Una
ragazza si svegliò, stiracchiandosi con un sorriso. Anastasia Berri, che tutti
i suoi amici chiamavano semplicemente Asia, adorava svegliarsi col suo tempo la
mattina. Adorava svegliarsi con l’odore del caffè e il fischio del bollitore
del thè. Adorava svegliarsi tra le lenzuola bianche morbide e profumate, di
lei, di lui. Adorava svegliarsi dopo avere fatto l’amore e sapere che lui stava
preparando la colazione, perché era un maledetto romantico, anche se faceva di
tutto per non dimostrarlo. Il sorriso sul suo volto si allargò, mentre
afferrava una camicia del suo fidanzato, appoggiata alla sedia della loro
camera da letto. Era riempita dalla luce del sole, che quel giorno era stato
clemente anche con l’Inghilterra. Era un anno ormai che aveva ottenuto il
controllo totale dei suoi poteri. La giovane Tempestae Dominatrix era riuscita
a dominarsi ed era in grado di vivere emozioni intense senza abbagliare o
allagare l’intero Stato. E pensare che credeva di aver raggiunto il controllo
due anni prima.
Asia
alzò gli occhi al cielo, andando in cucina. Casa loro. Era casa loro quella.
L’avevano comprata insieme, dopo un’estate fantastica all’insegna del
divertimento, prima che lei iniziasse l’Accademia. Erano già passati due anni.
E quello era diventato il loro piccolo nido. Piccolo, appunto. Ma avevano
ricordi in ogni singolo angolo della casa. Probabilmente perché avevano fatto
sesso in quasi ogni angolo di essa…
-Chi è?-
chiese una voce alle spalle della ragazza, le cui mani erano sui suoi occhi per
impedirle di vedere.
-Il lupo
cattivo.- rispose la ragazza, ridacchiando e afferrando le mani dell’uomo per
depositarvi su un bacio.
-Buongiorno,
amore.- le disse, con un bacio mozzafiato.
Come ogni loro bacio, d’altronde.
-Buongiorno,
Draco.-
Draco Malfoy.
A volte Asia faceva fatica a pensare a quello che le era successo appena tre
anni prima. Insomma, aveva vissuto per tutta la sua vita nell’ignoranza,
nell’inconsapevolezza di essere una strega, per poi scoprire che quello che
sognava la notte, il ‘mondo di Harry Potter’, non era altro che una realtà
nascosta agli occhi di molti. Della quale lei faceva parte. E che le aveva
regalato la migliore storia d’amore che avesse potuto vivere in mille e mille
altre vite ancora.
-Pronta
per il grande giorno?- chiese il ragazzo, prendendo una tazza del suo Earl Grey.
-No. Ma
è qualcosa che devo fare. E poi il peggio è passato. Devo solo sapere a quale squadra
verrò assegnata.- rispose lei, preparandosi la sua tazza di latte e cacao e una
goccia di caffè. –Spero di non essere assegnata alla tua.-
Draco si
soffocò all’affermazione della ragazza.
-Grazie
mille. E io che pensavo di passare un po’ di tempo con te anche a lavoro.-
disse, un po’ offeso.
-Malfoy,
non mettere il muso.- gli rispose, alzandosi e
mettendosi a cavalcioni su di lui.
Ancora
mezza nuda, come lui.
-Perché
altrimenti che mi fai?- le chiese, leccandole leggermente le labbra rosse.
La
ragazza approfittò della situazione per catturare le labbra di Draco, che la
accarezzava tenero, ma anche passionale, fino a quando lo sentì sorridere sulla
sua bocca. Prima di farle il solletico.
-Non
osare, Malfoy! Sai che lo odio!- rise, aggiustando la camicia.
-Dovevo
punirti. Mi hai fregato la camicia. Anche se ti trovo sexy.- ghignò, portando
la sua tazza di thè alla bocca.
-Strozzatici.-
gli rispose, aprendo la finestra ai gufi che portavano i giornali, quello
babbano e quello magico.
I maghi
si erano attrezzati anche per recapitare i giornali babbani a tutti quei
‘sanguesporco’ che non volevano abbandonare completamente il proprio mondo. Li
pagò entrambi, per poi aprire quello babbano e leggere le notizie principali.
-Ci sono
novità?- chiese Draco, aprendo la Gazzetta del Profeta.
-Si. C’è
stato un alluvione a New York che ha intasato la città, più del solito. Il
sindaco ha chiesto ai meteorologi come sia possibile una cosa del genere. Ha
nevicato in Marocco.- rispose la ragazza, sospirando.
-Ammirevole.
