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Autore: lames76    28/11/2011    1 recensioni
Tutto ha avuto inizio quando Elos mi ha fatto leggere alcuni racconti che aveva preparato come background per un suo personaggio di un gioco online. Mi appassionarono molto e decisi di scrivere qualcosa nella stessa ambientazione.
E' passato molto tempo da allora e sono scucesse varie cose, ora l'ispirazione pare essere tornata e mi sono deciso a publicare qui quello che ho prodotto finora.
Ho integrato il racconto con un'ambientazione originale da me inventata, l'ho dovuto solo leggermente modificare per farcelo stare.
Spero vi piaccia e vi appassioni, attendo e spero di ricevere commenti e consigli!
Genere: Avventura, Dark, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 25


Erano le ore prima dell’alba quando subirono l’attacco.
Pardisan era di guardia e stava cercando di non cadere preda del sonno quando sentì un leggero rumore provenire dalle sue spalle. Si voltò e vide un uomo che brandiva un pugnale e che era quasi arrivato alle sue spalle. Si sollevò di scatto, evitando il colpo di coltello ed estrasse la spada urlando ai suoi compagni del pericolo.

Gli uomini bardati in nero stanno strisciando verso l’accampamento.
Il ragazzo che fa la guardia osserva il buio della notte e non si rende conto di quello che sta strisciando alle sue spalle brandendo un pugnale.
E’ incredibile come i noren non si siano ancora estinti visto che sembrano così ciechi.
Conosco gli aggressori.
Appartengono ad un gruppo di briganti che sta avendo molto successo in zona un po’ di tempo a questa parte. Credo provengano da est, molto lontano e si sono stabiliti in questo tratto del percorso depredando chiunque passasse.
La loro tattica è semplice quanto letale.
Eliminano le guardie, tramortiscono gli altri e poi rubano qualsiasi cosa.
Se le persone sono importanti chiededono anche dei riscatti.
Una rapina di quel genere e la morte del noren però potrebbe rovinare i miei piani.
Naturalmente a me non hanno visto, nessuno può vedermi se io non voglio.
Quando l’assassino è abbastanza vicino faccio un leggero rumore, abbastanza forte per far voltare il ragazzo.
Poi ripiego e sto a guardare.


Si affidò ad un fendente laterale a sferzare l’aria, senza pretese di colpire il suo nemico ma solo per allontanarlo. L’altro, che ora poteva vedere era completamente vestito di nero e portava una sorta di maschera sul volto, evitò il colpo con agilità e si mise in posa difensiva.
Si concesse un’occhiata alle spalle e vide che Berak stava brandendo la sua ascia e stava affrontando tre nemici simili al suo, mentre Vinya era arretrata brandendo il suo bastone incalzata da due uomini.
Il cavaliere non aveva mai visto una persona combattere in un modo simile al suo avversario; sembrava quasi danzare, facendo capriole e giravolte ed evitando sempre i suoi affondi. Non pareva avere armatura e questo gli permetteva di muoversi liberamente e velocemente.
Pardisan si rese conto che altri due uomini si erano affiancati al primo e si ritrovò a combattere sulla difensiva. Questi due, a differenza del primo, brandivano delle spade corte ed usavano la stessa tecnica di combattimento, fatta tutta di agilità, balzi e colpi veloci come serpenti.
Arretrò cercando di capire come agire e provò un tranello.
Finse di mettere un piede in fallo e barcollò.
Uno dei tre nemici gli si lanciò addosso con una capriola, credendo di poter finire un avversario impacciato ma lui non aspettava altro, ruotò il polso e spostò la lama facendola penetrare nel petto dell’uomo in profondità, poi riprese l’equilibrio liberando la lama dal corpo.
Gli altri due si fecero più guardinghi ma non smisero di incalzarlo.
Sentì un ruggito alle sue spalle e poi un tremendo tonfo, con enorme sorpresa vide che Berak era a terra privo di sensi. Apparentemente uno dei suoi avversari lo aveva colpito al capo con una specie di bastone che l’aveva messo fuori combattimento.
Vinya era con le spalle schiacciate contro un masso e si difendeva a stento.
Sentì un dolore lancinante al fianco e vide che un profondo taglio aveva squarciato la sua corazza di cuoio borchiato e del sangue scarlatto sgorgava dalla ferita.
Era bastato un istante di distrazione ed uno dei due nemici rimasti l’aveva colpito.
Un altro grido e vide che anche la strega era a terra, centrata allo stomaco da un colpo di maglio che l’aveva fatta cadere al suolo esanime.

