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Autore: more_    04/12/2011    12 recensioni
«Louis è il padre del mio bambino» dissi sottovoce con tono piatto. Mio cugino spalancò gli occhi appena sentì quelle parole e si alzò dal letto di scatto, squadrandomi.
«Chi è quella testa di cazzo?» gridò sottovoce per non farsi sentire, né da Nathan né da Anne e gli altri. Io annuii abbassando lo sguardo. Harry si abbassò verso di me e mi mise le mani sulle spalle «Dimmi che stai scherzando! Lui non può essere il padre di Nathan!»
«Secondo te non ricordo con chi ho fatto sesso, Harry? E’ lui, Louis Tomlinson. Mi piaceva, molto temo fa, peccato che lui mi abbia solo usata! Veniva al mio stesso liceo a Doncaster, e ora non ci credo che sia qui, dall’altra parte della casa. Guarda un po’ tu che coincidenza!» chiarii mentre altre lacrime di rabbia scendevano sul mio volto.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I had hoped you'd see my face, 
And that you'd be reminded that for me it isn't over.

 

«Harry vieni con me, ha una lezione da pagare quel pezzo di..»
«Hey biondo, siediti» ordinai a Niall prima che potesse finire la frase. Si era alzato dal mio letto con uno con una furia  da rinoceronte, aveva le mani chiuse a pugno e le stringeva così tanto che le nocche gli erano diventate bianche, guardò anche me con furia e poi fece come gli avevo detto sbuffando.
«Come faccio a far finta di niente, Mylène?» mi chiese prendendomi la mano e puntando i miei occhi verdi preoccupato «quello ti ha usato per i suoi bisogni, e tu sei anche stata cretina a soddisfarlo» mi rimproverò facendomi rivivere quel poco che ricordavo di quella famose notte.
«Grazie per avermelo rinfacciato, Niall» gli risposi acida, ritraendo la mia mano dalla sua, per incrociarle al petto.
«Siamo preoccupati per te Mylène» aggiunse Harry che era seduto alla mia destra «non vogliamo che quel ragazzo ti tocchi»
«Non lo farà, io non glielo permetterò sicuramente» ammisi annuendo. I due ragazzi mi guardarono per qualche istante, e poi sospirarono entrambi dopo essersi mandati un’occhiata a vicenda. Misi prima a Niall e poi a Harry un braccio attorno al collo e li avvicinai a me, abbracciandoli. Mi strinsero tutti e due e si avvinghiarono a me come due piovre. Gli sussurrai un ‘vi voglio bene’ sincero e baciai prima uno e poi l’altro sulla guancia.
«Volete sapere l’ultima?» ci chiese Harry sciogliendo l’abbraccio. Io e Niall lo guardammo con aria da punto interrogativo e poi annuimmo «quel coglione dormirà nella mia stessa stanza» disse isterico imbronciando il viso.
«Stai attento, potrebbe farsi anche te!» commentai ironizzando. Niall scoppiò a ridere e la sua sonora risata riecheggiò nella stanza, mentre io mi limitai a sorridere. Harry ci scrutò attentamente infuriato, e Niall rise ancora di più.
«Io me ne vado, con voi non si può parlare!» concluse Harry alzandosi dal mio letto e dirigendosi verso la porta, per poi aprirla ed uscire.
Tirai un sospiro e poi mi stesi sul letto, e neanche due secondi dopo, Niall si trovava già affianco a me.
«Hey Niall» dissi guardando il soffitto bianco della mia stanza.
«Mmh» fu la sua risposta mentre, come me, guardava nella stessa direzione.
«Non provi più niente per me, vero?» gli chiesi voltandomi verso di lui. I suoi occhi azzurri come il cielo e profondi come il mare mi scrutarono per una manciata di secondi, poi le sue labbra si incurvarono in un bellissimo sorriso.
«No» rispose ritornando a guardare il bianco del soffitto «sei la mia migliore amica, e i migliori amici rimangono tali» continuò dopo sfiorando la mia mano.
Io e Niall un anno prima, eravamo finiti a letto insieme. Successe tutto così rapidamente, che non ebbi il tempo di schiarirmi i pensieri. Sapevo solo che io avevo bisogno di lui, e che lui aveva bisogno di me. Niall, in quel periodo era appena uscito da una storia abbastanza complicata, e quindi aveva bisogno di una spalla su cui appoggiarsi. Quella spalla ero io. Dopo la prima volta, ci fu anche la seconda e la terza e così via, così decidemmo di frequentarci, poco dopo però, capimmo era solo una semplice sbandata e nulla di veramente serio. Ovviamente di tutto ciò Harry non ne sapeva niente, altrimenti avrebbe ammazzato di botte Niall, dato che era molto geloso di me.
«Lo stesso per me» gli dissi intrecciando la mia mano alla sua.
«Ho conosciuto una ragazza in Irlanda» sbottò sorridendo «si chiama Marine. Ha origini francesi, proprio come te!»
«Davvero? E com’è?» gli chiesi entusiasta guardandolo. Aveva una sguardo perso nel vuoto, e quando aveva quello sguardo significava solo che era cotto e stracotto.