Perché il sospiro?-
-Tu.. mi
hai detto che non ci sono Dominatori da un sacco di tempo, che io sono la prima
Dominatrix da un secolo.. ma ne sei proprio sicuro?- chiese, passandosi una
mano tra i capelli.
-Non
più.- rispose Draco.
-Allora
non sono l’unica a pensarlo.- sbottò lei. –Quando avevi intenzione di dirmelo?-
-Ci
stiamo lavorando su io ed Harry, ma non è nulla di ufficiale. Tra l’altro non
sappiamo nemmeno se sia di nostra competenza. Se fossero Dominatori non ci
sarebbe motivo di chiamare gli Auror, basterebbero gli hit wiz.
Ma se fossero anche una setta.. se fossero come te.. sarebbe una scoperta
interessante.- rispose, posando il giornale sulla tavola e sistemando tutto con
un colpo di bacchetta. –Adesso preparati. È il tuo giorno questo, in fondo.-
E con un
bacio sulla fronte, si dileguò in bagno, lasciando Asia in balia dei suoi
pensieri.
.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.
Asia
tremava. Non aveva mai tremato nella sua intera vita. Era nervosa e sentiva a
pelle che quel giorno sarebbe successo qualcosa. Una vocina nella testa le
diceva che quel qualcosa avrebbe dovuto essere la fine dell’Accademia, ma lei
non ci credeva. Il nervosismo le faceva pensare robe strane, molto strane. Poi
il fatto che Draco non potesse stare con lei la rendeva ancora più nervosa. Non
sapeva perché ma gli Auror già in servizio dovevano trovarsi già nell’aula al
Ministero adibita alle manifestazioni pubbliche, seduti al loro posto. Non che
avesse bisogno di lui in senso stretto, ma pensava che avrebbe potuto dirle
qualcosa di intelligente che l’avrebbe calmata.
In più
c’era pure il problema riguardo la squadra a cui sarebbe stata assegnata.
Conoscendo il proprio ragazzo, Asia sapeva che Draco avrebbe provato a
corrompere Harry affinché fossero nella stessa squadra. Ma ovviamente aveva
delle speranze. Lei, così come tutti gli apprendisti Auror che avevano
frequentato l’Accademia con lei, sognava di entrare nella squadra di Ron
Weasley. Non perché era Ron, o meglio non solo, ma perché la sua squadra era
stata fondata da Harry per le missioni speciali e queste missioni includevano
avventure assurdamente pericolose ma anche molto utili in termini di carriera.
Ovviamente avrebbe significato che prima o poi uno dei membri sarebbe divenuto
Capo degli Auror, e in un futuro prossimo Ministro della Magia e poi
conquistare il mondo…
-Hey,
Asia!! Tutto bene?-
Haley
Steins era stata una delle prime persone a fare amicizia con Asia. Era
affabile, molto affabile. Dolce, carina, bionda, molto bionda(stava cominciando
a pensare fosse una costante nella sua vita), occhi verdi e molto protettiva. Russel Sark, Auror da quasi nove
anni, già a capo di una squadra sua e insegnante all’Accademia aveva sfruttato
la piccola Dominatrice e altre due colleghe per poter sviluppare la capacità
magica di Haley. Per Asia era stato piuttosto divertente vederlo col culo a
terra per una magia involontaria.
-Si.-
rispose Asia all’amica, con un sorriso.
-Avevi
la faccia che hai di solito quando hai i tuoi sogni di gloria!- disse la
biondina, con finta, forse, aria civettuola.
-I miei
non sono mai sogni di gloria. Io faccio progetti per il futuro, Haley.- le
disse Asia, facendole l’occhiolino.
Risero
insieme finché la mora non sentì un peso sulle sue spalle.
-Mie
dolci e leggiadre damigelle, dopo due anni di faticoso lavoro eccoci a qui a
raccoglierne i frutti!-
Le due
ragazze risero di nuovo. Non sapevano mai se Ian Knight ci fosse o ci facesse.
Aveva molto fascino, indubbiamente, con i suoi occhi grandi e incredibilmente
chiari e i capelli neri, e questo gli aveva subito procurato una vaga
reputazione. Asia non ne aveva voluto sapere, ma Haley aveva provato(diceva
fosse stata una delle notti migliori della sua vita, ma Asia pensava sempre
bene di sorvolare su certi dettagli). Harry pensava di sfruttarlo come
infiltrato. Aveva dimostrato buone capacità di improvvisazione e in più aveva
una notevole abilità nel defilarsi quando la situazione si faceva troppo
complicata. Asia scherzava con Draco, dicendo che Potter aveva visto troppi
film babbani.
