne aveva
eccome ma era talmente indecisa.. uno era troppo scollato, l’altro era troppo
corto, un altro era troppo colorato.
Decise alla fine di
metterne uno verde acqua con le maniche lunghe ma un po’ corto. << Forse
troppo >> Pensò guardandosi allo specchio.
La porta della camera
era aperta, passò Elijah con passi eleganti ma si fermò a guardarla, senza
farsi notare.
Lo fece senza osare troppo;
ma poi i suoi occhi non riuscirono a evitare di focalizzarsi attentamente sulla
sua figura mentre la osservava in silenzio. Briony
aveva appena alzato la zip del vestito, ma Elijah lo aveva già notato quel
particolare e c’era stato qualcosa – qualcosa di stranamente forte in lui – da
indurlo a entrare per alzare la cerniera a quella donna. I piedi comunque erano
sempre rimasti fissi sul pavimento, mentre quel qualcosa di sconosciuto
continuava a vorticare dentro di lui.
Briony si accorse ad un tratto del suo
sguardo inquisitore e lo guardò così sorpresa nello specchio.
Senza dire niente però
lui continuò a camminare con noncuranza e scese le scale in silenzio, come
nulla fosse successo. Briony allora ebbe
l’impulso di cambiarsi ma ormai era tardissimo, e allora dandosi un’ultima
ritoccata uscì.
<< In fondo non
sono così male. >> Pensò scioccamente che agli occhi di Elijah non
risultasse gradevole << Il colore del vestito si intona
al colore dei miei occhi >>
Come d’abitudine era
venuta la limousine a prenderli, merito di Elijah che aveva fatto pressioni a
Carol Lockwood, altrimenti se fosse stato solo
per Briony col cavolo che le avrebbe
mandato la servitù.
Salirono in macchina
tutti e due, e il conducente abbassò un muretto fra lui e gli ospiti per concedere
loro della privacy.
Ma nessuno dei due parlò
più di tanto; Elijah aveva i nervi tesi, Briony se
ne era accorta perché era molto rigido e non osava nemmeno sfiorarla neanche
per sbaglio.
Si teneva quasi a debita
distanza, e Briony dovette mordersi più
volte il labbro per sopportare quell’elettrica tensione in un luogo così al
chiuso. Si sentì fremere e uno strano calore nel sangue. Per sciogliere i
nervi, si portò una mano sul petto solleticandosi la pelle nuda. Elijah spostò
lo sguardo ma parve ancora non guardarla, sebbene Briony
stupidamente ne sentisse il peso.
Finalmente arrivarono
alla Villa Lockwood e Briony, facendo un profondo respiro, si girò per
aprire la portiera; ma Elijah con velocità gliela aveva già aperta
elegantemente e le porgeva la mano per aiutarla a scendere.
Briony gli sorrise timida per quell’atto
cavalleresco e scese lentamente per evitare di rompersi il tacco altissimo.
“Eccoci qui.” esclamò
Elijah guardando la fitta folla che stava entrando.
“Hanno preso questa
festa per un invito alla Casa Bianca?” Chiese ironica Briony guardando
le persone che spingevano per entrare. C’era pure un buttafuori.
“I balli nelle ville di
lusso vanno sempre di moda e creano un certo seguito”
“E tu ne avrai passati
parecchi.” rispose lei sorridendo.
Elijah scosse la testa.
“Sono fuori dalla
mondanità da un bel po’ di tempo.”
Briony si girò verso di lui e notò che non
era affatto fuoriposto. Era nato per vivere queste cose. Con la sua eleganza e
il suo fascino avrebbe sicuramente lasciato il segno quella sera.
Anche Elijah si girò
verso di lei e le sorrise gentilmente, porgendole la mano “Entriamo?”
Briony si voltò verso la folla scatenata.
“Entriamo” e strinse forte la mano fredda di Elijah. Ma che stretta alla sua,
divenne calda.
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Appena entrati furono
accolti da una vibrante Caroline, che non poteva credere di essere lì.
“Oddio oddio, è
fantastico!” esclamò di gioia Caroline visto che adorava quel tipo di cose. Era
il suo mondo.
“Eh già.” rispose Briony guardandosi attorno. Lei invece le adorava un
po’ meno, troppo chiasso.
Caroline ad un tratto le
prese la mano.
“Vieni Briony, voglio farti vedere qualcuno. Elijah ti
dispiace se te la rubo?”
Lui la guardò sorpreso e
tentennante. Ma poi sorrise freddo:
“No affatto.” E la
lasciò andare facendo un passo indietro.
“Ci vediamo dopo
signore.” disse lui cordiale, allontanandosi fra la folla.
Briony lo guardò delusa mentre se ne
andava, ma fu strattonata dalla sorella.
“Vieni vieni!” disse la
biondina facendola andare in un’altra sala.
“Ma chi devi farmi
conoscere?” chiese Briony nervosa per come
la sballottava da una parte all’altra.
“Oh beh lo conosci già!”
Notò infatti che in
quella stanza dove l’aveva portata c’era Tyler Lockwood.
“Tyler?” domandò Briony sbigottita.
“Ciao Briony.” rispose lui timido avvicinandosi. Sapeva che la
sorella maggiore della sua fidanzata non era stata molto incline ad accettare
la loro relazione all’inizio, e quindi voleva fare bella figura.
“Quando sei tornato?”
“Ieri sera! Mi ha fatto
una sorpresa!” rispose Caroline per lui.
“Sono felice che tu sia
qui Briony. Spero che la festa ti piaccia e che
ti divertirai.” le disse lui gentile come non mai. Voleva fare sul serio buona
impressione alla quasi-cognata.
E Briony cercò di non fare la guasta feste e di
rilassarsi.
“Si è molto bella,
grazie per l’invito.”
Tyler si fece serio e le
disse piano:
“So che tu sai di noi… e ti ringrazio. Non mi aspettavo che tu
mantenessi il segreto e accettassi la nostra storia.”
“Se Caroline è felice,
io sono felice per lei. Ma se la farai soffrire immeritatamente…”
rispose lei con un tono più cupo.
Caroline alzò gli occhi
al cielo.
“Non lo farò, parola di
scout.” esclamò Tyler sorridendo apertamente. Briony ricambiò
il sorriso per mostrargli che prima stava scherzando. Aveva già accettato la
storia fra la sorella e Tyler e in fondo si trattava della sua vita. Poteva
fare ciò che voleva se Tyler la rendeva felice e di certo non vedeva la
sorellina così radiosa da un bel po’ di tempo.
“Bene, dopo aver fatto
le dovute raccomandazioni da brava sorella maggiore, mi ritiro e vi lascio soli
soletti.”
Quando stette per
andarsene però Caroline la guardò dubbiosa e la fermò con un mormorio. “Briony.”
“Sì Care?”
La sguardo della bionda
era ancora accigliato e la mora non ne intuiva l’origine.