«E’ bella. Ha i capelli biondi un po’ mossi e due grandi occhi grigi, è snella e leggermente bassa, e poi ha una voce paradisiaca. Siamo usciti parecchie volte insieme questa estate» disse voltandosi verso di me «Dovresti conoscerla, ti piacerebbe»
«Ne sono certa» conclusi appoggiandomi sul suo petto, per poi chiudere gli occhi.
Iniziai ad immaginare il mio caro Niall affianco a questa ragazza. Volevo il meglio per lui e non desideravo altro che vederlo felice e sorridente, perché non meritava un’altra delusione in amore.
 In mente mi ritornarono ancora una volta le scene della notte del due giugno duemilaotto. Quella notte Louis non mi aveva guardata neanche una volta negli occhi, l’unica cosa che aveva ben scannerizzato era il mio vestito a tubetto nero, un po’ troppo corto, e le mie gambe nude. Quella sera avevo deciso di vestirmi così proprio per attirare la sua attenzione, ma non di certo in quel modo.
Ai miei occhi da sedicenne, Louis, sembrava un ragazzo perfetto, l’idolo della scuola,che tutti amavano. Mi ero fatta così tanti filmini mentali su di lui da poter vincere un oscar, e invece la realtà fu un’altra, una realtà che non avevo minimamente immaginato: Il pancione, i vestiti larghi, i dolori continui, le notti insonne, pannolini a destra e a sinistra, biberon e pappine erano cose che non avevo neanche immaginato di pensare, tutto così estraneo e prematuro per una ragazza di appena sedici anni.
«Mylène, Nathan ti sta chiamando» disse Niall svegliandomi dai miei pensieri. Aprii gli occhi di scatto e iniziai a sentire le urla di mio figlio che mi chiamavo. Sbuffai e mi alzai dal letto per andare in cucina seguita da Niall, dove lo avevo lasciato con zia Anne.
Seduti al tavolo trovai Zia Anne, Louis e Harry con in braccio Nathan.
«Mamma!» gridò Nathan scendendo dalle gambe di Harry e correndo verso di me. Lo presi in braccio e gli chiesi cosa voleva «Ho fame!» rispose brontolando.
«Preparo subito la cena, intanto vai a giocare» gli risposi dolcemente rimettendolo giù. Mio figlio fece in bellissimo sorriso e scappò nella sua camera, per ritornare poco dopo con delle macchinine in mano. Fece segno a Harry che voleva di nuovo salire sulle sua gambe e poi convinse mio cugino, Niall e anche l’altro coinquilino a giocare con lui. Niall e Harry non furono molto entusiasti di giocare con lui alle ‘macchinine’, visto che preferivano i Power Ranger, mentre Louis iniziò a fare lo stupido prendendo una macchinina rossa e sfrecciandola verso mio figlio con dei versi strani. Mi sentii qualcosa sullo stomaco, un senso di rimorso. Nathan non aveva un padre per colpa mia, eppure adesso stava giocando con lui, e nessuno dei due lo sapeva. Mi voltai dall’altra e facendo finta di niente iniziai a preparare la cena per tutti, dentro di me stava sorgendo di nuovo il dubbio di tre anni prima, dovevo dirglielo?
Mentre mi cimentavo in una cena per sette persone e cercavo di sopprimere il senso di colpa, qualcuno suonò alla porta. Mi pulii velocemente le mani ad uno strofinaccio e corsi ad aprire.
«Liam?» dissi meravigliata vedendo il ragazzo sulla soglia di casa.
«Mylène?» fece lui con la stessa sorpresa «Abiti anche tu qui?» continuò dandomi due baci sulla guancia, cosa significava anche?
«Hey Liam..» proprio accanto a me trovai Louis,  e quando lo vidi capii il significato di ‘anche’. Spalancai gli occhi quando li vidi scambiarsi una specie di stretta segreta, loro due si conoscevano.
«Scusaci un attimo..» dissi a Louis spingendo fuori di casa Liam e socchiudendo la porta alle mie spalle. Il ragazzo mi guardò confuso.
«Tu conosci quello là?» gli chiesi a bassa voce per non farmi sentire con fare nervoso.
«E’ un mio amico, dovevo portargli il CD che mi ha prestato così mi ha dato il suo nuovo indirizzo ed eccomi qui..»  spiegò sempre a bassa voce sorridendomi «aspetta.. lui non è..» continuò dopo facendo sparire il suo sorriso. Dedussi che Danielle gli aveva raccontato ogni cosa così mi limitai ad annuire. La sua faccia era un misto tra terrificato e spaventato.
«Per favore non dire niente» gli chiesi appoggiando la mano sulla maniglia e riaprendo la porta. Louis era rimasto dove lo avevamo lasciato sempre con le mani in tasca, lo guardai di svista e andai in cucina.
«Ma siete due idioti! Vedete che le patate nel forno stanno bruciando e non fate niente?» gridai notando puzza di bruciato, rivolgendomi a Niall e Harry «Dov’è zia Anne?» chiesi isterica.
«E’ andata in bagno» balbettò Harry spaventato dalla mia reazione.
«Siete due incapaci! Non servite veramente a nulla!» conclusi aprendo il forno, dal quale uscì un alone di fumo grigio.
«Avete fatto arrabbiare la mamma!» puntualizzò Nathan annuendo, mentre Niall e Harry lo guardavano male. Recuperai pochissime patate e finii di preparare la cena, e finalmente dopo mangiammo tutti insieme.
 
