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Autore: Lady Yoritomo    03/12/2011    2 recensioni
Può l'odio per il proprio nemico mortale tramutarsi in amore? E può succedere dopo che si sacrifica la propria vita per ucciderlo? Jill Valentine non credeva possibile tutto questo, nel momento in cui si è buttata dalla finestra di Villa Spencer trascinando con sé Albert Wesker... ma lentamente, nel periodo trascorso alla mercé del suo aguzzino, si renderà conto che si sbagliava. E da quel momento in poi, il carceriere diventerà liberatore e quelli che aveva creduto suoi amici saranno i suoi nemici.
Ovviamente JillxWesker. OOC dopo un certo punto.
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albert Wesker, Jill Valentine
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 15
“Persephone” – Jill
 
Sono immobile davanti allo specchio della mia stanza, osservo il mio riflesso. Di fronte a me c’è una donna imbrattata di sangue, minacciosa, arrogante. Dalla sua postura si capisce che è cosciente della propria forza e che non si farà scrupoli di utilizzarla contro chiunque si ponga fra lei ed il suo obiettivo, qualunque esso sia. Ha occhi spietati e calcolatori, sopracciglia corrugate e labbra sottili, distese in un sorriso indecifrabile, probabilmente di scherno per coloro che le stanno attorno, che lei considera poco più di insetti. Vedo te, Wesker, in questa donna. Vedo te in ciò che sono diventata in questi due anni, da quando mi sono svegliata credendo di averti ucciso e ti ho invece trovato, vivo e vegeto, al mio capezzale. Vedo quel lato di te che tutt’ora mi terrorizza, quello del pazzo che vuole giocare a fare il dio e che sa di avere tutti i mezzi per farlo indisturbato, solo che ora è anche dentro di me, un pezzo di anima nera che ha corrotto la mia coscienza, che mi ha resa insensibile ad ogni richiamo della ragione, che mi ha resa capace di restare con te senza provare alcun senso di colpa. Per poterti baciare ancora, per potermi stringere al tuo corpo durante la notte e sentire il profumo della tua pelle, ho accolto una scheggia della tua anima dentro di me ed ho lasciato che avviluppasse il mio cuore, rendendo insensibile la mia coscienza ed annullando la mia etica. Solo così sono riuscita a rimanere accanto all’uomo che amo e che ho sempre amato: rinnegando tutto ciò in cui ho sempre creduto.
Dal mio corpo debole e reso malfermo dal coma, è nata una nuova Jill, un’assassina inarrestabile ed insensibile, l’unica in grado di restare impassibile davanti all’operato di quel Wesker folle ed assassino che sei diventato. Ma dentro a questo guscio di freddo distacco, protetta dall’orrore che stai causando, c’è ancora la vecchia Jill di un tempo… ed è lei che si spaventa vedendo che cos’è diventata, che si rassegna alla sua condizione perché non può fare a meno di te. Perché se la nuova Jill può convivere senza problemi con il nuovo Wesker, è la vecchia Jill che è finalmente felice con il suo capitano, il Wesker di un tempo, l’uomo che ama. L’uomo che sono riuscita a ritrovare in mezzo al labirinto di corruzione e dissennatezza di ciò che sei diventato. Sì. Non solo io sono cambiata… non lo avrei fatto se non avessi visto che anche tu eri disposto a farlo… ed è per i momenti che trascorriamo insieme, nell’intimità di una stanza, dopo una giornata di massacri e distruzione, che ho accettato di schierarmi dalla tua parte. Ti amo, Albert Wesker. E sono disposta a radere il mondo al suolo, pur di restare con quella parte di te che credevo perduta.
La porta alle mie spalle si apre, ma io non ho bisogno di voltarmi, per sapere che sei tu. Sento che getti i guanti e gli occhiali sul letto, che lasci alle tue spalle quei due freddi schermi che di solito usi contro il resto dell’umanità. È il calore delle tue mani, non il gelo della pelle dei tuoi guanti, quello che sento sul collo e sulla nuca. Mi volto e non vedo il mio riflesso sulle lenti dei tuoi occhiali, ma neanche il bagliore arancione dei tuoi occhi. È il loro colore normale, quello in cui mi perdo, prima che il tuo bacio mi richiami sulla terra.