“Sei venuta qui con
Elijah come accompagnatore?”
La domanda era strana e
detto in un tono ancor più strano. Briony intuì che
la sorellina era in vena di gossip e fu presa da un nervosismo interiore; non
era il momento appropriato e non se la sentiva ancora di confidarsi del tutto.
Anche perché nulla c’era a fatti, purtroppo per il suo cuore oggetto di rasoi
affilati da quando non apparteneva più solo a lei.
“Uh beh…
sembrava più comodo e semplice venire insieme. Tutto qui.” Rispose incurante
grattandosi la testa.
“Mmm
mmm.” Sembrava che la bionda intuisse qualcosa e non
volesse mollare l’osso ma la mora le impedì di oltrepassare confini troppo
intimi.
“Dai sarà meglio goderci
per bene la festa, siamo qui per questo.” Disse infine andandosene senza
aggiungere altro.
Come erano diverse le
due sorelle. La minore amava stare al centro dell’attenzione e averle tutte per
sé, come se ne avesse bisogno per rendere forte e sicuro il proprio cuore. La
maggiore invece ne voleva fare volentieri a meno perché le situazioni in cui
stava lei al centro la conducevano più che altro nell’ombra più oscura del suo
cuore, dimorandovi con tutti i dubbi e paure umane.
Deglutì per riprendere
il controllo e far finta di nulla. Fece un giro per la villa, non trovando però
il soggetto dei suoi pensieri e degli altri nei suoi confronti.
Intanto erano arrivati
anche Damon Salvatore e Alaric.
“Hai già visto Briony Forbes?” gli
chiese Alaric.
“Perfettamente.” rispose
Damon che con la sua vista arguta l’aveva già notata.
“E John?”
“Deve ancora arrivare”
“Dobbiamo tenerli
d’occhio Damon. Non mi piacciono quei due, e la scenata dell’altra sera
dimostra che sono fuori di testa e che possono metterci i bastoni tra le ruote”
“Concordo con te. Anche
se Stefan non è della nostra opinione.”
“Stefan è
troppo buono e non vuole che ci siano altri morti… e
neanche io. Anche se per John Gilbert ci farei un pensierino” rispose Alaric sorridendo al pensiero.
“Non preoccuparti socio.
Terremo solo gli occhi aperti e non faremo niente di inappropriato a meno che… loro non facciano mosse false”
Si guardarono e
sorrisero malefici nello stesso istante.
Briony stava girando fra la folla quando
Elijah le si avvicinò da dietro la schiena, anche se la ragazza sentì subito
che era lui. La sua presenza magnetica e il suo odore erano differenti da
chiunque altro, come se fosse un individuo estraneo agli altri.
“Ho bisogno
di te…” Le sussurrò Elijah
all’orecchio.
Briony arrossì violentemente, continuando
ad evitare lo sguardo di Elijah. La schiena venne attraversata da una serie di
lunghi brividi quando aveva sentito il respiro freddo del vampiro sulla pelle
dell’orecchio.
“Non prendermi in
giro..!” esclamò avvampando.
Elijah corrugò la
fronte, sorridendole poi malizioso.
“Credo di essermi
espresso male… Ho bisogno di un favore.”
“Oh. Che cosa?” Gli
chiese lei guardandolo. Per fortuna il rossore nelle guance era svanito.
“Dovresti tenere
d’occhio John Gilbert per un po’. L’ultima volta che c’è stata un festa si è
portato dietro Isobel e per poco Elena non c’ha rimesso la pelle. Non mi fido
di lui e visto che tu lo conosci..”
“Ma perché tutti mi
chiedono di controllare la gente?!” chiese infastidita. Prima John le chiedeva
di tenere d’occhio Elijah e ora Elijah le chiedeva di tenere d’occhio John.
Prima o poi la testa le
sarebbe esplosa.
“Come?” le domandò lui
interrogativo, corrugando la fronte.
Briony si imbalsamò davanti alla sua figura
statuaria.
“Niente. Comunque ti
sbagli, John non nuocerebbe mai a Elena”
“Non puoi negare però
che ha sempre un piano anti-vampiro in mente.”
Briony non rispose. In fondo non poteva
dargli torto.
“Quindi devo restargli
attaccata tutta la sera?”
Lui le sorrise:
“Niente affatto. Solo
qualche minuto per capire le sue intenzioni.”
E si avvicinò lentamente
al suo orecchio, sussurrandole: “Ti aspetto nel momento del ballo.”
Briony trasalì sentendo la sua voce così
vicina e vibrata da uno strano tono basso che lo rendeva ancora più ammaliante.
Un brivido percorse la
sua schiena fino a farla tremare. Perché quel vampiro la metteva sempre in
soggezione?
Elijah, sorridendo
lievemente, se ne andò.
Briony allora respirò profondamente
per riprendere il controllo di se stessa, anche se temeva di avere un crollo
prima o poi se sarebbe durata così.
Lasciò da parte gli
innumerevoli fremiti e andò a cercare l’amico.
Briony infatti trovò John in angolo che
parlava con un poliziotto.
<<
Oh oh >> Pensò sospettosa.
Quando John si accorse
della sua presenza ordinò al poliziotto di andarsene, e si rivolse all’amica:
“Non credevo che venissi
anche tu.”
Briony gli sorrise nervosa:
“Cosa stai architettando
John?”
“Sto solo facendo quello
che voi non fate. Mi assicuro che altri vampiri non entrino in questa casa per
evitare che succeda come ad Halloween.”
“Oh bravo… e se li soggiogano?”
“Prendono verbena e sono
ben addestrati. Vedrai stasera non ci saranno brutte sorprese”
“Lo spero John… per una volta farebbe comodo.”
I due continuarono a
parlare, mentre Alaric e Damon li
fissavano attentamente…
Arrivò finalmente il
momento del ballo. Tutti si misero in posizione pronti per iniziare: Caroline e
Tyler, e Elena e Stefan stavano già
ballando mentre Briony era rimasta ferma a
osservarli in un angolo.
Ad un tratto le si
avvicinò Elijah e le chiese in modo affascinante: “Miss Forbes, vuole concedermi l’onore di questo ballo?”
Briony arrossì e gli sorrise timida, accettando
l’invito. Pregò di non inciampare nei suoi stessi piedi mentre si mettevano al
centro della sala, ma la presa di Elijah sulla sua mano era così salda che
l’avrebbe sostenuta anche durante una caduta da un grattacielo.
La ragazza sentì gli
sguardi fissi su di lei: quelli preoccupati di Caroline, quelli divertiti
di Stefan che aveva già capito tutto, e
quello di John che stava quasi per venirgli un infarto.
