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Autore: Ria-chan    04/12/2011    4 recensioni
Questa volta è il turno dello spadaccino, di raccogliere il viso tondo del compagno tra le mani e trasportarlo delicatamente più vicino al suo:
“Ok, se vuoi… ma sappi che io farò lo stesso. Ti difenderò a costo della vita.”
Zoro vede Rufy sorridere nuovamente ed ora non ha più dubbi. Rufy è davvero cresciuto se è riuscito ad intendere appieno le sue parole.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Coppie: Rufy/Zoro
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Si sono appena ritrovati, i Mugiwara, e dopo neanche un abbraccio veloce già sono costretti a scappare nuovamente dalla marina.
Non che abbiano, adesso, problemi ad affrontare quell’esiguo numero di marines che tenta inutilmente di bloccarli, sia chiaro, ma non possono, non vogliono anzi, perdere altro tempo.
Un’avventura, accantonata da due anni, li aspetta ancora.
Un tesoro attende il loro arrivo.
E, soprattutto, l’uno attende con ansia di sapere cosa gli altri abbiano fatto e affrontato nei due anni di separazione.
Quando finalmente sono insieme, sulla loro nave, imbarcati verso la nuova avventura, si guardano sorridendo.
Sembrano tutti un po’ più provati, maturi, saggi. Ognuno porta in sé delle cicatrici, passate e fresche, nell’animo e nel cuore.
Tutti, a modo loro, hanno dovuto affrontare prove e combattimenti, contro il tempo, la nostalgia e i loro limiti e tutti, a causa di questi, sono cresciuti e hanno mutato i loro sorrisi.
Sorridono ancora. L’uno verso l’altro.
Ma in quei sorrisi sono celate lacrime, dolore e felicità.
Ma adesso sono insieme, finalmente, e tutto quello che hanno sopportato non conta. Non finchè, almeno, la loro famiglia è unita.
 
La festa si protrae per tutta la notte o, almeno, credono che  sia notte perché, sul fondo dell’oceano, non giungono più i tenui raggi del sole.
Festeggiano guardandosi l’un l’altro, guardando lo splendido “acquario” che circonda la nave e brindando con calici stracolmi di alcol.
Ascoltano con trasporto, ballando, cantando e muovendo a ritmo, a mezz’aria, i boccali pieni, le canzoni del “re del soul” che si esibisce nel suo spettacolo privato, quello che ha sognato da 2 anni di poter metter su, acclamato dal solo pubblico che importi per lui.
Ammirano strabiliati i nuovi poteri, gadgets e inutilità di Franky, che li esibisce per la gioia di Chopper e del capitano.
Usop narra le sue avventure e tutti ascoltano con trasporto, notando però, che le bugie che egli era solito inventare, adesso sono meno bugie e più verità.
Tutti, ormai, sono tornati quelli di un tempo e si guardando con tenerezza, cercando di leggere negli occhi, le parole che non sfuggono dalle labbra.
Zoro, dal canto suo, fissa il suo capitano.
Non racconta nulla lui, non si esibisce e affoga la felicità nell’alcol.
Ma osserva. E osserva Rufy.
L’ha notato subito, che il suo capitano, ormai, non è più un bambinetto.
Ha scorto all’istante la cicatrice che solca il cuore di Rufy perché, quella in petto, a confronto non è davvero nulla.
Si augura in ogni caso che il suo sorriso luminoso, sebbene non del tutto sincero, non venga scurito mai più.
E non succederà, di questo Zoro ne è certo: perché ora è con lui, e la sua vita è al suo servizio.
Mentre i festeggiamenti proseguono, si sente improvvisamente stanco lo spadaccino, e si alza lentamente da terra. Quando lo guardano con aria interrogativa, chiedendogli che intenzioni abbia, risponde semplicemente che ha bisogno di riposo.
Si dirige verso la poppa della nave e si lascia cadere al suolo, portandosi le braccia piegate sotto la testa e sospirando rumorosamente chiude infine l’occhio.
“ohy, Zoro”
“Ahh? Non vedi che sto cercando di dormire Rufy? Che diavolo vuoi?”
Sente la sua voce provenire dall’alto e, se aprisse l’occhio, è certo che si troverebbe i piedi del capitano accanto alla testa e il suo capo sporto in avanti.
“Sei diventato più forte in questi due anni?”
“Che razza di domande sono idiota? Tu che dici?”
“Mh.. sembrerebbe”
Finalmente Zoro apre l’occhio, si vede costretto del resto, dato che non riuscirà a dormire se non asseconda quella stupida conversazione.
Apre l’occhio e non si sorprende dello spettacolo che vede: Rufy è in piedi, le mani sono piegate ai fianchi e la testa è sposta, nel verso contrario alla sua, verso il basso.
“Allora?”
“Pff” soffia appena “Quanto sei fastidioso, capitano”
Ma nella sua voce non c’è cattiveria o rimprovero e Rufy lo sa, ecco perché, di rimando, gli sorride.
E Zoro proprio non ce la fa a resistergli ancora.
Lo afferra per il braccio e lo tira verso il basso, facendoselo rovinare addosso.
Rufy ride e si dibatte, è felice di quel contatto e quella piccola consapevolezza fa sorridere anche Zoro.
Si fermano solo quando il moro riesce a mettersi a cavalcioni sul compagno, a prendergli il volto tra le mani e ripetere ancora:
“Né Zoro, sei diventato più forte?”
“Certo che sì, avevi forse dubbi idiota?”
Rufy piega la testa di lato, l’aria pensierosa e divertita e Zoro capisce che lo sta prendendo in giro ma non reagisce.
“Mmmh quindi non dovrò salvarti se servirà?”
“Cosa? Tu salvare me?” ed una risata sonora accompagna il proferir della frase.
Le guance del capitano si gonfiano e il volto torna per un attimo serio:
“Si, perché no?! Non potrei mai perdere il mio più prezioso nakama!”
Sembra arrabbiato adesso e Zoro ne è felice: gli mancavano le sue innumerevoli espressioni.
Questa volta è il turno dello spadaccino, di raccogliere il viso tondo del compagno tra le mani e trasportarlo delicatamente più vicino al suo:
“Ok, se vuoi… ma sappi che io farò lo stesso. Ti difenderò a costo della vita.”
Zoro vede Rufy sorridere nuovamente ed ora non ha più dubbi. Rufy è davvero cresciuto se è riuscito ad intendere appieno le sue parole.
“E’ una promessa?”
“E’ una promessa! Ma ora sparisci e lasciami dormire!”
“shishishi”
Il capitano si alza prontamente dal compagno e si allontana sorridendo ancora finchè, a pochi passi di distanza, non inchioda i piedi a terra come un matto:
“Oh! Dimenticavo”
Ritorna sui suoi passi e senza dare tempo allo spadaccino di muoversi o ribattere, gli posa un leggero bacio a fior di labbra:
“Messaggio ricevuto, Zoro”
Ed anche Zoro sorride adesso. Non si muove dalla sua pozione ma si lascia cullare da quel contatto fugace e piacevole.
L’ha sognato spesso nei due anni si separazione ed ha paura che, se aprisse l’occhio proprio adesso, potrebbe scoprire di stare ancora sognando.
Ma si forza e sfiora le labbra con le dita. Sono ancora umide e profumano di felicità.
Ed allora Zoro ringrazia il cielo, il destino e gli dei; perché, questa volta…questa volta ne è certo: un sogno, non lo è più.

 
Ringrazio  sesshy94 che mi ha ispirata *w*
   
 
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