«Scusa il ritardo.» mormori, tra un bacio e l’altro.
«Sei stato trattenuto…?» ti faccio il verso, mentre ti abbraccio.
«Ti prometto che presto non succederà più.» mi rispondi. Quest’affermazione mi ricorda dolorosamente che, presto, il tuo piano verrà portato a compimento. Excella esaurirà il suo scopo e tu ti libererai di lei, come hai sempre fatto con chi non ti serviva più. Ma la cosa che più mi terrorizza, anche più del mio riflesso nello specchio, è che probabilmente dovremo affrontare Chris.
«Che ti succede?» mi domandi, probabilmente notando il mio disagio.
«Niente.» ti rispondo. «Ho paura per il futuro e per te. Non voglio che tu ti faccia ammazzare.» in fin dei conti è una buona parte della verità. È inevitabile che, nello scontro fra te e Chris, uno dei due dovrà uscire perdente. Non voglio perdere te, ma non so nemmeno come reagirei vedendoti mentre uccidi il mio ex partner.
«Nessuno può fermarmi.» mi rispondi. «Non mi farò ammazzare, tanto meno da Chris.» come sempre, cogli perfettamente nel segno il mio problema. «Riuscirò a cambiare il mondo… e quando avrò finito, tu sarai al mio fianco.» probabilmente vuoi sembrare rassicurante, ma io non riesco ad essere tranquilla. In momenti come questi, la Jill impassibile e crudele pare non voler prendere il mio posto, lasciandomi fra il martello e l’incudine in questa situazione da cui non vedo vie d’uscita. Pur di preservare la nuova immagine di me che sono riuscita a creare, ho sempre fatto del mio meglio per convincermi che sarebbe andato tutto bene, che c’era ancora tempo, che il confronto non ci sarebbe stato, ma ora che vedo ogni cosa andare al suo posto nel puzzle del tuo piano, mi rendo conto che sono agli sgoccioli: devo liberarmi per sempre degli ultimi sensi di colpa, se voglio vivere al tuo fianco. Devo liberarmi dei ricordi… o rischio di impazzire.
«Posso farti una domanda?» ti chiedo, mentre vado a sedermi sul letto.
«Me ne hai già fatta una.» mi rispondi, seguendomi. «Dimmi pure.»
«Hai presente Persefone?» esordisco. «Deve vivere per sei mesi nel mondo dell’Ade, dove c’è colui che ama, ma ha nostalgia del mondo di luce da cui proviene. Se avesse dovuto vivere per sempre nell’Ade, pensi che avrebbe voluto dimenticare la sua terra di origine, perché il ricordo non la facesse soffrire?» ti vedo alzare lo sguardo con aria pensierosa. Probabilmente hai già capito la metafora e sai dove voglio andare a parare.
«Cosa vuoi dimenticare, Jill?» mi chiedi. Come volevasi dimostrare, hai già capito tutto.
«È proprio Jill che voglio dimenticare.» ti rispondo.
Se solo ci fosse un modo per abbandonare quei ricordi che, di tanto in tanto, mi generano terribili sensi di colpa, per fondere la nuova Jill con la vecchia, potrei finalmente vederti uscire vincitore da uno scontro con Chris ed esserne felice al cento per cento. Dovrei semplicemente dimenticare tutto quello lo riguarda e vederlo come uno dei tanti estranei che si parano davanti alla riuscita del tuo progetto e che non mi faccio problemi ad eliminare. Tuttavia temo sia impossibile, anche per le tue capacità superiori.
Mi stringo a te e premo il viso contro al tuo torace: il tuo cuore batte come quello di qualsiasi altro essere umano. È strano che al suo posto non ci sia una desolazione vuota, ma mi piace pensare che, se si sente ancora qualcosa pulsare nel tuo petto, sia anche merito mio.
«Una soluzione si può trovare.» mi rispondi, dopo un lungo silenzio. «Ma te ne parlerò domani. Ora non è il momento.»
Ti stendi sul letto, attirandomi a te. Sotto ai tuoi baci e alle tue carezze, dimentico lentamente le mie preoccupazioni: è per queste cose che sono rimasta con te, non posso permettermi di perderle. Sento che stai armeggiando con la zip della mia tuta e capisco che è venuto il momento di smettere di pensare.
  
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