«Nathan, stai un po’ fermo!» ordinai a mio figlio mentre gli facevo il bagnetto. Quel giorno era particolarmente euforico e si stava divertendo a schizzare l’acqua da tutte le parti e farmi diventare matta.
«Ti serve una mano?» di nuovo la sua voce dietro di me. Mi voltai e vidi Louis appoggiato allo stipite della porta del bagno con le braccia incrociate al petto. Da quanto era lì?
«No, ce la faccio da sola» risposi con tono leggermente acido, cercando di tener fermo Nathan.
«Non voglio farmi il bagno!» gridò Nathan brontolando battendo le mani sull’acqua e bagnandomi tutta.
«Secondo me non ce la fai» disse Louis, lo sentii avanzare dietro di me e poi me lo ritrovai affianco, inginocchiato come me «io lo tengo fermo e tu lo lavi, okay?» continuò dopo sorridendo. Spalancai gli occhi e mi sentii morire le parole in gola. Annuii leggermente e abbassai subito lo sguardo su Nathan, che schizzava ancora l’acqua. Vidi le grandi mani di Louis appoggiarsi sulle spalle di Nathan e lì notai che erano completamente identici. Mi soffermai a guardarli, mentre Louis tentava di far rimanere calmo Nathan raccontandogli delle storie assurde. Padre e figlio. Immaginai per un secondo di essere una famiglia normale, in un giorno normale, in una situazione normale. Invece non era così: noi non eravamo una famiglia, quello non era un giorno normale, era il giorno che mi aveva sconvolto la vita, e quella situazione era strana non normale, era sbagliata.
«Fai in fretta, non durerò ancora a lungo!» sbottò Louis. Presi la spugna e incominciai a lavare Nathan per bene e lui incominciò a sbraitare dicendo che gli facevo il solletico e così iniziò a ridere per finta.
«E’ un osso duro tuo figlio!» commentò Louis ridendo. “Non è solo mio figlio, è anche tuo figlio” pensai guardandolo.
«Già» dissi infine. Dopo pochi minuti uscii Nathan dalla vasca e lo avvolsi in un asciugamano azzurro, infine lo appoggiai su uno sgabello.
«Ora sei tutto pulito e profumato» gli disse Louis scompigliandoli i capelli bagnati, Nathan sbuffò.
«Potresti tenerlo fermo ancora un altro po’? Altrimenti neanche per domani mattina riesco ad asciugarlo e a mettergli il pigiama» gli chiesi imbarazzata arrossando in viso. Louis mi sorrise e mise di nuovo le mani sulle spalle di Nathan «Grazie»  dissi intimidita.
«Sono abituato a queste cose, ho delle sorelle più piccole. Ora vivono con mamma» mi spiegò strofinando l’asciugamano azzurro sulle spalle di Nathan.
«Ti mancano?» gli chiesi alzando lo sguardo su di lui.
«Tanto» rispose secco «quanti anni ha Nathan?» mi chiese dopo.
«Ne deve fare quattro il primo gennaio» risposi insicura. Non potevamo incominciare a parlare di Nathan, lui non doveva.
«Che figata! E’ nato il primo dell’anno» disse sorridendo «Quindi tu avevi.. sedici anni?»
Io annuii leggermente infilando la maglietta del pigiama a mio figlio «ero piccola, lo so»
«Sei stata forte» soffermò i suoi occhi sui miei e mi scrutò attentamente.
«Me lo dicono in molti»

 


 

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TAAAAHH DAAAHHH!
1911 parole tutte per voi u.u
Allora, come è venuto? çç
Fatemi sapere gente :D
Un bacio :*

   
 
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