Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: TooLateForU    02/12/2011    8 recensioni
“Io scrivo canzoni sulle emozioni, sulle sensazioni..”
“Io ho la sensazione di starti per dare un calcio. Vuoi scriverci una canzone sopra?”
Sophie Richards ha sedici anni, una mamma francese, una zia fissata con il rosa, una sorella invadente ed un amico canadese troppo bello e troppo furbo.
Cosa può andare storto?
SOSPESA.
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Stavo per addentare un delizioso muffin al cioccolato quando il mio cellulare prese a vibrare e ad illuminarsi sul tavolo, a pochi centimetri da me.
Chi mai poteva martoriare i miei poveri nervi con una fastidiosa telefonata alle sette e venti della mattina? No, un momento, lo so: mia madre.
Svogliatamente afferrai il cellulare e lo portai all’orecchio “Pronto?”
“SIGNORINA, SI PUO’ SAPERE COS’E’ QUESTA STORIA?! PERCHE’ NON ME NE HAI PARLATO? Je ne t’ai pas envoyè a Los Angeles pour passer du temps avec la pop-star!!*” 
Oh santo cielo, Victorie l’Egoista ha dimenticato di prendere il calmante per elefanti africani stamattina! Ma soprattutto, ha scoperto di me e Justin! Triple mèrde.
“Parce que vous êtes en colère, maman?* Ho sedici anni, direi che sono abbastanza grande per avere un ragazzo.” Ribattei, irritata. E’ incredibile: devo giustificarmi con mia madre perché ho un ragazzo!..
..Dio, com’è bello dirlo! Ho un ragazzo, ho un ragazzo, ho un ragazzo, ho un ragazzo..Chi ha un ragazzo? IO.
“Credi di essere già donna perché ti metti il mascara e hai la patente?!” Vorrei farle notare che so mettermi il mascara perfettamente da quando ho undici anni. Era come se fossi nata per consumare mascara. “Bhè Sophie, non è così!” Lo dici tu. “Devi parlarmi di queste cose, non puoi tenermi fuori dalla tua vita!”
Oh sì che posso, mamma, e lo sto già facendo!
“Non sono affari tuoi con chi esco, non ho più dieci anni!”
“La vie de ma fille c’est mon affaire!* E non parlarmi così!”
“Ma si può sapere qual è il tuo problema?! Ho un ragazzo, e quindi? Credevi forse che sarei entrata in convento?” continuai, alzandomi dalla tavola e prendendo a camminare furiosamente avanti e indietro per la cucina.
“Il mio problema, Sophie, è che non so nulla su questo Justin Bieber, se non quello che dicono i giornali! Ed improvvisamente compaiono ovunque foto dove tu e lui vi sbaciucchiate senza pudore davanti a tutti!” replicò, alzando di un’ottava la voce.
Era questo il problema? Le dava fastidio vedere le foto dove ci baciavamo? Bhè, poteva non comprare nessun giornale scandalistico, allora. O non entrare su internet. O accendere la TV.
Poteva ritirarsi sul cucuzzolo di una montagna e vivere di aria fresca e bacche.
Io di certo non avrei smesso di baciarlo per mia madre.
“Cosa vuoi che faccia, che prenda a pugni ogni paparazzo che ci si avvicina? Non è colpa mia se Justin è un superstar.”
“Ma che tipo è questo Bieber? E’ un ragazzo perbene, educato?”
“No, è uno stupratore seriale con precedenti, che colleziona ossa di cavalli. Mamma, ma che domande fai?! Pensi che mi fidanzerei con uno psicopatico?” domandai, retorica.
Certo, non che Justin fosse sano di mente, ma di certo non era uno stupratore.
“Non è divertente, Sophie!” replicò, velocemente. Io rimasi in silenzio, e la sentii fare un lungo e pesante sospiro.
“Senti, non chiedo molto, solo essere informata sulla vita di mia figlia che si trova a migliaia di chilometri da me. E’ troppo?”
Alzai gli occhi al cielo, infastidita. Perché doveva dire queste cose strappalacrime? Era odiosa. Mi faceva venir voglia di scoppiare a piangere, e poi di prendere a calci qualcosa.
“Va bene, va bene..” borbottai.
“Forza, passami tua sorella.” Ordinò.
“Zi padrona. Volere tu altro? Io povera schiava per servire te.”
“Non fare l’idiota, Sophie!”
Scommetto che le madri degli altri ragazzi non insultavano i loro figli.
La verità era che vivevo in una gabbia di matti.
Triste, ma vero.
 
