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kymyit
Nick su EFP: kymyit
Coppia scelta: Ted Lupin/Alice Jr.
Paciock
Pacchetto scelto: 7. Ciliegio
Titolo della fanfiction:
“La trovata
del Meleagrus Patronus.”
Genere: Romantico, comico,
malinconico.
Rating: verde
Avvertimenti: one shot, ooc?
Note:
Dopo
che mi sono stati segnalati, prima della
pubblicazione, ho corretto gli errori nella fic. Inoltre, cosa
importante:
questa fic è stata scritta per il contest Pesca
il pacchetto, scegli la coppia indetto
da Roe e Thalia, dove si è classificata prima. Buona lettura
e a
dopo per le spiegazioni ^_^
“La
trovata del Meleagrus Patronus.”
Erano
interminabili minuti che se ne stava lì, sotto quel
lampione, a rigirarsi fra
le dita un anello d’oro bianco bollente. A
pensare…
Perché in un
attimo la sua vita era come se fosse andata rotoli. Era tutto
semplicemente
troppo perfetto per poter durare. Si dice, infatti, che le cose
meravigliose
non durino, perché altrimenti non potrebbero essere definite
tali. Come le
farfalle o le libellule: così belle e dalla vita
così effimera…
Ted non era mai
stato convinto che quell’amore si sarebbe esaurito tanto
presto, perché studiandolo
oggettivamente, non era così splendido come riteneva. Era il
mero sentimento
che un comune mortale prova per una sua simile. Ma ciò che
due creature così
insignificanti possono scrivere insieme è uno dei
più sublimi capitoli della
Storia.
Questo
pensava, prima che accadesse il fattaccio.
Tale
increscioso accadimento potrebbe benissimo esser ricordato come
“La trovata del
Meleagrus Patronus.” oppure, in gergo, “La trovata
del Tacchino Patronus”.
Che a
raccontarlo potrebbe persino venir da ridere e, in altre occasioni, Ted
sarebbe
stato il primo ad accasciarsi sul tavolo per la carenza
d’ossigeno. Ma quella
volta lo scherzo migliore del mondo, fu fatto alla persona sbagliata,
nel
peggiore dei momenti possibili.
Tutto
iniziò
quando bussarono alla porta e Lily Potter andò ad aprire.
-Teddy!-
esclamò chiamandolo –E’ Alice!-
E lui era
ancora lì, davanti a quel dannato specchio, con quei dannati
capelli che di
assumere la giusta tonalità cromatica non ne volevano
proprio sapere.
Blu? A
Natale? Che c’entrava?
Rosso?
Troppo Weasley. (E quella sera casa Potter era già troppo
invasa di
capigliature fiammanti.)
Ci pensò su.
Alla fine
optò per un verde piuttosto acceso. Coi pantaloni neri e la
felpa con cappuccio
rossa scura a righe nere, inutile dire che faceva la sua porca figura.
Non era di
certo elegante, ma dopotutto, se si fosse messo in giacca e cravatta,
che
sorpresa sarebbe stata?
Si precipitò
di corsa alla porta, ma trovò Alice sul divano, intenta a
chiacchierare con
Victoire (il che, insomma, non era una cosa che lo lasciava troppo
tranquillo)
e con la piccola di casa Potter. Gli altri cugini e parenti vari erano
dispersi
per la casa e probabilmente, indaffarati com’erano, non
avevano neppure sentito
bussare alla porta.
Ron e George
si stavano occupando dei crackers e c’era da stare sicuri che
quelli sarebbero
stati i migliori botti natalizi con sorpresa. Perché George
era un asso in
quanto a sorprese e affini e la sua influenza, a quanto pare, aveva
contaminato
non soltanto il fratello Ron, ma anche il figlioletto Fred e i nipotini
James e
Albus. Come se questi ultimi due non avessero scritto
“Malandrini” nel DNA già
di loro.
In quel
momento non aveva comunque fatto caso
all’eventualità che i
“malefici”
insegnamenti del birbante Weasley avessero contribuito a creare un
mostro.
Alice Paciock
era seduta composta sulla poltrona vittoriana in legno di noce del
salotto e conversava
amichevolmente con Victoire, come se il loro principale punto in comune
non
fosse un certo Ted Lupin, il quale era notevolmente imbarazzato della
cosa.
Insomma,
come poteva far quel che doveva con la sua ragazza, davanti alla sua ex?