Briony fece finta di niente e appoggiò
piano la testa sulla spalla di Elijah mentre cominciarono a ballare in un
lento. Il suo squisito profumo le penetrò nelle narici, invadendola fino a
farle venire l’acquolina in bocca. Alzò di scatto la testa per riprendere la
calma e così incontrò lo sguardo dell’Originario, che si focalizzò di più sui
suoi occhi verdi quando si accorse che anche lei lo stava fissando. Non
seppe, Briony, quanti battiti perse perché
troppo occupata a farsi allacciare da quello sguardo magnetico e lei si sentiva
la calamita.
Cercò di seguire la
musica e abbassò lo sguardo per sviare lontano l’elettricità. Cambiò poco,
perché le palpebre abbassato del vampiro restavano comunque su di lei. Tutti i
suoi sensi erano unicamente collegati alla presenza di Elijah e al tocco della
sue mani.
Era consapevole della
loro pressione come non lo era mai stata con altri ragazzi. Si sentiva
leggiadra, come se stesse galleggiando in un mare di pace, e decise di farsi
trasportare da quella lenta danza. La testa del vampiro venne poi rivolta
dritto davanti a sé, le pelli dei loro colli quasi si sfioravano; la mano di
Elijah ricadeva invece in maniera possessiva lungo la schiena di Briony, e qualche volta la accarezzava lievemente con
la punta delle dita, cosa che fece andare ancor di più in iperventilazione la
ragazza.
“Rilassati.” le sussurrò
Elijah a bassa voce all’orecchio.
Briony deglutì nervosamente, e cercò di
dirgli: “Comunque John non ha nessun piano diabolico in mente. Ha solo
richiesto della sorveglianza per non far entrare i vampiri di Klaus.”
“Hai svolto bene il tuo
lavoro” le rispose orgoglioso.
“Ovviamente.”
“Quindi ora non devo più
stargli attaccata?” gli domandò poi sovrappensiero.
A nessuno dei due sfuggi
l’analogia della situazione e il modo in cui erano attaccati loro due in quel
momento. Elijah la osservò a palpebre abbassate, non diminuendo di un
centimetro la presa su di lei:
“No direi di no.”
Briony si sentì infuocare un punto del
petto per il tono che Elijah aveva usato. Fosse stato per lei sarebbe rimasta
rinchiusa tra quelle braccia per sempre: era una sensazione esaltante, protettiva,
meravigliosa. Paradisiaca.
Elijah all’improvviso le
fece fare una mezza giravolta su stessa e lei sorrise per quel gesto azzardato.
Lui la tenne comunque stressa a sé, facendo scontrare la schiena di lei contro
il suo petto.
L’Originario tenne le
sue forti braccia nel grembo di Briony e
lei sentì il suo fiato freddo sul collo. Ogni volta che lui le sfiorava
delicatamente la vita con le dita fredde, sembrava che le lasciasse una scia di
fuoco all’interno del suo corpo e subito il cuore di Briony accelerava.
Elijah mise il viso
nell’incavo del collo di Briony e ad un
tratto respirò inebriante il suo profumo; lei tremò avvertendo quel
dolce e incandescente contatto. Chiuse gli occhi assaporando quel momento,
estasiata.
Se Elijah avesse voluto
probabilmente avrebbe potuto trovare la vena pulsante sul suo collo, e morderla
senza che lei si ritirasse. Ma invece lui non fece nulla del genere e le labbra
si sollevarono contro il suo orecchio. Briony si
immobilizzò, in attesa, col cuore a mille. Teneva ancora gli occhi chiusi, come
in un sogno eccitante.
Ma poi in uno scatto
veloce, Elijah riprese il controllo sulla danza e lasciò andare quella dolce
tentazione di cui per un attimo era stato imprigionato, e fece roteare Briony nuovamente.
Ritornarono a ballare
normalmente sebbene Briony sentisse il
cervello sottosopra, non riuscendo nemmeno a respirare. Per la sua salute
mentale avrebbe dovuto allontanarsi da lui ma non ci riusciva… come
se fosse dipendente da un’inebriante droga.
“Credo di non piacere a
tua sorella.” Le mormorò Elijah ad un tratto.
Briony allora riprese il controllo delle
sue emozioni e lo guardò negli occhi divertita, riconnettendosi con la realtà:
“Cosa?”
“Mi sta fulminando
letteralmente con gli occhi.” Rispose lui tenendo alto lo sguardo.
“Ma no… pensi sempre male.” Briony rise
per smorzare la tensione.
“Ti dico che è così.
Forse non le sta bene che io e te siamo così vicini.” mormorò lui sorridendo in
un’ironia sottile.
Briony si girò verso la sorella e notò
proprio che Elijah aveva ragione.
Caroline non sembrava
minimamente contenta e Briony cercò di
evitare il suo sguardo di fuoco.
“Davvero strano... di
solito piaccio alle sorelle.” rispose lui pensando tra sé e sé.
“Oh e quindi tu dovresti
piacere anche a me?” chiese Briony senza
neanche pensarci.
“Che vuoi dire?” le
domandò serio, scrutandola attentamente.
“Beh hai detto che ti
ricordo tua sorella… Gwendolyn..
dunque per te sono una specie di sorella da adottare?” mormorò nervosa.
Era questo quello che
pensava?
L’ansia per il silenzio
seguente aumentò a dismisura dentro di lei, corrodendola.
Ma poi lui disse:
“Non dire stupidaggini.
Tu non sei affatto come una sorella per me” le rispose Elijah
senza remore, guardandola profondamente negli occhi.
Briony fu sopraffatta da quell’ondata di
sincerità che non mascherava niente, e rimase soggiogata da quello sguardo
penetrante, sperando di scorgerci qualcosa; le sembrò di potersi vedere
riflessa nel nero dei suoi occhi.
Quel momento però fu
interrotto da delle grida frenetiche non molto lontane da loro, e Briony forzatamente si voltò a vedere cosa succedeva.
John e Damon stavano
litigando furiosamente.
“I tuoi amici non
riescono proprio a godersi una serata in santa pace.” mormorò Elijah
continuando a ballare.
Le cose però stavano
peggiorando e Briony fu costretta a
intervenire.
“Scusami torno subito.”
disse sciogliendo a malincuore la stretta di Elijah.
Briony andò dritto verso i due litiganti ed
erano intervenuti intanto anche Elena, Stefan e Alaric.
“Che sta succedendo tra
te e Damon?” stava urlando John come un ossesso.
“Niente!” si
giustificava Elena con occhi sgranati.
“Non mi sembrava
niente.” sibilò suo padre con odio.
“John sei paranoico!”
Questa volta fu Damon a intervenire con il suo tono ironico.
“Che cosa state
combinando?” chiese Briony spazientita
andando vicina a John.
“Ecco la tua salvatrice
pronta sempre a difenderti!” Esclamò divertito Damon puntandole un dito contro.
Briony lo fulminò con lo sguardo e chiese
ancora cosa stesse succedendo.