“Dai francesina, non fare così..Starò via solo una settimana!” insistette Justin, accarezzandomi un braccio.
Feci una smorfia, rimanendo in silenzio. Una settimana, un’ora, sei anni..Che differenza faceva? Sarebbe comunque stato lontano migliaia di chilometri da me.
In un’altra città.
Senza che io potessi tenerlo sotto controllo.
Con tutte quelle fan impazzite.
Quelle fan. Tutte ragazze.
“Lo so, ho capito..” borbottai, arrotolando tra le dita una ciocca dei miei capelli.
“E allora qual è il problema?”
Sbuffai, infastidita. Che cavolo, se l’avessi detto sarei sembrata una di quelle ragazze paranoiche che hanno sempre bisogno di tenere al guinzaglio il proprio ragazzo!..
..
E io non lo ero. Certo che no. Io avevo piena fiducia in Justin.
Quando era chiuso dentro casa sua lontano da ogni essere con una vagina che non fossi io.
“Vedi di placare i tuoi ormoni e non flirtare con nessun’altra ragazza, a Londra.”
Lui fece un sorrisetto divertito, guardandomi con l’aria di chi la sa lunga “Hai paura che mi dimenticherò di te solo perché non ti vedrò per una settimana?”
“Certo che no!” ribattei, stridula. “Io non sono mica una di quelle paranoiche che non vogliono nessuna ragazza che cammini vicino al loro fidanzato. Cosa credi? Io sono matura come un pomodoro a maggio.” Conclusi, fieramente.
Justin si avvicinò, e aggiustò delicatamente una ciocca dei miei capelli dietro un mio orecchio, inchiodandomi con i suoi occhi nocciola.
 Eccoci di nuovo al Festival della Gelatinaggine e alla Sagra dei Balbettii insensati.
“Io invece sono proprio uno di quei ragazzi che prenderebbero a pugni ogni tizio che si avvicina alla loro fidanzata.” Replicò, e grazie al cielo non mi diede il tempo di rispondere, perché mi mise a tacere con un bacio.
Mmm, come erano soffici le sue labbra.
E profumava. Penso fosse l’unico ragazzo sulla terra a lavarsi e a mettersi il profumo, almeno l’unico che avessi incontrato fin’ora.
Anche se questo profumo sembrava un po’..da donna.
Ci staccammo, e gli lanciai un’occhiata interrogativa “Justin?”
“Sì, baby?”
“Usi un profumo da donna?”
Vidi le sue guance tingersi di un rosa pallido, mentre si passava imbarazzato una mano sulla nuca “Bhè, ecco, ho finito il mio quindi...ehm, c’era solo quello di mia madre, e siccome sembrava buono..cioè, di solito uso quello da uomo, perché sono un uomo..”
Scoppiai a ridere, e allacciai le braccia al suo collo “Lo vedo che sei un ragazzo, Justin.” Mormorai, divertita, prima di scoccargli un altro bacio
Lui strinse le braccia attorno alla mia schiena “Baciarsi ogni trenta secondi è decisamente grandioso.” Disse, strofinando delicatamente la sua fronte sulla mia.
“Lo penso anche io.” Risposi, sorridendo.
Oh, mi sarebbe mancato quella settimana. Eccome se mi sarebbe mancato. Mi sarei di nuovo dovuta sdraiare nel Letto delle Sciagure, o Letto delle Neo-Vedove, e avrei affogato i miei dolori nel cioccolato, così poi avrei dovuto passare i due giorni prima del suo ritorno ad uccidermi con della ginnastica improvvisata per perdere peso.
Storia già vista, storia già vista..
“Ma lì, a Londra, c’è il fuso orario?” chiesi, incerta.
“No, perché dovrebbe esserci? E’ solo dall’altra parte dell’oceano atlantico!”
“Oh, sta zitto Bieber, non sono io la frana in geografia qui! Da quando il Nord America è un continente?”
Lui arricciò il naso, infastidito “Mi hanno colto alla sprovvista! Che cazzo di domanda è da fare in un’intervista?!”
“Oooh, Justin Bieber ha detto una parolaccia! Sei un cattivo esempio per tutti i bambini del mondo, vergognati.” Replicai, fingendo di rimproverarlo.
“Hai ragione, sono pessimo.”
“Già.”
“Dovrei nascondermi.”
“Ma nasconderti bene.”
“Ero un asso a nascondino, non mi trovava mai nessuno.”
“Non hai mai pensato che forse non ti trovavano perché..Non ti cercavano proprio?”
Socchiuse gli occhi, decisamente irritato, mentre gli facevo la linguaccia. Poi mi afferrò per i fianchi, e prese a farmi il solletico.
Inutilmente, perché io non soffro il solletico.
“Oh mio Dio, tu non soffri il solletico!” esclamò, strabuzzando gli occhi.
Io feci un risolino, scuotendo la testa “No, non sui fianchi.”
“Quindi da qualche altra parte sì?”
“Eh Justin, chi lo sa..”
Puntò l’indice contro di me “Un giorno lo scoprirò, e da allora non avrai più pace.”
Oh, la prendo come una promessa, Justin.
 
 
 
Oddio, questo capitolo fa S C H I F O!! Ed è cortissimo!!
Davvero, scusate, ma la scuola mi sta uccidendo :O I prof non fanno che interrogare, interrogare, interrogare, programmare compiti…
E non ho neanche risposto alle vostre MERAVIGLIOSE recensioni! Mi disgusto.
Ma dalla prossima settimana dovrebbe andare meglio…
Bacii!
 
*Non ti ho mandata a Los Angeles per uscire con le pop-star!
*Perché ti arrabbi, mamma?
*La vita di mia figlia è un mio affare!
 
 
 
 

   
 
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