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Autore: May_Z    03/12/2011    1 recensioni
[Cit. tratta dalla storia]:
Nello stesso istante in cui la parola uscì dalla sue labbra livide, un ricordo lontano si fece strada nelle mente di Regulus, un ricordo che causava ferite che non erano dovute alle fragili braccia che gli afferravano i polsi e le caviglie per trascinarlo sott'acqua, verso un incubo senza fine...
Questa storia ha partecipato al primo turno del contest "One charm, one prompt" indetto da June_ classificandosi seconda e vincendo il Premio Giuria
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Nick: May_Z
Titolo: Into the darkness
Personaggi: Regulus Black, Sirius Black
Genere: Drammatico, Introspettivo
Avvertimenti: One-shot
Turno: Primo
Incantesimo: Impedimenta
Elemento variabile: Scelte
Eventuali NdA: Sì, lo so: questa shot non è il massimo dell'originalità, ma il mio cervello non è riuscito a partorire nulla di migliore!

 

 

 

Into the darkness

 


La fredda luce verdastra che regnava all'interno della grotta dalle umide e scivolose pareti di pietra rischiarava flebilmente il volto sfigurato dalla follia del ragazzo, i cui capelli neri ricadevano, sconfitti, sulla fronte madida di sudore; una smorfia di dolore deformava il suo giovane volto, già esausto dall'immane fatica che gli costava avvicinarsi alle acque cristalline che circondavano lo spuntone di roccia su cui era afflosciato.
Il dolce refrigerio dell'acqua sul viso gli restituì uno spiraglio di lucidità, intaccata immediatamente dalla consapevolezza che, nell'esatto punto in cui le sua mani si erano immerse nei freschi flutti del lago, le acque si stavano increspando, come mosse da un temibile vento subacqueo.
Lo sguardo ancora annebbiato di Regulus si sollevò, il volto scarno impallidì, i muscoli del suo intero corpo si immobilizzarono, agghiacciati dalla terrificante vista che gli si parava davanti.
Le mani tremanti frugarono nella veste in cerca della bacchetta, una voce deformata dallo sgomento tentò di pronunciare un incantesimo che riuscisse a farsi strada nella gola serrata da una morsa. «Idime... Impem... Impedimenta!», un sibilo quasi impercettibile emerse dalla sua bocca deformata dalla paura e un debole getto di luce dello stesso colore dei suoi occhi iniettati di sangue tinse l'aria che lo separava dalle creature disumane che avanzavano compatte.
Nello stesso istante in cui la parola uscì dalla sue labbra livide, un ricordo lontano si fece strada nelle mente di Regulus, un ricordo che causava ferite che non erano dovute alle fragili braccia che gli afferravano i polsi e le caviglie per trascinarlo sott'acqua, verso un incubo senza fine...


