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Autore: CABARETdelDIAVOLO    09/12/2011    2 recensioni
Tom Hiddleston/Chris Hemsworth.
Roma. Una città magica e pericolosa dove ogni certezza viene trascinata lontano da un'atmosfera che riesce ad annebbiare i sensi e portarci a compiere scelte che possono stravolgere completamente tutta la nostra vita.
Genere: Angst, Erotico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'We belong together'
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... per attrazione.

Se devi fare una cosa sbagliata, falla con la persona giusta.

"Ci sono gli asciugamani?"

Dall'interno della doccia, la voce di Chris risuonò ovattata e un po' distorta mentre il getto d'acqua scrosciava ritmicamente producendo un piacevole scricchiolio contro la porta di plastica, che fungeva da separé fra la vasca e l'esterno del bagno.

"Si, si, ce ne sono almeno quattro!"

Tom prontamente rispose dopo aver indagato con lo sguardo alla ricerca delle salviette bianche appese ad un'asta di metallo accanto alla vasca. L'uomo era appoggiato con la parte posteriore delle cosce al bordo del lavandino, posizionato vicino alla doccia; braccia incrociate sul petto e testa leggermente inclinata all'indietro. Tentava di concentrarsi sulle piastrelle del soffitto per evitare di rimanere a guardare l'ombra del corpo di Chris, visibile attraverso il separé di plastica opaca. Provava con ogni briciola di se stesso ad appigliarsi ad un qualsiasi pensiero ma, inesorabilmente, la sua mente tornava sempre a quei pochi istanti, avvenuti nemmeno cinque minuti prima in quella stessa camera. E come qualsiasi essere umano fa quando si ritrova a scontrarsi con un sentimento che gli pare inspiegabile e spaventoso, così, Tom tentò con ogni mezzo di trovare una spiegazione a quello che stava succedendo.

Perché era in quel bagno?

Perché aveva aperto la porta ma non era uscito?

Perché non se n'era subito andato dopo che Chris si era staccato da lui?

Bé, ovviamente era rimasto perché non voleva che lui pensasse di aver distrutto il loro rapporto.

Ovviamente era tornato indietro perché non voleva lasciarlo in quelle condizioni.

Ovviamente, ora, era lì, a cercare disperatamente di evitare di fissare la sagoma della schiena nuda di Chris studiando i muri del bagno, solo perché era preoccupato che lui potesse scivolare, dato che era un po' ubriaco.

Ovviamente...

Ovviamente un cazzo.

Tom si rese immediatamente conto che tutto quello di cui stava tentando di convincersi era, indiscutibilmente, una serie di inutili e banali scuse. Sapeva bene che stava evitando il problema principale, che stava deviando la sua attenzione su qualsiasi cosa gli capitasse a portata di memoria per non pensarci.

Ma ogni tentativo si verificava inesorabilmente inutile.

"Tom..."

Perché diavolo stava pensando al motivo per cui era rimasto quando, chiaramente, senza alcun dubbio, la cosa più assurda, folle e inverosimile che era successa in quella camera, quella sera, era il fatto che Chris lo aveva bac...

"Tom?"

La voce profonda e un po' roca di Chris lo fece sussultare spingendolo ad abbassare lo sguardo. L'australiano era sbucato fino a metà del busto dal divisorio della doccia e lo stava guardando con aria innocente, aspettando una sua risposta. Dai capelli biondi, bagnati e tirati all'indietro cadevano solo pochi ciuffi che perdevano piccole gocce sulla fronte e sul viso dell'uomo, segnandolo con molteplici rivoli d'acqua che scivolavano imperterriti lungo il suo collo e le sue spalle, percorrendo morbidamente il disegno dei suoi muscoli.

"Vuoi darti una rinfrescata? Ti lascio l'acqua aperta..."

Il moro rimase immobile, con la bocca leggermente dischiusa, tenendo ancora le braccia incrociate e i bicipiti serrati fra le dita tanto da lasciarvi i segni delle unghie. I suoi occhi rimasero intrappolati nel guardare quelli di Chris che parevano di un azzurro innaturale, ancora più brillante, per via dell'acqua che gli bagnava le ciglia.

"Si...si, grazie..."

Rispose quasi senza pensare, come se avesse momentaneamente scollegato il cervello.

Si, una doccia, possibilmente fredda, era quello che gli serviva.

Il biondo fece un cenno d'assenso con il capo e tornò a nascondersi dietro il separé, per finire di lavarsi. Rimasto di nuovo con se stesso, Tom espirò rumorosamente e, scuotendo la testa, iniziò a slacciarsi i bottoni della camicia blu che indossava. Contemporaneamente, si sfilò le scarpe scostandole poi sotto il lavandino, sul quale gettò la maglia. Si slacciò la cintura tornando, con sguardo pensieroso, a rivolgere il volto verso il soffitto.
E, in quell'istante, un solo pensiero si fece spazio nella sua testa: contro ogni sua previsione, ogni sua certezza, ogni sua remota aspettativa, era rimasto, per qualche istante, impietrito e affascinato da Chris.