-Oh,
Ian, mio fedele messere, siamo qui oggi a coronare i nostri sogni.- rispose
Haley.
-O a
farci raccomandare dai nostri capi per farci assegnare a squadre importanti.-
disse una voce cattiva alle loro spalle.
“Maledetto
Will Bohman!”, pensò Asia.
-Ragazzi,
preparatevi. Sta per iniziare la cerimonia. E ricordatevi quello che vi ho
detto. Fate finta di essere soli lassù e tutto andrà bene! Spacchiamo tutto!!-
disse Keith Hirsch, altro caposquadra molto giovane
che si era dimostrato subito molto socievole e alla mano.
Si
spostarono tutti e trenta gli allievi ordinatamente, prendendo posto nelle
prime file della navata a sinistra rispetto al leggio da conferenza. Da lì si
sarebbero alzati, non appena il Capo degli Auror, nonché il Bambino che è
Sopravvissuto Harry Potter, avrebbe chiamato il proprio nome, avrebbero
pronunciato il giuramento e poi si sarebbero seduti nell’altra navata, insieme
agli Auror già in servizio, in simbolo della loro assegnazione a una squadra.
Asia
alzò lo sguardo verso quello che a pochi minuti sarebbe diventato il suo capo.
Indossava un completo elegante nero, rigorosamente babbano, senza cravatta e
lasciando i primi i due bottoni della camicia grigio perla aperti. Con gli anni
aveva imparato cos’era l’eleganza, almeno. Harry aprì il suo discorso con un
saluto di benvenuto e i soliti convenevoli che la Berri aveva sentito tante
volte nei telefilm americani, al momento della consegna dei diplomi. Cominciò a
chiamare gli apprendisti, e allora Asia iniziò a prestare veramente attenzione.
-Ace,
Summer.- chiamò Harry.
Summer
Ace era una ragazza carinissima che nascondeva dietro a un paio di occhi da
cerbiatta una vera serpe. Molto sarcastica, a volte rasentava la cattiveria, ma
difendeva sempre a spada tratta chi ne aveva veramente bisogno. E questo
piaceva molto ad Asia.
Fu
assegnata alla squadra di John Stewart, Auror specializzato nella
neutralizzazione di oggetti oscuri.
-Ackles,
Jared.-
Jared
era strano, in senso buono. Faceva sempre battute e voci strane, e spesso
improvvisava dei balli che facevano ridere tutti. Era un po’ un clown, ma lo
adoravano tutti. Fu assegnato alla squadra di Jen
Cunningham, che si occupava di raccogliere le profezie in giro per il Regno
Unito.
Dopo fu
il turno di Violet Allen e Janet Anderson, che furono
entrambe assegnate alla squadra di Michelle Rose, squadra molto abile nello
spionaggio e nell’inseguimento.
Sorrise
a Mark Baston, seduto accanto a lei. Mark era il nipote di Oliver, molto dolce,
simpatico e testardo. Ma anche insicuro. Ogni volta che entrava in classe alle
lezioni, si guardava attorno meravigliato di essere arrivato fino a lì. Ad Asia
ricordava un po’ Neville. Fu con grande sgomento di tutti che fu assegnato alla
squadra di Adam Martin, auror molto esigente, quanto preparato. Era giovane, ma
aveva fatto presto carriera, tanto che Harry gli aveva dato il permesso di
scegliersi personalmente i suoi compagni di squadra.
-Berri, Anastasia.-
Asia si
alzò lentamente e con grazia, salendo piano i gradini che l’avrebbero portata
sul palco. Estrasse la bacchetta dalla tasca, impugnandola con la mano destra.
Si avvicinò a Harry e portò il pugno che teneva la bacchetta sopra il cuore.
-Giuro
solennemente, sulla mia magia, sulla mia anima e sulla mia bacchetta, di
servire e proteggere il Ministero da qualsiasi magia oscura esterna e non.
Giuro di proteggere tutti gli innocenti davanti a qualsiasi atto oscuro. Sui
miei poteri.- esclamò infine, alzando al cielo la bacchetta, come avevano fatto
i suoi colleghi prima di lei.
-La tua
magia, la tua anima e la tua bacchetta saranno affidate adesso al caposquadra… Ronald Bilius Weasley.-
Quando
Asia sentì quelle parole si sentì davvero di mollare la bacchetta per abbracciarlo
e baciarlo, mentre la sala si riempiva di sussurri e mormorii. Era emozionata,
anche perché l’ultimo Auror a far parte della squadra era entrato tre anni
prima. la ragazza annuì, per poi, scendere dal palco e avvicinarsi al proprio
capo, che le porse la divisa con un sorriso stampato sul volto. Si sedette,
quando Harry interruppe la cerimonia.
