Titolo: Il punto
di non ritorno
Autore (compreso il nick di efp
se è diverso): Desirée Musacchio/
Elizabeth_Tempest
Fandom: Originali
Personaggi: //
Rating: Arancione
Genere: Introspettivo
Avvertimenti: Malinconico,
triste
Prompt scelto: Trasgredire
Note dell’autore: Contiene
tematiche sensibili: violenza familiare, droga, morte
Scritta per il
“Monthly contest”.
Trasgredire, volere di più.
Trasgredire, per non sentire i pensieri troppo dolorosi nella tua mente.
Cercare rifugio dalla realtà, perché fa troppo male
“Sei una
puttana!”
Un sedia che cade.
“Maurizio,
ti prego, basta!”
Un bambino che piange.
“Lo dico
io, quando basta! Cosa pensi, eh? Di fare la bella vita? Eh?
Eh?! Io mi spacco la schiena, e tua a sprecare!”
Urla, urla, urla.
“PAPÀ
BASTA!”
Scappare lontana, solo per poco, fuggire da quella prigione, perché non vuoi essere una schiava.
“Io
esco.”
“Dove vai?
Quando torni?”
Un borsone pieno.
“Non lo
so.”
Una porta che sbatte.
“Aspetta!
Michela!”
Per lasciarti alle spalle le urla, una madre troppo debole, e un padre troppo forte.
Cercare disperatamente di dimenticare, almeno per poco. Per coprire il lividi, e mettere a tacere la mente.
“Passami il
fondotinta…”
“Sembri la
Pimpa, Michela. Perché non lo denunci?”
Uno sguardo di
pietà.
“Perché
tanto torna sempre. Come l’altra volta.”
Per essere come le altre, la mente vuota, la vita perfetta. Per essere superficiale, per non soffrire.
“Mia mamma
è una palla! Cioè, non vuole comprarmi la
borsetta nuova,
cioè!”
“Sì.
Perché, la mia no? Non vuole che esco con Simone! E la tua,
Michela?”
La mia è
una debole. “Rompe un po’, ecco. Sì,
insomma… ecco… pensa che
io debba essere come lei.”
Essere debole, chinare il capo, sempre. Essere come lei, non sapersi difendere. Essere come lei, subire per te.
“Mamma,
andiamocene, ti prego! Ti prego mamma! Non puoi farti picchiare
sempre!”
Una richiesta
rabbiosa.
“Sssh,
taci, non sai cosa dici, non sai cosa dici.”
Una porta che sbatte.
Un richiamo strascicato.
“GIULIA!”
“È
arrivato. Michela, non dir niente, sta zitta.”
Trasgredire, infrangere le regole.
Mettere a tacere la mente, i pensieri troppo dolorosi.
“Un
mojito!”
“Michela,
basta! Hai già bevuto troppo! Ti farà
male!”
“Fatti i
cazzi tuoi, Chiara.”
“Okay,
fottiti.”
Ticchettio di tacchi,
inghiottito dalla musica a palla.
Odore di alcol e
sudore.
“Ciao
bella, come ti chiami?”
“Michela.”
Cercare l’oblio dei sensi. Perché sentire è troppo difficile.
“Hai un
po’ di roba?”
“Dipende.
Che cerchi?”
“Qualsiasi
cosa, basta che mi sballi.”
Trasgredire, ed andare troppo in là. Oltre la linea di non ritorno.
“Chiamate
un’ambulanza, c’è una ragazza che sta
male!”
“O MIO DIO! MICHELA!”
Trasgredire. E trovare quella pace che non hai mai vissuto.
“Simone,
tesoro, dormi…”
Lo squillo di un
telefono.
“Giulia,
rispondi a ‘sto cazzo di telefono!”
“Pronto?”
“Pronto?
Signora Di Vita? Sono Chiara… Michela…”
Singhiozzi.
Urla. Urla. Urla.
Trasgredire. Perché vivere è difficile, troppo difficile. E si è stanchi di lottare.
