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Autore: Vanderbilt    04/12/2011    21 recensioni
Bella, ragazza di diciotto anni con una famiglia apparentemente perfetta. Desidera innamorarsi per la prima volta.
Edward, un passato difficile, non si è mai innamorato.
Entrambi si conosco da molti anni, ma non sono mai riusciti ad instaurare un rapporto a causa del carattere introverso di Edward.
Abitano a Savannah, sognano di andare al college, ma ora dovranno affrontare l'ultimo anno di liceo, pieno di imprevisti a grattacapi...
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Bella/Edward
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Jealousy

Una persona emerge su una parola e precipita su una sillaba.

Don DeLillo, Cosmopolis

 

Erano già tre giorni che ero a Logan e iniziavo a sentire la mancanza della mia vita al di fuori di questa città.

Dopo aver passato l'intero pranzo e primo pomeriggio a parlare con mia nonna di Edward e della mia vita a Savannah, salii nella mia camera per riposarmi un po' e stare da sola qualche ora.

La stanza era sempre la stessa: pareti viola chiaro e spoglie, tranne per qualche mia foto che nonna aveva avuto la grande idea di appendere; il letto era lo stesso, una piazza e mezzo a baldacchino, che i miei nonni avevano sostituito quando si erano accorti che stavo crescendo e il lettino di quando ero piccola non bastava più. Quella camera aveva sempre avuto il pregio di tranquillizzarmi e farmi sentire protetta, forse perché in parte era così, i miei nonni mi avevano fatta sentire sempre amata e al sicuro, anche quando la lontananza da casa e dai miei genitori iniziava a pesare. Da piccola scendevo sempre a fare colazione con loro, mi svegliavo presto e facevo tutto di corsa per arrivare puntuale e vedere mia nonna che cucinava. Era un'ottima cuoca e io avevo imparato tutto da lei.

Mi stesi sul letto e fissai inerme il soffitto senza vederlo realmente. Non sapevo cosa fare, la voglia di leggere mi era passata, volevo solo smettere di pensare per qualche minuto, sgomberare la mente e sognare di essere in altro luogo, con qualcuno che desideravo.

Ero tornata qui per staccare dalla situazione che si era creata in casa, eppure non stava funzionando molto. Certo, erano passati pochi giorni dal mio arrivo, ma anelavo con tutta me stessa Edward. Mi mancava molto, troppo forse. Mi sentivo incompleta, come se qualcosa fosse rimasta con lui, a casa.

Sentii il cellulare squillare e velocemente risposi senza guardare il nome: «Pronto?».

«Bella», mi chiamò Edward. «Ti disturbo? Forse sei fuori con Jason...», sputò fuori il suo nome con una nota di fastidio. Avevo notato nei giorni scorsi, quando mi chiamava, come mi chiedesse sempre se ero in sua compagnia. La prima sera, dopo la nostra breve chiamata al mio arrivo, mi chiamò chiedendomi se ero rientrata a casa dei miei nonni. La domanda mi aveva lasciata un po' perplessa e dopo aver risposto di sì, lui specificò se ero in compagnia di Jason. Da lì avevo capito che provava una sorta di avversione per lui, forse era geloso, anzi lo ero sicuramente visto il modo in cui pronunciava il suo nome e l'interessamento di quanto tempo io passassi con Jason.

«No, Edward», risposi ridendo tra me e me. «Sono in camera mia. Oggi non sono proprio uscita e non ho visto Jason». Lo sentii sospirare sollevato e mi venne da ridere per questa sua gelosia. Mi faceva così piacere sapere che ci teneva e che alla fine mi considerasse sua.

«Ah, be', sì, immagino che anche lui avrà da fare...». Decisi di stuzzicarlo un po', giusto per rallegrare a entrambi questa giornata noiosa.

«Sai, mi ha chiesto di uscire questa sera», confessai titubante.

