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Autore: tikki    08/12/2011    1 recensioni
Un giovane Piton osserva Lily da una finestra e pensa a quanto lei sia importante per lui. Diversi anni dopo, Severus capisce che Lily non se ne andrà mai completamente. Che sarà sempre lì con lui, in ogni caso.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, II guerra magica/Libri 5-7
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Severus appoggiò la fronte sul vetro freddo di una finestra del terzo piano e rivolse lo sguardo verso il parco. Nonostante la neve scendesse lenta ed inesorabile ed il freddo fosse insopportabile quasi tutti gli studenti erano all’aria aperta, intenti a lanciarsi palle di neve stregate.
“Stupidi”, pensò Severus, “come se non avessimo cose più importanti da fare. Mancano solo pochi mesi ai MAGO e loro non fanno altro che perdere tempo”. Il proprio disprezzo per quell’accozzaglia di ignoranti si acuì quando scorse James Potter e la sua banda. In quel momento desiderò ardentemente che una palla di neve mal affatturata lo colpisse in pieno volto, rovinandogli quel suo bel faccino.
E poi la vide. Avrebbe riconosciuto quei lunghi capelli rossi tra mille. Lily si avvicinò a James e lo abbracciò. Gli disse qualcosa all’orecchio e i due si incamminarono verso un luogo più tranquillo del parco, ignorando i fischi allusivi dei Malandrini.
Severus dovette ricordare a se stesso di riprendere a respirare.
Sapeva che quei due nascondevano qualcosa, sapeva che i sentimenti di Lily stavano lentamente cambiando. Poteva leggerlo in quello sguardo che conosceva così bene e che aveva imparato ad amare. Aveva notato che i bellissimi occhi verdi di Lily lasciavano trasparire un sentimento più profondo dell’amicizia ogni volta che si posavano su James.
E lui non poteva fare altro che stare a guardare e odiare se stesso per la propria stupidità. L’aveva persa, l’aveva persa per sempre e questo lo distruggeva. Avrebbe voluto implorare il suo perdono ogni volta che la vedeva. Avrebbe voluto abbracciarla, stingerla a sé e confessarle che l’amava più di ogni altra cosa, e che sarebbe sempre stato così, ne era sicuro.
Ogni volta che li vedeva insieme si sentiva morire dentro, era come se un pezzo di lui decidesse di andarsene. Eppure sapeva di non poter fare altro che stare a guardare e soffrire, pensando che avrebbe dovuto esserci lui al posto di James, pensando che James non meritava nemmeno un briciolo dell’amore di Lily. A volte provava ad illudersi di non aver bisogno di lei per essere felice, ma la realtà era sempre pronta a ricordargli che non era così. Lei era stata la sua prima amica, la prima persona che gli aveva teso la mano, che egli aveva sorriso, non per deriderlo, ma per aiutarlo. Aveva bisogno di lei.

Diversi anni dopo, Dicembre.

Vagava per il castello, incapace di darsi pace. Senza nemmeno pensarci, si ritrovò ad appoggiare la fronte alla stessa finestra di tanti anni prima. Volse lo sguardo verso il parco ed ebbe una strana sensazione di deja-vu. Gli studenti ridevano e correvano nella neve. Per un attimo gli parve di scorgere una chioma rossa.
Le lacrime tornarono a bagnargli il viso ancora una volta, come ogni volta che pensava a Lily. Non poteva farne a meno, perché solo il ricordo di quel sorriso lo distruggeva.
“E’ buffo” pensò “tanti anni fa a questa finestra avrei dato qualunque cosa per averti mia. Ora vorrei soltanto averti qui, vorrei solo che tu stessi bene, vorrei solo vederti giocare con tuo figlio.”
Una voce lo riportò bruscamente alla realtà. “Professore, va tutto bene?”
Severus conosceva fin troppo bene quella voce, ma si voltò comunque verso chi aveva parlato. Rimase incantato, come sempre, alla vista folgorante di quei brillanti occhi verdi che lo fissavano.
“Lily”, pensò. “In fondo tu ci sei sempre. Ci sarai sempre. Ti amerò sempre.”
Si schiarì la voce e si asciugò velocemente le lacrime prima di rispondere: “Certo, Potter. Quell’incapace di Paciock ha combinato un disastro con una pozione Ridallegra e ha costretto l’intera classe a fuggire dall’aula in lacrime. L’effetto di quel disastroso miscuglio sta svanendo solo ora anche dal sottoscritto. In ogni caso, anche se qualcosa non andasse bene nella mia vita non sarebbe affar suo. Cinque punti in meno a Grifondoro per essersi impicciato in affari che non la riguardano. Non gliene sottraggo venti solo perché Paciock ha già contribuito abbastanza stamattina.”
Harry sbuffò, rivolse un’occhiata sconsolata a Piton e se ne andò in fretta, prima che l’algido professore trovasse qualche altra scusa per sottrarre altri punti alla sua Casa.
Non appena il ragazzo si voltò, a Piton sfuggì un lieve sorriso. “Cerca sempre di vedere del buono in chiunque, cerca sempre di aiutare chi è in difficoltà. E’ proprio come sua madre”, pensò.

  
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