La battaglia è bella, come tutti gli scontri in cui scorre sangue.
Gli aggressori adottano una tecnica di combattimento che mi piace, agile e veloce. Non si coprono di metallo come fanno i noren di qui.
Mi chiedo se anche loro siano veramente noren.
Una volta li ho visti senza le maschere che indossano e mi parevano tali ma con lineamenti diversi, più affilati ed occhi a mandorla.
Ma potrei sbagliarmi, i noren mi sembrano tutti uguali.
Il weishtar cade a terra con un tonfo.
Quel gigante tutto onore e “sono-il-più-forte-solo-perché-madre-Ellan-mi-ha-fornito-una-struttura-fisica-superiore” non può quasi nulla contro questi nemici che non si lasciano neppure avvicinare e che sono più agili di lui.
Anche la strega cade e questo mi lascia perplessa.
Perché non ha ancora usato i suoi poteri? Eppure è molto potente. Posso sentire la sua magia sopita pizzicarmi la pelle.
Mi volto di scatto verso il giovane che è ferito al fianco ed alla gamba.


Sentiva le forse fluire fuori dal suo corpo con il sangue che stava copiosamente perdendo.
Controllò la situazione e vide che vicino all’orco stavano due nemici, uno davanti al corpo di Vinya ed i suoi due. Quando erano tutti e tre in piedi ed in piena forma non erano riusciti a batterli come poteva farcela da solo?
«Forse oggi è un buon giorno per morire», mormorò Pardisan lasciando cadere a terra lo scudo ed impugnando la spada a due mani.
Si lanciò sul primo dei suoi due avversari facendo un plateale largo fendente laterale che l’uomo schivò facilmente, ma lui era pronto alla cosa. Quando questi schivò fermò il colpo e ruotò la spada colpendolo sulla fronte con il pomolo. Sentì un rumore di ossa rotte mentre il ferro penetrava nel cranio dell’altro ma lui continuò il movimento superandolo e lasciandolo cadere a terra.
Prima che il secondo nemico potesse reagire si accucciò estraendo un pugnale dallo stivale e lo lanciò. Ancora sorpreso dalla caduta del suo compagno fu colpito in pieno petto dal coltello e cadde.
Senza pensare si lanciò al centro dell’accampamento verso l’uomo che incombeva su Vinya.
Gli altri due nemici lo accerchiarono evitando accuratamente di avvicinarsi troppo e lasciandolo sfogare.
Pardisan combatteva senza tregua e senza quasi pensare, guidato interamente dalla furia della battaglia.
Il sole era sorto ad est ed i primi raggi stavano illuminando l’ambiente.
Però alcuni singoli nuvoloni neri si erano addensati proprio sopra di loro.
Uno dei nemici lo colpì ad una gamba e lui si ritrovò a zoppicare.
Nonostante la furia sentiva le forze venirgli meno.
Quanto sangue aveva perso dal fianco?
Ed ora ne perdeva anche dalla gamba.
Si ritrovò con le spalle alla stessa roccia vicino a cui era caduta Vinya.
Un pugnale gli si piantò profondamente nella spalla sinistra e lui perse subito la sensibilità su quel braccio.
Forse era davvero un buon giorno per morire.
Sentì una rabbia sorda scacciare prepotentemente quel pensiero dalla sua testa.
Strinse la mano sul manico della sua spada con forza tanto che sentì il cuoio dell’impugnatura scricchiolare.
Si era sempre ingannato.
Nonostante tutto non voleva affatto morire.
Ma se doveva proprio farlo, avrebbe portato con sé quei tre.
«STORMBLADE!», urlò con quanto fiato aveva ancora in corpo.
Sarebbe morto urlando il suo nome di famiglia.
Lanciando il suo urlo di battaglia.
Con enorme stupore vide che la sua spada stava brillando, la lama era illuminata da una miriade di piccole scariche elettriche.
Un tremendo tuono rimbombò attorno a loro.
Tre saette caddero dal cielo incenerendo i suoi avversari.
Guardò ancora per un istante la sua lama, poi l’oscurità calò sui suoi occhi.

Non sono preoccupata ma incuriosita.
Ora sento l’odore di altra magia e proviene da lui!
Tra l’altro una magia molto potente ma diversa da quella della femmina.
Questa è magia Torgil!
Tutto finisce in un lampo... letteralmente!
I nemici morti ed il ragazzo a terra privo di sensi.
La sua spada, non la toccherei neanche morta, giace immobile ed apparentemente inanimata a terra.
Come ho fatto a non accorgermi di un tale potere celato in quel pezzo di ferro?
Forse perché per me è così... innaturale.
Pensavo di essermi lasciata indietro questi preconcetti Ellantil, ma evidentemente sono ancora profondamente radicati in me.
Il weishatr e la femmina non sono in pericolo, hanno qualche taglietto ma i colpi che li hanno stesi erano non letali.
Il maschio invece è messo male.
Ha perso molto sangue dal fianco, ha un profondo taglio alla gamba ed un pugnale nella spalla.
Odio sporcarmi del sangue dei noren... a meno che non sia stata io a procurare le ferite.
Ma non posso lasciarlo morire, altrimenti potrebbero decidere di desistere.
Io non posso permetterlo.
   
 
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