«Cosa?! E... e tu? Cosa gli hai risposto?», la sua voce risuonò preoccupata e timorosa di una mia risposta.

«Nulla, non gli ho ancora dato una conferma». Risultai falsa anche alle mie orecchie, ma Edward non si accorse di nulla.

«E cosa intendi fare? Ci uscirai? Voglio dire, sarete voi due soli? Soli, intendo proprio tu e lui e...», iniziò a perdersi nel suo discorso e impacciato non seppe più come uscire dalla sua stessa trappola.

«Edward», bloccai il suo flusso di parole. «Non intendo uscire con Jason né con nessun altro», confermai.

«Meno male», si lasciò sfuggire. «No, aspetta, voglio dire se tu vuoi uscire con lui puoi farlo, nessuno te lo vieta, assolutamente!», ritrattò tutto per paura di essersi esposto. Ormai ero sicura della sua gelosia.

«Quindi tu non saresti geloso?», chiesi scon un tono sfacciato e leggermente malizioso.

«No, no, figurati», cercò di sminuire la cosa, ma il suo tono era falso quanto una moneta da tre euro.

«Davvero? Nemmeno un po'? Sicuro?», ritentai provocandolo sempre di più.

«Tsé, ma certo che... okay, forse proverei un leggero fastidio», restò sempre sul vago e la mia indecisione a questo punto era se continuare a provocarlo per farlo confessare o far finta di nulla.

«Mi piace questo tuo leggero fastidio», risposi vagamente consapevole di far uscire pian piano quello che realmente sentivo. Non ero pronta a dirgli che lo amavo, non era il momento giusto, sentivo che tra noi c'era ancora qualcosa di non detto. Eppure a volte sentivo la necessità di fargli capire quanto ci tenesse, anche se sapevo che lo aveva già intuito da solo. Edward era un ragazzo attento e perspicace.

«Chissà perché lo sospettavo», disse sicuro di sé.

«E come? Sentiamo, avanti», lo sfidai apertamente, certa che non si sarebbe fatto sfuggire questa provocazione.

«Innazitutto ormai credo proprio di conoscerti, poi so come funziona il genere femminile, non dimenticare che ho una sorella alquanto... pazza e maniaca di farmi conoscere il codice di voi donne», disse con tono di superiorità.

«E così pensi di essere una specie di libro umano riguardo la conoscenza del genere femminile?».

«Mmm, mmm», il suo assenso in qualche modo mi irritò.

«Quindi... conosci tutto, tutto?», chiesi. Non sapevo nemmeno io dove andare a parare con questa domanda. Okay, lo sapevo, ma non volevo ammetterlo nemmeno a me stessa.

«Bella, non ti seguo più. Che cosa intendi?». Il suo tono perplesso mi fece capire che la mia domanda era abbastanza confusa.

«No, nulla, lascia perdere», dissi per togliermi dall'imbarazzo che io stessa stavo creando.

«Bella, se c'è qualcosa che vuoi dirmi...», lasciò la frase in sospeso nel tentativo di farmi aprire con lui.

«Ehm, no, davvero Edward, lascia perdere... non è importante». Sentii le mie guancie bruciare e farfugliai parole sconnesse.

«Okay», mi rispose confuso. «Ora devo andare Bella, Rain richiede il suo pasto pomeridiano».

«Edward», lo chiamai prima che entrambi chiudessimo la telefonata. «Mi manchi».

«Anche tu Bella, mi manchi molto, troppo se pensiamo che sei via solo da pochi giorni...». Sentii il suo sospiro infrangersi contro il cellulare e mi si formò un nodo in gola al pensieri di tutti i chilometri che ci separavano.

«Manca ancora una settimana», dichiarai con voce spezzata. Gli occhi iniziarono a bruciarmi e gocce salate sgorgarono dai miei occhi. Mi tappai la bocca con la mano, nel tentativo di non far sentire i miei singhiozzi a Edward.