Era un caldo pomeriggio d'estate, l'afa soffocante si faceva insistente.
Un turbinio di voci scendeva trafelato le scale scricchiolanti, il rumore della disperazione e della rabbia trapassava le secolari pareti dei corridoi impolverati.
L'inconfondibile fragore di un rabbioso incantesimo spalancò la porta d'entrata, attraversata subito dopo da un groviglio di vestiti e bagagli preparati in fretta e furia.
«Sirius, aspetta!». Regulus stava in piedi sullo stipite della porta della dimora al numero 12 di Grimmauld Place; le mani tremavano impercettibilmente, gli occhi scuri lasciavano trasparire un leggero ed insolito bagliore, lo sguardo vacuo era fisso sulla nuca del ragazzo poco più grande di lui, che si allontanava velocemente dalla casa trasformatasi in una prigione che gli serrava il fiato in gola ad ogni respiro.
«Sirius! Non puoi andartene!». Sirius, ormai giunto sul ciglio della strada, si voltò di scatto, tornò sui suoi passi fino a che non giunse a fronteggiare il fratello: «Non posso? Non posso? Io devo andarmene, Regulus! Non capisci? Non posso restare in una casa colma di falsi valori che non mi appartengono, di stupide convinzioni che mi ripugnano, di persone che non sentono il bisogno di avermi accanto, nonostante io sia una parte di loro!», il volto infervorato da parole che bruciavano come fuoco alimentato dal vento dell'ira che lo invadeva.
«Io ho bisogno di te, Sirius». Parole mormorate in un sussurro quasi impercettibile scivolarono fuori dalle labbra di Regulus. Lo sguardo di Sirius si ammorbidì appena, la mano sollevata stringeva debolmente la spalla del fratello: «Vieni con me, allora. Abbandona tutti loro».
«No, Sirius, non è questa la soluzione. Puoi scegliere di restare», un barlume di speranza illuminava ancora le iridi scure, spento immediatamente dal ghiaccio che riempì gli occhi di Sirius, quegli occhi in cui ora si leggevano rabbia, delusione, disprezzo.
Con uno scatto repentino Regulus si protese per afferrare la veste del fratello che si allontanava lasciandosi alle spalle una vita che desiderava solo cancellare.
Sirius fu più svelto, più abile, come lo era sempre stato: «IMPEDIMENTA!»; il suo sguardo si posò un'ultima volta sul corpo immobile del fratello, le sue labbra sputarono su di lui frasi appuntite come frecce incandescenti, le ultime che Regulus avrebbe udito dal lui.
«Ti sbagli, fratello, io non posso restare. Tu hai scelto di restare, hai scelto di non combattere, hai scelto di farti plasmare, di diventare ciò che loro si aspettano, hai scelto di nasconderti dietro persone più potenti di te che ti lasceranno marcire non appena non sarai più in grado di renderti utile. Hai scelto di essere un Black e sempre lo sarai. Io ho scelto di uscire dall'oscurità».
Quando Regulus riuscì a sollevare lo sguardo, Sirius era sparito, lo spirito delle sue ultime parole ancora palpabile nella disperazione che l'aveva sommerso.


Regulus aveva trascorso anni a chiedersi quale fosse stata la scelta giusta, dilaniato dal dubbio che Sirius, nella sua impulsività, avesse capito più di lui.
Ora, mentre le percezioni del mondo esterno si affievolivano sempre più, mentre l'acqua gli trapassava i polmoni incendiandoli come braci sul fuoco e le membra, esauste, avevano smesso di combattere contro l'ignoto, mentre il suo corpo e la sua anima venivano inghiottiti da quella vorace oscurità, Regulus ricevette la risposta.

 

 

 

 

Angolo dell'Autrice
Ed ecco qui questa piccola One-Shot; in realtà non mi convinceva moltissimo, quindi immaginate quanto sia stato grande il mio stupore nel vederla arrivare al secondo posto nella classifica generale e vincere addirittura il Premio Giuria!
Mi mangerei le mani per quelle maledette virgole dimenticate, ma, al di là di questo, sono felicissima del giudizio ricevuto!

Nella classifica delle Case, la mia (ovvero Grifondoro) si è piazzata terza, ma non disperate: ci riprenderemo ai turni successivi! Le mie compagne di squadra erano Pallina88 e Sunny_Blue: non appena le due donzelle pubblicheranno vi posterò qui il link alle loro storie così potrete leggere anche le loro!
Comunque ora basta blaterare: vi lascio allo splendido giudizio di June_!!
M.



Into the darkness, di May_Z.
Grammatica e lessico: 9.1/10.
Stile e forma: 10/10.
Caratterizzazione: 10/10.
Originalità: 9/10.
Gradimento personale: 10/10.
Utilizzo Prompt: 5.
Utilizzo Incantesimo: 5.
Totale: 58.1/60.