Bé, più volte, durante delle interviste, gli avevano domandato come fosse il suo collega e lui, prontamente, aveva affermato, senza incertezze, che era un uomo forte, affascinante, divertente, dolce...

Non c'era nulla di strano...

...forse...

Solamente lì, in quel momento, si accorse di come, rispondere a quelle domande, lo faceva sentire.

Quando doveva parlare del lavoro sul set, del legame che era nato.

Quando doveva parlare di lui...

No.

Basta.

Era solo una sua impressione.

Si era semplicemente lasciato condizionare da quello che era successo e aveva iniziato a ipotizzare delle assurdità senza senso.

O almeno, questo era quello di cui si voleva convincere.

Finì di svestirsi e acchiappò un asciugamano per coprirsi, aspettando di entrare. Chris sbucò con una mano e, afferrando una salvietta se la portò alla vita, mentre usciva con un agile saltello dalla vasca. Immediatamente, Tom si gettò nella doccia, lasciando cadere a terra il suo telo e facendo tutto ciò che era in suo potere per evitare di incontrare lo sguardo dell'australiano. Una volta al sicuro dietro il separé, trasse un silenzioso respiro e rilassò il corpo, aiutato dal tepore del vapore e cercò di abbandonare qualunque pensiero. Lentamente chiuse gli occhi e infilò la testa sotto il gradevole getto d'acqua calda.

Dall'altra parte del divisorio, Chris tentava di aggiustarsi l'asciugamano e di legarlo in vita, ma gli fu subito chiaro che era praticamente impossibile, data la dimensione scarsa della salvietta. La sistemò come meglio poteva, reggendola con una mano e asciugandosi con l'altra. Fu solo quando si passò il palmo sul petto che si bloccò di colpo fissandosi le dita.

La fede.

Era abituato a toglierla sempre prima di lavarsi ma, quella sera, se ne era completamente dimenticato e, probabilmente, ma non ne era per nulla sicuro, se l'era tolta solo quando oramai era già nella doccia. Voltò la testa verso la vasca e, d'istinto, fece per bussare contro la parete di plastica ma all'improvviso si bloccò.

Il suo sguardo incontrò l'ombra del profilo del volto di Tom, appena visibile attraverso il separé e il suo pugno si arrestò a mezz'aria.

Un'unica, indissolubile, impetuosa immagine travolse tutte le memorie che aveva nella testa.

L'aveva baciato.

Velocemente, scappò da quel ricordo, abbassò il braccio e riprese ad asciugarsi agitando un paio di volte le spalle per liberarsi delle gocce cadute dai suoi capelli. Non era il caso di disturbarlo per una cosa così banale che, comunque, avrebbe potuto verificare anche più tardi, quando la doccia sarebbe stata vuota. Si passò l'asciugamano sul capo, scuotendolo energicamente per qualche secondo, poi lo lasciò ricadere a terra. Subito dopo andò a mettersi di fronte allo specchio appeso sopra il lavandino per risistemare quella specie di chioma bionda, completamente spettinata, che si era lasciato in testa. Infilò le dita nei capelli, tirandoli indietro come meglio poteva, controllandosi nello specchio. Da quella posizione, si mise a cercare con lo sguardo i suoi vestiti nel riflesso e si rese conto di riuscire a vedere quasi tutto il bagno.

Doccia compresa.

Dal separé, rimasto leggermente scostato, l'australiano intravide una parte della schiena di Tom e, senza accorgersene, rimase immobile per qualche istante a veder scorrere sulla sua pelle il getto d'acqua calda, dai capelli fino al pavimento della vasca.

La sua mente non riuscì a sfuggire una seconda volta a quel pensiero.

L'aveva davvero baciato.

Ma in fondo, non era una cosa strana, o una cosa grave.

No?

Era mezzo ubriaco, aveva emozioni e sensazioni annebbiate, poteva fare qualsiasi sciocchezza.

No?

E poi, a volte è normale congedarsi con un bacio, dato che è un gentile gesto d'affetto. Si conoscevano da tanto e fra loro era nato un legame particolare, sincero, profondo. Quello era stato solo un modo amichevole per salutarlo.

No?

Il biondo distolse lo sguardo e con uno scatto aprì l'acqua bagnandosi i palmi e passandoseli, subito dopo, sul viso.

No?

Si appoggiò con le mani al bordo del lavello, fissando le gocce che scendevano lungo il marmo bianco e dopo qualche secondo richiuse l'acqua.

No.

Quello era tutto fuorché un saluto amichevole.

La realizzazione colpì Chris come un pugno, violento e improvviso.

Lo aveva baciato perché voleva farlo.

Perché era attratto da Tom.

"AH!"

Un urlo brusco, secco e spezzato si levò dall'interno della doccia strappando l'australiano dai suoi pensieri.

Si voltò, spaventato, e si precipitò verso il separé senza pensarci un attimo di più.

"Tom!"


Come sempre speriamo vi sia piaciuto! Grazie mille per le recensioni! Sono apprezzatissime!
Cabaret del Diavolo

  
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