«Bella, ti prego, non fare così, mi strazia l'anima sapere che sei lì da sola in queste condizioni», mi implorò Edward. Il mio pianto aumentò alle sue parole dolci. «Pagherei oro per essere lì con te e se in questo momento mi confermi che hai bisogno di me, giuro che prendo il primo aereo per Logan».

Non risposi, troppo impegnata a calmarmi e frenare i miei singhiozzi. Restammo così, in silenzio per parecchi minuti, ascoltando ognuno il respiro dell'altro che si infrangeva contro il cellulare.

«Non voglio farti volare fino a qui per dei capricci», affermai con la voce più risoluta che riuscissi ad avere in quel momento.

«Non li reputo capricci. Sei in un momento difficile e forse non è stata una buona idea partire da sola».

«Edward, va bene così, davvero, ormai devo assurmermi le mie responsabilità. So che tu ci sarai sempre, ma non posso sempre appoggiarmi su di te». Io stessa mentre dissi quell'ultima frase non credetti nemmeno ad una singola parola. La mia voce era monotona, sconsolata e sapevo che in quel momento della mia vita, per ogni cosa avrei avuto bisogno di Edward, perché lui era come il mio ossigeno personale, la mia anima terrena.

«Sai che io ci sarà sempre», confessò Edward.

«Sì, e io per te. Ti... ti voglio bene, Edward». Non erano le parole che sentivo di volergli dire in quel momento, ma non riuscii a tirare fuori quella magica parolina e poi per telefono... No, dovevamo essere faccia a faccia.

«Sei la persona più importante della mia vita, Bella».

 

Era quasi ora di cena quando Jason venne a bussare a casa dei miei nonni. Non mi aspettavo una sua visita e quindi mi sorpresi non poco dela sua comparsa.

A quanto pare Edward non sbagliò poi molto nel chiedermi se quella sera sarei uscita con Jason.

«Ehi, Jasy! Che ci fai qui?», gli chiesi sorridendo. Lo invitai a sedersi sul divano con me e rimasi a dir poco stupita quando si avvicinò oltre lo spazio invisibile e prestabilito che volevo mantenere.

«Usciamo. Stasera. Tu ed io», esclamò entusiasto del suo programma.

«No», risposi chiara e concisa.

«Come?», chiese stupito. I suoi occhi si allargarono per la sorpresa e mi fissò come se fossi pazza.

«Ho detto di no», ripetei più lentamente.

«Sono quattro sere che sei qui e ancora non siamo usciti una volta. Andiamo, non puoi rimanere rinchiusa in questa casa fino alla tua partenza!».

«Sì che posso. Sono venuta qui per rilassarmi e staccare da casa mia, non per divertirmi, altrimenti me ne sarei stata bella tranquilla a casa, con i miei amici ed Edward».

«Edward, Edward... ma esiste solo lui per te? Il fatto che tu sia innamorata di questo ragazzo non vuol dire che devi abbandonare i tuoi vecchi amici, ovvero io!». Sbuffai infastidita per queste sue assurde supposizioni. Lui che ne sapevo di tutto ciò che stavo passando a casa?! Non gli avevo raccontato quasi nulla, tranne la quasi separazione dei miei. Comunque non ero scesa nei dettagli. Inoltre che male c'era se preferivo passare il tempo con Edward, uscire e divertirmi con lui piuttosto che con altri?!

«Andiamo, non fare il bambino! Non ho voglia di uscire per una serata folle, non sono dell'umore giusto».

«Perfetto! Vieni qui una volta all'anno e l'unica volta in cui possiamo vederci, parlare e uscire un po' tu fai la reclusa! Quando sarà la prossima volta che potremo passare una serata tra amici? Mai!». Mi fece sentire in colpa. Non volevo che pensasse non mi importasse più di lui e della nostra amicizia, ma purtroppo quella era la realtà, non volevo divertirmi, desideravo solo stare a casa con i miei nonni, almeno fino alla partenza.

