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Autore: ReeDiscordiaJ    07/12/2011    1 recensioni
Sono passati due anni dalla morte di James e Lily Potter. I ricordi di Sirius Black nella sua cella, ad Azkaban; quelli di Remus Lupin, nascosto nella Stamberga Strillante; quelli di Peter Minus, sotto forma di topo alla Tana; i ricordi di Albus Silente nel Pensatoio a Hogwarts e ancora, quelli di Regulus Black da Grimmauld Place; quelli di Severus Piton e quelli di Voldemort.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Silente, I Malandrini, Regulus Black, Severus Piton, Voldemort
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Sirius camminava per il corridoio dell’Hogwarts Express cercando uno scompartimento libero. Per nulla al mondo si sarebbe seduto in quello della cugina. Lei era al settimo anno ma non era quello il motivo: niente lo avrebbe convinto a presentarsi come il cugino di Bellatrix Black. Arrivò alla fine del treno e, costatato che non c’erano scompartimenti liberi, si girò per tornare all’inizio della vettura dove ne aveva visto uno occupato solo da una ragazza. In quel momento il treno partì e andò a sbattere contro un ragazzo con cappelli neri pettinati in modo che sembrassero mossi da un vento che non c’era. Sirius non sapeva che si era appena scontrato con il suo futuro migliore amico. James Potter si presentò rimanendo miracolosamente in piedi.
Sirius Black
Dimmi che hai trovato uno scompartimento libero! Sirius scosse la testa poi vide un compartimento occupato solo da un ragazzo dal naso adunco e unti, lunghi capelli neri e una ragazza con lunghi capelli rossi.
Qua disse James aprendo la porta; Sirius entrò e si lasciò cadere svogliatamente ma con eleganza sul sedile.
 
L’uomo si rigirò nella sua cella. Poteva sentire i Dissennatori che lo privavano di ogni energia; del suo bell’aspetto non era rimasto che lo spettro nel suo volto incavato. E un altro ricordo, non voluto, non richiesto ma evocato dai Dissennatori lo invase.
 
La ragazza con i capelli neri lo fissava.
Sirius, no! Cercò di trattenerlo Remus.
Dai, è solo uno scherzo rispose lui Peter? Chiese, cercando l’appoggio degli amici; Minus annuì.
James? Chiese al suo migliore amico, lui rise poi rispose: Come vuoi tu, Felpato.
Grazie amico. Remus mi dispiace ma la maggioranza vince.
Si alzò dal tavolo e raggiunse quello dei Tassorosso. La ragazzina mora continuava a fissarlo dalla tavolata di Corvonero.
Sirius! Lo salutò la ragazza bionda tutta ricci vicino alla quale si era seduto. Era la sua ragazza, per quella settimana, almeno.
Elle… le rispose lui lanciando un’occhiata in direzione della mora. Prese tra le mani la testa di Elle e avvicinò la bocca della ragazza alla sua baciandola con infinita dolcezza. Sentì gli occhi della Corvonero mora allontanarsi dalla sua schiena e poco dopo udì i suoi singhiozzi e i passi delle sue scarpe sul pavimento della Sala Grande. Credo che oggi non potrò attraversare i corridoi senza scorta gli disse Elle. Sirius rise mentre continuava a baciarla poi, rispose: Usa la bacchetta, dolcezza. Le diede un altro bacio veloce e tornò dai suoi amici.
Peter lo guardò con ammirazione, James gli diede il cinque mentre rideva di gusto; solo Remus sembrava seccato dal suo comportamento. Non avresti dovuto
Lo so.
L’hai fatta soffrire.
 
L’hai fatta soffrire le parole di Remus gli vorticarono in testa. L’hai fatta soffrire… era quello ciò che era? Era un mostro? Secondo quelli del Ministero si ma lui non era un mostro per quello che non aveva fatto, per quello che tutti credevano che avesse fatto; era un mostro per quello che aveva fatto, per quello che nessuno sapeva che aveva fatto… un autentico mostro in carne ed ossa.
 
Tra di noi c’è un traditore. Le parole di James mentre fissava tutti i presenti: i Malandrini, la moglie, il figlio neonato, Silente.
Ma chi, James? La voce di Sirius tremava. Tutte le persone di cui si fidava, tutte le persone di cui si fidava, le uniche persone che lo avevano accettato. Non era tanto diverso da Remus, in fondo.
È questo il problema, Sirius gli rispose Lily e lei piangeva, senza contegno, il figlio stretto tra le braccia. Perché? Prima Sev… non riuscì a terminare la frase. È colpa mia
Lily, non dire così la fermò Silente. Sirius guardò tutti presenti una sola volta poi tornò a rivolgersi al suo migliore amico.
James, tu sai che non sono io, vero?
James era incerto su quello che doveva fare: prima provò ad annuire, infine scosse la testa. Non ne posso essere sicuro, amico.
 
