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Autore: Lumik Lovefood    01/12/2011    2 recensioni
[SOSPESA, GUARDA PROFILO]
"Mi chiamo Magda Chécova. Sono una ragazza russa che vive nell'ex Monastero Vorkov, che ora è diventato un Centro per il Recupero di Giovani Problematici ed ospita ragazzi e ragazze di ogni età e con qualunque tipo di problema. Qui dentro, noi recuperiamo la nostra individualità e la nostra vita. Molte storie s'intrecceranno e molti problemi che sembravano superati, riaffiorano prepotentemente nelle nostre vite. Il passato sembra difficile da dimenticare ma non può essere nemmeno cambiato. Se siete interessati alle nostre storie, potete leggere le seguenti pagine scritte da un ragazzo del Centro... Chissà se riuscite ad avere abbastanza fegato per continuare?"
Genere: Erotico, Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Boris, Kei Hiwatari, Nuovo personaggio, Yuri
Note: AU, Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti, popolo di Efp! E' da tantissimo tempo che non pubblico sul fandom di BeyBlade, e devo dire che ho una certa emozione nel presentare una nuova fic di zecca. Questa volta non parlerò di nuovi campionati, di future mogli di Hawitari o di qualunque altro tema che io abbia già toccato con altre storie. No. Questa volta mi sono messa in moto il cervello pensando a che sarebbe successo se i nostri beamati russi fossero delle persone tutt'altro che sane di mente (certo, no che non lo siano già... -.-)... Questo mi è venuto in mente guardanto due programmi su Mtv, uno che trattava di storie di ragazzi che all'esterno sembrano normali ma che hanno affrontato molte cose e un altro che toccava argomenti come il sesso e la droga nel mondo giovanile... SPero di riuscire a fare un buon lavoro, cercando di mantenere i personaggi più IC possibile... Nel caso contrario, avvisatemi.
Questo primo capitolo l'avevo scritto un po' di tempo fa, e solo ora l'ho completato e rivisto... L'ho controllato prima di pubblicarlo, ma chi mi conosce sa che gli errori spesso e volentieri mi sfuggono... =) 
Spero che sia di vostro gradimento e che mi facciate sapere una vostra opinione. I miei ossequi! ^_^

Un bacione fortissimo dalla Lu! :*

















If you really know me...









- "Hey Yurij! They say he's back! "-













Ex Monastero Vorkov.

Anni prima era adibito come orfanotrofio per i bambini russi abbandonati, ma successivamente all'arresto del suo principale, ovvero Vorkov, che maltrattava i bambini lì presenti, divenne un centro per i giovani "sbandati", come lo chiamano affettuosamente i moscoviti, finanziato dal comune russo che non avevo ne casa ne famiglia e che gli offriva maggiori opportunità di vita e di lavoro. Lì dentro, c'erano ragazzi e ragazze di ogni età, con i soliti problemi e con i soliti sogni. Ovviamente, non sempre è tutto rose e fiori e non sempre la vita era tranquilla in quelle quattro mura...