Forse, in parte, questa mia presa di posizione era dovuta anche alla gelosia di Edward. La mia realtà era stata stravolta, distrutta in un soffio di parole e l'unica persona in grado di aiutarmi era stato proprio Edward. Lui meritava il mio rispetto e non volevo metterlo in una situazione di disagio. Come l'avrebbe presa se fossi uscita con Jason, se solo ne avessi avuto voglia? Sicuramente non avrebbe detto nulla, ma ci sarebbe rimasto male e ferirlo era l'ultima cosa che desideravo.

No, non potevo per una serie di motivi. Jason era mio amico, ma non come poteva esserlo Jasper o Emmett, con loro il rapporto era diverso più fraterno, invece, Jason era il mio ex ragazzo, con cui avevo condiviso molte cose, tra cui un'intimità ancora preclusa a me ed Edward.

Jason si alzò dal divano, furibondo per il mio rifiuto, ma anche demoralizzato. Mi limitai a fissarlo negli occhi per fargli capire chiaramente la mia posizione. Voleva comportarsi come un bambino capriccioso? Bene, poteva pure continuare su questa linea, ma da me non avrebbe ottenuto un sì.

«Mi dispiace», dichiarò Jason in modo più tranquillo. Si inginocchiò vicino al divano, per essere alla mia stessa altezza. «Pensavo solo che una volta tornata avremo passato del tempo insieme come in passato».

«Lo so, ma ora le cose sono cambiate Jasy...», lasciai la frase in sospeso e lui capì. Mi sorrise tristemente e si tirò su dalla sua posizione accovacciata.

«Sì, vedo. Le persone cambiano e quando non siamo testimoni della loro vita che scorre c'è qualcosa che si interrompe».

«Immagino sia così», confermai a disagio. «Comunque ti voglio bene e te ne vorrò sempre, solo che non posso più comportarmi come una diciassettenne sola e un po' immatura. Si cresce, si impara e si capiscono troppe cose per ignorarle. Il nostro è un bel rapporto, eppure andava bene quando non c'erano altre persone di mezzo. Adesso c'è Edward, lui conta troppo per me». Non sapevo dove andare a parare per fargli capire quello che intendevo. Per me era chiaro, lui era un ragazzo con cui avevo un trascorso e anche se era ancora un mio amico, in un momento come quello, dove Edward era assente e ancora le cose tra noi non erano del tutto chiare e dette, non potevo permettermi di fare un passo falso, un errore che non avrei più potuto riparare.

«Sei una persona speciale, Bella», mi disse Jason sorridendo più allegramente, segno che aveva compreso. «Edward è un ragazzo fortunato», continuò mentre si avviava verso la porta.

«Sono io ad essere stata baciata dalla fortuna», sussurrai conscia che non mi poteva più sentire.

 

Dopo il chiarimento con Jason rimase sul divano per una buona mezzora e meditai su tutto quello che mi era successo in quei mesi.

Iniziai l'anno con il chiaro desiderio di trovare l'amore, il ragazzo che mi facesse battere il cuore. Poi, quel primo giorno di scuola successe un evento fuori dagli schemi per Savannah, una fitta pioggia calò sulla città e io mi ritrovai senza uno straccio d'ombrello. E fu lì, sotto la pioggia, che per la prima volta vidi Edward diversamente, non il solito ragazzo chiuso, taciturno ed estremamente carino, ma per l'uomo che stava diventando, bello e affascinante. In lui, poi, c'era molto di più del solo aspetto fisico, era dolce e sensibile, così se stesso.

Dal quel giorno il nostro avvicinamento fu progressivo, ma abbastanza veloce. La svolta fu proprio il weekend a casa Hale. Parlammo, ci confrontammo e da lì qualcosa sbocciò. Amore, passione, affinità? Chi lo sa, nemmeno ora riesco a darmi una spiegazione logica a ciò che successe, perché quando ci sono di mezzo dei sentimenti, non ci può essere solo razionalità.

