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Autore: Lady Yoritomo    03/12/2011    1 recensioni
Può l'odio per il proprio nemico mortale tramutarsi in amore? E può succedere dopo che si sacrifica la propria vita per ucciderlo? Jill Valentine non credeva possibile tutto questo, nel momento in cui si è buttata dalla finestra di Villa Spencer trascinando con sé Albert Wesker... ma lentamente, nel periodo trascorso alla mercé del suo aguzzino, si renderà conto che si sbagliava. E da quel momento in poi, il carceriere diventerà liberatore e quelli che aveva creduto suoi amici saranno i suoi nemici.
Ovviamente JillxWesker. OOC dopo un certo punto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Jill Valentine
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14
“Two years later” – Wesker
 
Sollevo lo sguardo dal monitor del mio computer per incontrare il tuo. Sei tornata dalla missione, vittoriosa come sempre e, mentre appoggi sulla mia scrivania una valigetta di metallo, mi sorridi. Il tuo è il sorriso spavaldo del conquistatore che ha fatto terra bruciata attorno a sé, del soldato che non ha fatto prigionieri, di una persona che è conscia della propria abilità e che sa di non avere limiti. Mi piace come sei cambiata in questi due anni, Jill: vivendomi sempre accanto, hai finito per assomigliarmi, la tua purezza è stata corrotta dalla mia presenza… e il risultato non poteva essere migliore. Sei la mia signora, adesso, nonché il mio agente migliore. Sei diventata quella Jill che, due anni fa, mentre mi chiudevo alle spalle la porta della stanza in cui ti avevo lasciata, addormentata, dopo quel bacio che ti avevo dato senza capire perché, non pensavo che sarebbe potuta mai esistere. Pur volendoti egoisticamente accanto a me, ti sapevo incompatibile con i miei progetti e per questo ero disposto a costringerti. Ma non ce n’è stato bisogno: contro ogni aspettativa, tu ti sei adattata, prima a fatica, poi sempre più con semplicità, a quella nuova condizione in cui io non avrei mai creduto, pur desiderandolo ardentemente, di poterti vedere. Eppure mi sei rimasta accanto di tua volontà e, per non perdere il posto al mio fianco, sei diventata quello che vedo ora di fronte a me… un essere letale e spietato, apparentemente privo di coscienza e sensi di colpa, una personificazione meravigliosa dei miei propositi, di aspetto incantevole e dalla forza inarrestabile. Eppure, nonostante questo tuo radicale cambiamento di principi, sei rimasta sempre la stessa Jill di sempre. Quando non sei in missione, quando non prendi la vita di qualcuno per adempiere il compito che ti ho assegnato, quando sei con me e non c’è nessun altro, ritorni quella creatura dolce ed adorabilmente testarda di cui mi innamorai tanto tempo fa, ai tempi della S.T.A.R.S. Queste tue due incarnazioni paiono convivere indisturbate dentro di te, riempiendo di gioia il mio animo con la loro presenza. Sei così bella, mia adorata Jill, nella tua tuta da combattimento color indaco macchiata di sangue, con i capelli raccolti in una coda da cui sfuggono numerose ciocche e con quel sorriso vittorioso stampato sul viso. Sei bellissima… e sei mia.
Non mi hai mai detto perché ti sei schierata arbitrariamente dalla mia parte, né mi hai mai dimostrato apertamente di essere d’accordo con i miei ideali, eppure, pur di rimanere con me, non hai esitato a tradire tutto ciò in cui credevi, rinnegando tutto il tuo passato. E io ne sono felice, perché ora ho una partner degna di affiancarmi nel momento in cui cambierò il mondo con le mie mani, la stessa che proteggerò con tutte le mie forze da qualsiasi pericolo, la cui presenza mi dà un senso di pace che neanche la musica ha mai saputo darmi.
«Hanno fatto resistenza.» la tua voce interrompe i miei pensieri. «Non ci sono sopravvissuti.»
«Bene.» ti rispondo. Vorrei poterti dire di più, ma la terza presenza nella stanza mi impedisce di alzarmi e stringerti a me per respirare il tuo profumo misto all’odore acre del massacro. Excella, la solita, fastidiosa, irritante Excella, che mi è rimasta appiccicata addosso per questi due, lunghi anni, è seduta leziosamente sul bordo della mia scrivania e ti squadra con gelosia. Sa di non essere lei la mia preferita… e la cosa la fa oltremodo adirare, oltre a spronarla ad essere ancora più appiccicosa e seducente nei miei confronti. Attende che tu sia uscita per voltarsi verso di me, lasciando volutamente scoperta una generosa porzione delle sue gambe, che spuntano da un elegante tailleur color panna.
«È inarrestabile!» osserva. «Sai, Albert, a volte credo che la sua abilità in missione ti porti a preferirla a me… spero che tu non dimentichi che è grazie al mio aiuto se ora sei in possesso di tutto il necessario per portare a termine il tuo progetto…»
Senza risponderle, prendo i miei occhiali da sole da una tasca della giacca e li indosso. Così almeno non noterà se le scocco un’occhiata di odio…
«Confido che, nel momento in cui dovrai decidere gli eletti che porteranno avanti il tuo nuovo mondo, tu ti ricorderai di chi ti ha aiutato… e ti è stata vicina per tutto questo tempo…» conclude, alzandosi in piedi e portandosi alle mie spalle. Sento il tocco delle sue mani che scivola giù dalla base del mio collo fino a metà del petto. Le sue labbra ora sono vicinissime alle mie orecchie, così tanto da rendere perfettamente chiaro ciò che mi sussurra.
«Hai bisogno di una regina, non di un alfiere che faccia il lavoro sporco al posto tuo…»
Scosto la testa, infastidito. Dopo oltre due anni, ancora non mi spiego come mai questa donna non abbia capito che facendo così non mi seduce. Mi alzo in piedi, prendo la valigetta sulla scrivania e mi avvio verso la porta. Subito un senso di aspettativa si fa strada dentro di me: fra poco sarò da te, Jill. Dammi solo il tempo di liberarmi di questa seccatrice… fortunatamente non ci vorrà ancora molto prima che lo faccia per sempre.
  
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