-Volevo
dire due parole a voi, ragazzi, prima di continuare. Ho scelto di assegnare la
Signorina Berri a Weasley perché si merita il posto. Quella ragazza, al
contrario della maggior parte di voi ha conseguito i voti più alti in tutte le
materie, è brava sul campo e si è dimostrata molto abile anche con gli
incantesimi senza bacchetta. Senza contare i suoi poteri extra. Non appena
sentirò anche un solo pettegolezzo riguardo la sua assegnazione alla mia
squadra migliore per la sua relazione con un nostro collega, be’, sappiate che
chi mette in giro queste voci verrà licenziato seduta stante. Abbastanza
chiaro?- disse, lanciando loro uno sguardo truce.
Il
mormorio cessò, lasciando posto a un’aria di sentita ammirazione. La ragazza era rossa
dall’imbarazzo. Mark le strinse la mano, leggermente, dandole forza.
La
cerimonia finì tranquillamente e senza altra interruzioni. Quando furono
congedati da Harry, le due navate di sedie furono sostituite da tanti piccoli
tavoli rotondi con un suo colpo di bacchetta. Non appena la ragazza si alzò, sentì due
braccia stringerla forte da dietro, e lasciarle un bacio sulla nuca.
-Allora
non hai provato davvero a corrompere Harry.-
disse Asia a Draco, che aveva gli occhi lucidi.
-Ho
provato a farlo, ma diciamocela tutta, in pozioni non hai poi grande intuito. E
poi tu hai bisogno dell’azione.- le rispose, baciandola.
-Niente
regalo?- chiese, lei, con un ghigno sadico sul volto.
-Speravo
me lo chiedessi.- le rispose, ridacchiando.
Draco si
spostò di lato, mostrandole le figure che aveva provato a nascondere.
-O mio
dio!- esclamò la ragazza, lasciandosi abbracciare.
I Big 7
si erano riuniti. Stella stava stritolando la sua migliore amica, soffocandola
nei suoi foltissimi capelli, così come Adele che stava deliberatamente
piagnucolando. Dietro di loro c’erano sia Roberto che Lex che Daniele. Si
staccò piano dalle ragazze, per poi sprofondare nel petto di quest’ultimo, che
l’accolse con un sorriso.
-Alla
fine ce l’hai fatta davvero, eh?- le chiese, affondando il viso nei suoi
capelli.
-Avevi
qualche dubbio?- gli chiese, staccandosi, mentre si asciugava una lacrima
traditrice dal volto.
-Caspita,
quanto mi siete mancati!- disse Asia, con un sorriso radioso sul viso.
-Già,
l’ultima volta che ci siamo visti è stata, quando? L’anno scorso?- mugugnò Lex,
prendendo per mano Adele. Con cui stava insieme da due anni ormai, visto che
frequentavano pure la stessa università.
-Be’,
non potevamo mancare, no?- le chiese Roberto, prendendole le mani tra le sue
per depositarvi un bacio.
Parlarono
ancora, sfottendosi reciprocamente, ma tanto gentilmente. Quei due anni erano
stati un incubo per loro. Erano tutti sempre impegnati, tra Accademia e Università
e spesso non avevano nemmeno il tempo di vedersi. Si sentivano spesso, certo,
quasi ogni giorno, ma non era la stessa cosa. Erano abituati a vedersi ogni
giorno, sempre e interrompere così repentinamente quel contatto per loro era
stato orribile.
-Aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaah!!! Non ci posso credere, non ci posso credere, non
ci posso credere!!!- disse una furia bionda correndo da Asia e soffocandola.
-Haley, Haley, per l’amor di Morgana, non
respiro!!!- disse Asia, tossicchiando.
-Oh,
salve, Draco. E salve anche a voi, stranieri!- rispose la ragazza, con sorriso
radioso sul viso.
-Ehm,
Haley, loro sono i miei migliori amici Stella, Adele, Roby, Lex e Danny.
Ragazzi, lei è Haley, mia amica e collega.- li presentò Asia.
-Nonché gran
rompiballe.- aggiunse Draco, serio.
-Ha
parlato Ken.- rispose Haley per le rime.
-Be’, mi
dispiace Barbie, ma questa volta passo.- celiò Draco, facendole l’occhiolino.
Haley e
Draco avevano un rapporto molto amichevole, nonostante gli insulti che si
lanciavano molto spesso. Ma si volevano bene, in fondo, e Asia li lasciava
perdere alzando gli occhi al cielo.
Si
congedarono e Asia decise di andare dal suo caposquadra.
-Caposquadra
Weasley.- lo salutò, con un sorriso.