Il giorno che mi accorsi quanto le cose erano cambiate? Sicuramente fu quando Edward mi chiese di andare al cinema insieme, il nostro primo appuntamento con tanto di bacio. E, accidenti, Edward sapeva baciare bene! Le cose presero una piega diversa, nostra. Non ci furono scambi di promesse, non ci furono dichiarazioni, ma in cuor nostro qualcosa ci aveva già legati l'uno all'altra. A cosa serviva mettere una definizione ad un rapporto che, comunque, per noi era esclusivo? A niente, era solo una parola con al quale ci saremmo definiti di fronte alle persone che ce lo avrebbero chiesto, sminuendo quanto grande fosse la nostra relazione. Non potevamo definirci fidanzati, perché quella parole aveva un valore diverso, non come veniva usato quotidianamente per dire semplicemente che due ragazzi si stavano frequentando. Appunto, noi eravamo semplici ragazzi alle prese con qualcosa di inesplorato, ma che avevamo reso speciale.

La vita era qualcosa di così veloce, come un lampo che illumina le notti di pioggia. Vivere era una cosa che pochi sapevano fare, tutti eravamo solo in grado di sopravvivere. Ma poi si trova ciò per cui tutti sono sempre andati avanti, uno scopo che si rivela diverso per ognuno, ma così importante da arrancare e arrampicarsi con le unghie sugli specchi purché non ci venga tolta. Eppure alla fine di ogni cosa, per cosa si viveva? L'amore poteva distruggere, come nel caso dei miei genitori. Però bisognava almeno provarci, perché lasciare tutto al caso? Eravamo noi stessi a decidere dove andare, quale obiettivo raggiungere e se per alcuni il problema non si poneva per me esisteva, potevo toccarlo con mano ora che lo avevo trovato: il mio obiettivo nella vita era Edward, il suo amore, in poche parole lui.

Non riuscivo a descrivere il nostro rapporto a parole, mi sembrava di renderlo banale e...

«Bella, cara», mi chiamò nonna Janice. Mi riscossi dai miei pensieri e la guardai sbattendo gli occhi.

«Sì?». Mi stiracchiai e sentii le ossa scricchiolare a causa della posizione tenuta per troppo tempo.

«Eri incantata da dieci minuti, fissavi il televisore senza vederlo davvero», mi disse sedendosi sul divano. Mi guardò materna e mi accarezzò le gambe stese al suo fianco. «Non abbiamo ancora parlato di ciò che è successo tra Renèe e Charlie. Non voglio spingerti a parlarne se non vuoi, ma sappi che noi ci siamo». La guardai in silenzio, sentendo nuovamente quelle dannate lacrime scivolare lente sulle mie guance.

«Nonna, non so nemmeno io cosa sia successo. Un giorno era tutto perfetto e il giorno dopo tutto distrutto». Mia nonna si avvicinò e mi avvolse nel suo abbraccio materno. Il suo odore fresco e pulito non era cambiato, era sempre un misto tra i suoi fiori preferiti: i tulipani e le rose.

«Ricorda che non c'è mai qualcosa di perfetto. Tutti hanno dei problemi e forse a loro serve solo un po' di tempo per cercare di capire dove hanno sbagliato». Continuò ad accarezzarmi i capelli sciolti e piano piano mi rilassai.

Sorrisi tra le lacrime e risposi: «È la stessa cosa che continua a ripetermi Edward».

«Quel ragazzo deve essere molto saggio», confermò mia nonna cercando di tirarmi su di morale.

«È molto più di questo, lui è... perfetto», risposi sognante e al suo pensiero le lacrime svanirono, sostituite da un sorriso sincero.