-Guarda chi
c’è!- disse Victoire sorridendo.
-Teddy!-
esclamò la più piccola, con la voce rotta
dall’emozione.
-Ciao, Ally!-
esclamò a braccia aperte verso di lei che arrossì
vistosamente, sprofondando,
se fosse possibile, ancor di più nella poltrona. Le
andò incontro e le prese le
mani, tirandola su in piedi.
Alice era
tesa, lo era sempre un po’ troppo, ma non poteva non amarla.
Perché in quegli
occhi chiari leggeva una grande sicurezza. Lei era dolce, protettiva,
rincuorante.
La sua voce era come miele, le sue parole rassicuranti come le note di
una
dolce nenia. Se lui aveva un problema, era capace di portarlo alla
fredda
analisi in pochi secondi. Bastava che gli dicesse –Siediti.-
e lui obbediva, lei
gli prendeva le dita fra le sue ed attendeva che parlasse, che le
riferisse ciò
che l’angustiava, che trovasse una soluzione e che
riprendesse a sorridere come
sempre. E se ciò non accadeva, allora lei cacciava una
grinta senza eguali e si
faceva in quattro per risolvergli il dilemma. La sua trasformazione da
coniglio
a tigre lo incantava sempre, ma era il motivo principale per cui una
ragazzina
timida e “anonima” come lei fosse entrata nelle
grazie di un tipo eccentrico
come lui.
-Scusa, se
non sono potuto venire a prenderti.- disse triste.
-Ehi, anch’io
ho la patente, cosa credi?- rispose lei, splendida nel vestito nero che
mascherava, poco, le sue forme generose. Era una Paciock, dopotutto.
Rotondetta,
timida, un po’ imbranata… ma come tutti i Paciock
era una Grifondoro
nell’anima.
-I capelli
corti ti stanno benissimo.- le disse carezzandole le ciocche scure che
le
ricadevano appena sopra il mento, in un taglio sbarazzino e femminile.
–Oh, e
vedo del rossetto.-
Lei si
mordicchiò le labbra –Si…- disse
–E io vedo dei capelli verdi fiammanti.-
-Siamo a
Natale, cara. E’ un’occasione speciale.-
-Per te è
sempre un’occasione speciale.- ribatté la ragazza
e lui la baciò delicatamente
sulle braccia.
- E’ che proprio
non mi riesce, piccola. Potrei essere un gran bel pezzo di figliolo
anche
normalmente, ma
diventando in tutto e per tutto
simile agli altri, come faranno poi gli altri ad accorgersi di me?-
Lei allora
lo abbracciò teneramente –Fessacchiotto,
l’importante è che me ne accorga io.-
Rimasero
così per un poco, finché Molly Weasley,
l’adulta, non dichiarò aperte le danze
con la cena. A mente fredda, Ted, più tardi pensò
che Alice si fosse accorta di
ogni cosa, che nonostante tutto fosse molto più sveglia di
ciò che normalmente
dava a vedere.
Lui invece,
con tutto che si vantava di essere un tipo acuto, non aveva mai capito
nulla, o
sotto sotto, aveva preferito far finta di non sapere.
Il
secondogenito Potter, si grattò la testa mora, nervosamente.
Non doveva
andare così.
O meglio,
non così male.
La colpa era
di James, che gli era sbucato alle spalle urlando e facendogli evocare
il
Patronus dentro il tacchino.
-Dannazione!-
esclamò con la testa fra le mani.
-Dai, è
stato divertente in fondo… perché te la predi
tanto?- lo aveva “rincuorato” suo
fratello. Albus alzò meccanicamente la testa e lo
fissò gelido con le iridi
smeraldine.
-Perché io
volevo farle capire quanto per me fosse importante. E invece
adesso…-
-Adesso
penserà che la vedi come un tacchino al forno che corre per
casa.-
-Già.- fu il
lapidario commento del minore.
Se solo non
avesse voluto mostrare ad Alice il suo Patronus quella sera. Se non
avesse
fatto le prove in cucina. Se soltanto quel dannato incantesimo non
fosse
entrato dentro quel maledetto tacchino e sua nonna, incurante
dell’accaduto non
l’avesse portato nella sala da pranzo, forse Alice avrebbe
conosciuto i suoi
sentimenti in maniera più opportuna.
E invece la
testa della sfinge era sbucata dal collo della pietanza stupendo i
presenti.