“Quanto sai essere irritante, Ivanov!”
“Per te, tutto quello che va contro il tuo pensiero è irritante.”
“Tsk! Questo lo pensi tu, rosso!” ribatté la voce dal bagno con fare irritato.
Yurij si alzò a malavoglia dal letto dalle orripilanti lenzuola verde acido su cui era steso ed aprì la porta del servizio con veemenza, facendo sobbalzare e urlare dalla paura la persona che vi era dentro “Ah! Non si usa bussare?”
Yurij rimase impassibile, se non per un lieve movimento del sopracciglio rosso“Muoviti!” sibilò breve per poi chiedere la porta con un botto ed andarsene.
“Muoviti... Su... Ancora a questo punto stai?... Eccetera... Eccetera...” gli fece il verso la voce.
Yurij cercò di prendere con sé tutta la poca pazienza che aveva e decise di stendersi nuovamente sul letto e di agguantare una rivista riversa a terra per ammazzare il tempo. Era di gossip: niente di più schifoso poteva leggere. Sfogliava quella schifezza con il più disinteresse possibile, toccando quelle pagine solamente con il pollice e l'indice manco fossero appestate.
Improvvisamente la porta del bagno si aprì e ne uscì in fretta e in furia una persona. Non appena vide che il suo letto ero occupato, si bloccò “Ma quanto potrai essere contraddittorio, Ivanov?”
Il “preso in considerazione” buttò all'aria la rivista che aveva e si diresse verso la porta d'uscita ma fu bloccato dalla voce squillante che lo stava infastidendo già da un po' e che gli ordinava di fermarsi.
“Magda Chécova ti devi sbrigare!” ripeté nuovamente il rosso con la voce più ferma che potesse avere, ma con quella ragazza era impossibile rimanere il più fermi possibile dato che strappava la pazienza a morsi. Lei gli strinse le braccia intorno al collo e gli avvicinò le labbra all'orecchio.
“Oh Yuyu... Non ci corre nessuno dietro...” disse con voce suadente “Potremmo prenderci del tempo per...”
Yurij non la fece finire e l'ammonì con uno sguardo gelido “Risparmiati per gli amichetti tuoi.”
Magda, però, non si scompose più di tanto, sciolse le braccia dal collo di lui e si passò una mano disinteressata tra i capelli ramati “Uffa Yurij, quanto sei serioso...” sbuffò con finto dispiacere “Pazienza, penso che Boris accetterà molto volentieri...”
“Si, si...” rispose il rosso distrattamente.
Uscirono dalla stanza della ragazza e scesero la scalinata che portava alla mensa del Monastero. Quelle scale erano fredde ed umide e provocarono un brivido lungo la schiena di Magda.
“Mi chiedo sempre perché da queste parti faccia così freddo...”
“Maz, siamo in Russia. Presente?” le fece ricordare Yurij con un sospiro.
“Quanto ti odio quando fai il saputello del cazzo?”
“Perché sai di essere un'ignorantona!” ribatté lui con un sorrisino.
Magda sbuffò offesa, ma sostituì velocemente la sua espressione non appena vide degli occhi smeraldini puntarsi su di lei.
“Boris!” urlò lei aggrappandosi al collo di lui “Cielo, meno male che sei arrivato tu... Chi lo sopportava più a questo musone...”
“Tranquilla carina, ti salvo io dal vecchiaccio!” fece con il sorriso sornione, non tenendo conto dell'occhiataccia del “vecchiaccio” in questione “Ah proposito Maz, per questa sera non se ne fa niente... Il direttore mi ha dato un lavoretto da fare e allora...”
“Che scoccia cazzo che è quell'uomo!” grugnì la rossa in risposta.
“Mi dispiace carina...”
“Tranquillo... Impiegherò il mio tempo con qualcun altro...” ribatté sicura di se la ragazza.
“Non ti stanchi mai?” chiese uno scocciato Yurij. Ormai era quasi al limite della sopportazione con quella ragazza così frivola e libertina.
“Con te, potrei anche...” mormorò attaccandosi nuovamente al collo del rosso.
“Ehi Yurij! Dicono che sia tornato!” annunciò Boris facendosi largo con le mani tra l'amico e la ragazza.
“Dici davvero?” chiese il russo con un tono stupito.
“Chi è tornato?” Magda si era incuriosita. Stava in quel monastero da poco più di due anni e pensava di conoscere tutti. O quasi...
“Non lo conosci.” lapidario come sempre il caro Pepper.
“Quindi è un ragazzo?” chiese la ragazza con uno strano sorriso sul viso, poi volse le sue perle di ghiaccio verso Boris e il suo sorriso si allargò “E dalla faccia di Bobo, deve essere anche carino...”
“Ehi, che diavolo stai dicendo, ragazzina? Non direi mai che Hiwatari è carino...”
“Hiwatari eh?”
“Magda, giraci a largo. Ti conviene.”
“Oh chiudi quella boccaccia, Yurij! Non ho bisogno di un padre apprensivo! Sono grande e vaccinata io.” sbottò innervosita la ragazza.
“Sarà un piacere pronunciare: “Te l'avevo detto!””
“Si, va bene Yurij...” cercò d'intervenire Boris per sedare le scaramucce tra i sui amici “Andiamo a salutare il nostro amichetto?”
“Vai da solo. Non mi voglio sorbire il sui sbalzi d'umore raddoppiati a causa del jet lag.”
“Ti accompagno io!” si propose una pimpante Magda, alzando addirittura un braccio, nemmeno fosse a scuola.
“No! Tu vieni con me.” le ordinò Yurij, prendendola per un braccio e trascinandola con se, non ascoltando le sue proteste a gran voce.