“C’è ben poco da spiegare… ho beccato mia figlia e Damon in
atteggiamenti molto intimi. Ormai mi sono rassegnato all’idea che tu stia
con Stefan, ma è un bravo ragazzo e quindi, per
quanto la cosa non mi piaccia rispetto la tua scelta… Ma
con Damon?” John disse il nome in tono aspro.
“Mi sa che hai preso un
granchio! Elena con il fratello di Stefan?!” Briony si fece una sonora risata.
Ma notando lo sguardo
ferito di Stefan, capì che magari non era
così assurdo… Briony guardò
Elena con occhi spalancati.
“Io e Damon siamo amici
e stavamo solo parlando.”
“A me non sembrava. Ti
avverto lurido vampiro..” lo minacciò John con astio.
Damon stava per
scalpitare e saltare addosso all’uomo, ma Alaric lo
trattene.
“Senti John la cosa
riguarda solo me, Elena e mio fratello. Non ti intromettere e sebbene le tue
belle parole di fiducia, noto che tu non sei ancora dalla nostra parte”
sottolineò Stefan arrabbiato.
“Io voglio solo il bene
di Elena, che sarebbe mia figlia e minorenne guarda caso.”
Tutti infatti guardarono
Elena che si sentiva sotto accusa.
“Signori credo che
dovreste smetterla di dare spettacolo davanti a tutti.” Elijah si era materializzato
improvvisamente a fianco di Briony, che lo
guardò presa in contropiede.
Non appena Elijah aveva
parlato, tutti si irrigidirono: Alaric
intimò John di andarsene e stranamente l’uomo non replicò, e se ne andò
lanciando un’occhiata di un odio ben definito a Damon, mentre Elena scappò via
piangendo, seguita a ruota dal corvino.
A Briony venne da ridere per quella strana situazione ma
quando guardò in faccia il povero Stefan, ebbe
pena per lui.
“Stefan… è
la verità?” chiese titubante.
“Ho sempre saputo che
Damon fosse innamorato di Elena”
“E ti sta bene??” gli
domandò allarmata. Lei non avrebbe mai tollerato una simile situazione
con Caroline… sia per se stessa che per la
sorella.
“Non posso cambiare i
suoi sentimenti! E almeno questo darà Elena protezione in più… Damon vuole proteggerla quanto me.”
“Ma…
magari vuole qualcosa di più e qualcosa davvero bolle in pentola! Davvero non
farai niente?”
“Mi fido di Elena.”
rispose lui con sincerità.
Su questo Briony non poteva dire niente. Elena non era
certamente il tipo da andare col fratello del proprio fidanzato... senza
contare che il fratello fosse Damon!
“Io ho avuto tanti
problemi in famiglia tuttavia mai di questo genere per fortuna” disse Elijah
pensieroso.
“Ma cosa potrei fare?
Ucciderlo?”
“Sarebbe un’idea..”
sussurrò Briony fra sé e sé.
“Damon è mio fratello e
anche se è scontroso e odioso a volte… non
farà mai del male a Elena… o a me. Per cui
non farò niente.”
“Se è questo quello
che vuoi…”
“Ma c’è un’altra cosa
che mi preoccupa… John. La sua reazione fa
intendere che ancora ci odia”
“Non posso biasimarlo
però, cioè se Damon ci provasse con Caroline anche io avrei avuto quella reazione… con tutto il rispetto Stefan eh.” rispose prontamente Briony.
“Questa volta ha ragione
lui, John è una mina vagante.” Si intromise Elijah in modo terribilmente serio
e con una strana espressione. Quasi minacciosa.
Briony lo guardò titubante visto che non
era la prima volta che vedeva quello sguardo, ma non disse niente.
“Adesso devo andare.
Scusate” Stefan se ne andò, probabilmente
per andare a parlare con Elena.
Rimasero solo Elijah
e Briony.
“Le questioni umane… non potrò mai capirle” mormorò poi Elijah
guardandosi attorno in maniera assente.
Briony gli sorrise divertita e gli chiese:
“Invece sì. Si tratta
sempre e comunque di protezione da parte di John, anche se un pò troppo amplificata. Se qualcuno a cui tenessi
andasse con un disgraziato pericoloso come Damon, tu cosa faresti?”
Lui scrollò le spalle
indifferente:
“La metterei in guardia
poi saranno affari suoi se ascoltare il mio suggerimento o no. E i
comportamenti di uno come John Gilbert non hanno minimamente a che fare con i
miei.” rispose freddo e cominciando a camminare.
Briony lo guardò scettica ma poi lo seguì,
cercando di tenere il suo passo elegante:
“Non volevo di certo
fare paragoni ma non ti credo comunque. Se tua sorella fosse al posto di
Elena anche tu avresti reagito così, per proteggerla e per avvertirla del
pericolo. E’ normale.” rispose scherzando, ma ad Elijah non fece piacere la sua
risposta, infatti si girò fulmineo verso di lei.
“Tu non sai niente.”
rispose glaciale, come per farle pentire di aver affrontato quel delicato
discorso sulla sua famiglia che lui odiava sempre affrontare.
Briony allora lo guardò sorpresa e
dispiaciuta. Non pensava di averlo offeso… ma
d’altronde capire cosa albergasse veramente nell’animo corazzato
dell’Originario era un mistero per lei, che magari non avrebbe mai risolto...
Elijah capendo di aver
sbagliato il tono, la guardò in maniera più gentile e le prese la mano.
“Torniamo dagli altri?”
chiese con voce neutra, liquidando la questione.
Il ballo però ormai era
finito.
“Sì è meglio… parlare di sentimenti non conviene con
te." replicò Briony delusa e sviando
lo sguardo per non farglielo notare.
Elijah fece un
silenzioso sospiro, anche lui sviò lo sguardo. Vicini all'apparenza ma lontani
con la mente. Incredibile come fossero cambiate le cose dal ballo.. era tutto
magico e perfetto.. ma bastava un niente e la muraglia tra i loro mondi diversi
si innalzava sempre, dividendoli. Il cuore di Briony ebbe
una frattura per quella triste certezza.
Elijah le lasciò andare
la mano con finta indifferenza: "Non c'è bisogno di metterla sul
personale. Ero solo contrariato sulle tue parole, mi dispiace se alla fine
posso averti offesa. E' abbastanza ora?”
Quel distacco le fece
male più di quanto pensasse. Se Elijah credeva sul serio di avere a che fare
con una stupida sciocca che poteva metterla al suo posto con qualche parolina,
si sbagliava di grosso.
"Certo è
abbastanza. In fondo non è successo niente. Non preoccuparti, il tuo onore è
ancora intatto." replicò freddissima come non era mai stata e voltandogli
le spalle nell'andarsene.