Una trovata di George Weasley? Lo sarebbe stata se non fosse stato
Teddy a
insegnarli quell’incantesimo.
Solo che
all’epoca a lui Alice non piaceva, altrimenti avrebbe avuto
da ridire eccome
nel vedere un Patronus col viso della sua fidanzata.
Patronus che
seminò l’ilarità e “il
terrore” nella stanza, correndo qua e là,
inseguito dai
cugini e dagli zii…
Una volta catturato
il defunto animale e svanito l’incanto, Albus ebbe il
coraggio di guardare in
faccia Alice.
Con suo
enorme disappunto, la ragazza piangeva a dirotto.
Ted lo
fissava disgustato. Iniziarono a litigare. Si era giustificato dicendo
di non
averlo fatto apposta, tantomeno per offendere lei, ma lui non gli aveva
creduto.
E poi Alice
era corsa via e Ted era uscito di casa, probabilmente per non dargliene
quante
ne meritava. Per rispetto degli altri, più che altro.
Albus si
alzò dal letto, conscio di dover fare qualcosa. Non era
più un marmocchio,
ormai aveva diciotto anni. Da persona matura, sentiva di dover compiere
quel
passo.
Così, bussò
piano alla porta di una delle stanze degli ospiti.
-Chi è?-
domandò Alice.
-Uh… Albus…-
-Entra.- fu
la semplice risposta.
Il giovane
obbedì, lasciando aperta la porta alle sue spalle. Alice era
seduta sul letto,
con gli occhi un poco arrossati per il pianto.
-Mi dispiace.-
disse lui, sinceramente pentito –Io non volevo assolutamente
offenderti.-
Lei sorrise
debolmente e si asciugò ancora gli occhi.
-Lo so, Al…
lo so.-
Lui non
comprese –Allora perché sei…
cioè, capisco tu possa esserci rimasta male, ma…-
si grattò la testa confuso.
Alice batté
la mano sulle coperte, piano.
-A pensarci
è stato divertente.- ridacchiò. Guardò
Albus di sfuggita e poi sviò lo sguardo
verso il pavimento. –Ultimamente non riesco a controllare le
mie emozioni.-
ammise.
Si girò le
dita fra le mani.
Perché era
così dannatamente ingenua?
Come poteva
non capire che lui l’amava? O forse lo sapeva e voleva
chiudere lì la
questione?
Alla fine,
Alice parlò. Glielo rivelò il vero motivo per cui
era sfuggita alla cena in
lacrime e Albus si sentì profondamente sconfitto.
Se avesse
trovato prima il coraggio di dirle che l’amava, forse non
l’avrebbe perduta per
sempre.
Harry
uscì
sul vialetto di casa.
Ted era
oltre il cancello, sotto il lampione a rimuginare fra sé e
sé.
-Ti
prenderai un malanno se non torni dentro.- gli disse.
Poi vide
l’anello e iniziò a capire cosa tramasse per
giorni il figlioccio. Gli sorrise
e gli diede un’affettuosa pacca sulle spalle.
-Albus l’ha
fatta grossa, zio.-
Harry annuì.
-Si, credo
di sì.- non si riferiva allo “scherzo”
del tacchino –Forse era meglio se si
fosse tenuto dentro la cosa.-
Ted annuì
–Potrà tornare tutto come prima?-
domandò –Io amo Alice e tengo ad Al come ad
un fratello. Ma se lui guarda la mia fidanzata con occhi diversi da
quelli con
cui si guarda un’amica, come potrò fidarmi di lui?-
-Questo lo
deciderà solo il tempo. Albus forse supererà
questo momento. E’ forte, lo sai.-
Ted annuì
–Si… spero…-
Harry gli
mise un braccio intorno alle spalle e lo sospinse verso il cancello,
riaccompagnandolo in casa.
-E se lei
non si sentisse pronta, zio?-
-Non puoi
saperlo se non proverai.-
Non era
rassicurante. No, non lo era affatto. Ted sentì lo stomaco
stringersi in una
morsa dolente.
Davanti a
tutta la famiglia o in privato e poi dare l’annuncio a tutti?
E con Al cosa avrebbe
fatto?
Forse non
era davvero il caso di farlo la notte di Natale.
Ma poi li
vide insieme, nella camera.
Vide Albus
uscire a pugni stretti, con gli occhi mal celanti le lacrime che lo
guardavano
sfuggenti. Alice gli elargì un sorriso triste e si
scostò dalla porta per farlo
entrare.