«Oh, ma questo lo so già! Dalle foto si vede già tutto». Mi staccai scioccata da mia nonna, non era solita dire cose simili su un ragazzo che mi piaceva. «Non guardarmi con quell'aria sorpresa, ormai so che stai crescendo e se questo ragazzo ti fa felice va bene anche a me. Certo, forse è meglio non insistere su questo argomento con tuo nonno. A volte sa essere così petulante e bigotto», esclamò lamentandosi infine di nonno John. In effetti lui era proprio così.

«Ora vado a preparare la cena, hai preferenze cara?», mi chiese dolcemente mentre lasciava un'ultima carezza sui miei capelli e si alzava dal divano.

«No, no, va bene tutto».

«Perfetto, allora ho una sorpresa per te!». Si diresse verso la cucina, ma prima di varcare la soglia della stanza di girò e mi fissò seriamente: «Bella, voglio che ti sia chiara una cosa, tu non c'entri nulla nella separazione dei tuoi genitori. È una cosa tra loro e non devi farti coinvolgere più di quanto tu non lo sia già». Annuii convinta che le sue parole fossero giuste e vere.

Quella sera prima di andare a letto mi arrivò un messaggio di Edward, che lessi avidamente e che mi fece venire gli occhi lucidi.

Mi manchi, Bella, tanto, ma so che tra poco ci rivedremo e questo mi solleva.

Sai che i chilometri che ci separano non contano, perché per me è come se fossero impronte portate via dall'oceano.

Cosa sono pochi giorni di distanza quando abbiamo una vita davanti per viverci? Nulla, nulla in confronto a ciò che abbiamo vissuto in questi pochi mesi e che ancora vivremo.

La vita è fatta di rischi, aspettative... io so dove voglio andare e sono pronto.

La vita è fatta di sogni, Bella.

Buonanotte, piccola.

Edward

 

Buonasera! Come state? Sì, vi sembrerà strano vedere questa storia aggiornata stasera, ma purtroppo domani ho una giornata da incubo e l'aggiornamento rischiava di slittare a martedì, quindi ho anticipato ;)

Ho un'altra notizia da darvi: il prossimo aggiornamento sarà il 19 dicembre, questo significa che lunedì 12 niente aggiornamento. So che ci sono molte ragazze che sono rimaste indietro con la storia, in questo modo dò l'opportunità anche a loro di mettersi in pari ;)

Non ho spoiler per il prossimo capitolo, visto che non è ancora finito, ma:

1) appena termino il capitolo lo metterò su Facebook, che ricordo il mio contatto è Vanderbit Efp;

2) questo capitolo contiene già spoiler per il prossimo capitolo e capitoli futuri, quindi leggete con attenzione anche le più piccole frasi che sembrano insignificanti ;)

Poi... ah sì, molte di voi odiano Jason, quindi potete anche formare un club contro di lui, le iscrizioni sono aperte ahah xD Non fateci caso, è la mia scemenza notturna che parla ù.ù

In molti si aspettavano l'arrivo di Edward in questo capitolo, mi dispiace deludervi ma purtroppo non è ancora arrivato, ma ricordate che anche il prossimo sarà ambientato a Logan, quindi non perdete le speranze!

Il prossimo capitolo darà una svolta decisiva alla storia, Edward e Bella butteranno giù un'altra barriera del loro rapporto.

Grazie mille alle ragazze che hanno recensito lo scorso capitolo e benvenuta a Vanessa, che da pazza mi ha recensito tutti i capitoli *-* Ringrazio anche le persone che leggono e che ad ogni capitolo mi inseriscono nelle liste; aumentate sempre di più e questo non può che farmi piacere. È una soddisfazione constatare che la storia piace e più vado avanti più persone di aggiungono! Siete meravigliose, tutte! Non so se c'è anche qualche uomo, in tal caso mi scuso ;)

Bene, buona serata a tutti!

Kiss

Jess :*

Ps in settimana aggiorno Rules of attraction, promesso ;)

 

  

   
 
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