Non gli interessava se
lo aveva ferito perchè lui moltissime volte
lo aveva fatto con lei. Per una volta le carte dovevano mischiarsi. Ma Briony nonostante l'orgoglio apparente si sentì una
sciocca comunque. Perchè si sentì male per
quella lontananza, voleva ritornare da lui e confessargli ciò che veramente
provava.. ma sarebbe stato l'ennesimo colpo di boia.
Ebbe però l'impressione
che lo sguardo di Elijah, che non si era mai sposato dalla sua schiena, fosse
stato pervaso da un velo profondo di tristezza e rimorso.
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La serata finì verso
mezzanotte, e Caroline chiese a Briony se
poteva restare a dormire da lei.
Briony notò che la sorella minore aveva
qualcosa che non andava e acconsentì.
Prima andò ad avvertire
Elijah che la stava aspettando accanto alla limousine; semplice cortesia visto
che entrambi i loro sguardi nell'incontro erano stati distanti. Ma Elijah in
profondità sembrò quasi deluso che la ragazza non tornasse a casa con lui,
sebbene disse freddamente che non c’era alcun problema.
Briony notò che sotto quella facciata,
Elijah era preoccupato per qualcosa e ne fu dispiaciuta per quello che riuscì a
intendere perché forse dipendeva da lei. Fu sul punto di pentirsi di
quella scelta ma un ultimo orgoglio le impediva di fare la prima mossa e pensò
anche che potevano benissimo parlarne il giorno dopo.
Niente che non si
potesse rimandare.
Briony aveva il sospetto che Caroline
volesse parlare di lei e Elijah, ma per fortuna voleva solo confidarsi con lei
perché quella sera aveva litigato con Tyler.
<< I soliti litigi
fra fidanzatini >> Pensò Briony divertita
ma passò la notte a chiacchierare lo stesso con lei, anche se la sua mente era
rivolta sempre e comunque a Elijah.
All’eccitazione quando
lei aveva sentito il suo fiato freddo sul collo… In
un momento di assoluta follia avrebbe voluto che lui le penetrasse il collo con
i denti e bevesse il suo sangue. C’era qualcosa di tremendamente eccitante nel
pensiero di sentire il fluire del proprio sangue nella bocca di quel vampiro
dalla bellezza magnetica e di ghiaccio.
Briony scosse nervosamente la testa,
considerando quell’idea totalmente folle e malsana.
Ritornò con la mente anche
alla loro ultima disputa... aveva reagito così perchè non
voleva far affondare il suo cuore nel mare della delusione, come era già
successo altre volte. La sensazione di non poter mai leggere la mente di Eljah nè anticipare le
sue mosse la limitava perchè si sentiva
doppiamente insicura. Non sapeva se doveva osare o meno.. se correre il
rischio...
Come nei libri, lasciò
che la notte facesse da consigliera.
Il giorno dopo Briony tornò a casa alle 2 di pomeriggio e trovò in
cucina un biglietto. Di Elijah.
Briony lo lesse velocemente.
Diceva che i fratelli
Salvatore ne avevano abbastanza delle scenate di John e volevano prendere dei
provvedimenti. Elijah era d’accordo pienamente ma Elena aveva
chiesto di non fare del male al padre; così nella lettera Elijah le chiedeva di
parlare con John, così magari lui le avrebbe dato ascolto e non si sarebbe MAI
più intromesso.
Il vampiro le dava anche
uno specie di ultimatum: lei non poteva stare sia dalla loro parte e sia dalla
parte di John. Doveva fare una scelta.
Elijah sarebbe tornato
verso le 4 a casa e se lui l’avrebbe trovata in casa, quello era un segnale per
fargli intendere che lei stava dalla LORO parte senza sotterfugi.. se lei non
fosse venuta, lui avrebbe capito…
Briony rilesse la lettera una seconda volta e si
sedette nervosa, col cuore a mille.
<<
Merda Merda. >>
Senza pensarci, prese la
giacca e andrò dritta verso casa Gilbert.
In dieci minuti arrivò a
casa di John e entrò velocemente.
“John devo parlarti.”
“Se è per quello che è
successo ieri..” cominciò lui già spazientito.
“No, cioè in parte!
Senti non puoi continuare a fare le tue scenate continue con i Salvatore, non
va per niente bene anche se avevi ragione.”
“Quindi?” le chiese lui
serio.
“Quindi devi smetterla.
Damon e Stefan ne hanno parlato e hanno
fatto capire chiaramente che non ti sopporteranno più.”
“Cos’è una minaccia?”
“Più o meno.” Rispose
lei titubante, attorcigliandosi le mani.
“Io faccio quello che mi
pare. Se a loro non sta bene, amen.”
“John ti prego
ascoltami, quelli non scherzano ed è meglio se ti fai da parte.”
“Elena è mia figlia e
devo proteggerla…”
“Lo so lo so, ma ci
penseremo noi tranquillo” gli disse Briony mettendogli
una mano sulla spalla per convincerlo.
“Noi? Quindi anche tu
sei dalla loro parte??”
Lei abbassò lo sguardo,
in modo colpevole:
“E’ meglio così John.”
“Lo fai per lui vero??”
le urlò arrabbiato, riferendosi ovviamente ad Elijah.
Briony comunque fece finta di niente:
“Faccio quello che è
giusto. E lo dico per il tuo bene, non fare più cazzate!”
“Ti prego Briony. Non abbandonarmi proprio ora. Non posso lasciare
Elena nelle mani di Damon!” A fine frase John ringhiò.
“Ma non c’è solo Damon… ci sono anche io a proteggerla.” Gli
disse Briony convinta.
“Quindi non sei più mia
amica? Non farti friggere il cervello a tal punto, Briony.”
“E chi ha detto questo?”
replicò lei non badando all’ultima frase per il quieto vivere.
“Non puoi stare da
entrambe le parti… ma noi due dovevamo essere
alleati in questa storia!”
“No John no…” Briony scuoteva la
testa, sentendosi di fronte a un bivio che non avrebbe mai voluto
intraprendere.
John sbuffò spazientito,
portandosi le mani al viso poi la fissò:
“Ok senti ti lascio
un’ora per pensare. Se tu tornerai qui e mi dirai che sei ancora
con me… troveremo un altro modo per
proteggere Elena… affronteremo questa
disastrosa situazione come avevamo già stabilito e sai benissimo che è la cosa
giusta.”
John rimase serio a guardarla,
ma vedendo che Briony non replicava se ne
andò in camera sua.
Lei intanto lo fissava
titubante mentre saliva le scale.
Cosa avrebbe dovuto
fare?
Salì in macchina
tremando dall’ansia… scegliere l’amicizia o
l’amore era terribilmente doloroso e difficile.
Perché era così.
Lei si era innamorata di
Elijah, era inutile negarlo. Anche se era un vampiro… anche
se stava per correre il pericolo di affogare in quel mare di
delusione... non le importava più perché il suo cuore ormai si era offerto
totalmente a lui.