Ted si
chiuse l’uscio alle spalle, incuriosito dalla scena cui aveva
appena assistito.
-Cos’è
successo?- chiese alla ragazza che, in piedi davanti a lui, si torceva
le dita.
-Mi ha
chiesto scusa per prima.- rispose –E io gli ho detto che non
c’era bisogno.-
Ted protestò
–Come non ce n’era bisogno?-
Lei gli mise
un dito sulla bocca, azzittendolo.
-E’ stato
divertente… è colpa mia che ultimamente non sto
tanto bene.-
Ted corrugò
la fronte –Non stai bene? Perché?
Cos’hai?-
Lei sorrise
ancora, molto imbarazzata e si mise la mano bianca sul ventre.
-Aspetto tuo
figlio, Ted.-
Lui rimase
come pietrificato per qualche istante.
-Mio…
figlio?-
Lei annuì imbarazzata
–Scusa se non te l’ho detto prima, ma…
volevo farti una sorpresa.- si scostò
una ciocca di capelli dal viso –Avevo paura, per questo ero
tesa. Poi è entrato
in scena il tacchino e non sapevo più come fare a dirtelo,
visto che rischiavo
di rovinare l’armonia in famiglia e…-
Ted la
interruppe, baciandole la fronte.
-Ho capito.-
sussurrò –Adesso ho capito.-
Le sorrise
dolcemente.
-Forse
dovrei scusarmi con Al, per essere stato duro con lui.- ammise
–Ma prima…-
Alice lo
osservò ignara, mentre cercava qualcosa nella tasca della
giacca.
Quando vide
poi lo scrigno magico aprirsi davanti ai suoi occhi in uno sfavillio di
piccoli
riflessi lucenti, le lacrime rigarono il suo viso ancora una volta. Di
gioia e
commozione, perché Ted, il suo Teddy, aveva preso fra le
dita un piccolo
cerchio lucente e l’aveva incoronata sua regina. Lo
abbracciò felice, perché
sapeva di non poter ricevere dono migliore che la conferma che
l’uomo che amava
la desiderava più di ogni altra cosa, e bramava di
trascorrere l’intera vita
con lei e con lei soltanto.
Un’ingenua,
piccola, robusta Paciock.
La madre di
suo figlio.
Note:
Ed
ecco i
giudizi ^_^
Prima
classificata: La trovata del Melogranus Patronus di Kymyit
Totale: 88,85 su 90
Giudizio Roe
Grammatica, stile e lessico: 14,85/15
Originalità : 10/10
Giudizio Personale: 5/5
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Utilizzo citazione: 2/2
Utilizzo prompt: 3/3
Punti anno: 0
Totale: 44,85/45
La mia caccia all’errore ha avuto effetto anche nella tua
fic, ma con risultati
abbastanza scarsi: sono riuscita a trovare solo un
“Victorie” scritto al posto
di “Victoire” e un “facendogli”
scritto con due c, che ti ho contato come
errore di battitura. Negli altri campi non ho nulla da dirti
perché sei stata
perfetta, hai curato ogni dettaglio e sfaccettatura della fic,
riuscendo a
prendere il massimo in una fic che mi è piaciuta molto,
complimenti! :)
Giudizio
Thalia
Grammatica, stile e lessico: 14/15
Originalità : 10/10
Giudizio Personale : 5/5
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Utilizzo citazione: 2/2
Utilizzo prompt: 3/3
Punti anno: 0
Totale: 44/45.
Nulla da dire. Accidenti, mi è piaciuta moltissimo! Peccato
per un paio di
sviste grammaticali ma, davvero, minuzie. Hai fatto un ottimo lavoro ed
i
personaggi sono perfettamente caratterizzati. Da Ted, a mio avviso
perfetto,
dolcissimo ed imbranatissimo, passando per Alice, che hai ridisegnato a
meraviglia, a James così cocciuto ed orgoglioso come
dovrebbe essere. Anche
Harry, per quel poco che è apparso, mi è piaciuto
moltissimo! La citazione
l’hai messa lì per farmi sciogliere il cuore,
scommetto! Complimenti, davvero
una gran bella storia e molto, molto, originale!
Grazie a tutti di aver letto sin qui e se lasciaste anche solo due parole, riempireste il mio cuore di gioia ^_^