« Notte mamma! Notte papà! » dissi
dando un bacio a ciascuno. Mi chiusi la porta del salotto alle spalle,
lasciandoli a guardare la televisione. Mentre mi dirigevo nella mia stanza,
sentivo il vociare sommesso dell’apparecchio, come qualcosa di molto lontano,
di esterno. Un po’ come nei film del terrore, quando in lontananza si avverte,
quasi impercettibile, una melodia tipica di un carillon, segno che qualcosa di
orribile sta per accadere. Fui subito percorso da un brivido. “Ma che stupido!”
pensai, scrollandomi quell’immagine di dosso. Accesi la luce e cercai il
pigiama. Dopo averlo infilato, premetti nuovamente l’interruttore, sdraiandomi
al caldo, sotto le coperte. All’improvviso, quell’inquietudine provata poco
prima torno a farsi strada dentro di me. Tesi le orecchie: la televisione
continuava a farsi sentire, accompagnata da qualche risata dei miei genitori,
che mi rassicurò, ma stavo comunque in allerta. Immobile, a fissare il soffitto
nel buio della stanza, con gli occhi spalancati. Mi parve di sentire il letto
tremare. “Dio, anche queste assurde allucinazioni, ora!” mi dissi, tentando di
sdrammatizzare. Tuttavia, la paura stava aumentando, e non volevo che la cosa
degenerasse, così cercai a tentoni la torcia che tenevo sul comodino e l’accesi.
La stanza era vuota, ovviamente, ma quello che mi premeva era controllare che
non ci fosse niente nemmeno sotto al letto. Mi sporsi, appoggiandomi con una
mano al pavimento, senza scendere, abbassando la testa e facendo luce: nulla.
Solo il vecchio scatolone con i vestiti di mio fratello. Mi alzai di nuovo a
sedere. “Bene, sotto il letto non c’è assolutamente niente” pensai sollevato. Ma
nel momento stesso in cui conclusi la frase, un altro dubbio mi assalì: il
letto aveva tremato, giusto? Qualcosa doveva esserci stato, e se non era sotto
il letto, allora, dov’era?
E sentii un respiro dentro al mio orecchio.