Avrebbe potuto mettere
la vita nelle sue mani senza rimorsi.
Non riusciva a pensare
ad altro. Se non alla sua voce, al suo sguardo ipnotico, al magnetismo della
sua personalità. Non desiderava nient’altro, e l'orgoglio e le sue difese di
sopravvivenza non potevano farci niente.
Si vergognò per quello
che stava pensando, ma ormai era troppo tardi per tornare indietro. Troppo
impossibile ignorare quel sentimento che era sbocciato, senza premeditazioni o
manipolazioni.
Non sarebbe mai riuscita
a staccarsene, come se Elijah fosse diventato una droga dalla quale era
impossibile disintossicarsi, anche se magari l’avrebbe portata inconsciamente
in un oblio oscuro e senza fine.
Pensava però che John
era il suo unico amico e le era stato vicino quando era stata attaccata
da Ivan… razionalmente poteva anche essere
più affidabile, perché l’amico non l’avrebbe mai condotta verso una strada che
non era consigliabile di seguire o che la vedeva pericolosa per il suo
equilibrio mentale e per il suo cuore fin troppo debole.
Briony si mise la testa fra le mani,
pensando cosa fosse giusto fare.
Ma a volte per rendere
felice il nostro cuore, non è essenziale una scelta propriamente morale… basta capire cosa si vuole veramente, che cosa
sei disposto a rinunciare…
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Intanto il tempo passava
inesorabilmente.
All’improvviso John
sentì suonare il campanello e speranzoso andò ad aprire…
Erano le 4.
Elijah era a casa ad
attendere Briony.
Si chiese perché era
così ansioso nonostante l’apparenza distaccata.. Perché voleva con tutto se
stesso che lei tornasse?
Aveva abbassato le
difese senza neanche accorgersene, le stava permettendo di far parte della sua
vita anche se aveva sempre tracciato dei confini precauzionali per tenere
lontano chiunque.
Ma adesso stava per
oltrepassare una linea di non ritorno, schiacciando lui stesso ciò che
abilmente aveva costruito per secoli e secoli.
Doveva permetterlo? Far
risalire le vecchie ferite, nonostante ciò che c’era in ballo? Nonostante
quello che lui era e che sarebbe sempre rimasto? Lui non aveva la benché minima
intenzione di cambiare: aveva sempre passato la sua vita in solitudine senza
mostrare dei sentimenti, o legarsi a qualcuno, e gli era sempre andato bene
così.
Non desiderava
nient’altro per la sua vita immortale.
Ma era davvero così?
Qualcuno avrebbe potuto schiacciare la sua armatura di freddezza e cinismo,
facendo intravedere che in lui non c’era solo un dilagante onore ma anche
altri, profondissimi, sentimenti. E lei lo stava appunto facendo.
Elijah appoggiò la
schiena alla parete del salotto, e aspettò che la porta si aprisse.
Era la prima volta che
desiderava ardentemente qualcosa, dopo così tanto tempo. Come se sentisse
qualcosa di vivo dentro di sé, e non qualcosa di morto come aveva sempre
pensato e fatto credere agli altri.
Ma prima o poi arriva il
momento in cui le maschere e le difese cadono… arriva
per ogni uomo. E Elijah prima di essere un Originario freddo, un Antico, era
stato un uomo.. era umano, più di tutti i suoi fratelli. Con un cuore che non
riusciva più a rimanere rinchiuso in un gabbia dalle inferriate così strette da
non far attraversare nemmeno un raggio di luce.
“Rischiare certe volte
fa rinascere laddove non farlo ti svuota."
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Quando John aprì
purtroppo per lui non c’era Briony.
Era Jenna, che aveva
perso le chiavi, per quello aveva suonato.
Lei entrò fissandolo
arrabbiata e infuriata.
Ormai John era solo.
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Briony tornò a casa qualche minuto dopo.
Elijah alzò il viso e la
guardò sinceramente meravigliato, mentre lei camminava verso di lui.
“Sei venuta.” mormorò
Elijah fissandola ammaliato, e scostando le spalle dalla parete.
Lei ricambiò lo sguardo.
Dal tono con cui lui
aveva parlato sembrava…felice. Come non lo aveva
mai visto.
Infatti lui le stava
sorridendo in un modo che poteva benissimo apparire umano, come se gli avesse
scatenato qualcosa di sconosciuto, di vivo.
Deglutì ansiosa.
“Scusami il ritardo… c’era traffico.” rispose lei mettendo via il
giubbotto.
Elijah le si avvicinò,
fissandola accuratamente.
“Hai parlato con John?”
“Sì… spero
che faccia come gli ho detto ma ho la vaga sensazione che non si farà più
sentire per un po’.”
“Meglio così.” Mormorò
Elijah semplicemente tenendo un’espressione sciolta.
Lei si strinse nelle
spalle, abbassando lo sguardo.
Il vampiro la analizzò
attentamente.
“Grazie Briony. So che ti è costato molto.” rispose sincero.
Lei allora sollevò lo
sguardo, incrociando quello del vampiro. Nella lettera lui parlava al plurale,
riferendosi se stare dalla parte di John o se stare dalla “loro” parte cioè
quella di Damon e company. Ma inconsciamente lei pensò che mentre lui scriveva
quella lettera, parlasse unicamente per se stesso.
Come se Elijah le stesse
chiedendo di stare al suo fianco. Di accompagnarlo nella sua tetra e vuota
immortalità, sopportando il bene e il male insieme.
Briony avvampò per quel pensiero anche
perché sapeva che il vampiro non sentiva ciò che sentiva lei, quindi si
autodefinì una stupida.
Sospirò:
“John è mio amico sì, ma
questo non vuol dire che non devo fargli capire che sta sbagliando. Spero, anzi
credo di aver fatto la scelta migliore per me.” rispose timidamente.
Elijah la guardò serio
negli occhi. Un senso di ammirazione si pervase all’interno del suo sguardo,
rendendolo più limpido e sciogliendo un po’ la freddezza che l’aveva sempre
velato. Lei ne rimase abbagliata ma lottò contro tutte le forze del suo cuore
per far finta di nulla.
Le parole furono però
più veloci del cervello: "Alla fine ho fatto la mia scelta. E non me ne
pento affatto."
I loro occhi si
incatenarono, anche a lunga distanza. Sembravano legarsi da una scia di
elettricità, e lei ne rimase talmente succube da restare immobile senza mai
smettere di fissarlo.
Ad un tratto lui si fece
più vicino a lei, tenendo sempre gli sguardi legati. Briony sentiva
il fruscio della sua camicia quando lui si muoveva e rimase ancora immobile,
indecisa su cosa fare.
Avrebbe tanto
voluto toccarlo… ma tenendo a freno
gli impulsi, lo guardava soltanto di sottecchi.. Elijah le si mise
quasi a fianco, i suoi passi erano stati così leggeri da non sentirli neanche.
