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Autore: Sherlock Holmes    26/11/2011    3 recensioni
Holmes,stanco e infreddolito, torna al 221B di Baker Street dopo una serata passata a pattugliare le strade di Nine Elms.
Giunto davanti alla porta, però, si accorge di aver dimenticato qualcosa… La chiave.
Ci sarà solo un modo per riuscire ad entrare nel suo appartamento…
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: John Watson, Sherlock Holmes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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POV HOLMES
I dodici rintocchi del Big Ben mi fecero perdere le speranze.
Watson non sarebbe ritornato per la mezzanotte. Quindi, era facilmente intuibile che si sarebbe fermato da Mary…
Sbuffai nuovamente, iniziando a camminare avanti e indietro per riscaldarmi.
“Non posso star qui a morire di freddo…” mi dissi “Mah, affitterò una camera in qualche albergo di seconda categoria…”mi convinsi poi.
Il portamonete che estrassi dai calzari conteneva, però, solo un penny, che cadde sull’asfalto, tintinnando.
- Il destino è infausto con me, questa sera….- mormorai, tra me e me, chinandomi per raccogliere quell’unica monetina che costituiva tutte le mie finanze a portata di mano.
Sorrisi, rimettendola al suo posto.
“Niente albergo, quindi.”
Increspai le labbra.
“La soluzione è una sola…” pensai, estraendo il piccolo astuccio marrone che conteneva i miei attrezzi da scassinatore.
 
POV WATSON
Ripresi in mano la raccolta di racconti di Poe, sedendomi, questa volta, in poltrona.
Abbassai il lume, girando la capotta dalla parte opposta delle pagine del libro.
Lessi una riga…
I miei pensieri vagarono altrove, verso la strada buia…
La rilessi…
Verso Holmes, che, forse, stava per incappare in un assassino, appostato proprio di fronte al 221B…
Chiusi il libretto con un piccolo tonfo.
 
Non ero affatto tranquillo.
Dovevo tenere d’occhio quella persona in strada  che, istintivamente, mi pareva sospetta.
Quindi, mi alzai, allacciandomi di nuovo la vestaglia.
Scesi i gradini, fino a raggiungere la finestra…
Fissai Baker Street, e…
Non vidi nessuno.
Tirai un sospiro di sollievo.
“Quell’uomo se n’è andato…” mi persuasi “Le mie preoccupazioni erano infondate! Ho vissuto così tante avventure pericolose al fianco di Holmes che ormai non riesco più a distinguere il rischio da…”
I miei pensieri s’interruppero.
Sentii, infatti, un leggero rumore al pian terreno.
Fu uno stridore molto lieve, ma che sembrò rimbombare nel silenzio dell’appartamento.
Seguii quel rumore, che mi portò di fonte all’entrata.
“Qualcuno sta scassinando la porta! E scommetto che quel qualcuno è l’uomo che, fino a poco fa, era accanto al lampione…”
Afferrai uno dei due ombrelli nel vaso accanto all’ingresso, pronto a colpire...
 
POV HOLMES
Fissai la finestra: sarebbe stato poco utile arrampicarsi fin lassù per scardinarla o romperla…
Tanto valeva optare per la porta.
Mi misi in ginocchio, quindi, sui freddi gradini di pietra dell’uscio…
Armeggiai con quegli arnesi nel nottolino della serratura.
E tutto questo a causa di una mia dimenticanza!
Tutto per colpa di una chiave.
Sorrisi, al pensiero.
Stavo scassinando la porta di casa mia!
Era una cosa assurda!
Feci ruotare di centoottanta gradi la levetta metallica… Al che, con un tlac, la porta s’aprì.
 
POV WATSON
Il portoncino d’ingresso era stato aperto da mani esperte…
L’intruso ci aveva messo pochi secondi per manomettere il chiavistello!
Ero nascosto dietro la porta spalancata dall’esterno, con l’ombrello in alto, tra le mani.
Aspettavo solo che quell’uomo entrasse.
Sentii un suono metallico.
“Deve aver riposto gli attrezzi che ha usato per forzare la serratura…”
L’adrenalina iniziò a scorrermi nelle vene…
L’intruso fece un passo avanti.
“E’ proprio l’uomo del lampione!”realizzai, vedendo il suo vestiario.
Afferrò la porta, accostandola…
In quel momento, mi avventai su di lui, colpendolo alla nuca con l’ombrello.
Il suo cappello scuro cadde a terra.
Mi allungai a prendere il mio bastone dalla parte opposta dell’ingresso, da cui estrassi la spada…
L’uomo mi bloccò il polso.
 
POV HOLMES
- Watson… E’ impazzito?!- gli chiesi, con la lama d’acciaio a due pollici dalla mia gola.
Il mio compagno di stanze assunse un’espressione stupita e sconcertata.
- Holmes! Lei…- iniziò – Lei… Perché ha scassinato la serratura?-
Tenendogli sempre fermo il polso, puntai il mio sguardo sul soffitto.
- Non mi dica che… Oh, no! Non posso crederci! Ha dimenticato la chiave, Holmes?- mi domandò, tra il compiaciuto e l’irriverente.
- Beh…- cominciai, cupo.
- Holmes, poteva semplicemente bussare, sa?-
Strinsi il polso del mio socio con più forza.
- Mrs. Hudson è fuori città e lei doveva essere a cena con Mary… Ho pensato che fosse inutile bussare!-
- Sono tornato tre quarti d’ora fa, Holmes…-
- Lei legge sempre, la sera! Non ho visto la lama di luce a terra dalla sua stanza, quindi ho ipotizzato che lei non ci fosse!-
- Stasera ho chiuso la porta, Holmes…-
- L’avevo capito non appena mi ha aggredito, Watson.-
- Sa che le dico…?- sussurrò gelido il mio socio. – Lei pensa troppo!-
Fissai la spada e l’ombrello a terra.
- E lei troppo poco.- ribattei.
Lo vidi abbassare l’arma.
Gladstone, il cucciolo di bulldog, forse attirato dal chiasso, ci aveva raggiunto.
– E’ troppo impulsivo, Watson…-
- Impulsivo… Io?-
Mi stiracchiai, annuendo.
Gladstone abbaiò.
- Visto? Lo pensa anche il cane…-
Watson storse le labbra:- L’impulsivo è lei. D’altronde, è lei che è uscito di casa senza la chiave… A proposito, si ricorda dove l’ha messa?
Inarcai le sopracciglia.
Avvertii un lieve sgranocchio.
Puntai il mio sguardo sul bulldog.
- Non penserà che… Oh,Gladstone! Non ingoiarla!- esclamò Watson, inginocchiandosi e aprendo le fauci del cane.
- Temo sia troppo tardi…- dissi.
Iniziai a salire i gradini.
- La recupererà lei, Watson.- dichiarai.- D’altronde, è il suo cane…-
Il mio compagno di stanze mi fissò, furioso:- Ma la chiave é la sua! E poi, Gladstone e il nostro cane!
Feci un gesto eloquente con la mano:- Punti di vista.
Watson guardò, con un tocco di disperazione, il bulldog.
Sorrisi, pensando che sarebbe stato inutile riottenere quella chiave… D’altronde, il nottolino scassinato era da cambiare… E, quindi, anche le chiavi.
“Lei pensa troppo…” citai “Beh, gli dimostrerò così che lui pensa troppo poco…”
Con una risata sottile, mi chiusi la porta della mia camera alle spalle.
  
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