-Oh,
Asia, ci conosciamo da due anni ormai. Non c’è bisogno di essere così formali
solo perché adesso dovrai eseguire i miei ordini.- scherzò lui, stringendole
una spalla.
-Donnola,
sta attento a quello che fai.- lo minacciò Draco, lanciandogli un’occhiataccia.
-Sto
tremando di paura!- rispose Ron, alzando gli occhi al cielo. –Asia, domani
vieni in ufficio. Dobbiamo discutere di alcune cose insieme.-
-È una
missione?- chiese la ragazza.
-Non si
parla di certe cose in pubblico. Ti faccio saper domani.- le rispose, con un
sorriso gentile sul volto. –Fate i bravi, ragazzi. Io vado da Harry, dovremmo
cenare alla Tana, se riesce a liberarsi…-
Dopodiché
li salutò, lasciando i due piccioncini da soli. Che approfittarono della calma
apparente per smaterializzarsi a casa loro. Subito Asia crollò sul divano,
ridacchiando.
-Che c’è?-
le chiese Draco, aiutandola a togliersi gli stivali di pelle nera che aveva
indossato sotto la divisa.
-Non ci
posso credere! Sono nella squadra di Ron!! Cioè, sogno di esserci da quando
sono entrata all’Accademia e me ne hai cominciato a parlare!! Merlino, Draco,
sono nella squadra di Ron!!- esclamò lei, sorridendo beata.
-Già. Ma
sappi che non sarà una passeggiata la squadra è impegnata un giorno si e l’altro
pure. Fa tutto il lavoro sporco che le altre squadre non possono fare.- disse,
sospirando. –Mi hai chiesto se avevo provato a corrompere Harry per metterti
nella mia squadra. In realtà ho provato a farlo per farti assegnare a qualsiasi
squadra meno che a quella di Ron.-
La
ragazza guardava il biondino passarsi le mani tra i capelli, nervoso e non poté
fare a meno di sorridere.
-Hey,
starò attenta. Lascerò attorno a me solo terra bruciata.- gli disse,
prendendogli il viso tra le mani.
-Merlino,
Asia, tu non sai cosa vuol dire. Non sai cosa vuol dire avere paura che le
persone a cui tieni potrebbero non tornare a casa.- disse lui, stringendola.
-Non
siamo in guerra.- sussurrò lei, rabbrividendo –La guerra è finita quindici anni
fa.-
-Quello
che farai sarà come essere in guerra!!-sbottò lui, guardandola negli occhi.
-Dray, per l’amor del cielo! Sapevo a cosa
sarei andata incontro quando ti ho detto che volevo essere un’auror! Lo sapevo
e te l’ho detto stesso, perché credo nelle mie capacità! Ed Harry ha ragione! Posso
dare una mano in più alla squadra e posso farlo solo se sarò sul campo. Sono, o
meglio, mi sento inutile dietro una scrivania!- rispose lei, alzandosi.
Il ragazzo
sospirò, per poi alzarsi e baciare la ragazza con passione.
-Sono
passati quasi tre anni e ancora non mi sono abituato del tutto al fatto che non
posso metterti sotto una campana di vetro solo perché ti amo.-
disse lui, appoggiando la testa sulla spalla della ragazza.
-Io a
volte stento ancora a credere che sia tutto vero!- celiò la ragazza, con un
sorriso sghembo sul volto.
-Ma
siamo noi, no? Sempre noi?- le chiese lui con uno sguardo intenso.
-Si. Noi
insieme, per sempre.-
E si
unirono nuovamente in un bacio che sapeva di loro.
Spazio
Autrice: Ma salve a tutti!!! Finalmente sto pubblicando!!! D: Avevo in mente i
pubblicare il 30 novembre, visto che il 30/11 dell’anno scorso avevo pubblicato
il primo capitolo di ‘Ad un Passo dalla Fantasia, ad un Passo dalla Realtà’, ma
non ce l’ho fatta! *me dispiaciuta*
Ma ora
sono qui. Piccolo messaggio: scordatevi la prima persona e il presente della
scorsa storia. Questa mi piacerebbe farla un po’ più seria, anche se sempre
oscenamente romantica. E ci sarà l’azione!! :S non so se è un bene o un male.
D:
Non ci
sono particolari riferimenti in questo capitolo.
Comunque
su facebook, ho una pagina autrice, e lì c’è un album con tutte le facce dei pg della storia. Qui il
profilo e qui
l’album. Devo inserire i compagni di Asia e i suoi colleghi! D:
Detto
questo, spero che vi sia piaciuto il primo capitolo e continuerete a seguire la
storia!!
A
presto!
Micaela