Teneva lo sguardo basso su di lei, come a prepararsi a dirle qualcosa.
Briony sentiva il fiato mozzo quando si
voltò completamente verso di lui; erano più vicini di quanto si aspettasse.
“Non nego che volevo sul
serio che tu oltrepassassi quella porta. Anche a qualsiasi orario.”
Quella dichiarazione
detta in maniera così profonda valse come un salto del cuore dritto in gola.
Quasi ne sentì il rimbalzo per l’emozione.
“Perché?” domandò con un
fil di voce ma Elijah non rispose affatto. O meglio non parlò a parole. Perché
nel tempo di un battito, lui la attirò a sé – prendendole la nuca con la
mano - e la baciò.
Briony sentì come se fosse scoppiata una
miccia non appena le loro labbra si scontrarono. Non riuscendo a trattenersi
mise una mano sul colletto del vampiro, inarcandosi contro di lui. Inizialmente
le labbra del vampiro si adagiarono delicate sulle sue ma si fecero più decise
e premette la bocca su quella di lei in un bacio più sicuro.
Briony non voleva rimanerne tramortita ma
sentiva un pizzicore allo stomaco, come se temesse un altro suo rifiuto, che
lui si sarebbe fermato come l’altra volta. Sentendola a disagio, Elijah sciolse
il bacio rimanendo comunque vicinissimo a lei. Briony
sentiva il suo respiro delizioso sulla bocca, le sue dita sottili disegnarle il
viso. Si sentì deliziata come se avesse miele sul palato
“Perché?”
Elijah sorrise
lievemente, l’altra mano scese sul suo fianco. “Davvero ora non lo immagini?”
Riformulò la domanda,
sempre col poco fiato che le era rimasto:
“Perchè ti
sei fermato?”
Elijah allora la fissò
negli occhi, con una profondità tale da rendere ben evidente la sua bramosia
fino a ora nascosta. Briony se ne sentì
preda, totalmente ammaliata.
Quando Elijah si fiondò
di nuovo sulle sue labbra, con maggior prepotenza e stringendola di più a sé
per la schiena, lei non ebbe più dubbi e ricambiò il bacio come se avesse paura
di affogare se non l’avesse fatto.
Elijah le schiuse le
labbra con le sue, facendole entrare dentro il suo respiro stranamente caldo e
rimasero entrambi aggrappati a quel momento sublime, di perfetta alchimia.
Briony ebbe sul serio difficoltà a
mantenere calmo il suo cuore impazzito, la mente completamente sovrastata e
quando Elijah inchiodò di nuovo le labbra alle sue, lei gli si aggrappò
saldamente alle spalle per prolungare il bacio il più a lungo possibile, quel
momento che aveva atteso con ogni cellula da troppo tempo.
Le mani di lui la
stringevano gentilmente e con rispetto, come se fosse davvero un uomo d’altri
tempi, ma le sue labbra invece erano molto più avide e fameliche, quasi volesse
raccogliere ogni granello del respiro di Briony.
Elijah lasciò poi le sue
labbra e scese a distribuirle diversi baci sul collo.
Briony in preda alla passione gli raccolse
la testa fra le mani, baciandogli i capelli e tutto ciò che trovava, inclinando
la schiena verso di lui per sentirlo più vicino. Quando sentì un braccio di
Elijah salirle su in alto per la schiena, continuando a stuzzicarla audacemente
il collo, Briony alzò gli occhi trepidanti
al cielo.
Non riusciva più a
respirare. Le mani erano attaccate ai capelli dell’uomo e il sangue stava
ribollendo nelle vene, mentre lui continuava a lasciarle una scia torturante di
baci sul collo, sempre tenendola stretta a sé.
Lei restò un attimo
immobile perché era conscia del pericolo che stava correndo, anche se la testa
le girava per via di tutta quella passione e vibrazione che le stava
percorrendo in tutto il corpo. E anche perché dopotutto si fidava ciecamente di
quel vampiro onorevole.
Elijah rimase ancora un
po’ incatenato al suo collo ma poi alzò lentamente il viso, come a imporle
un’ulteriore trepidazione.
La guardò con degli
occhi pieni di desiderio, chissà se per il suo sangue o per qualcos’altro, e delicatamente
la baciò ancora sulle labbra, schiudendole appena e respirando il suo dolce
profumo che era simile ad un aroma.
Briony sentì la mente sottosopra e abbassò
mollemente lo sguardo, osando a malapena respirare, e appoggiò la fronte
sul suo petto. Era completamente sovrastata, come se non solo lei avesse
scatenato in Elijah emozioni che gli erano completamente sconosciute.
Il cuore della ragazza
era così intensamente attratto da lui, e si era ormai rassegnata
all’inevitabile risultato della loro vicinanza, alla necessità di amarlo, ma
non aveva previsto questo. Si ricordò
un momento passato – forse non tanto passato come credeva, un metà fra il tempo
in cui i due erano sfuggenti e restii l’un contro l’altro e in cui cominciavano
a conoscersi meglio. – Lei stava scendendo le scale in una semplice vestaglia
dopo il risveglio, aveva un braccio in alto sopra la massa raccolta dei
capelli, mostrando così la delicatezza della linea del suo corpo, della sua
pelle che traspariva al di sopra della vestaglia. Aveva il viso arrossato per
il sonno, le palpebre abbassate.
La sua andatura, tutta
la sua figura, trapelava un’esuberanza che nella sua semplicità era singolare.
Elijah stava passando di lì per caso e non aveva potuto non notare dei passi
per le scale: aveva quindi alzato automaticamente lo sguardo verso l’alto,
incrociando così la giovane. Gli occhi di Briony
aveva luccicato attraverso la velata pesantezza, prima che il resto del corpo
si fosse liberato completamente dal sonno, e si accorsero della presenza del
vampiro.
Lei allora si era
bloccata, rendendosi solo ora conto della situazione. Nonostante la sua
pacatezza e fermezza di controllo, Elijah le aveva donato un fugace sorriso:
“Non fate caso a me,
devo averle ripetuto più volte del dovere che non intendo sfiorarla.” Aveva
detto tranquillo ma vero, sviando lontano lo sguardo. Lei allora si era
riscossa, andando da lui senza trapelare alcun timore. Sentendo il rumore dei
suoi piedi nudi, Elijah si era voltato verso di lei, scettico. Lei era apparsa
la normalità fatta a persona, ma con luccichio di malizia negli occhi verdi:
“Non dovevamo darci del tu? Se ho accettato, vuol dire che non ho una così
cattiva confidenza su di te.”
Elijah aveva alzato il
sopracciglio, rimanendo nella sua aurea di calma. Nonostante le sue allusioni, Briony avrebbe sempre e comunque pensato che una sorta di
nobiltà albergava in quel vampiro, strana ma efficace, e quindi il timore per
la propria pelle sarebbe automaticamente un po’ diminuito.