Allora, iniziamo dalla grammatica, che purtroppo è stato il campo che ti ha fatto scendere parecchio.
Alla tua storia mancano ben sette virgole, ci sono tre segni di punteggiatura errati e un aggettivo che non rende bene. Ora ti incollo le frasi a cui mancano le virgole e poi, sotto, quelle con i tre segni sbagliati ed infine l’aggettivo.
Nella frase: “…del ragazzo i cui capelli neri ricadevano sconfitti sulla fronte madida di sudore; una smorfia di dolore deformava il suo giovane volto già esausto…” mancano quattro virgole (ovvero più della metà di quelle che hai mancato). I segni mancanti si dovevano trovare tra ‘ragazzo’ e ‘i’, tra ‘ricadevano’ e ‘sconfitti’, tra ‘sconfitti’ e ‘sulla’, e infine tra ‘volto’ e ‘già’. (-0.4)
Poi: “…le acque si stavano increspando come…”. Qui ne manca solo una tra ‘increspando’ e ‘come’. (-0.1)
Ancora: “…nella gola serrata da…”. Anche qui ne manca una tra ‘gola’ e ‘serrata’. (-0.1)
Ultima: “…più vecchio di lui che si…”. Qui ne manca una tra ‘lui’ e ‘chi’. (-0.1)
Ora ti elenco i tre segni sbagliati e l’aggettivo, e poi passiamo al resto del giudizio.
Qui: “«Sirius, aspetta!»; Regulus stava…” il punto e virgola che hai messo dovrebbe essere un punto fermo. (-0.05)
Nella frase: “…12 di Grimmauld Place, le mani tremavano…”, tra ‘Place’ e ‘le mani’ ci sarebbe stata meglio un punto e virgola, per fare una pausa leggermente più lunga. (-0.05)
Ultimo: “«Io ho bisogno di te, Sirius»;…” è lo stesso discorso della prima frase che ti ho riportato: al posto del punto e virgola, ci voleva il punto fermo. (-0.05)
L’aggettivo che non mi convince è il ‘vecchio’ di “…più vecchio di lui…”. Mi spiego: ‘vecchio’ si usa per indicare una persona di una certa età, non più molto giovane; Sirius però ha solo quindici anni quando scappa di casa, perciò forse lì ci sarebbe stato meglio ‘grande’. (-0.1)
Il tuo stile mi piace molto; hai un lessico ampio e sai sfruttarlo bene nei tuoi scritti. I vocaboli da te scelti si sposano bene con il contesto, e, sebbene possa anche essere una cosa di non molto conto, ho davvero apprezzato questa tua capacità.
Il personaggio di Regulus non è mai stato ben definito dalla Rowling, ma quello che hai dipinto te è proprio il Regulus Black che immagino, perciò a mio parere il voto pieno è decisamente meritato. Dopotutto, se si è sacrificato per un mondo migliore, non era un cattivo ragazzo; secondo me era anche piuttosto legato al fratello, e il dolore di cui hai parlato in questa storia rimane in superficie ma allo stesso tempo ti entra dentro. Ecco, è difficile da spiegare, perché quando una storia mi piace non riesco a scrivere dei giudizi/commenti decenti.
L’originalità anche ha fatto scendere il tuo voto, che però rimane comunque alto. Sia il tema della morte di Regulus che la fuga di Sirius da Grimmauld Place n. 12 sono qualcosa di piuttosto visto, ma il tuo fonderli assieme mi ha colpito. Sai cos’altro mi ha colpito? L’utilizzo dell’incantesimo. Perché in un certo senso è importante nella storia: senza di lui, il flashback non avrebbe senso. Davvero una buona idea – idea che poi hai anche sviluppato egregiamente. Il prompt è inserito per-fet-ta-men-te. Diamine, più azzeccato di così non si può. La tua fan fiction parla di due scelte differenti: la scelta di Regulus, e quella di Sirius. E quest’ultimo non poteva saperlo, ma in cuore Regulus sapeva di star facendo la cosa sbagliata, che Sirius aveva capito tutto, che aveva capito quale fosse la parte giusta.
Il gradimento personale è al massimo per tanti motivi, troppi per elencarli tutti. La tua è una storia che mi ha toccata molto, ed in più è su un personaggio che personalmente adoro. Regulus è davvero, davvero un Eroe con la ‘e’ maiuscola, e leggere di lui è sempre un piacere. Gli errori grammaticali, poi, sono abbastanza scavalcabili, e quindi non hanno influito affatto nel mio giudizio. Ho amato la tua storia, il paragrafo finale mi ha fatto male davvero. Decisamente, questa è la storia che preferisco, tra tutte quelle che mi sono arrivate.


 

  
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