Kai Hiwatari era tornato nella sua madrepatria. Ora si che si sentiva veramente bene. Gli ultimi due anni erano volati come il vento e, doveva ammetterlo, era una fortuna non indifferente. Aveva passato un periodo orribile, uno dei più brutti della sua vita, aveva toccato il fondo, e solo dopo averlo toccato per davvero, si rese conto che era arrivato.
Arrivato al massimo punto di sopportazione.
Arrivato al punto di farsi schifo da solo, a sentirsi una completa nullità.
Aveva da poco iniziato a togliere i pochi stracci che aveva nel bagaglio quando bussarono alla porta della sua stanza.
Non rispose, chiaro segno che non voleva essere scocciato ma evidentemente il segnale non era stato recepito da chi si trovava al di la di quella porta ed entrò comunque.
“Ehi! Bentornato Kai.” ululò Boris con un ghigno.
“Ciao.”
“Mi sa che aveva ragione Yurij... Come va?” chiese il russo sedendosi sul letto e guardando “l'amico” che sistemava le sue cose. Questi si limitò a dargli un'occhiata di sfuggita.
“E' il jet lag o stai interpretando la parte del figo di poche parole? Dicono che hai fatto un lungo viaggio aereo...”
“E' la parte di quello che non vuole essere scocciato!” scandì l'argenteo con chiaro segno che non voleva repliche.
“D'accordo, figo, pensa alla tua roba. Ci vediamo alla mensa, sperando che tu riesca ad assimilare frasi come quest'ultima.” concluse Boris, sorridendo soddisfatto ma beccandosi un'occhiataccia di fuoco come risposta.
Va' a cagare!” pensò Kai quando fu finalmente lasciato solo.
Che diavolo ne poteva sapere lui di quello che aveva passato?
Si era limitato a guardare da fuori tutto quello che gli era successo, magari lanciando anche sentenze che non doveva nemmeno permettersi di fare. Era meglio che si stava zitto o che, per lo meno, non facesse finta che non fosse successo niente.
Diavolo, perché la vita doveva essere una valanga di merda infinita?