Il vampiro aveva preso
da uno scaffale dietro di lui un lungo paletto appuntito, facendolo roteare sul
palmo come un allenamento: “Le apparenze ingannano sempre. Con questo.” Disse
indicando il paletto. “potrei senza fatica eliminare un esercito di vampiri.”
Briony non ebbe saputo se Elijah aveva parlato
per essere davvero sincero su tutto, anche sulla sua vera natura, magari per
avvertirla di non farsi illusioni sulla sua bontà d’animo e che doveva comunque
instaurare una distanza di sicurezza. Però non si era fatta trarre in inganno.
“Wow, ti piace essere plateale. Bel lavoro.” Aveva detto tirandosi sù una spallina della vestaglia.
Elijah comunque aveva
continuato a non far caso al suo abbigliamento, un gran gentiluomo.
“Mi meraviglierebbe se
tu dicessi così di fronte a un simile spettacolo.”
L’eleganza del vampiro
talvolta era stata così inquietante da abbagliarla. Ogni alito del respiro,
ogni flusso del sangue, ogni pulsazione del corpo in sua presenza era un
bisbiglio attraente che la distoglieva dai suoi scrupoli di attaccarsi a un
vampiro, un essere non umano.
Ritornando alla sua
domanda, Briony aveva pensato che sicuramente in una
situazione simile avrebbe balbettato qualche frase che proclamava la civiltà e
la calma, ma in quel momento aveva dato libero sfogo a un altro lato di sé:
“Sicuramente la paura mi salirebbe in cima ai capelli, ma finito tutto mi
metterei ad applaudire come elogio.”
Elijah allora aveva
cambiato espressione, forse non aspettandoselo. Davvero le apparenze ingannano
e un’espressione così meravigliosamente compiaciuta Briony
in pochi l’aveva vista così fottutamente attraente. Il vampiro aveva poi fatto
una smorfia con la bocca, e poi le aveva offerto il paletto. “Tieni.”
“Vuoi incitarmi a
pugnalarti come pratica?” aveva chiesto lei adorabilmente dubbiosa.
“Spero proprio non ti
verrà in mente. Tranquilla, è solo una precauzione. Non sono l’unico vampiro
della città e quindi è cosa saggia premunirsi di armi.” Aveva risposto lui
tranquillamente.
Non aspettandoselo, Briony lo avevo preso in mano senza pensarci. Era stato
strano come il tempo si racchiudesse per lei in due figure – una umana, l’altro
vampiro, proprio l’estremo opposto – e una parte portava l’arma che poteva
uccidere l’altro.
“Se non ti sapessi tanto
gentiluomo, direi che la tua esclamazione non è delle più lusinghiere. Davvero
credi che abbia bisogno di un paletto per difendermi?” lo aveva provocato lei
d’istinto, fissandolo negli occhi. Briony era stata
perennemente coscia del suo abbigliamento, di come la pelle veniva solleticata,
ma il vampiro pareva il contrario. Il suo sguardo era sempre stato su quello di
lei, non si era mai abbassato. E forse così era anche peggio, perché Briony ebbe dovuto sostenere quegli occhi neri in cui c’era
il rischio di caderci dentro senza un lamento.
Elijah infatti era
rimasto in silenzio a guardarla, con un’espressione che lei non ebbe saputo
decifrare. Una parte di sé aveva desiderato ardentemente la capitolazione che
pure temeva, e allora Briony aveva optato per la
scelta più saggia: ovvero porre fine alla conversazione: “Comunque lo tengo,
non rifiuto mai i doni. Spero tuttavia non te ne pentirai.” Aveva detto ironica
andandosene via di lì, come se fuggire avesse potuto allontanare da lei quella
sensazione che aveva riportato dentro di sé.
Aveva però sentito lo
sguardo di lui sulla sua schiena, fino a quando non ebbe voltato in un’altra
stanza. Entrambi erano stati consci che avrebbe dovuto mantenere un aspetto
pratico in tutta quella situazione, un aspetto ragionevolmente pratico. Ma quel
qualcosa che poi sarebbe nato tra loro si sarebbe basato su un’inclinazione
molto più tenace, intensa e irresistibile di tutto l’intero mucchio dei doveri
pratici.
Un velo si sarebbe
scostato tra i loro mondi diversi, lo spazio delle loro prospettive avrebbe
avuto un nuovo orizzonte… chissà se per breve o per
lungo tempo.
Briony in quel momento si riscosse, ritornando
alla realtà. Effettivamente davvero il cuore aveva anticipato il giudizio, per
lei.
Sembrava passato un
secolo ma invece erano passati pochi secondi: era piacevole stare tra le
braccia di Elijah, più di quanto avrebbe immaginato; l'odore del vampiro la
fece rilassare, ma c’era ancora una cosa che doveva confessargli.
“Elijah?” sussurrò il
suo nome a bassa voce, socchiudendo gli occhi.
“Si?” le rispose lui con
voce roca, mentre le accarezzava i capelli.
La ragazza non rispose
subito perché era titubante se dirglielo o no, ma facendosi coraggio gli
mormorò contro il suo petto:
“Ti amo Elijah.” disse
con tutto l’amore che aveva in corpo. Finalmente lo aveva detto.
Non ricevendo
risposta, Briony si spaventò pensando che
avesse fatto male a dirglielo, ma lui ad un tratto le fece alzare il viso,
cosicché potessero guardarsi.
Elijah la stava fissando
con occhi seri e malinconici, gli stessi di quando lui le aveva confidato che non
credeva nell’amore.
Era ancora così? Il suo
animo era stato irrimediabilmente corrotto dalle ferite del passato a tal punto
da non permettergli di amare più?
Briony deglutì ansiosa, riuscendo a
malapena a sostenere quello sguardo.
Ma poi lui le sorrise,
accarezzandole la testa. Quel sorriso pieno di dolcezza, nostalgia e tristezza
sembrò aver varcato dentro la sua stessa corazza, e piano piano Briony la sentì sgretolare fra le sue mani.
Bastò quel sorriso per
farla sentire al sicuro, almeno per ora, e lui poi le baciò delicatamente la
fronte.
Con un sospiro lei lo
abbracciò forte, come se avesse paura che qualcuno glielo portasse via da un
momento all’altro.
Nessuno dei due disse
più niente, ma ormai non c’erano più parole per descrivere quel momento che
solo loro potevano condividere…
Briony sentì che quel vampiro le stava
cambiando la vita in una maniera che non avrebbe mai immaginato.
FINE CAPITOLO!
Vi avverto la vostra
felicità per il 2 bacio durerà poco! Muahahah nel
prossimo capitolo ci saranno altri guai e altri litigi e tanto altro..!!
Spero vi sia piaciuto! E
ringrazio come sempre chi legge la mia storia ^^ Spero di ricevere
dei vostri commenti :D