Le lacrime di Sirius, sia quelle del ricordo che quelle che l’uomo stava versando in quel momento caddero sulla terra. James non si fidato di lui; aveva dubitato di ognuno di loro perfino della persona che più gli era stata vicina in tutta la sua vita; del suo testimone, del padrino di suo figlio, di suo fratello… James! Urlò ma nessuno lì poteva sentirlo. E poi arrivò un altro ricordo. I ricordi sono ciò di più doloroso esista al mondo. Gli aveva detto Silenteuna volta che ormai apparteneva a secoli prima quando lui e James erano entrati nell’Ordine. La morte è nulla in confronto ai ricordi che più vogliamo dimenticare. E come al solito Silente aveva ragione.
 
Erano passate poche ore da quando James li aveva congedati. Sirius sedeva, solo, al tavolo di una vecchia osteria Babbana di seconda categoria vicina alla periferia di Londra; davanti a lui un bicchiere del wishy irlandese più forte che il barista era riuscito a procurargli. Sarebbe potuto tornare a Grimmauld Place, sua madre era morta da tanto tempo e la casa era vuota, ma non lo avrebbe mai fatto, nemmeno per tutto l’oro del mondo; odiava quel posto e voleva stare più lontano possibile dal mondo magico almeno per un po’, si sentì strano perché aveva sempre considerato quel mondo il massimo e non si era mai avventurato molto in quello dei Babbani ma quella notte aveva bisogno di non essere mago. Scolò il bicchiere in un sorso e chiese al barista l’intera bottiglia; Come uno stupido Babbano appena lasciato dalla moglie pensò riempiendosi il bicchiere per la quarta volta e, una volta terminato, bevendo a canna. Come un licantropo rinnegato dai suoi simili. La bottiglia ormai era vuota e lui sentiva la lucidità abbandonarlo, proprio come aveva voluto, e lottò per fare in modo che la sbornia non si portasse via anche quell’ultimo pensiero: come un lupo mannaro rinnegato dai suoi simili. Aveva la risposta alla domanda che lui stesso aveva posto a James: Remus, era lui che gli aveva traditi. Sei fottuto, bastardo!! Urlò sbattendo sul tavolo la bottiglia e i soldi per pagarla e uscendo di gran fretta dalla locanda; un unico cliente sobbalzò credendolo pazzo.
Arrivò nella piazza dove si erano incontrati la prima volta in quella sera dopo aver mandato un Patronus all’amico; non dovette aspettare molto prima che le due figure comparissero ; Lily teneva il piccolo Harry in braccio. Sirius, sei sicuro di stare bene? Gli chiese, lui annuì. Era come se non avesse più alcool nel sangue, ora che aveva scoperto il colpevole. È Remus sbottò è SEMPRE stato Remus.
Ma…
Zitta Lily! L’ammonì James Ha ragione… Insomma sappiamo tutti cos’è. Non ha nulla da perdere!
Ha tutto da perdere! Urlò Lily aveva la voce troppo acuta e piena di lacrime. Voi, noi, siamo la sua famiglia!
Credo di essere la prova vivente di quanto possa contare la famiglia, Lily. Le gridò contro Sirius, grato che l’amico lo appoggiasse.
Lasciatelo almeno spiegare!
No!! Gridarono insieme Sirius e James e il loro no non lasciava spazio a nient’altro.
Non aspettarmi sveglio. Disse Lily al marito, mettendogli il figlio tra le braccia.
Dove vai?
Da Remus… io non credo che sia lui e sono sicura che appena a Sirius passerà la sbornia si renderà conto dell’errore che sta facendo accusandolo! E si Smaterializzò.
 
Quel ricordo non era come gli altri:ogni volta che lo riviveva si sentiva peggio, più svuotato, inutile negarlo, credeva di essere lui il traditore. Ma sapeva che , se ci avesse creduto, avrebbe fatto il gioco dei Dissennatori.
 
Remus, James, Peter e lui. I loro volti lo accompagnavano nella sua passeggiata notturna.
James l’asso del Quidditch, voluto da tutte le ragazza tranne l’unica che gli interessava davvero.
Lui, Sirius, il playboy della scuola.
Remus, il ragazzo tranquillo, il Prefetto perfetto, il traditore.
E Peter, quello da proteggere, l’anello debole della catena.
Era quello il motivo per cui Sirius si trovava lì quella notte: per proteggere Peter Minus. Con un *crak* qualcuno si Materializzò davanti al cancello della casa di Minus. Nox sussurrò Sirius mentre cercava di capire chi fosse e poi vide: vide l’amico percorrere il vialetto e inchinarsi davanti alla figura scura che si era materializzata; e capì. Fu questione di un attimo; non rimase un secondo di più ad ascoltare ciò che il vero traditore avrebbe detto a Voldemort e corse a prendere la sua moto. Arrivò un secondo troppo tardi per avvertire gli amici. Sentì le urla di Lily e vide un ultimo lampo verde distruggere la casa. L’Anatema che Uccide, anche i cuori di chi amava le persone che ha colpito.
 
Non poteva sopportare altri ricordi. Si stese sulla povera branda della cella e sperò che il sonno prendesse il sopravvento.
  
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