“Ancora si vede?”
Magda sembrava un disco rotto: era già la settima volta che stressava Yurij con questa domanda. La ragazza continuava a girare e girare il suo purè di patate con aria stralunata e il viso appoggiato stancamente su una mano.
Improvvisamente dalla porta della mensa entrò Boris e Magda iniziò a gesticolare con le braccia affinché la raggiunse a gran velocità.
“Allora? Allora?”
“Yurij, avevi ragione tu...” disse semplicemente Boris e poi agguantò il piatto di Maz con il purè che lei non riusciva a mangiare.
“Ehi! Allora? Sta arrivando?”
“Forse ma io non ci spererei tanto, Maz... E' un lunatico quell'uomo...” borbottò il russo con la bocca piena.
“L'avevo detto io... Quello già di suo ha le palle girate, figurati con un viaggio aereo alle spalle.”
“Come al solito, ha risposto a monosillabi, Yu.”
“Lascialo perdere, Boris. Io non spreco nemmeno tempo.”
“Ma quanto puoi essere antipatico, Yurij? Godrò peggio di una troia quando qualcuno si comporterà così con te!” urlò inviperita Magda agitando un dito accusatore.
“Come rompi le palle te nessuno, eh!” borbottò il rosso, poi alzò lo sguardo verso la porta “E' arrivato.” disse poi breve.
Magda lasciò perdere Pepper e si voltò velocemente. La mascella le cedette. Era uno spettacolo agli occhi e anche per qualcos'altro.
“God, he's beautiful!” mormorò con gli occhi sgranati.
“Quando parla in inglese, è fatta.” mormorò con un ghigno Boris, anche se sentiva qualcosa alla bocca dello stomaco.
La figura divina che camminava fra i tavoli era stupenda, la perfezione scesa in Terra a far si che gli umani si specchiassero a lei e la venerassero.
“Boris, fallo venire qui!” le ordinò Maz con il cipiglio arrabbiato.
Il russo sbuffò e sventolò una mano in direzione degli occhi violacei di Kai che, riluttante, si avvicinò al tavolo dei ragazzi.
Yurij ghignò “Bentornato Hiwatari.”
Il ragazzo preso in questione osservò il rosso, ma non disse niente e si sedette proprio di fronte a Magda, che non si lasciò sfuggire l'occasione per mettersi in luce al bel giovane.
“Molto piacere, mi chiamo Magda ma tu puoi chiamarmi Maz.” disse suadente allungando elegantemente una mano verso Kai, che si limitò ad osservarla ed a non rispondere alla presentazione.
“Scusami, ma non ti chiamano tutti “Maz”?” chiese curioso Boris all'orecchio della rossa.
“Appunto!” squittì con un sorriso, minimamente indifferente alla freddezza di Kai “Allora... Hiwatari, giusto? Cosa ti ha riportato alla tua benamata patria?”
Il ragazzo non le rispose e si limitò a fissare il tavolo.
“Mmh... Siamo timidi?”
“No, in questo caso maleducati, Maz!” le rispose Boris con un ghigno sul viso.
“Boris, sei un'animale! Non hai il minimo tatto o gentilezza nei suoi confronti...”
“Maz, falla finita!” le ordinò uno Yurij seccato. Il rosso poi si rivolse a Kai “Ti pare il modo di ritornare dopo tutto quello che è successo? In questi due anni, dove diavolo sei finito?”
Le perle violacee di Hiwatari si posarono su quei ghiacciai che caratterizzavano Yurij, guardandoli freddamente e con indifferenza “Non sono affari che ti riguardano.”
Il peperone cominciò a gridare, facendo voltare tutti i presenti alla mensa nella loro direzione “Oh, penso proprio di si, stronzo! Ti ricordo che se non fosse stato per te, a quest'ora...”
“Yurij!” lo bloccò Boris, intervenuto a placare l'animo dell'amico che si era scaldato fin troppo, posandogli una mano sulla spalla “Ora basta. Non vedi tutti gli sguardi? Non è da te sbottare in questo modo!” Poi rivolse un'occhiataccia a Kai, che non si era minimamente scomposto dalla furia rossa che si era abbattuta su di lui.
Yurij si scrollò di dosso malamente Boris e si alzò dalla sedia, pronto per abbandonare quella sala, ma prima si avvicinò al viso di Hiwatari “Benvenuto all'inferno, stronzo!” gli sibilò velenoso prima di allontanarsi definitivamente.
Nella tavola calò il silenzio: Magda aveva gli occhi sgranati dato che non aveva mai visto perdere la pazienza a Yurij in quel modo così violento; Boris sospirò sconsolato e guardò Kai per diversi secondi. Quest'ultimo non sembrava per niente scosso dalle urla e dai complimenti poco rosei che Yurij gli aveva riservato. Sembrava che non provasse niente.
Fu Maz, dopo un po', a rompere il gelo in un modo tutt'altro che sicuro “Ehm, qualcuno sa cosa gli è preso a Pepper?
Kai si alzò silenzioso dalla tavola ed uscì dalla mensa con tutta fretta, Boris si limitò a fissarlo.
“Insomma Boris! Mi puoi spiegare che cosa è successo? Perché Yurij è diventato un pazzo così all'improvviso? E che diavolo ha combinato Kai, due anni fa?”
Il russo sospirò “Beh... E' una lunga storia che non credo che tu debba saperlo ora...” rispose poi cominciando ad alzarsi da tavola “Ci vediamo questa sera, se non è troppo tardi, carina...” baciò alla russa Maz e lasciò la mensa velocemente.
Magda rimase come una stupida, da sola al tavolo “Ed io nel frattempo non so un emerito cavolo!” borbottò incavolata verso il piatto di purè che aveva lasciato Boris “Ma statene certi che scoprirò tutto sul caro Hiwatari... Anche se nessuno mi dice niente.”.
Si alzò anche lei dal tavolo e buttò nella spazzatura il piatto che non aveva finito di mangiare, uscì dalla stanza. Girovagando senza una meta prestabilita, s'imbatté nella figura di Kai, intento a fissare una porta. Quando lei lo chiamò da lontano, lui si limitò a fissarla e poi ad andarsene con la stressa fretta che aveva avuto nella mensa.
Ma che tipo strano...” si ritrovò a pensare. Poi raggiunse la porta che stava fissando il ragazzo e ne lesse la targhetta d'ora che vi era sopra di essa: “Sergej Petrov, N. 15 dicembre 1986 M. 2 agosto 2006”
“Questa era la stanza di quel ragazzo che è morto due anni fa...” pensò Maz stranita “Chissà perché la fissava...”. Non ci fece tanto caso, più che altro non voleva sforzarsi più del dovuto nel pensare in quel momento. Sarebbe stata una lunga giornata. Sì, una lunga giornata che non sapeva come farla passare.

Bella merda!” esclamò incavolata.

   
 
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