Gente in nero, che
piange.
Una madre col cuore
che sanguina.
Un bambino che guarda
e non capisce.
E un padre che non
c‘è più
Disubbidire all’ordine impresso alla nostra vita, mentre tutto crolla, come un castello di carte.
“Cosa stai
facendo? Cosa sono queste valigie?! Giulia, apri questa
maledetta porta! GIULIA! APRI!”
una porta che non si apre.
Pugni sul legno che
protegge la mamma che stringe il suo bambino.
Lacrime per una
figlia che sente di aver ucciso.
Mamma mia che trama forte!
Non ne avevo mai lette di simili e adesso ho
capito il motivo: mi fanno stare male.
E non oso immaginare come ti sia sentita tu a
scriverla. Insomma, violenza familiare, droga, morte.
Sono temi molto forti, ma la tua storia ha
anche una morale.
Alla fine la madre, Giulia, ha dovuto
aspettare la morte della figlia per trovare la forza di lottare contro
il
marito violento. Che sia stata proprio la morte di Michela a darle il
coraggio
di dire “Basta”?
Davvero complimenti, una trama del genere
risulterebbe banale e ridicola la maggior parte delle volte, ma non
questa
volta. E le lacrimucce che scendono sul mio fondotinta ne sono la prova.
Trama: 9/10
Il lessico è un po’ colorito e
credo sia
giusto. Parliamo di violenza e morte, qualche parolaccia ci sta bene.
Mi piace
molto come hai impostato il tutto.
Lessico: 8/10
Il tuo è uno stile che non ho letto
spesso su
efp. Anzi, diciamo che non l’ho mai letto.. cerco sempre di
stare lontana da
queste cose tristi perché sono una persona molto
impressionabile e poi mi
intristisco, piango senza motivo e mamma mi guarda in modo strano. Ma
tornando
allo stile, mi piace. È un po’ ermetico. Non ci si
perde tra le parole perché
vai dritta al punto.
Però anche se non
c’è molto, il significato
della storia si percepisce lo stesso e fidati, fa venire la pelle
d’oca. Un bel
lavoro, davvero.
Forma e stile di scrittura: 9/10
I personaggi, partendo da Michela, sono
delineati in modo davvero invidiabile.
C’è lei, la ragazza sola e
indifesa, che lotta
contro tutto e tutti.
Che preferisce trasgredire e
“sballarsi” per
fuggire da una dura realtà.. e alla fine ci riesce nel modo
più tragico
possibile.
C’è una madre che ama i suoi
figli, ma è al
contempo debole. Non riesce a dare un taglio netto, a buttare fuori
dalla sua
vita un uomo violento.
E poi c’è lui, quel
padre/marito che nessuno
vorrebbe che mi ha fatto montare una rabbia indescrivibile.
Guarda, persino il piccolino tra le braccia
della mamma mi ha emozionata.
Caratterizzazione dei personaggi: 9/10
Hai scelto il prompt
“trasgredire” e trovo che
tutta la storia sia azzeccata.
La trasgressione si percepisce in ogni riga.
Le ragazze con i loro problemi comuni che per loro sembrano
insopportabili. E
poi c’è lei, con i problemi veri che preferisce
mentire alle amiche pur di non
ricordare. E quel gesto, il suo gesto finale.. credo che il succo di
tutto il
prompt si sia concentrato proprio su quello.
Uso del prompt: 8/10
Vista la mia propensione alle storie fluff,
non posso dire che mi sia piaciuta tantissimo perché sarebbe
una grandissima
bugia. Mi piace la trama, il tuo stile e il lessico che hai usato. Ma
questa
storia mi ha fatto venire un magone enorme e per leggerla e commentarla
mi ci
sono volute quattro sigarette. Quindi, ragazza, ti prego.. in futuro
cerca di
scrivere qualcosa di meno triste, altrimenti qui finiamo tutti in
depressione.
Storia bella e interessante, ma anche piena di angoscia.
Gradimento personale: 7/10
Totale: 50/60